venerdì 1 aprile 2011

Al Jazeera

di Tonguessy 
Al Jazeera è nata grazie alla volontà dell'emiro Hamad bin Khalifa Al Thani ed è la maggiore emittente televisiva del Qatar, da dove trasmette. Wiki ci informa che questa emittente è da sempre gran poco allineata con i media arabi e che il suo successo è dovuto ad "una informazione televisiva non censurata né addolcita". Al punto da essere costantemente discriminata e determinare la nascita di Al Arabiya, l'emittente saudita che vuole limitarne il pericoloso successo.[1] Quello che wiki non dice è che Al Jazeera è apertamente schierata con Hamas (e conseguentemente Hezbollah). C'è chi si spinge a dichiararla portavoce di Hamas[1a]. In diversi video esponenti di Hamas (come Mahmoud Zahar o Tahar Alnunu) ringraziano l'emittente araba per la bontà ed il coraggio dei loro reportage.[2][3] Questa cosa ha fatto infuriare non poco Israele. E ancora di più quando ha dato voce al pacifista Gavriel Solomon, che paragona Israele alla Germania nazista del 1935, quando ancora non c'erano i campi di concentramento ma erano in vigore leggi razziali.[4] La tensione tra Qatar ed Israele giunge al culmine quando lo stato arabo decide di chiudere l'ufficio del Commercio Israeliano per ritorsione contro l'ennesima invasione di Gaza, ed in cambio Al Jazeera viene costretta a chiudere i propri uffici  nel territorio israeliano in quanto “hostile entity”.
A seguito di questa azione e dopo essersi consultato con i dirigenti di Hamas ed iraniani,  il primo ministro  Hamad bin Jassim annuncia la rottura delle relazioni diplomatiche con Israele.[5] Tutto chiaro? Vi sbagliate.
Il Qatar ospita la più grande base USA ed è al contempo il maggiore alleato USA nel Golfo. As Sayliyah è la base USA più grande fuori dall'america, e dall'aeroporto di Al Udeid partivano i bombardieri per esportare la democrazia in Iraq.
Quindi abbiamo due elementi contrastanti: forti legami con Hamas e l'Iran ma nello stesso tempo fortissimi legami con l'imperialismo USA. I bombardieri USA che decollano dal Qatar e Al Jazeera che denuncia i bombardamenti USA. Non male.
Il ruolo di Al Jazeera (qui allineatissima all'avversaria di sempre, la saudita Al Arabyia) in questa storia  di disinformazione sui fatti libici va quindi letto tenendo presente tale doppiezza. Al Arabiya dirama comunicati secondo i quali ci sarebbero stati 10.000 morti tra i civili a causa dei bombardamenti di Gheddafi, e Al Jazeera sostiene che vi sia stato un forte arruolamento di mercenari centrafricani da parte del colonnello grazie alla mediazione di una security israeliana.[6] Tutto falso, ovviamente. Nessun cenno alla caccia al negro da parte dei ribelli, nè dei mercenari (o professionisti della guerra come le SAS inglesi) che servono la loro causa. Ne ho accennato in un precedente mio articolo[8b]. Al massimo qualche accenno a stupri fatti dai regolari di Gheddafi.[7][8]
Perchè questa propaganda anti-Gheddafi? Che ci guadagna il Qatar ad inimicarsi il colonnello libico? E cosa ci guadagna a battere sui tamburi di questa guerra imperialista? Hamas ha forse qualche ruolo in tutta questa storia? Perchè i Palestinesi si meriterebbero reportages più onesti dei Libici?
Prendiamo un recente articolo di Al Jazeera [9]: si dice che Sirte sarebbe "stata ripresa dai ribelli" , ma non viene menzionata la serie di intensi bombardamenti NATO che ha  distrutto alcune postazioni dell'esercito regolare. Il fatto in sè viene poi smentito da altri media. Il Giornale ad esempio dice che in città "non c’è un solo ribelle, come continua a proclamare nella mattinata Al Jazeera".[10]
In questo articolo che dice tutto senza spiegare nulla, un dottore (?!?) afferma che a Misurata sono morte nove persone per mano dei cecchini di Gheddafi. Non viene detto quante vittime hanno fatto i bombardamenti imperialisti, nè quante ne abbiano causato i rivoltosi. Le uniche fonti riportate sono degli attivisti "pro-democracy" oppure dell'attivista "pro-democracy" in pectore, ovvero il Nobel per i bombardamenti pacifici, Obama, il quale afferma che le bombe NATO hanno evitato una catastrofe umanitaria. Significativa è la frase di Rasmussen, segretario della NATO: "Il nostro scopo è di proteggere i civili dal pericolo del regime di Gheddafi" (Sic et simpliciter!). Nel frattempo il Qatar si offre di ospitare il Libya Contact Group, associazione che vuole decidere il futuro della Libia (la quale, fino a prova contraria, è ancora uno Stato sovrano che nulla ha chiesto agli altri) ed il suo Primo Ministro  Hamad Bin Jassim Al Thani (lo stesso che fece chiudere gli uffici israeliani e successivamente interruppe le relazioni con Israele) si affanna ad affermare: “Vogliamo che Gheddafi ed i suoi se ne vadano”.[11] Arrivano quindi le sanzioni ONU previste dalla risoluzione 1973 che prevedono l'embargo contro le società petrolifere libiche. Sì, ma non tutte. La compagnia statale NOC e cinque sussidiarie sono nella lista nera mentre la Agoco con sede a Bengasi e schierata fin dall'inizio della secessione con i rivoltosi invece no.[12]
Poi succede che la compagnia petrolifera Qatar Petroleum si accordi con i ribelli per forniture di petrolio, ed il giorno successivo a questo lucroso contratto petrolifero il Qatar riconosce il governo fantoccio del Consiglio Libico, creando dei pericolosi precedenti sulle proprietà nazionali e sulle transazioni internazionali (chi ha diritto a vendere il petrolio libico? Come sono strutturate le transazioni? A chi vanno i soldi?)[13]
Secondo gli analisti, il Qatar nei mesi a venire giocherà un ruolo di sostanziale arbitro e custode del petrolio libico, perché anche in caso di caduta del Colonnello la transizione sarà lunga e complessa. Intanto a Bengasi viene creata una Banca Centrale per gestire i pagamenti. Cambiamo fronte: Transparency International ci informa che "il Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici garantisce libertà di espressione ed associazione, libertà da torture e detenzione arbitraria, e processi giusti. In questa regione (Medio Oriente e Nord Africa) solo Oman, Arabia Saudita, Qatar e gli Emirati non hanno sottoscritto il trattato".[14]
Quindi la Libia lo ha sottoscritto, al contrario del Qatar che finanzia Al Jazeera. Il comunicato prosegue affermando che "Amnesty International e Transparency International chiedono alla comunità internazionale, incluse tutte le imprese che hanno rapporti di affari con il MO ed il Nordafrica, di sostenere i tentativi di riforme locali, di promuovere attivamente i diritti umani e di porre fine al saccheggio delle risorse nazionali".
Il che, ça va sans dire, significa "congelare i beni di Gheddafi, compresi familiari ed associati, in linea con la risoluzione ONU 1970". Stranamente però la Libia si pone tra i primi paesi del MO-Nordafrica per distribuzione dei redditi: sesta su 27, preceduta solo dagli Stati-petrolio ed immensamente più elevata nel ranking mondiale di paesi vicini come Algeria, Marocco ed Egitto. 63ma a livello mondiale, giusto dopo l'Iran e la Russia.[15]
Da quanto esposto non sembra si possa trarre una conclusione unica. Non si riesce a capire per quale motivo, ad esempio, il sostegno che il Qatar-Al Jazeera offre ai palestinesi perseguitati da Israele non possa essere esteso alla Libia bombardata dagli alleati USA. Forse non è solo una questione di princìpi. O forse tali princìpi sono validi solo in specifiche circostanze. Il motivo per cui Al Jazeera diffonde comunicati di parte e notizie palesemente false esattamente come la saudita Al Arabiya (e la quasi totalità degli altri media) può quindi riferirsi ad un tentativo di spostare l'opinione pubblica verso una simpatia più marcata nei confronti dei rivoltosi. C'è chi ipotizza che la risoluzione ONU 1973 avrebbe avuto esito ben diverso senza le bufale qatariote e saudite, senza quelle migliaia di civili massacrati da Gheddafi che si serve di biechi mercenari per mantenere il suo crudele regime dittatoriale.
Insomma ecco un'altro esempio di politically ready-made, dove coerenza e decenza sono valori di altri tempi, ed i pregevoli reportage sulle violenze di Gaza fanno il paio con certe spregevoli invenzioni mediatiche create per favorire e giustificare imprese imperialiste.

[1]http://it.wikipedia.org/wiki/Al_Jazeera
[1a]http://honestreporting.com/al-jazeera-is-m/
[2]http://www.youtube.com/watch?v=ySTg03qFqPY&feature=player_embedded
[3]http://www.youtube.com/watch?v=6IJJInwGSPA
[6]http://it.peacereporter.net/articolo/27153/Libia,+Al+Jazeera%3A+'nuovi+mercenari+in+arrivo+dal+Niger'
[8b]http://www.appelloalpopolo.it/?p=2877
[9]http://english.aljazeera.net/news/africa/2011/03/201132681812362552.html
[10]http://www.ilgiornale.it/esteri/la_guerra_al_jazeera_sirte_mano_ribelli_pero_e_falso_tv/29-03-2011/articolo-id=514203-page=0-comments=1
[14]http://www.transparency.org/news_room/latest_news/press_releases/2011/2011_03_11_mena_end_rights_abuse_corruption
[15]http://en.wikipedia.org/wiki/World_distribution_of_wealth

Nessun commento:

Pinocchia in tourneé

    Una foto di Pinocchia...in tournée! (E presto tornerà anche alla Baracca). E qualche commentino del pubblico, non tutti, sennò mi chiedo...