martedì 30 ottobre 2012

Cafiero Lucchesi, arrivano ancora commenti

Dovrò raccoglierli tutti, questo commenti che mi arrivano su Cafiero Lucchesi. Così tanti mai per nessuna opera che ho scritto e messo in scena.
Se penso che stavo sul punto di mollare tutto...! Già dopo averlo scritto, quando l'ho letto a Gianfelice la prima volta a Pomonte.
Se potete, venite a vederlo, oppure, se l'avete già visto, passate parola: lo replichiamo sabato 3 novembre, alle ore 21.
Così sostenete il teatro libero e indipendente, praticamente autofinanziato, dato che riceve solo pochissimi e sporadici contributi dalla Regione.

Questo ultimo commento è dell'amico Dante.

"Cari Maila e Gianfelice,
E' stata proprio una bella serata di teatro vero, sabato sera.
Ho avuto il piacere di portare con noi anche Claudio e Nicoletta, due amici dei nostri vent'anni.
Anche loro hanno apprezzato molto lo spettacolo; al nostro rientro a casa abbiamo fatto le due a parlare.
Oggi è martedì, ma ho ancora la testa piena delle emozioni del lavoro teatrale da Voi scritto ed interpretato. Lo trovo magnifico nella Vostra recitazione e nell'attenta e misurata scrittura.
Se il fine era la restituzione a Cafiero della verità storica sulla sua tragedia personale, penso proprio che essa non poteva essere migliore.
Ripensando a Primo Levi, è essenziale che la memoria,... almeno quella..., restituisca quanto un assordante silenzio ha finora tolto."Ricordate, che questo è stato!"
Altrimenti, davvero, si rischia di essere vissuti per niente.
L'interpretazione della tragedia esistenziale di Cafiero, fatta da Gianfelice, mi ha colpito e commosso.
Straordinaria per intensità e misura: un pezzo di bravura vera.
Come sapete, la conoscevo già; mi ha però emozionato il ricordo ed il valore di una sacrosanta  "restituzione" di una memoria perduta.
L'interminabile applauso, oltre alla Vostra bravura, è un tributo di sincera "pietas" verso una testimonianza di fede politica e di onestà intellettuale di uno dei tantissimi "ultimi".  Cafiero, Gondrano  sfiancato e sconfitto dalla pletora dei maiali, muore affermando il 
primato della fede politica sulla prassi; in questo, almeno in questo, è "primo".
La ricostruzione storica mi è apparsa convincente e misurata su entrambi i due periodi, pratese e moscovita, senza indulgere, né giudicare pretestuosamente.
E' però sulla lettura e descrizione dei familiari, nel lessico dei sentimenti, e nell'onestà degli amici di Cafiero che la rappresentazione teatrale mi ha colpito maggiormente. L'ho trovata di una delicatezza e di una umanità straordinaria. Quegli affetti, tanto profondi, quanto fragili e disperati, sono le vere 
vittime di una vicenda personale, che nella rete degli avvenimenti storici nelle  due dittature, si è dibattuta senza scampo alcuno, come in una tonnara, sugli innocenti.
Essenziali, quasi scarne, le figure dei familiari si stagliano perfettamente nella riduzione teatrale, mantenendo la dignità e la tenerezza degli affetti veri, delle persone vere.
Un ringraziamento sentito a due amici "bravi davvero"!
Con Stima, Dante"

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