martedì 31 dicembre 2013

Le scelte peggiori per la città di Prato

Copio qui sotto un articolo apparso su La Nazione relativo al viadotto del Soccorso.
Condivido completamente le posizioni del Comitato, secondo cui il viadotto è la scelta peggiore.
Ma questa non è la sola, in città.
Copio anche un comunicato del rappresentante del Comitato stesso, su un grave disservizio cittadino, che mostra la qualità della vita a Prato.

In materia di viabilità, la città è ancora molto indietro, lontana non solo dall'Europa, ma dai livelli di molte città italiane.
In questi anni s'è fatto poco e niente per la viabilità alternativa in bicicletta o in autobus eccetera.
Sarebbe così necessario, ora che la gente, a causa della crisi, aumenterà l'utilizzo di quei mezzi,  e non solo gli appassionati o gli alternativi. Molti sono e saranno costretti.
Basta pensare a quanti meno motorini si comprano; siamo appena in grado spesso di gestire una macchina, in famiglia, dato che mantenerla è costoso.
Certo, questa amministrazione non ha più tempo per recuperare il tempo perduto in questo senso. Ma qualcosa può essere ancora fatto. Per esempio, si sono spesi tanti soldi per la pubblicità del 'vivi il centro': perché non s'è fatto nulla per sensibilizzare a una diversa mobilità?
Il traffico cittadino è maldestro, aggressivo, a tratti violento. Non ci sono controlli di nessun tipo, a parte gli autovelox, che servono però anche a far cassa. 
Anche il viadotto del Soccorso rientra in queste scelte per cui l'automobile è il mezzo per eccellenza e solo quello deve restare, invasivo e davvero non a favore della cittadinanza.
Il viadotto è la scelta del subito, dell'ora risolvo e mi tolgo il problema del traffico, ma non penso al futuro della città. Così per anni e anni è stato fatto, e si vedono i risultati, anche a livello della sbandierata sicurezza.

Senza parlare poi di quello che non è stato fatto in campo culturale, il sostanziale abbandono di Gonfienti antica, lento progressivo inesorabile, con l'uscita finale del Presidente della Regione, che ha detto, ma solo detto, che la Regione acquisterà l'area archeologica, liberando l'Interporto...e lo scambio osceno che si sono proposti il Sindaco e il Presidente Rossi sulla Fattoria di Lorenzo il Magnifico?
Declinante è stata anche Officina Giovani, quest'anno, fino a scomparire completamente; mentre s'è data forza e spazio a una associazione, non certo gestita da giovani, piuttosto che li vuol gestire, con la simpatica scusa del recupero della zona di San Giorgio...

Ma l'abbandono più smaccato è stato quello delle periferie, in particolare nella zona Ovest e Sud, anche a causa dell'indebolimento delle Circoscrizioni, ormai ridotte all'ombra di sé stesse perché senza risorse, assediate dall'uso dei capannoni fatiscenti da parte della comunità cinese, che in realtà non fa altro che continuare e peggiorare un uso che era una volta nostro, anche perché nella crisi il sistema-lavoro è diventato per tutti più selvaggio.

Infine, tutto è stato fatto per il centro, anche se con risultati dubbi (se si escludono la pedonalizzazione di piazza delle Carceri e la riapertura di Palazzo Pretorio), mentre il resto della città fatica, è debole, lontano. Ma Prato è città estesa, città con contado...
E cosa dire del sottopasso di Via Ciulli dove morirono le tre donne cinesi, ancora chiuso?
E il silenzio dell'amministrazione relativamente al nuovo ospedale, per cui non si sa che cosa sia quello che ne fuoriesce, di notte almeno, con quei vapori urticanti che io stessa ho provato?

Non stupisce che il livello della sicurezza in città sia, nelle classifiche che vengono fatte sulla qualità di vita, uno degli ultimi in Italia. 

(Da La Nazione)
SOCCORSO IL COMITATO CITTADINO ANCORA CRITICO SUL PROGETTO
«Viadotto, pronti a nuovi ricorsi»
«LA STRADA del non ritorno l’avevamo imboccata da tempo, dal momento che l’amministrazione comunale non ha mai ascoltato le nostre istanze. Il viadotto è la scelta peggiore in assoluto». E’ con queste parole che Filippo Bonanni, portavoce del Comitato Per la Riqualificazione del Soccorso, commenta lo stanziamento di 15 milioni di euro inserito nella legge di stabilità per il nodo viario del Soccorso. Si farà il viadotto, per il quale il ministero ha approvato la valutazione di impatto ambientale. 
«Quella del viadotto — commenta Bonanni — è una scelta dettata da motivi politici e da interessi economici, non certo presa per tutelare i cittadini. L’amministrazione non ha mai voluto prendere in considerazione nessun altro progetto, seppur con costi minori, riservando all’ipotesi viadotto un percorso preferenziale poco trasparente e non partecipativo per i cittadini. Non dico che la scelta avrebbe dovuto ricadere per forza sull’interramento ma non sono mai state prese in considerazione soluzioni intermedie, magari temporanee in attesa di realizzare l’opera definitiva». 
Grande preoccupazione per il degrado che potrà portare la nuova opera: «Il progetto definitivo prevede che sotto al ponte venga realizzato un parcheggio di 400 metri in lunghezza e 30 in larghezza, se anche il progetto esecutivo lo prevederà il Comune non avrà più il problema di mandare via i Rom dal sagrato della chiesa del Soccorso ma da sotto il ponte, senza contare i problemi legati allo spaccio e all’inciviltà delle persone che gettano i loro rifiuti per strada». 
«Il sindaco Cenni e l’assessore alle grandi opere Bernocchi — continua Bonanni — si sono prodigati nell’affermare che il ponte sarebbe stato bello e riqualificante per il quartiere. Su questa promessa li misureremo e non verrà fatto nessuno sconto qualora non venisse rispettata. Vigileremo inoltre perché vengano rispettati i criteri del progetto a partire dalla realizzazione del cantiere e siamo pronti a ricorrere nuovamente alle autorità giudiziarie qualora non siano rispettate le regole del bando». Monica Bianconi"


"Buongiorno,
vi scrivo per documentarvi un nuovo episodio di disservizio da parte di CAP.
Mia moglie lavora a Firenze e per spostarsi utilizza il servizio extraurbano di CAP.
Stamani ha avuto la brutta sorpresa di scoprire che CAP aveva deciso di considerare la giornata di oggi come festiva, facendo quindi passare un autobus ogni ora. Come al solito questa decisione è stata accompagnata da una scarsa campagna di comunicazione: un avviso sul sito sotto la voce "Novità sul servizio" ma nessun avviso alle fermate che avrebbe permesso anche a chi prende l'autobus saltuariamente di apprendere la "novità" (scarsità testimoniata dal numero di persone che come lei erano ad aspettare l'autobus delle 07.35 quando il primo a passare sarebbe stato quello delle 08.05). Abbiamo subito contattato il numero verde della Regione Toscana per denunciare il disservizio e ci hanno confermato l'assoluta inadeguatezza della comunicazione messa in campo da CAP.
D'altro canto dalla biglietteria CAP (al numero dell'URP oggi non risponde nessuno) ci hanno detto che la scelta di trattare il 31/12 come festivo è dovuta a precise direttive comunali e regionali, ed essendo le tratte di proprietà del Comune e della Regione l'azienda non può che adeguarsi così come farebbe un dipendente con le direttive date dal suo titolare. Come riprova dell'assoluta inadeguatezza di queste scelte basta dire che già alla fermata del Soccorso il numero di persone in piedi superava quello massimo previsto dalla legge (e riportato su apposita targhetta visibile sopra il parabrezza), in via Ferraris due controllori evitavano di salire e l'autista telefonava in centrale chiedendo un nuovo automezzo perché non poteva caricare altre persone ma alla Questura era costretto a farle salire visto l'evidente diniego dalla sede all'invio di un nuovo autoveicolo.
Considerato che l'autobus percorre un lungo tratto autostradale, già avere una sola persona in piedi è altamente rischioso e pianificare il servizio in modo che in un giorno lavorativo siano dimezzati gli autoveicoli è criminale. 
Infine, anche se le colpe sulla scarsità di corse di oggi possono non essere
solo di CAP, a loro va contestato l'assoluto disinteresse verso i propri clienti. 
Un tipico atteggiamento da monopolista.
Filippo Bonanni

lunedì 30 dicembre 2013

Prato città offesa

E' inqualificabile il 'tweet' del Presidente Rossi in merito alle Cascine di Tavola, la cui Fattoria andrà all'asta fra pochi giorni e a soli 6 milioni di euro!
"Noi vogliamo finanziare la fattoria medicea e vogliamo fare il parco agricolo. C'è legame".

Doveva aggiungere: vogliamo anche ampliare l'aeroporto, e fare i parchi agricoli che ci fanno comodo a noi, in mezzo agli aeroporti appunto.

E' ugualmente inqualificabile la proposta di Cenni, che appoggia l'idea di Rossi di costruire case per i cinesi in cambio dei 700 ettari 'sequestrati' dalla Regione, che il Comune vuole rendere edificabili.

Che dire?

Chissà cosa si dovranno scambiare per Gonfienti antica?, per cui aspettiamo la sua firma, signor Presidente!

La città è offesa da questo modo basso di ragionare, dalle speculazioni che si subodorano ovunque. Dalle asfissianti prossime elezioni, dove cercherete tutti di rimanere a galla.

Mentre noi siamo già stati affondati e stiamo soffocando.

Sulla "Raccontessa"

Ricevo un commento di una spettatrice di ieri e volentieri pubblico.
Sì, (e qui rispondo anche a chi mi scrive) noi non riceviamo finanziamenti, e lavoriamo con molta difficoltà, facendo tutto noi. In questo periodo ci aiuta saltuariamente Eloisa, che però non possiamo assumere come avremmo voluto (e anche un'altra persona, ragazzi giovani e preparati che meriterebbero molto di più), perché la Regione Toscana ci ha negato la residenza teatrale, e alla nostra età siamo costretti a fare attori e tecnici.
Per ora sono in grado di farlo, anche se la stanchezza è tanta.

Hanno anche accusato questo blog di essere un blog 'alimentare', un blog finalizzato a trovar lavoro. Mi hanno offeso più volte.
In sostanza hanno detto che è giusto che non abbiamo finanziamenti,  mentre altri sono ancora un po' sostenuti economicamente, noi e altri come noi, dobbiamo crepare.

"Ieri non ho avuto modo di scrivere sul Quaderno del Gradimento, e le scrivo una mail.
La ringrazio per il bello spettacolo, sognante e poetico. I bambini sono stati catturati da lei e dal suo collega, il bellissimo albero. Ma anche noi adulti lo eravamo.
Racconta le favole in maniera eccellente, struggenti le canzoni e la sua voce cangiante, e la 'Fantasmanina', la mano fantasma con quella voce buffa e dispettosa, è una trovata geniale.
Grazie. 
(Le storie sono tutte sue? E Monna Dada di via Galcianese è davvero esistita a Prato? So che non ricevete finanziamenti, ogni tanto leggo il suo blog, ed è incredibile.").

Marta Gorini"

(Monna Dada è davvero esistita - l'ho scoperta in un vecchio documento pratese - , ma la storia intorno a lei è inventata. Tutti i racconti sono miei. Grazie a Lei per l'apprezzamento, ne abbiamo bisogno per andare avanti. M)


domenica 29 dicembre 2013

Fumi molto sospetti fuoriescono dal nuovo ospedale di Prato

Stasera, di ritorno a casa, sono passata dal nuovo ospedale di Prato.
Erano le 10,15 circa.

L'aria era irrespirabile e mi ha colpito alle labbra e alla gola un sapore acre e pruriginoso.

Quei fumi che escono dall'ospedale cosa sono? Non sono affatto innocui come dicono quelli dell'ASL, mi sono sentita male. Ho tossito parecchio con gli occhi fuori dalle orbite.

Queste mie non sono inutili polemiche, ma un dato di fatto.

L'aria era come avvelenata e anche chi era con me ha sofferto dello stesso disturbo!

Che cosa sta succedendo all'ospedale?

DITECI LA VERITA'.

Raccontessa: qualche precisazione

Qualche precisazione per lo spettacolo di oggi al Teatro Magnolfi di Prato (ore 16, ingresso libero), La Raccontessa.
E' stato presentato come spettacolo di improvvisazione, ma non lo è.
All'inizio si presentava come tale, ma poi, nella costruzione, lo spettacolo  è diventato altro.
E' un esempio di ricerca teatrale, dove vari generi e tecniche si intersecano: la narrazione, la commedia, l'arte concettuale applicata al teatro (le mani-personaggio), e il teatro canzone.
Uno spettacolo di poesia in prosa con diversi elementi comici, e non solo per ragazzi.


LA RACCONTESSA
scritto e interpretato da Maila Ermini
con Gianfelice D'Accolti
Canzoni eseguite e composte dall'autrice.

Presentazione
Raccontessa viene da Kima, il paese dei racconti, dove un tempo si persero i nomi e si decise di rinominare il mondo e di raccontarlo per non perderlo più; e non solo raccontarlo nel passato anche nel futuro. Nel suo viaggio nelle storie è accompagnata da personaggi mai visti: Legnotto, un albero metropolitano, Sedia Itagliata e Fantasmanina.
Sarà l'occasione di ascoltare anche la storia, finora sconosciuta, di una donna pratese, Monna Dada.


Analisi 
La Raccontessa si svolge su due piani principali. Uno è quello della Raccontessa stessa in cui si evoca, si sogna, si “futura” il mondo perché  tutto viene da KIMA, lo strano paese in cui si racconta il futuro.

L’altro, adiacente e necessario al primo, è  quello composto dai personaggi Legnotto, Fantasmanina e Sedia Itagliata che del mondo raccontato dalla Raccontessa sono co-partecipi e testimoni attivi e intraprendenti; e che vogliono farsi raccontare, perché non basta apparire ma si è veramente, si esiste davvero solo se qualcuno ti racconta, ti rende vero nelle sue parole. Questo è il compito scoperto di Raccontessa, rendere vero il reale per mezzo della parola, innervarlo di poesia, ri-velarlo per fornirne il senso compiuto.

I due piani colloquiano tra di loro e rendono evidenti anche i personaggi di cui non c’è ancora una avvenuta reificazione scenica, come Stellaccia, Puzzocchia, il Piccolo Dittatore, Monna Dada, che non hanno ancora corpo fisico e scenico ma vivono nell’evocazione teatrante di Raccontessa, figlioli anche loro di Kima, distanti nel corpo ma presenti nell’evocazione.

Raccontessa sublima questa sua entità narrante nel racconto-canzone, che accelera il precipitare lo spettatore nell'abisso del sogno e della fantasia, per poi farlo partecipare, se vuole, all'azione narrante.

Una modesta proposta: no ai politici in tivvù

Considero dannosi i politici che si mostrano in tivvù, che si ascoltano alla radio, e quindi propongo di toglierli dalle trasmissioni radio-televisive, dove sono presenti soprattutto nei 'talk-show', i programmi-chiacchiera.
In particolare chi è rivestito di qualche carica, è parlamentare, è ministro, è sindaco eccetera, non dovrebbe lasciarsi intervistare dalle Lilly Gruber, dai Gad Lerner o i Santoro, le Annunziate, i Cruciani eccetera.
Molta della barbarie politica proviene da questo chiacchiericcio, dal divismo che ne consegue, dalle finte trasmissioni inchiesta, dove il politico è presentato come divo del momento da intervistare. Ma cosa rivela, nell'intervista? Cosa comunica allo spettatore cittadino elettore? Politicamente lo status quo, di cui è un esempio; infatti è stato eletto proprio grazie al sistema partitico, di cui garantisce la continuità. In genere il 'divo' è chiamato a difendersi, a spiegare di sé; entra in un presunto agone, nel 'ring' e parla e parla incalzato dalle finte domande, che in genere sono già stabilite. Alla fine della trasmissione in genere non se ne sa più di prima dell'inizio.
A tutto questo si aggiunga il divismo del giornalista, che compete in divismo col politico e spesso i due ruoli si intersecano e confondono.

Il politico è diventato un teatrante, un saltimbanco, un buffone. Urla, sbraita, offende.

La tivvù, la radio (ormai insostenibile per l'orecchio, troppe interruzioni da pubblicità eccetera) è un flusso di ininterrotta propaganda e costruzione dell'immagine del politico.



sabato 28 dicembre 2013

Continua la violenza sulle donne, non cambia nulla

Addirittura una donna a Bari è stata strangolata dall'amante perché aveva creato un falso profilo su Facebook.
Lo stillicidio delle donne picchiate e uccise non finisce più in Italia.
Non so quanto sia cambiato dal tempo di mia nonna, da un secolo a questa parte. Mi sembra che solo a parole, che questa violenza si sia resa più perfida, più nascosta a volte, e anche più tenace.

Ricordo che non solo i compagni usano violenza, ma anche i figli alle mamme; questo tipo di violenza filiale è molto più diffusa di quanto si creda, perché purtroppo le mamme non denunciano i propri figli.


Cenerentola è andata via


venerdì 27 dicembre 2013

La recita più bella (considerazioni sui finanziamenti alla cultura)

L'attore Maggiulli, che con la sua macchina si è schiantato contro l'Eliseo perché la sua Comédie Italienne non riceveva finanziamenti, dice molte cose.
Primo che in Francia, sebbene il teatro sia scritto con la T maiuscola, non gode di buonissima salute. 
Secondo che il signor Lerner che l'ha criticato, dopo aver avuto un passato alternativo, si è dimostrato - nonostante o forse proprio a causa delle sue trasmissioni televisive - un humble servant del sistema, uno dei tanti che, dopo aver avuto passati illustri, di lotte continue eccetera, eccoli a pontificare e a dire che il teatro non va finanziato, o che bisogna accettare questa sorte.
Sarebbero loro a non dover essere finanziati.

Che se il teatro o la cultura non deve essere finanziata, il che può anche essere accettato, lo deve essere per tutti. Non può essere che certi teatri sono finanziati e altri no.

Per questo la politica della cultura - come anche in Toscana-  è 'assassina', in quanto mette chi non ha contributi in condizioni sfavorevoli e li fa morire.

Per esempio, in Baracca il biglietto per il teatro-ragazzi è di 6 euro.  Non lo posso aumentare, perché il teatro cittadino sovvenzionato, con la sua politica dei prezzi non me lo permette. Questo significa che io per guadagnare qualcosa devo avere la sala piena, perché le spese di Siae, Enpals-Inps senza contare le tasse, e incluso se devo pagare un attore, fanno sì che il mio guadagno non ci sia.
Se invece ci fosse la libera concorrenza vera, le cose potrebbero essere diverse.
L'unica alternativa per vivere è che si abbiano alcuni finanziamenti, che almeno ci permettano di sostenere le spese.

I tromboni che pontificano lo fanno solo contro i poveracci o quelli  che danno fastidio.

Ma dunque, questo teatro è davvero 'necessario'? 

La domanda è provocatoria, ma, per rispondere a coloro che danno valore solo ai numeri, voglio raccontare una 'storia di Natale', accaduta proprio ieri pomeriggio.

Ieri in Baracca non avevamo prenotati per il nostro consueto spettacolo del 26 dicembre. Dunque avevo deciso di annullarlo, dato anche che siamo sotto debutto. A dieci minuti dall'orario previsto per l' inizio, si sono presentati, tutti insieme, gli spettatori.
Ho detto loro la verità, che bisognava aspettare almeno una mezz'oretta prima di iniziare, perché la scena doveva essere allestita, e poi e mi dovevo vestire e truccare, il personaggio di Pagliaccia Secca ha bisogno di certa preparazione.

Le famiglie si sono consultate e hanno scelto di aspettare, volevano vedere quello spettacolo, e non, come avrei suggerito,  andare al cinema.

In venti minuti tutto era pronto, il pubblico è entrato ed è stata la recita più bella, il pubblico entusiasta: il vero regalo di Natale, che era assolutamente 'necessario' fare. 



giovedì 26 dicembre 2013

Un uomo italiano contro l'Eliseo

Il direttore del Teatro de La Comédie Italienne, Attilio Maggiulli, si è schiantato con la sua macchina contro l'Eliseo per protestare contro il taglio dei fondi al suo teatro.
Ma la cosa scandalosa è la presa di posizione di Gad Lerner nel suo blog (il Blog del 'Bastardo), allarmato che altri possano fare altrettanto, magari in Italia.
Per quanto mi riguarda, pur priva di finanziamenti, non lo farò, non fosse altro che sono impegnata con il mio lavoro e non posso comprarmi una macchina nuova, non ho ancora i soldi sufficienti.
Ma non starò certo sull'albero a sentir starnazzare questi 'bastardi' americanizzati, con tanto di emolumento mensile fisso, che non profferiscono parola contro i finanziamenti agli armamenti e roba simile, che non vengono mai tagliati.
Brava Luisa Pace, che scrive un commento in cui dissente dal collega 'bastardo'.
Infine, riporto l'articolo di Le Monde, a dir poco disgustoso per come è scritto, distaccato e anonimo, pericolosamente asettico, sottilmente 'razzista',  e in difesa della galla autorità.




DA LE MONDE

Le directeur d'un théâtre parisien a tenté de forcer les grilles de l'Elysée en voiture

Le palais de l'Elysée, à Paris.

Le directeur de la Comédie italienne, un théâtre situé dans le 14e arrondissement de Paris, a été interpellé dans la matinée du jeudi 26 décembre après avoir tenté de forcer vers 10 h 30 avec sa voiture la grille du Coq, l'entrée principale de l'Elysée, « sans y parvenir ». Un périmètre de sécurité a depuis été mis en place devant le palais présidentiel, a-t-on appris de sources policières.

Selon une source judiciaire, l'homme de 67 ans a été placé en garde à vue pour « dégradation d'un bien d'utilité publique », « mise en danger de la vie d'autrui » et « violences volontaires avec arme à l'encontre d'une personne dépositaire de l'autorité publique », l'arme étant son véhicule. Légèrement blessé lors de la collision, il a été conduit dans un hôpital parisien où il devrait subir un examen de comportement afin de vérifier la compatibilité entre son état mental et le régime de garde à vue.
Selon les premiers éléments, l'homme, de nationalité italienne, « n'est parvenu qu'à taperlégèrement les grilles à faible vitesse »« Il a immédiatement été interpellé par les forces de l'ordre présentes », a-t-on précisé. 
La préfecture de police estime qu'il entendait « attirer l'attention sur les difficultés financières du théâtre qu'il dirige »
DÉJÀ INTERPELLÉ MERCREDI
Selon une autre source policière, cet homme avait été interpellé une première fois mercredi peu avant 17 heures aux abords de l'Elysée.
Non loin de l'hôtel Marigny, il avait alors sorti de sa voiture « un mannequin Arlequin auquel il avait mis le feu après l'avoir aspergé de white spirit », a dit cette source. « Il avait ensuite jeté des tracts sur la voie publique, dans lesquels il dénonçait la diminution des subventions pour son théâtre, a-t-elle poursuivi. Il avait été interpellé, entendu puis relâché quelque temps après, aucune charge n'ayant été retenue par le parquet. »

Festa


Non si so se sia meglio
starsene nel folto
della festa

regalare sorrisi
costruire cartapesta

oppure

scappare nel silenzio
del cuore che mi resta.



mercoledì 25 dicembre 2013

I cinesi e lo spirito del Natale

I cinesi che vivono in Italia, pur non essendo cristiani, vanno pazzi per il Natale.
Mi hanno raccontato che alla Coop di Parco Prato giravano festanti con i carrelli pieni di roba. E poi basta passare per via Pistoiese per rendersi conto di quanto i cinesi amino questa festa.
A Natale i cinesi non lavorano. Festeggiano.
Con loro il Natale cristiano viene spazzato via e si trasforma apertamente in quello che è, un evento commerciale. Nella Festa per eccellenza, in cui ci si diverte con pranzi e regali.

Loro non si vergognano e non hanno nessuna grotta o bambinello da baciare.
Almeno non sono ipocriti.


martedì 24 dicembre 2013

Mecenatismo da strapazzo

La vicenda dei 35.000 mila euro, con il  Centro Arti Visive aperto in San Giorgio a Prato, con ultima la dichiarazione del Sindaco (1), con cui noi ci lamenteremmo di questo fatto senza vedere il resto, le tante belle cose che si fanno in città, dà la misura del  neo mecenatismo da strapazzo con cui cui si intende la cultura.

Va in questa stessa direzione l'idea di occuparsi dei 'ragazzi', di calare dall'alto la munificenza dei 'potentini' della città, che poi sono sempre gli stessi, ma beninteso solo CON I NOSTRO SOLDI, e mostra il volto profondo di certe operazioni, che sono solo strumentali, finalizzate al  mantenimento dello status quo attraverso la debolezza della vanità di certe teste.

Per togliere il disagio in città non basta invocare, come facilmente fa qualcuno, il  dare in comodato gli spazio vuoti - crea lo stesso meccanismo di calare dall'alto le cose che possono essere tolte in qualsiasi momento - , ma cercando, nei limiti del possibile, di organizzare una vita cittadina attiva piuttosto che dare soldi e mandato all'associazione del consigliere del sindaco, che invece avrebbe dovuto svolgere solo il suo compito, cioè consigliare il sindaco ad agire diversamente. 

Mi chiedo se colui che ha dato in comodato lo spazio all'associazione del Calamai (il quale, tra l'altro, gestisce un blog smaccatamente propagandistico a favore del sindaco Cenni - Pratoreporter - ), avrebbe fatto lo stesso con un giovane artista, o un gruppo di tali, perché certe persone si muovono solo con il senso del ricavato, anche se non si tratta di soldi.

Perché non si è fatto un incontro previo con questi giovani artisti, perché non si è organizzato tutto diversamente?

Peccato che i ragazzi caschino subito in certe trappole.

Dicono i cinesi: dai un pesce a un uomo e lo nutrirai per un giorno. Insegnagli a pescare e lo nutrirai per tutta la vita.


lunedì 23 dicembre 2013

35.000

Ieri sera, di ritorno a Prato da una breve tournée, sono passata davanti al Centro di Arti Visive, la cui associazione ha ricevuto dal Comune la incredibile cifra di 35.000 Euro (mentre altre associazioni non prendono nulla o quasi eccetera eccetera, per cui è nata la polemica).

Il Centro era chiuso, erano rimasti alcuni giovani e alcuni 'vecchi' a parlare davanti alle vetrine di quella che una volta era un  famoso negozio di abbigliamento.

Ho pensato che forse mi sono dimenticata di dire, nei post precedenti, che a dividere quella torta di soldi ero stata chiamata a suo tempo anch'io (e con me il Teatro La Baracca) con la richiesta di un allestimento dello spettacolo Cenneide, ma ho rifiutato.

Mi  è sembrato da subito un atto propagandistico troppo smaccato a favore del sindaco Cenni, e in generale della solita fuffa politica consortile cittadina (i gattopardi), nonostante tutto sia stato confezionato e ammantato da buonissime intenzioni: rivalutazione del centro storico, valorizzazione dell'arte e degli artisti, il dare in comodato gli spazi vuoti del centro eccetera.
Tutto l'affaire è lontanissimo dal mio gusto e dal mio sentire, dal mio modo di fare teatro in senso assoluto.
E mi sono vivamente rallegrata di aver perso quei soldi.

domenica 22 dicembre 2013

"C'era tanta gente"

Ho parlato con un conoscente, e della serata dei 'celestini' mi ha saputo riportare, ché gliel'avevano detto, che: "C'era tanta gente".
Il concetto del valore solo dato dal numero.
Il valore solo dato dal mercato.

Telefono a colleghi dove vado a fare gli spettacoli e la prima cosa che mi comunicano è che: "Ci sarà tanta gente".

Mi sento soffocata dai numeri, dalle conte. Mi affaccio sul palco dei teatri e sono indotta anch'io a contare i miei spettatori e da questo giudicare il valore di quello che faccio, il senso.

L' intelligenza umana messa solo nel calcolo, nello strumento, un mondo di ingegneri, dove le belle teste sono usate solo per far di conto.

Di una serata così intensa e drammatica come quella dell'altra sera, credo memorabile per chi c'era, alla fine si ricorda solo quante erano le teste.

Tutto valutato economicamente ormai, senza futuro d'altro valore.

sabato 21 dicembre 2013

"Celestini" da scandalo

La recita affollata di ieri sera al Teatro La Baracca -nonostante l'errore (?) di data de "La Nazione"- de L'infanzia negata dei celestini è stata anche fra le più significative di questi anni.
Il racconto-spettacolo è stato interrotto da un celestino che si è alzato accusandomi di dire menzogne e lasciando il pubblico fra lo sgomento e l'imbarazzato.
Non me. Ho riflettuto, mentre ero in scena, se spiegare tutto al pubblico subito oppure continuare. In questi anni sono stata abituata a queste interruzioni durante il racconto dei 'celestini'.
L'anno passato un celestino mi aveva chiamato, avevo mandato mia nipote a prenderlo a Montecatini; poi, prima di entrare, se n'era andato, causando scompiglio all'ingresso e, anche in quel caso, lasciando il pubblico interdetto. Mia nipote l'ha riportato a casa senza che l'uomo avesse visto lo spettacolo.
Ieri sera, prima di entrare in scena, avevo ricordato a Gianfelice che lo spettacolo è sempre difficile e può accadere di tutto. Anche a me, per cui il racconto è faticosissimo; riapre ferite mai guarite, avendo vissuto esperienze simili all'istituto femminile di Santa Caterina di Prato, di cui nessuno parla e che fu chiuso all'inizio degli anni '70 per problematiche simili nel silenzio e nella complicità più assolute.

I primi anni della recita dei 'celestini' è stato così, difficile, con smentite, offese, minacce. Calunnie.

Il celestino, andando via, ha aggiunto che non ce la faceva a stare ancora ad ascoltare, che lui era stato bene ai 'celestini' (era stato al Rifugio nel periodo in cui Padre Leonardo non c'era, perché era stato allontanato da  Prato in quanto sospeso a divinis per fanatismo e anche inviso al Fascismo).

Per questo 'scandalo' il pubblico, dopo la recita, ha voluto il dibattito. E in sala c'erano altri che hanno dichiarato l'opposto di quel celestino che aveva lasciato la sala. 
Il pittore Marcello Meucci,  notoriamente ex-celestino, già diverse volte spettatore del racconto,  ieri sera ha regalato agli spettatori una testimonianza memorabile.
Quando tutti o quasi se n'erano andati, dopo tre ore fra spettacolo e dibattito, è venuto a testimoniare un altro che non aveva avuto il coraggio di parlare prima.

Il libro è esaurito e spero, nel 2014, di avere un po' di soldi per pubblicare una seconda edizione, magari con la storia di questo spettacolo, che costituisce un altro incredibile racconto.

Il teatro non confezionato, non paludato, che non si fregia di nomi e personaggi famosi, ma che dice e discute, questo è sempre il più bello, è necessario.


venerdì 20 dicembre 2013

Comunicato per lo spettacolo sui Celestini

POSTI ESAURITI per lo spettacolo di stasera , VENERDI' 20 DICEMBRE, ore 21,
L'infanzia negata dei celestini, al Teatro La Baracca. 

Chi si presenta in teatro sarà messo in lista di attesa.

(La Nazione ha riportato erroneamente lo spettacolo in data di domani).

giovedì 19 dicembre 2013

Liber@mente contro la Maila

Ringrazio tutti coloro che mi hanno segnalato l’ennesima irrisione da parte del radicale Vittorio Giugni, nel suo blog e che copio sotto, e ringrazio anche chi ha preso pubblicamente le mie difese, e che mi sollecita una risposta.

Sinceramente non capisco il perché di questo attacco.
Sembra che lui voglia screditarmi, anche se può apparire oscuro il motivo, perché non appartengo a nessuna fazione partitica.

Teme una mia ricandidatura a sindaco?
Ho parlato male di certi ‘amici’, ultimamente? Temo di sì.
Mi si considera una blogger concorrente e ostile?
Mi si vuole mettere a tacere?
Boh.

Dico anzi tutto che nella lista degli spernacchiati io sono la sola donna, l'unica che non percepisce lauti stipendi, pubblici o privati. Che non ha cariche.
E’ giusto rimarcare questa differenza.

Mi si accusa di lamentarmi di non aver ricevuto mai soldi per la Baracca, se non briciole.  Che io mirerei al 'lesso pubblico'. Che dunque sarei in contraddizione perché voglio essere libera e indipendente come teatro eccetera.

Tuttavia, lui che fa l’americano e quindi rifiuta la cultura sovvenzionata, avrebbe dovuto scrivere anche qualcosa sui teatri cittadini, Metastasio e Politeama eccetera, e su quelle compagnie e organizzazioni 'amiche' che ricevono tanti soldi. E non solo parlare male della Maila e sulla Baracca, che continuerà a ricevere briciole.
E' un sistema che dà ad alcuni, e ad altri no. E quindi non è giusto.

La mia battaglia ha quindi altro contenuto, come anche questo blog (secondo lui il mio 'core business'), ma qualcuno deve screditare il mio lavoro e soprattutto, il mio impegno politico. Che è libero e onesto.

Ma insomma, quale sarebbe la mia colpa? Non è chiaro. Forse il non averne.

Perché Giugni non scrive una riga contro il monopolio della cultura, contro i trust culturali - come la Fondazione Toscana Spettacolo, per esempio (quelli sono soldi anche miei, che pago le tasse)- se è americano, se è contro il divertimento sovvenzionato, invece di far finta di attaccare il Calamai e i 35.000 euri elargiti alla sua associazione?

Preciso poi che La Baracca è altro anche da quel divertimento con cui lui sembra concepire  e definire il teatro, come risulta dai commenti al suo post.
Ognuno la pensa però come vuole.

Il mio teatro, libero e indipendente, dà fastidio. Parlare degli scandali, passati e presenti, di Stato, Chiese, consorterie massoniche e partitiche dà molta noia.

Per questo spesso mi si attacca, proprio sul teatro, e si sostiene che questo blog e l'attività politica sia di matrice alimentare.
In sostanza si nega la possibilità al teatro di essere libero: gli si dice: tu non puoi dire quello che vuoi; se vuoi mangiare, devi tacere o inquadrarti.
Se ancora non lo fai, ti si calunnia. Si sporca la tua immagine, che una volta insozzata, non è più buona.
Un vecchio gioco, ma sempre valido. 

Infine il Giugni utilizza contro di me una ironia molto machista che, sulla penna di un radicale, stona. Tutti quegli –essa…e poi parla dell’assessore alla cultura, che difende perché io l’ho attaccata, come una ‘bella testa’, ma la intende solo fisicamente. Che omaggione.

Ma si sa, il Giugni dice tutto e poi il contrario di tutto, come ha fatto, tanto per fare un esempio, nei confronti della Torre al Vento di Caravan. Prima la voglio, poi non la voglio.
Egli sembra un po' confuso, oltreché furbescamente 'ironico'.
Insomma, vorrei proprio non abbassarmi al livello di questa radicaleria.
Ma basta, ora davvero basta con queste calunnie provinciali di blog "lavandai", che  invece di lavare e pulire, intorbidano le acque e offendono le persone e il loro lavoro.
Questo modo di fare è al servizio del solito giochino dei partiti ed è lontano dalla politica.
Non risponderò ad altre inutili provocazioni e lordure.



DAL BLOG "LIBER@MENTE PRATO" (data di oggi)

PRATO RAZZIES AWARDS 2013

Iniziamo da quest'anno a stilare la classifica dei personaggi pratesi più "spernacchiati" dell'anno che sta per finire. Il punto di vista è totalmente soggettivo. Non se n'abbiano a male coloro che NON si troveranno inseriti nella lista. Contando sull'ironia e sulla capacità di autoironia dei nostri sfigati protagonisti.  Ecco i "magnifici"  10 (dieci), in rigoroso ordine alfabetico:

1)  ADRIANO BENIGNI
Annataccia per l'ex Presidente della Circoscrizione Ovest, ex  Assessore Comunale, ex Presidente di ASM, ex Consigliere d'Amministrazione di ASM, ex Consigliere d'Amministrazione di ETHOS, ex membro della segreteria del PD....Finisce il 2013 senza più alcun incarico come un pensionato qualsiasi. Sic transit... 

2)  MAURIZIO BETTAZZI
Prima entra in contrasto con i "poteri forti" interni alla Fondazione Cariprato. Poi viene pizzicato con le mani in una consulenza professionale per ASM. Indi indagato dal vivace Sangermano. Deve rinunciare, senza combattere, alla presidenza del Consiglio Comunale. Ed anche al suo partito. Una carriera politica volatilizzata in cambio di una minuscola fattura!

3)  PAOLO CALAMAI
Il suo blog merita ampiamente il titolo di secondo blog più trash della città. Le vignette poi sono oggetto di vari corsi di interpretazione. Famoso anche per aver contribuito ad uno spettacolo denominato "Cenneide" non si sa perchè! (Quando abbiamo finito con questa motivazione del premio ci giunge notizia che la Giunta Comunale ha stabilito di concedere un contributo di 35.000 euro all'associazione di cui Calamai è presidente. Converrà toglierlo dalla classifica...??);

4)  MASSIMO CECCHI
Il suo blog "Salta l'annuncio" è sicuramente la cosa più trash esistente in città. Piacerebbe un sacco a   Robert Rodriguez (poi gli diciamo chi è...). E' paragonabile al famoso effetto "Gatto Spiaccicato". Per quanto uno cerchi di non guardare il povero micione steso morto per strada un'occhiata scappa sempre lo stesso. Ma è una questione di millisecondi. Poi, con ribrezzo, si volge lo sguardo altrove;

5)  MAILA ERMINI
L'attricessa, poetessa, scrittricessa, registessa, sceneggiatricessa, videomakeressa, bloggeressa e scenografessa indefessa casalese è rimasta assai colpita dall'esclusione del suo teatrino-bomboniera dalle prebende pubbliche statali, regionali, provinciali e comunali. Arrivando a chiedere la testa (bella, peraltro..)  dell'assessoressa toscana Cristina Scaletti. Chissà perchè anche i puri, duri ed alternativi mirino anch'essi al lesso dei soldi pubblici. Che sia questo il vero "Bene Comune"???;

6)  LAMBERTO GESTRI
L'ingegnere a capo dell'Immobiliare SpA ha continuato nelle ardite operazioni intraprese dai suoi due predecessori. Il suo fiore all'occhiello di legislatura sarà senz'altro "Palazzo Vestri". Il bell'immobile sede un tempo dell'onorato albergo "Stella d'Italia" è stato affittato dalla Provincia. Che ha provveduto ad un bellissimo e costosissimo restauro. Poi, in men che non si dica, è stato restituito alla proprietà bello e valorizzato e con annesso ottimo cambio di destinazione
d'uso. Quel che si dice un affarone. Già. Ma per chi??;

7) VITTORIO GIUGNI
E con lui i Radicali pratesi. Hanno passato quasi tutta l'estate intorno ad un banchetto per la raccolta delle firme sui 12 referendum. Dopo una faticaccia immane ne hanno raccolte circa 10.000. Ma, per cattiva sorte nazionale e per il volere della Corte di Cassazione, si son ritrovati con un pugno di mosche in mano. Chi di firme ferisce, di firme perisce;

8)  GIULIANO GORI
L'uomo di Celle (Santomato, Pistoia) ha riprovato a "ripiazzare" il MAV (Monumento al Vento) karavanesco a Prato. Ma, ancora una volta, è stato impallinato con una lunga serie di MAVvaaffanculate....!!

9)  EDOARDO NESI
L'onorevolissimo "Premio Strega" bis pratese dopo aver abbandonato il suo posto di assessore alla cultura ed all'economia (?) della Provincia di Prato in quota centrosinistra s'è arruolato nelle truppe montezemoliane. Il che gli è valso uno scranno parlamentare in quota "Scelta Civica" (con  annessa
portaborse provinciale). Dopo il flop di Mario Monti s'è affrettato a riquotarsi "renziano" di ferro.
Tuttavia nessuno, pare, gli ha offerto la candidatura a sindaco. Alla quale aspirava (ed aspira) con viva, vibrante, apparente ed ammirevole nonchalance;

10)  LUCA RINFRESCHI
Se Roger Vadim fece "Et Dieu créa la femme" Luca Rinfreschi ricreò CREAF! Realizzando il niente assoluto! Ma, non contento, dopo aver ricercato l'aiuto di quelli di Navacchio, confida ancora che nelle casse della società fantasma che presiede qualcuno versi altri 8/10 milioni d'euro!! Ma chi siamo noi? Babbo Natale????


Pubblicato da Simone a 07:50 


+1   Consiglialo su Google


7 commenti:
Anonimo ha detto...
Vittorio, che Maila cerchi di attingere ai fondi pubblici per la cultura mi sembra sacrosanto, è da quando la Baracca è nata che campa solo sulle proprie gambe (se si escludono sporadici e miseri contributi). Te lo dico con cognizione di causa perché ci ho lavorato insieme e conosco tutte le rinunce e sacrifici che ha fatto e sta facendo.
vittorio giugni ha detto...
Ma se "La Baracca" e Maila Ermini sono contro il "sistema" e per il "Bene Comune" per quale motivo il sistema dovrebbe finanziarla? S'è mai visto un tacchino infilarsi da solo nel forno? Dovrebbe essere il "popolo" a permettere l'esistenza del teatrino, degli attori e della cultura "altra"! Quindi pochi piagnistei sui danari pubblici che non arrivano. Perchè deve pagare pantalone tutte le ubbie che ciascuno di noi ha in testa?? Se "La Baracca" vale verrà assolutamente valorizzata. Altrimenti sarà marginalizzata poichè di nessun valore o utilità socio-artistico-cultural-politico..Non credi?
Anonimo ha detto...

La Baracca vale, lo testimonia il fatto che è ancora in piedi dopo tutti questi anni senza contributi. Maila non è contro il "sistema" è contro un "certo sistema", clientelare e degli "amici degli amici" che impediscono alle realtà indipendenti di accedere ai fondi per la cultura.

Esempio ne sono i 35.000 euro dati a Calamai.

E a differenza di altri, nonostante si lamenti, va avanti con le proprie forze, producendo testi e spettacoli di qualità e scomodi e basta vedere l'affluenza che c'è al suo teatro per capire quanto siano apprezzati.



Sul fatto che dovrebbe essere il popolo a permettere l'esistenza dei teatri hai ragione, ma se i teatri dovessero campare coi biglietti venduti, chiuderebbero tutti a partire da Metastasio e Pergola (vatti a vedere il costo di certe produzioni teatrali e l'incasso complessivo fatto coi biglietti).
Anonimo ha detto...

Ma che cavoletto di discorso, Vittorio. O a tutti o a nessuno. Ha perfettamente ragione a dire delle ingiustizie, per non dire le mafie che ci sono. 

Perché, invece di dire questo e parlare contro di lei, non dici di questo? Non parli della corruzione?



Mi sembra che la Maila - e il suo blog - ti ti dia fastidio. Hai paura che si ricandidi? Io lo auspico vivamente, darebbe filo da torcere.



Lucia Valori, Prato
vittorio giugni ha detto...
..verissimo...La durata è la sostanza buona delle cose buone. Tuttavia secca sapere che con le tasse di lavoratori e pensionati, gli unici NON evasori fiscali, si contribuisca al divertimento ed allo svago dei ricchi e degli evasori...Viva il sistema americano fondato sui contributi privati volontari alla cultura (magari detassati..può andar bene..) e sul merito...No alle greppie partitocratiche....
Anonimo ha detto...
Vittorio, gli avventori della Baracca sono principalmente lavoratori e pensionati, quindi credo sarebbero contenti di sapere che i loro soldi contribuiscono anche al loro divertimento e non solo a quello dei ricchi e degli evasori.
vittorio giugni ha detto...

Lucia..Paura de che?..Mica mi farebbe alcuna concorrenza. Mica son candidato. Io! Se poi darà filo da torcere..meglio!! Chi ha più filo tesserà. E, comunque, a non far altro avrebbe sempre un pò di pubblicità indiretta per il suo core business...

Anonimo.."Avventori della Baracca" mi piace assai...

Un invito per i 20 anni dei Celestini

 Per stasera, 21 dicembre, ore 20,45 alla Baracca.