La recita affollata di ieri sera al Teatro La Baracca -nonostante l'errore (?) di data de "La Nazione"- de L'infanzia negata dei celestini è stata anche fra le più significative di questi anni.
Il racconto-spettacolo è stato interrotto da un celestino che si è alzato accusandomi di dire menzogne e lasciando il pubblico fra lo sgomento e l'imbarazzato.
Non me. Ho riflettuto, mentre ero in scena, se spiegare tutto al pubblico subito oppure continuare. In questi anni sono stata abituata a queste interruzioni durante il racconto dei 'celestini'.
L'anno passato un celestino mi aveva chiamato, avevo mandato mia nipote a prenderlo a Montecatini; poi, prima di entrare, se n'era andato, causando scompiglio all'ingresso e, anche in quel caso, lasciando il pubblico interdetto. Mia nipote l'ha riportato a casa senza che l'uomo avesse visto lo spettacolo.
Ieri sera, prima di entrare in scena, avevo ricordato a Gianfelice che lo spettacolo è sempre difficile e può accadere di tutto. Anche a me, per cui il racconto è faticosissimo; riapre ferite mai guarite, avendo vissuto esperienze simili all'istituto femminile di Santa Caterina di Prato, di cui nessuno parla e che fu chiuso all'inizio degli anni '70 per problematiche simili nel silenzio e nella complicità più assolute.
I primi anni della recita dei 'celestini' è stato così, difficile, con smentite, offese, minacce. Calunnie.
Il celestino, andando via, ha aggiunto che non ce la faceva a stare ancora ad ascoltare, che lui era stato bene ai 'celestini' (era stato al Rifugio nel periodo in cui Padre Leonardo non c'era, perché era stato allontanato da Prato in quanto sospeso a divinis per fanatismo e anche inviso al Fascismo).
Per questo 'scandalo' il pubblico, dopo la recita, ha voluto il dibattito. E in sala c'erano altri che hanno dichiarato l'opposto di quel celestino che aveva lasciato la sala.
Il pittore Marcello Meucci, notoriamente ex-celestino, già diverse volte spettatore del racconto, ieri sera ha regalato agli spettatori una testimonianza memorabile.
Quando tutti o quasi se n'erano andati, dopo tre ore fra spettacolo e dibattito, è venuto a testimoniare un altro che non aveva avuto il coraggio di parlare prima.
Il libro è esaurito e spero, nel 2014, di avere un po' di soldi per pubblicare una seconda edizione, magari con la storia di questo spettacolo, che costituisce un altro incredibile racconto.
Il teatro non confezionato, non paludato, che non si fregia di nomi e personaggi famosi, ma che dice e discute, questo è sempre il più bello, è necessario.
Nessun commento:
Posta un commento