Copio qui sotto un articolo apparso su La Nazione relativo al viadotto del Soccorso.
Condivido completamente le posizioni del Comitato, secondo cui il viadotto è la scelta peggiore.
Ma questa non è la sola, in città.
Copio anche un comunicato del rappresentante del Comitato stesso, su un grave disservizio cittadino, che mostra la qualità della vita a Prato.
Copio anche un comunicato del rappresentante del Comitato stesso, su un grave disservizio cittadino, che mostra la qualità della vita a Prato.
In materia di viabilità, la città è ancora molto indietro, lontana non solo dall'Europa, ma dai livelli di molte città italiane.
In questi anni s'è fatto poco e niente per la viabilità alternativa in bicicletta o in autobus eccetera.
Sarebbe così necessario, ora che la gente, a causa della crisi, aumenterà l'utilizzo di quei mezzi, e non solo gli appassionati o gli alternativi. Molti sono e saranno costretti.
Basta pensare a quanti meno motorini si comprano; siamo appena in grado spesso di gestire una macchina, in famiglia, dato che mantenerla è costoso.
Certo, questa amministrazione non ha più tempo per recuperare il tempo perduto in questo senso. Ma qualcosa può essere ancora fatto. Per esempio, si sono spesi tanti soldi per la pubblicità del 'vivi il centro': perché non s'è fatto nulla per sensibilizzare a una diversa mobilità?
Il traffico cittadino è maldestro, aggressivo, a tratti violento. Non ci sono controlli di nessun tipo, a parte gli autovelox, che servono però anche a far cassa.
Anche il viadotto del Soccorso rientra in queste scelte per cui l'automobile è il mezzo per eccellenza e solo quello deve restare, invasivo e davvero non a favore della cittadinanza.
Il viadotto è la scelta del subito, dell'ora risolvo e mi tolgo il problema del traffico, ma non penso al futuro della città. Così per anni e anni è stato fatto, e si vedono i risultati, anche a livello della sbandierata sicurezza.
Senza parlare poi di quello che non è stato fatto in campo culturale, il sostanziale abbandono di Gonfienti antica, lento progressivo inesorabile, con l'uscita finale del Presidente della Regione, che ha detto, ma solo detto, che la Regione acquisterà l'area archeologica, liberando l'Interporto...e lo scambio osceno che si sono proposti il Sindaco e il Presidente Rossi sulla Fattoria di Lorenzo il Magnifico?
Declinante è stata anche Officina Giovani, quest'anno, fino a scomparire completamente; mentre s'è data forza e spazio a una associazione, non certo gestita da giovani, piuttosto che li vuol gestire, con la simpatica scusa del recupero della zona di San Giorgio...
Ma l'abbandono più smaccato è stato quello delle periferie, in particolare nella zona Ovest e Sud, anche a causa dell'indebolimento delle Circoscrizioni, ormai ridotte all'ombra di sé stesse perché senza risorse, assediate dall'uso dei capannoni fatiscenti da parte della comunità cinese, che in realtà non fa altro che continuare e peggiorare un uso che era una volta nostro, anche perché nella crisi il sistema-lavoro è diventato per tutti più selvaggio.
Infine, tutto è stato fatto per il centro, anche se con risultati dubbi (se si escludono la pedonalizzazione di piazza delle Carceri e la riapertura di Palazzo Pretorio), mentre il resto della città fatica, è debole, lontano. Ma Prato è città estesa, città con contado...
E cosa dire del sottopasso di Via Ciulli dove morirono le tre donne cinesi, ancora chiuso?
E il silenzio dell'amministrazione relativamente al nuovo ospedale, per cui non si sa che cosa sia quello che ne fuoriesce, di notte almeno, con quei vapori urticanti che io stessa ho provato?
Non stupisce che il livello della sicurezza in città sia, nelle classifiche che vengono fatte sulla qualità di vita, uno degli ultimi in Italia.
Non stupisce che il livello della sicurezza in città sia, nelle classifiche che vengono fatte sulla qualità di vita, uno degli ultimi in Italia.
(Da La Nazione)
SOCCORSO IL COMITATO CITTADINO ANCORA CRITICO SUL PROGETTO
«Viadotto, pronti a nuovi ricorsi»
«LA STRADA del non ritorno l’avevamo imboccata da tempo, dal momento che l’amministrazione comunale non ha mai ascoltato le nostre istanze. Il viadotto è la scelta peggiore in assoluto». E’ con queste parole che Filippo Bonanni, portavoce del Comitato Per la Riqualificazione del Soccorso, commenta lo stanziamento di 15 milioni di euro inserito nella legge di stabilità per il nodo viario del Soccorso. Si farà il viadotto, per il quale il ministero ha approvato la valutazione di impatto ambientale.
«Quella del viadotto — commenta Bonanni — è una scelta dettata da motivi politici e da interessi economici, non certo presa per tutelare i cittadini. L’amministrazione non ha mai voluto prendere in considerazione nessun altro progetto, seppur con costi minori, riservando all’ipotesi viadotto un percorso preferenziale poco trasparente e non partecipativo per i cittadini. Non dico che la scelta avrebbe dovuto ricadere per forza sull’interramento ma non sono mai state prese in considerazione soluzioni intermedie, magari temporanee in attesa di realizzare l’opera definitiva».
Grande preoccupazione per il degrado che potrà portare la nuova opera: «Il progetto definitivo prevede che sotto al ponte venga realizzato un parcheggio di 400 metri in lunghezza e 30 in larghezza, se anche il progetto esecutivo lo prevederà il Comune non avrà più il problema di mandare via i Rom dal sagrato della chiesa del Soccorso ma da sotto il ponte, senza contare i problemi legati allo spaccio e all’inciviltà delle persone che gettano i loro rifiuti per strada».
«Il sindaco Cenni e l’assessore alle grandi opere Bernocchi — continua Bonanni — si sono prodigati nell’affermare che il ponte sarebbe stato bello e riqualificante per il quartiere. Su questa promessa li misureremo e non verrà fatto nessuno sconto qualora non venisse rispettata. Vigileremo inoltre perché vengano rispettati i criteri del progetto a partire dalla realizzazione del cantiere e siamo pronti a ricorrere nuovamente alle autorità giudiziarie qualora non siano rispettate le regole del bando». Monica Bianconi"
"Buongiorno,
vi scrivo per documentarvi un nuovo episodio di disservizio da parte di CAP.
Mia moglie lavora a Firenze e per spostarsi utilizza il servizio extraurbano di CAP.
Stamani ha avuto la brutta sorpresa di scoprire che CAP aveva deciso di considerare la giornata di oggi come festiva, facendo quindi passare un autobus ogni ora. Come al solito questa decisione è stata accompagnata da una scarsa campagna di comunicazione: un avviso sul sito sotto la voce "Novità sul servizio" ma nessun avviso alle fermate che avrebbe permesso anche a chi prende l'autobus saltuariamente di apprendere la "novità" (scarsità testimoniata dal numero di persone che come lei erano ad aspettare l'autobus delle 07.35 quando il primo a passare sarebbe stato quello delle 08.05). Abbiamo subito contattato il numero verde della Regione Toscana per denunciare il disservizio e ci hanno confermato l'assoluta inadeguatezza della comunicazione messa in campo da CAP.
D'altro canto dalla biglietteria CAP (al numero dell'URP oggi non risponde nessuno) ci hanno detto che la scelta di trattare il 31/12 come festivo è dovuta a precise direttive comunali e regionali, ed essendo le tratte di proprietà del Comune e della Regione l'azienda non può che adeguarsi così come farebbe un dipendente con le direttive date dal suo titolare. Come riprova dell'assoluta inadeguatezza di queste scelte basta dire che già alla fermata del Soccorso il numero di persone in piedi superava quello massimo previsto dalla legge (e riportato su apposita targhetta visibile sopra il parabrezza), in via Ferraris due controllori evitavano di salire e l'autista telefonava in centrale chiedendo un nuovo automezzo perché non poteva caricare altre persone ma alla Questura era costretto a farle salire visto l'evidente diniego dalla sede all'invio di un nuovo autoveicolo.
Considerato che l'autobus percorre un lungo tratto autostradale, già avere una sola persona in piedi è altamente rischioso e pianificare il servizio in modo che in un giorno lavorativo siano dimezzati gli autoveicoli è criminale.
Infine, anche se le colpe sulla scarsità di corse di oggi possono non essere
solo di CAP, a loro va contestato l'assoluto disinteresse verso i propri clienti.
Un tipico atteggiamento da monopolista.
Filippo Bonanni
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