L'attore Maggiulli, che con la sua macchina si è schiantato contro l'Eliseo perché la sua Comédie Italienne non riceveva finanziamenti, dice molte cose.
Primo che in Francia, sebbene il teatro sia scritto con la T maiuscola, non gode di buonissima salute.
Secondo che il signor Lerner che l'ha criticato, dopo aver avuto un passato alternativo, si è dimostrato - nonostante o forse proprio a causa delle sue trasmissioni televisive - un humble servant del sistema, uno dei tanti che, dopo aver avuto passati illustri, di lotte continue eccetera, eccoli a pontificare e a dire che il teatro non va finanziato, o che bisogna accettare questa sorte.
Sarebbero loro a non dover essere finanziati.
Che se il teatro o la cultura non deve essere finanziata, il che può anche essere accettato, lo deve essere per tutti. Non può essere che certi teatri sono finanziati e altri no.
Per questo la politica della cultura - come anche in Toscana- è 'assassina', in quanto mette chi non ha contributi in condizioni sfavorevoli e li fa morire.
Per esempio, in Baracca il biglietto per il teatro-ragazzi è di 6 euro. Non lo posso aumentare, perché il teatro cittadino sovvenzionato, con la sua politica dei prezzi non me lo permette. Questo significa che io per guadagnare qualcosa devo avere la sala piena, perché le spese di Siae, Enpals-Inps senza contare le tasse, e incluso se devo pagare un attore, fanno sì che il mio guadagno non ci sia.
Se invece ci fosse la libera concorrenza vera, le cose potrebbero essere diverse.
L'unica alternativa per vivere è che si abbiano alcuni finanziamenti, che almeno ci permettano di sostenere le spese.
I tromboni che pontificano lo fanno solo contro i poveracci o quelli che danno fastidio.
Ma dunque, questo teatro è davvero 'necessario'?
La domanda è provocatoria, ma, per rispondere a coloro che danno valore solo ai numeri, voglio raccontare una 'storia di Natale', accaduta proprio ieri pomeriggio.
Ieri in Baracca non avevamo prenotati per il nostro consueto spettacolo del 26 dicembre. Dunque avevo deciso di annullarlo, dato anche che siamo sotto debutto. A dieci minuti dall'orario previsto per l' inizio, si sono presentati, tutti insieme, gli spettatori.
Ho detto loro la verità, che bisognava aspettare almeno una mezz'oretta prima di iniziare, perché la scena doveva essere allestita, e poi e mi dovevo vestire e truccare, il personaggio di Pagliaccia Secca ha bisogno di certa preparazione.
Le famiglie si sono consultate e hanno scelto di aspettare, volevano vedere quello spettacolo, e non, come avrei suggerito, andare al cinema.
In venti minuti tutto era pronto, il pubblico è entrato ed è stata la recita più bella, il pubblico entusiasta: il vero regalo di Natale, che era assolutamente 'necessario' fare.
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