Qualche precisazione per lo spettacolo di oggi al Teatro Magnolfi di Prato (ore 16, ingresso libero), La Raccontessa.
E' stato presentato come spettacolo di improvvisazione, ma non lo è.
All'inizio si presentava come tale, ma poi, nella costruzione, lo spettacolo è diventato altro.
E' un esempio di ricerca teatrale, dove vari generi e tecniche si intersecano: la narrazione, la commedia, l'arte concettuale applicata al teatro (le mani-personaggio), e il teatro canzone.
Uno spettacolo di poesia in prosa con diversi elementi comici, e non solo per ragazzi.
LA RACCONTESSA
scritto e interpretato da Maila Ermini
con Gianfelice D'Accolti
Canzoni eseguite e composte dall'autrice.
Presentazione
Raccontessa viene da Kima, il paese dei racconti, dove un tempo si persero i nomi e si decise di rinominare il mondo e di raccontarlo per non perderlo più; e non solo raccontarlo nel passato anche nel futuro. Nel suo viaggio nelle storie è accompagnata da personaggi mai visti: Legnotto, un albero metropolitano, Sedia Itagliata e Fantasmanina.
Sarà l'occasione di ascoltare anche la storia, finora sconosciuta, di una donna pratese, Monna Dada.
Analisi
La Raccontessa si svolge su due piani principali. Uno è quello della Raccontessa stessa in cui si evoca, si sogna, si “futura” il mondo perché tutto viene da KIMA, lo strano paese in cui si racconta il futuro.
L’altro, adiacente e necessario al primo, è quello composto dai personaggi Legnotto, Fantasmanina e Sedia Itagliata che del mondo raccontato dalla Raccontessa sono co-partecipi e testimoni attivi e intraprendenti; e che vogliono farsi raccontare, perché non basta apparire ma si è veramente, si esiste davvero solo se qualcuno ti racconta, ti rende vero nelle sue parole. Questo è il compito scoperto di Raccontessa, rendere vero il reale per mezzo della parola, innervarlo di poesia, ri-velarlo per fornirne il senso compiuto.
I due piani colloquiano tra di loro e rendono evidenti anche i personaggi di cui non c’è ancora una avvenuta reificazione scenica, come Stellaccia, Puzzocchia, il Piccolo Dittatore, Monna Dada, che non hanno ancora corpo fisico e scenico ma vivono nell’evocazione teatrante di Raccontessa, figlioli anche loro di Kima, distanti nel corpo ma presenti nell’evocazione.
Raccontessa sublima questa sua entità narrante nel racconto-canzone, che accelera il precipitare lo spettatore nell'abisso del sogno e della fantasia, per poi farlo partecipare, se vuole, all'azione narrante.
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