venerdì 20 settembre 2013

Favorire il no-profit

La proposta del consigliere pratese Nicola Oliva è interessante: in sostanza detassare le associazioni no profit che svolgono attività culturale. In particolare, sostiene, dobbiamo portare l'arte nelle periferie.

Molto bene.

1. Sono anni che porto l'arte in periferia, ma molti non si sono ancora visti. Soprattutto del partito a cui appartiene Oliva;
2. Bisogna poi dire che in Toscana e non solo si può fare attività culturale in sostanza solo se hai una associazione. Sei quindi obbligato ad avere la 'forma' che dice l'autorità. Molte compagnie di professionisti utilizzano quest'escamotage per farei il loro lavoro, che non è affatto no-profit. Sono costrette dalla Regione, per esempio, se vogliono avere contributi, ma sono professionisti.
3. Basta con questa storia del 'no-profit ovunque, visto come la santità del mondo; non capisco poi perché non ci si debba 'profittare' un po', creando, invece lavoro in campo culturale.
4. Alla fine chi ne trarrebbe vantaggio, temo, sarebbero sempre gli stessi che da anni traggono vantaggio dal finto 'no-profit'. E' quindi invece l'ora di togliere il velo di Maia al sistema che non è affatto limpido e che forse serve appunto agli enti o ai partiti non so per 'profittare' e creare consenso.
5. Manca il pagamento dell'Enpals- Inps, voce obbligatoria anche per il 'no-profit', almeno in alcuni casi.


Proposta di NIcola Oliva: 1 - Sportello Unico per le Attività No-Profit - SUA-NP

Chi fa del volontariato sociale non può perdere delle giornate intere dietro alla burocrazia dividendosi tra mille sportelli.

2 - Tassa di occupazione del suolo pubblico - pagamento di un forfettario annuale.

stabiliamo un compenso forfettario annuale e che siano previste esenzioni a favore delle organizzazioni no-profit per progetti di particolare interesse.
E' vero che si applica lo sconto dell'80% se c'è il patrocinio del Comune, ma c'è pur sempre da pagare il 20% ogni volta per ogni nuova iniziativa! Per effetto della crisi economica, i contributi e le donazioni dei privati si sono notevolmente ridotti, così che che alla fine dell'anno la tassa per occupare il suolo pubblico incide notevolmente sui bilanci, facendo mancare le risorse per ulteriori attività sociali.

3 - diritti SIAE - pagamento di un forfettario annuale.

Purtroppo le risorse sono limitate, eppure v'è la necessità di moltiplicare le iniziative che puntano a rafforzare le capacità cognitivo-creative dei cittadini.
La cultura è leva di sviluppo, dobbiamo trovare il modo di favorire le iniziative che portano l'arte nelle periferie; ai grandi eventi che fanno da traino, vanno affiancate iniziative quotidiane per educare al bello e far esprimere i talenti.

1 commento:

Nicola ha detto...

1. a scanso di equivoci, ho partecipato a qualche tua iniziativa in passato, ma non è rilevante.
2. qui si fa confusione, nel testo giornalistico non è riportato, ma nella mozione parlo di attività noprofit autentica, che bada bene, per la proloco è puramente a titolo gratuito, ma nulla vieta che ci possano essere delle imprese sociali, autenticamente sociali, che esercitano in via stabile e principale un'attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o servizi di utilità sociale, diretta a realizzare finalità di interesse generale. Decreto Legislativo 24 marzo 2006, n. 155 "Disciplina dell'impresa sociale, a norma della legge 13 giugno 2005, n. 118"

pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 97 del 27 aprile 2006

3. quanto al 'no-profit ovunque,beh c'è un errore che si fa comunemente: una impresa sociale autentica paga i suoi lavoratori, solo che reinveste gli utili, non li distribuisce.
4. il finto noprofit con queste proposte non se ne avvantaggia, perchè si guarda allo scopo sociale e non si danno soldi, ma si abbassano le spese per gestire eventi.
Nicola

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