sabato 30 novembre 2013

Commedia d'amore e d'utopia

Il Gruppo Filodrammatico del Teatro La Baracca presenta COMMEDIA D'AMORE E D'UTOPIA, stasera, alle ore 21.

I furbetti del comunino

Certi bastian contrari di professione di associazioni finte bastian contrarie, in certi anzi molti comuni, hanno solo lo scopo di svolgere la funzione del ruzzolamerda, noto insetto.
In realtà agitano le acque per le poltroncine future e per, se non gestire, controllare il potere locale.
Sono tanto bastian contrari che infatti svolgono, da bravi massoni, riunioni e pseudoconvegni da loro organizzati proprio nel Comune, anzi, nelle salette comunali, con tanto di eventuale benedizione del sindaco e della giunta, che altrove mostrano di attaccare per raccogliere il consenso del malcontento popolare.


venerdì 29 novembre 2013

Contatto sociale

Nell'era globalizzata feisbucchiana e twitteresca non esiste amicizia - non si sa se poi mai questo concetto abbia avuto un vero e proprio riscontro nella realtà - ma solo 'contatto sociale'. Individui intimamente distaccati e indifferenti che ogni tanto si incontrano.

In più, tutti sono visti e inclusi nel 'fine' verso qualcosa, in prospettiva di qualcosa. Non esiste più l'in sé e per sé del rapporto umano. In una società strumentale, anche l'altro lo diventa. Crudamente: ti frequento, sto con te, perché mi servi. Mi conviene.

Anche nel rapporto di coppia, dualismo della forma sociale incancrenita seppur disgregata nelle famiglie allargate, che in realtà allargano soltanto lo sconforto, la solitudine la fa da padrona e il contatto sociale diventa, se va bene a volte, ma per molte donne è un tormento, solo un mero contatto sessuale.

Anche in questo ultimo caso il fine a cui l'altro è destinato, utilità pratica per il maschio ed economica per la femmina, è una amara ma diffusa realtà.

giovedì 28 novembre 2013

Berlusconi e il seggiolino

Vi ricordate come correvate dietro a Berlusconi, eh?
Qualcuno ancora lo ha fatto, è addirittura andato a Roma, per solidarizzare con Silvio, ormai fuori dal Parlamento.

Ma la maggioranza, lentamente, se ne sta allontanando. Almeno per ora.

Vi ricordate quando, da socialisti, ma anche da più a sinistra, tanto per fare un esempio, come grilli d'estate, siete saltati al suo lato? Oh, quanti eravate, che facevate 'cri cri'! E ora, addirittura, ne parlate male...eh, ma così non si fa.

Certo, si può cambiare idea. Come no. La coerenza non è certo il vostro forte; ma, in fondo, cos'è la coerenza, se non una misera idea morale d'altri tempi? 
Il fatto è che la vostra idea è solo ed è sempre stata quella di andare al potere. 
Ora dietro chi starete? Dietro Renzi? Chi chi sarà il vostro prossimo cavallo?
Sicuramente solo quello che riesce a darvi un seggiolino.

Prato: record di gente investita

Ancora mi tocca a scrivere su questo argomento.
Altro che città dei parchi! A Prato i pedoni e i ciclisti rischiano continuamente di morire. E' una sequela di gente investita dalle automobili. In particolare, anziani.
Ci vogliono dossi sulle strade e misure efficaci, visto che la gente non conosce né si cura dell'educazione stradale.
Ci vogliono piste pedo-ciclabili.
Il pedone è ormai una specie in estinzione (sembra che anche gli autisti degli autobus non li prendano più; un autista della CAP se n'è dimenticato uno a terra, perché stava scrivendo un sms...).
Se continua così, andare a piedi o in bicicletta, è chiaro, verrà proibito, perché SOLO LE AUTOMOBILI CONTANO.

P.S. Quella rampa su cui oggi è stato investito l'ennesimo ciclista che rischia di morire, è la rampa che da Vergaio va sulla Tangenziale, davanti a Parco Prato.
Quella rampa, voluta da tutti, è pericolosissima perché gli automobilisti sfrecciano per imboccarla senza pietà. In corrispondenza, dall'altra parte, dal sottopasso che viene da Parco Prato, arrivano le macchine senza vedere i pedoni che possono essere facilmente travolti sulle strisce...Strade costruite senza costrutto, solo per consenso elettorale, senza pensare a chi vi può andare e camminare senza motore.

mercoledì 27 novembre 2013

La dolce morte

Mentre qui in Italia non si ha il coraggio di parlarne, e anche in Francia evidentemente, due vecchi intellettuali francesi, marito e moglie, hanno deciso di farla finita, lasciando al famoso Hotel Lutétia di Parigi una lettera con cui giustificano il loro gesto e chiedono in sostanza il riconoscimento legale, la possibilità per tutti della 'dolce morte', la morte assistita.
L'articolo è dell'associazione UAAR

Il suicidio di coppia di Georgette e Bernard, inseparabili anche nella morte
La no­ti­zia del sui­ci­dio di Ber­nard e Geor­get­te Ca­zes, in­tel­let­tua­li e co­niu­gi ul­traot­tan­ten­ni, sta scuo­ten­do le co­scien­ze e ha già ria­per­to il di­bat­ti­to su fi­ne-vi­ta ed eu­ta­na­sia in Fran­cia. Lui, fi­lo­so­fo e stu­dio­so di let­te­ra­tu­ra, fun­zio­na­rio di sta­to, fa­mo­so eco­no­mi­sta. Lei, in­se­gnan­te di let­te­re e la­ti­no e au­tri­ce di ma­nua­li sco­la­sti­ci. Si co­no­sco­no a Bor­deaux da stu­den­ti dopo la se­con­da guer­ra mon­dia­le, si ama­no e pas­sa­no la vita in­sie­me. Fan­no due fi­gli, di cui uno muo­re tra­gi­ca­men­te a cau­sa di un in­ci­den­te al­l’e­tà di 21 anni e alla cui me­mo­ria la ma­dre de­di­ca il li­bro sul­l’o­pe­ra di Prou­st. In­sie­me cu­ra­no an­che un’an­to­lo­gia di te­sti di Paul Hen­ry Thi­ry d’Hol­ba­ch, il ba­ro­ne ateo del­l’il­lu­mi­ni­smo fran­ce­se. Sem­pre in­sie­me han­no de­ci­so di sui­ci­dar­si sof­fo­can­do­si con dei sac­chet­ti di pla­sti­ca, den­tro una ca­me­ra del­l’al­ber­go Lu­te­tia a Pa­ri­gi. Il ca­me­rie­re sa­li­to per por­ta­re la co­la­zio­ne li ha tro­va­ti mor­ti, mano nel­la mano.
Il fi­glio rac­con­ta che già da anni ave­va­no pre­so la de­ci­sio­ne
Il loro di­ven­ta un caso pub­bli­co, an­che per­ché la­scia­no una let­te­ra in cui spie­ga­no le mo­ti­va­zio­ni del loro ge­sto e ac­cu­sa­no di­ret­ta­men­te la po­li­ti­ca. Geor­get­te e Ber­nard, dopo tan­ti anni di amo­re, non vo­glio­no che uno di loro so­prav­vi­va al­l’al­tro e non sop­por­ta­no l’i­dea di per­de­re l’au­to­no­mia a cau­sa de­gli ac­ciac­chi del­l’e­tà o di even­tua­li pa­to­lo­gie. Il fi­glio rac­con­ta che già da anni ave­va­no pre­so la de­ci­sio­nedi to­glier­si la vita in­sie­me. Nel­la let­te­ra ri­tro­va­ta la cop­pia scri­ve: “la leg­ge proi­bi­sce il ri­cor­so a qual­sia­si pil­lo­la le­ta­le che per­met­te­reb­be una mor­te dol­ce. Ma la mia li­ber­tà non è for­se li­mi­ta­ta solo da quel­la de­gli al­tri? Con qua­le di­rit­to im­pe­di­re a una per­so­na che non ha più do­ve­ri, in re­go­la con il fi­sco, che ha la­vo­ra­to tut­ti gli anni do­vu­ti e si è de­di­ca­ta poi al vo­lon­ta­ria­to nei ser­vi­zi so­cia­li, con qua­le di­rit­to co­strin­ger­la a pra­ti­che cru­de­li, quan­do vor­reb­be solo la­scia­re se­re­na­men­te la vita?”.
Cazes
An­che tra i fran­ce­si, poi­ché non esi­ste una leg­ge che lo con­sen­ta, solo i più ric­chi pos­so­no sce­glie­re di an­da­re in Sviz­ze­ra per il sui­ci­dio as­si­sti­to. In cam­pa­gna elet­to­ra­le il pre­si­den­te François Hol­land ave­va pro­mes­so una nor­ma per il fi­ne-vi­ta an­che in Fran­cia. Il co­mi­ta­to de­gli esper­ti isti­tui­to dal go­ver­no sul tema for­ni­rà il suo re­port en­tro il 16 di­cem­bre. È pre­ve­di­bi­le che il sui­ci­dio dei due in­tel­let­tua­li non farà che in­ten­si­fi­ca­re il con­fron­to sul tema Ol­tral­pe. In Ita­lia, in­ve­ce, il tema sem­bra an­co­ra tabù. Ep­pu­re, an­che da noi sono av­ve­nu­ti epi­so­di ecla­tan­ti, come quel­li dei re­gi­sti Ma­rio Mo­ni­cel­li, or­mai ma­la­to ter­mi­na­le e get­ta­to­si dal quin­to pia­no di un ospe­da­le, e Car­lo Liz­za­ni.
La po­li­ti­ca an­co­ra non ri­spon­de alle istan­ze dei cit­ta­di­ni
Il tema è sem­pre sen­ti­to e l’o­pi­nio­ne pub­bli­ca ha as­sun­to po­si­zio­ni più lai­che ne­gli ul­ti­mi anni, spe­cial­men­te in se­gui­to alle vi­cen­de di Pier­gior­gio Wel­by ed Elua­na En­gla­ro. No­no­stan­te que­sto e no­no­stan­te l’im­pe­gno di di­ver­se as­so­cia­zio­ni, tra cui l’Uaar, per una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va po­po­la­re su te­sta­men­to bio­lo­gi­co ed eu­ta­na­sia, la po­li­ti­ca an­co­ra non ri­spon­de alle istan­ze dei cit­ta­di­ni. A par­te un ti­mi­do ri­scon­tro da par­te del­la pre­si­den­tes­sa del­la Ca­me­ra Lau­ra Bol­dri­ni, il Par­la­men­to non ha an­co­ra il co­rag­gio di af­fron­ta­re la que­stio­ne. Una pa­vi­di­tà e un ci­ni­smo dia­me­tral­men­te agli an­ti­po­di del­l’a­mo­re di Geor­get­te e Ber­nard.
La re­da­zio­ne  UAAR

Cultura affogata nella propaganda

Non c'è più spazio per una cultura autentica e alternativa; tutto è diretto dall'alto, deciso, organizzato. Non si sa più dove andare, dove nascondersi, verrebbe da dire.

E' tutto e ormai per sempre un evento, una manifestazione, un qualcosa che serve il potere; niente più può venire dal basso, o di lato o da un'altra parte.
La cultura popolare poi, è stata completamente distrutta, ed è ridicolo, che ne so, ascoltare concerti di musica popolare, ormai è un prodotto artificioso e  mercautorale.
Per questo, per esempio, le mostre sono tutte uguali, anche se trattano di argomenti differenti, anche se mostrano apparentemente cose diverse; in realtà, manca una vera necessità di tutto questo. Una vera emozione, un afflato culturale autentico.

Certo, anche una volta, nel Rinascimento per esempio, la cultura era organizzata e pagata dall'alto; ma c'erano anche luoghi dove si poteva creare diversamente; lo stesso Leonardo, a leggere la sua vita, ne ha dato testimonianza. Non solo e non sempre da e per i potenti, che comunque lasciavano molto più liberi dei piccoli amministratori che abbiamo oggi, inseriti in un contesto politico-economico che di democratico non ha nulla.

Gli stessi artisti, pur al servizio del signorotto, erano vivi e definiti, mentre oggi sfilano amorfi davanti al potere senza alcun tipo di dialettica o di opposizione. O addirittura di vero sostegno e convincimento. Basta che li fai lavorare.

Capre e capre, pecore e pecore. Di conseguenza è rarissimo trovare spunti interessanti, vivacità in questi anni, ultimi venti anni sicuri, dove ormai non esiste più se non raramente, sprazzo di originalità. Solo propaganda; una cultura vissuta e presentata come propaganda. Lo stesso linguaggio è ormai questo, piegato alla propaganda. Internet ne è l'ultimo magico trasmettitore,  camuffato da comunicazione e quindi visto come salvifico-democratico.

Non parliamo poi del cinema, questa arte industriale, ormai irrimediabilmente disastrata e strumento princeps della cultura di massa e della propaganda e come tale uno delle arti più in crisi, ostaggio di produttori cafoni e cafonissimi distributori, insieme all'afasica musica contemporanea (uso questo aggettivo in senso metodologico e non).
Pensiamo per esempio al produttore Vittorio Bini, morto poco tempo fa: oggi un produttore così è impensabile. Chi ti dà i soldi per produrre un film 'libero'?

Dunque, mostre e concerti a go-go; teatrucci semiaperti in crisi di spettatori. Filmucoli di cui si dimentica subito il titolo. E, ciliegina sulla torta, abbiamo avuto anche il risultato del prodotto editoriale di questi anni, mentre si è tentato (inutilmente finora di sostituirli con l'e-book): i libri letti...per strada!

Tutta la produzione culturale è soltanto come una pantomima collettiva da tardo impero per poi alla fine cantare i numeri dei biglietti venduti, del successo ottenuto.

martedì 26 novembre 2013

Questa triste attrice scrittrice

Una persona mi manda questa paginetta facebook....Continuano le definizioni negative su di me (seppur difesa e in un contesto 'positivo'), in particolare, questa volta, in riferimento al libro FACCINE. In questo senso, quando dicevo, l'altra sera alla presentazione del libro, a Michele Faggi, che questo pamphlet è antipatico, l'avevo azzeccata.
Informo che non ho fatto il '68, ero una infanta; magari il '77.
Sulla pagina copiata troverete un riferimento alla serata di presentazione curata da Noemi Neri del Circolo Letterario P.P.P.
Approfitto per informare che ieri ho eliminato due commenti contro di me, anonimi, che erano stati inseriti nel post "Cinque anni di diario". Eliminerò ogni commento che sia anonimo, anche contro altri s'intende, di quelli che indulgono sulle offese personali; almeno usate un alias, non avete nemmeno il coraggio di nascondervi dietro un alias. Siete pusillanimi e invidiosi.

DA FACEBOOK:

"Ci siamo tutti e non c'è nessuno". Il Circolo Letterario PPP incontra Maila Ermini
Michele Faggi


lunedì 25 novembre 2013

Coincidenza

Ma che coincidenza: 'Zar' Putin torna in Italia proprio nel momento in cui si deve decidere se estromettere o meno il suo amico Berlusconi dal Parlamento italiano...

Concettina e Giovanna

Per le celebrazioni della Giornata contro la violenza alla donna, porto in giro Cenerentola è andata via. Apparentemente una scelta 'strana', perché si tratta di uno spettacolo ironico sugli stereotipi di genere.
Invece, sentendo poi parlare il Sindaco di Lissone, Concettina Monguzzi (di nessun partito, civica vera, non a chiacchiere), ho capito che si trattava di una scelta intelligente, non stereotipata, in cui è facile cadere quando si fanno queste 'celebrazioni'.

Prima di entrare in scena le parole di quella donna sono state le poche intelligenti che mi è sembrato di ascoltare in questi anni in occasione di queste tristi ricorrenze.
Brava. Bisognerà andare a votare a Lissone.
E così in questi stessi giorni,  la tenace e resistente bibliotecaria di Guastalla, Giovanna Soresina, ha scelto Cuori di donna, altro spettacolo che non necessariamente racconta di violenza.

Mi fa piacere constatare che ci siano donne e uomini che la pensano diversamente e che trasformino questa giornata in qualcosa di più e diverso, profondo, stando lontani dalla retorica falsa e borghese.

sabato 23 novembre 2013

I post sessantottini stanno bene

Genova, con il suo sciopero a oltranza dei mezzi pubblici, rappresenta una piccola speranza di lotta per il cambiamento. I tromboni della Sinistra, arrivati tardi e male, sono stati fischiati.
Ai lavoratori  che combattono per evitare la privatizzazione dei mezzi pubblici va tutta la mia solidarietà.

Nella mia triste città, invece, non ci sono speranze di cambiamento, e i protei stanno già lustrando a nuovo la loro faccina per presentarsi alle prossime elezioni comunali, sostenuti da tromboni, blogger o pseudoagitatori feisbucchiani post sessantottini massoncelli.

Ci avete fatto caso? Coloro che 'combatterono' o meglio, cavalcarono la protesta nel '68 ( erano, per esempio, in Lotta Continua, Servire il Popolo eccetera) sono stati tutti o quasi sistemati bene nella loro vita lavorativa, svolgono ruoli importanti, sia a livello locale, nazionale, che internazionale, non sono né sono stati... PRECARI!

Basta guardare in Parlamento; oppure fate una breve ricerca fra i maggiorenti della vostra città.


venerdì 22 novembre 2013

Cenni contemporaneo

Mentre al Pecci si stanno licenziando dipendenti, e non si sa ancora, dopo anni e anni di non-sense artistico, il senso, non si conosce la strada di quel museo - eppure si amplia e si costruisce il nuovo con la benedizione degli architetti costruttori - , ecco l'ultima trovata del nostro sindaco: "Contemporanea", mega manifestazione artistica che coinvolgerà, sembra, tutta la città. Mi chiedo con quali soldi si debba svolgere questa contemporaneità.
Con questa marketing-contemporaneità pre-elettorale il sindaco sembra voler cancellare il passato e quello che non è stato fatto in questi anni.
(Tra l'altro usa un titolo di un'altra 'Contemporanea' teatrale, ed evidentemente la cancella o la ingloba, chissà).

Da Il Tirreno
Cenni lancia “Contemporanea” e non rinuncia alla Torre del vento
Prato, la manifestazione che spazierà dalla musica al teatro, dalle arti visive all’economia, sarà anticipata a febbraio. Nessun passo indietro sul monumento di Karavan"
PRATO. Non a maggio, ma a febbraio apre “Prato Contemporanea”, coinvolgendo tutta la città con eventi per tutto l’anno. Il programma è tutto da stilare, siamo solo alla quarta riunione fra tutti gli enti coinvolti dal sindaco Roberto Cenni: Centro Pecci, Museo civico, Museo del tessuto, i vari Musei diocesani, Metastasio, Magnolfi, Officina giovani, Camera di commercio, Prato futura, Ordine degli architetti e degli ingegneri, Fondazione CariPrato, Confartigianato, Unione industriale, ma saranno possibili adesioni “in progress”.
La contemporaneità di Prato non sarà quindi solo per le arti visive, ma anche nella musica, nel teatro, perfino nell’enogastronomia, ma soprattutto in campo economico con una serie di eventi con partecipazioni qualificate. Nel frattempo cambierà anche l’aspetto “esterno” della nostra città col trasferimento e la ricollocazione in spazi più idonei delle istallazioni del Pecci, come la “Mezza luna” di Mauro Staccioli e la Colonna spezzata dei Poirer.
Il sindaco conferma anche la Torre al vento di Dani Karavan, «visibile soprattutto di notte», ricordando a questo proposito che le antenne sulla collina di Poggio Castiglioni sono molto più alte, così come la zona è degradata da rifiuti e da ruderi abbandonati «di cui finora stranamente nessuno si era preoccupato».

Riguardo alle ripetute presenze del critico Vittorio Sgarbi nella nostra città, Cenni non esclude un suo possibile coinvolgimento in “Prato Contemporanea”, mentre la vitalità culturale di Prato desta interesse in altre realtà vicine e lontane dato che il sindaco nei giorni scorsi ha incontrato i responsabili del Museo dell’Opera di Santa Croce di Firenze, così come per la prossima apertura del Museo del Novecento del Comune di Firenze è stata chiesta la collaborazione del Centro Pecci per quanto riguarda il contemporaneo. Infine il sindaco sta lavorando per allestire una grande mostra sulle collezioni del Museo civico e di Palazzo degli Alberti di proprietà della Popolare di Vicenza."


P.S. Riguardo alle assunzioni al Pecci, il sindaco dichiara che non ci saranno più assunzioni clientelari. Bene: tuttavia mi sembra che ancora questo problema NON sia stato risolto, certamente non nel campo in cui opero io, il teatro.

(Comunicato del Comune) Pecci, no alle clientele e ai vecchi metodi di selezione
Cenni: "Il Pecci esercita il proprio ruolo da anni. Entusiasti della sfida della Regione"
In merito al bando per il nuovo direttore del Centro per l'Arte Contemporanea "Luigi Pecci", il sindaco Roberto Cenni afferma quanto segue:
"Il Centro Pecci, contrariamente a quanto apparso su alcuni organi di stampa, non deve ritrovare un ruolo perché lo esercita da molti anni. Un Centro che si è dimostrato entusiasta di fronte alla sfida lanciata dalla Regione Toscana di trasformare il Museo in un vero e proprio centro per l'arte contemporanea. Da parte nostra, per ovviare ad un sistema che privilegiasse l'assunzione di amici degli amici abbiamo deciso di presentarci con un bando per il nuovo direttore aperto alla ricerca di specifiche e alte professionalità. Un direttore che avrà la possibilità di incidere sulle scelte future del Centro, che troverà terreno fertile e apertura verso idee innovative e certamente non mancheranno i mezzi per la realizzazione degli obiettivi che il Centro si porrà. Inoltre, di fronte a funzioni ampliate, sarà più facile per il Centro Pecci individuare e reperire risorse per il conseguimento di tali obiettivi. Ciò che più conta per questa Amministrazione è la garanzia di accesso a questo come ad ogni altro bando pubblico per chi intenda cimentarsi in questa attività. No agli amici degli amici o qualsiasi genere di clientela. Ad oggi sono state numerose le manifestazioni di interesse per questo bando ed è presto per dire se queste si trasformeranno o meno nella presentazione di curricula. Di certo rimarremmo sorpresi se di fronte ad una tale apertura da parte di un ente di questa portata si avesse nostalgia di vecchi metodi di selezione". 

Un invito per i 20 anni dei Celestini

 Per stasera, 21 dicembre, ore 20,45 alla Baracca.