mercoledì 27 novembre 2013

La dolce morte

Mentre qui in Italia non si ha il coraggio di parlarne, e anche in Francia evidentemente, due vecchi intellettuali francesi, marito e moglie, hanno deciso di farla finita, lasciando al famoso Hotel Lutétia di Parigi una lettera con cui giustificano il loro gesto e chiedono in sostanza il riconoscimento legale, la possibilità per tutti della 'dolce morte', la morte assistita.
L'articolo è dell'associazione UAAR

Il suicidio di coppia di Georgette e Bernard, inseparabili anche nella morte
La no­ti­zia del sui­ci­dio di Ber­nard e Geor­get­te Ca­zes, in­tel­let­tua­li e co­niu­gi ul­traot­tan­ten­ni, sta scuo­ten­do le co­scien­ze e ha già ria­per­to il di­bat­ti­to su fi­ne-vi­ta ed eu­ta­na­sia in Fran­cia. Lui, fi­lo­so­fo e stu­dio­so di let­te­ra­tu­ra, fun­zio­na­rio di sta­to, fa­mo­so eco­no­mi­sta. Lei, in­se­gnan­te di let­te­re e la­ti­no e au­tri­ce di ma­nua­li sco­la­sti­ci. Si co­no­sco­no a Bor­deaux da stu­den­ti dopo la se­con­da guer­ra mon­dia­le, si ama­no e pas­sa­no la vita in­sie­me. Fan­no due fi­gli, di cui uno muo­re tra­gi­ca­men­te a cau­sa di un in­ci­den­te al­l’e­tà di 21 anni e alla cui me­mo­ria la ma­dre de­di­ca il li­bro sul­l’o­pe­ra di Prou­st. In­sie­me cu­ra­no an­che un’an­to­lo­gia di te­sti di Paul Hen­ry Thi­ry d’Hol­ba­ch, il ba­ro­ne ateo del­l’il­lu­mi­ni­smo fran­ce­se. Sem­pre in­sie­me han­no de­ci­so di sui­ci­dar­si sof­fo­can­do­si con dei sac­chet­ti di pla­sti­ca, den­tro una ca­me­ra del­l’al­ber­go Lu­te­tia a Pa­ri­gi. Il ca­me­rie­re sa­li­to per por­ta­re la co­la­zio­ne li ha tro­va­ti mor­ti, mano nel­la mano.
Il fi­glio rac­con­ta che già da anni ave­va­no pre­so la de­ci­sio­ne
Il loro di­ven­ta un caso pub­bli­co, an­che per­ché la­scia­no una let­te­ra in cui spie­ga­no le mo­ti­va­zio­ni del loro ge­sto e ac­cu­sa­no di­ret­ta­men­te la po­li­ti­ca. Geor­get­te e Ber­nard, dopo tan­ti anni di amo­re, non vo­glio­no che uno di loro so­prav­vi­va al­l’al­tro e non sop­por­ta­no l’i­dea di per­de­re l’au­to­no­mia a cau­sa de­gli ac­ciac­chi del­l’e­tà o di even­tua­li pa­to­lo­gie. Il fi­glio rac­con­ta che già da anni ave­va­no pre­so la de­ci­sio­nedi to­glier­si la vita in­sie­me. Nel­la let­te­ra ri­tro­va­ta la cop­pia scri­ve: “la leg­ge proi­bi­sce il ri­cor­so a qual­sia­si pil­lo­la le­ta­le che per­met­te­reb­be una mor­te dol­ce. Ma la mia li­ber­tà non è for­se li­mi­ta­ta solo da quel­la de­gli al­tri? Con qua­le di­rit­to im­pe­di­re a una per­so­na che non ha più do­ve­ri, in re­go­la con il fi­sco, che ha la­vo­ra­to tut­ti gli anni do­vu­ti e si è de­di­ca­ta poi al vo­lon­ta­ria­to nei ser­vi­zi so­cia­li, con qua­le di­rit­to co­strin­ger­la a pra­ti­che cru­de­li, quan­do vor­reb­be solo la­scia­re se­re­na­men­te la vita?”.
Cazes
An­che tra i fran­ce­si, poi­ché non esi­ste una leg­ge che lo con­sen­ta, solo i più ric­chi pos­so­no sce­glie­re di an­da­re in Sviz­ze­ra per il sui­ci­dio as­si­sti­to. In cam­pa­gna elet­to­ra­le il pre­si­den­te François Hol­land ave­va pro­mes­so una nor­ma per il fi­ne-vi­ta an­che in Fran­cia. Il co­mi­ta­to de­gli esper­ti isti­tui­to dal go­ver­no sul tema for­ni­rà il suo re­port en­tro il 16 di­cem­bre. È pre­ve­di­bi­le che il sui­ci­dio dei due in­tel­let­tua­li non farà che in­ten­si­fi­ca­re il con­fron­to sul tema Ol­tral­pe. In Ita­lia, in­ve­ce, il tema sem­bra an­co­ra tabù. Ep­pu­re, an­che da noi sono av­ve­nu­ti epi­so­di ecla­tan­ti, come quel­li dei re­gi­sti Ma­rio Mo­ni­cel­li, or­mai ma­la­to ter­mi­na­le e get­ta­to­si dal quin­to pia­no di un ospe­da­le, e Car­lo Liz­za­ni.
La po­li­ti­ca an­co­ra non ri­spon­de alle istan­ze dei cit­ta­di­ni
Il tema è sem­pre sen­ti­to e l’o­pi­nio­ne pub­bli­ca ha as­sun­to po­si­zio­ni più lai­che ne­gli ul­ti­mi anni, spe­cial­men­te in se­gui­to alle vi­cen­de di Pier­gior­gio Wel­by ed Elua­na En­gla­ro. No­no­stan­te que­sto e no­no­stan­te l’im­pe­gno di di­ver­se as­so­cia­zio­ni, tra cui l’Uaar, per una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va po­po­la­re su te­sta­men­to bio­lo­gi­co ed eu­ta­na­sia, la po­li­ti­ca an­co­ra non ri­spon­de alle istan­ze dei cit­ta­di­ni. A par­te un ti­mi­do ri­scon­tro da par­te del­la pre­si­den­tes­sa del­la Ca­me­ra Lau­ra Bol­dri­ni, il Par­la­men­to non ha an­co­ra il co­rag­gio di af­fron­ta­re la que­stio­ne. Una pa­vi­di­tà e un ci­ni­smo dia­me­tral­men­te agli an­ti­po­di del­l’a­mo­re di Geor­get­te e Ber­nard.
La re­da­zio­ne  UAAR

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