martedì 19 novembre 2013

Ricandidàti

Non è saggio ricandidarsi a sindaco. Si potrebbe dire che non è una buona mossa, sicuramente fallimentare.

In primo luogo il candidato a sindaco ha già mostrato il peggio di sé, nel percorso elettorale, si è già manifestato nelle smorfie e nelle frasi più assurde e aggressive. Le più bugiarde, spesso.

La gente lo conosce. E' come una vecchia amante che invano tenta di competere con una giovane e 'nuova'. L'amato non giacerà volentieri con lui, le fantasie di un tempo sono state tutte esaurite. In quali nuove posizioni faranno all'amore?

L'elettore sceglie il nuovo, sempre. (Anche se non mancano gli addetti che cercano, come chirurghi plastici, di rifare la cosiddetta vergin-identità...).

Con l'atto di ricandidarsi, poi, il ricandidàto mostra troppo interesse alla corsa verso lo scranno numero uno, e in generale per la poltroncina, e questo, comunque sia, dà una brutta impressione.

Questi sono buoni motivi, sufficienti per non pensare, che ne so, a una mia ricandidatura a sindaco.

Ma questo certo non significa affatto che smetta di fare politica. Tutto il contrario. Diciamo che come base per la politica presente futura ho in mente Simone Weil, che già è un buon inizio.

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