mercoledì 13 novembre 2013

Vendesi area archeologica


Il signor Longo e compagnia hanno deciso di vendere l'area di Gonfienti: basta, non ne possono più.  S’è parlato troppo dei ‘quattro sassi’ e poco de i loro guadagni, anzi , delle loro perdite! (oer cui richiedono di essere rimpolpati...).
Anche mister Rossi governator deve essere d’accordo, visto che hanno deciso l’aumento di capitale per Interporto
Non una parola al riguardo, almeno finora, da parte del Sindaco o di altri sul destino dell’area archeologica.
Chi la comprerà, per la modica cifra – una svendita, un regalo! – alla modica cifra di un milione e mezzo? Chiavi in mano. Come una bella automobile.
Quale ente pubblico la comprerà, che sono tutti a batter cassa per mantenere la loro casta privilegiata, che sono tutti a spolpare l'osso contribuente (che ormai si assottiglia sempre di più in un paese diventato di necessità abusivo ed evasore)?
Venghino, signori, venghino!


(Da Il Tirreno del 12 novembre 2013)

Prato, Interporto mette in vendita Gonfienti e dà l’ok all’aumento di capitale
Accordo raggiunto, la Regione investirà un milione e 100mila euro sulla ricapitalizzazione della spa passando dal 4,5 al 12% di quote. Gli altri soci avranno tempo fino al 31 dicembre 2014. L’area archeologica da cedere per un milione e mezzo




di Cristina Orsini
PRATO. Aumento di capitale “aperto” per Interporto spa. La delibera passata il commissione due (Sviluppo economico, finanza, patrimonio) prevede una ricapitalizzazione della piattaforma logistica della Toscana centrale per 5 milioni da ultimare entro il 31 dicembre del 2014. C’è un anno di tempo, dunque, per i soci della spa - il 45% in mano al Comune, il 12,5% dalla camera di Commercio di Prato, altrettanto alla Camera di Commercio di Firenze, il 20% in capo alla Banca Popolare di Vicenza, il 4,5% alla Regione Toscana più una serie di soci minori - di decidere se diluire o meno la partecipazione.
Con una novità: «La Regione - spiega il presidente della commissione Alessandro Giugni - ha già dato la propria disponibilità ad aumentare la propria partecipazione fino a un milione e 100mila euro». Così facendo il pacchetto azionario dell’ente passerebbe dall’attuale 4,5% al 12-13% .
PRATO. Aumento di capitale “aperto” per Interporto spa. La delibera passata il commissione due (Sviluppo economico, finanza, patrimonio) prevede una ricapitalizzazione della piattaforma logistica della Toscana centrale per 5 milioni da ultimare entro il 31 dicembre del 2014. C’è un anno di tempo, dunque, per i soci della spa - il 45% in mano al Comune, il 12,5% dalla camera di Commercio di Prato, altrettanto alla Camera di Commercio di Firenze, il 20% in capo alla Banca Popolare di Vicenza, il 4,5% alla Regione Toscana più una serie di soci minori - di decidere se diluire o meno la partecipazione.Con una novità: «La Regione - spiega il presidente della commissione Alessandro Giugni - ha già dato la propria disponibilità ad aumentare la propria partecipazione fino a un milione e 100mila euro». Così facendo il pacchetto azionario dell’ente passerebbe dall’attuale 4,5% al 12-13% .
«La decisione - è il giudizio del presidente di Interporto Carlo Longo - viene da un accordo politico che ha origini lontana e che parte dalla constatazione che la quota societaria in mano al Comune è evidentemente sovradimensionata per una struttura che ha carattere regionale». L’Interporto, infatti, è l’unica piattaforma logistica localizzata sotto gli Appennini, dopo che Guasticce, a Livorno, è stato “declassato” a retroporto.
«E’ stata per prima la Regione - continua Longo - a riconoscere la necessità di potenziare l’attività della struttura meglio collocandola in ambito regionale». L’aumento di capitale annunciato dalla Regione che deve ancora essere deliberato, darà comunque la possibilità ad altri soci - tra i quali il Comune di Prato - di diminuire la proprio presenza societaria. Una partita che però è ancora tutta da giocare. «I soci, anche la Bpv - precisa Longo - hanno confermato il proprio interesse a restare in Interporto. Quindi mi auguro che parteciperanno, sulla base delle possibilità, all’aumento di capitale».
Se un milione e 100 mila euro sono garantiti, altri tre e 900mila restano da trovare assolutamente. La scadenza, infatti, è perentoria: il 31 dicembre dell’anno prossimo Interporto dovrà saldare il mutuo bancario acceso un paio di anni fa con un pool di banche e che ha consentito di rimettere in ordine la situazione economica della società, restituendo appunto 5 milioni di euro. Due le strade possibili: o l’aumento di capitale sul quale molto si è discusso o la cessione di beni per recuperare liquidi. «Il fatto è - commenta Longo - che per le vendite immobiliari il momento non è favorevole». Dunque la priorità resta quella di trovare soci che abbiano voglia di continuare a scommettere sulla piattaforma logistica pratese.
Un altro accordo politico è stato raggiunto tra Interporto, i soci e gli enti pubblici. E riguarda, questa volta, l’area archeologica di Gonfienti, la città etrusca, scoperta proprio durante i lavori di realizzazione della piattaforma logistica. «In questi anni - commenta Longo - si è parlato più degli scavi e delle condizioni del sito che dell’attività di Interporto. E’ ora che le cose cambino. Di certo la società non potrà più occuparsi, anche dal punto di vista economico, del sito archeologico». Che, appunto per questo, è stato messo in vendita.
L’obiettivo di Interporto è di cedere a un ente pubblico - «non so se Regione o stato» dice Longo - entro l’anno prossimo, quel pezzo di terra sul quale vigono norme complicatissime. Perché la proprietà materiale del appezzamento è della spa ma gli scavi sono e restano in capo alla Soprintendenza quindi al ministro dei Beni culturali. L’accordo politico raggiunto tra Interporto, Comune, Provincia e Regione riguarda la necessità di cedere gli scavi ovviamente a un ente pubblico. Chi li comprerà resta per il momento un punto interrogativo. A prezzi da saldo invece il costo dell’area archeologica: non più di un milione e mezzo “chiavi in mano”.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Delle condizioni del sito si è parlato e si parla ,"caro"Longo,perché è in condizioni vergognose,indegne di un paese che dovrebbe valorizzare i tesori che possiede e invece ci costruisce sopra !

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