lunedì 27 gennaio 2014

Nebraska

Il film Nebraska di Costantine Payne non è il solito film statunitense che ha come tema il viaggio verso l'ovest e nel passato. Peraltro presente anche nella stessa letteratura americana fino alla nausea.

Il mito del viaggio è qui reinterpretato in senso originale, una volta tanto, con una immagine agghiacciante, seppur a tratti comica, degli Stati Uniti del tempo presente.

Il tema fondamentale del film è l'avidità; i personaggi sono i predoni alienati di un mondo in fondo molto provinciale e lontano. Valgano per tutti i gemelli, nipoti del protagonista, e anche stupratori, presentati come il 'gatto e la volpe' o gli zanni della Commedia dell'Arte, che assaltano zio e cugino per prendergli la cedola della vincita di un milione di dollari.

Vecchi e giovani sono accomunati da questo mito dei soldi, per cui il viaggio è intrapreso.

Un mondo dove tutto è falso, compresa la vincita che è la causa del viaggio; i rapporti umani, inesistenti (a parte quello ritrovato fra padre e figlio, l'unico vero personaggio positivo), oppure interessati o a base commerciale. Nessun amore è possibile, se non nel ricordo, rimosso, avvenuto nel dimenticato e difficile passato, dove c'è stata anche la guerra (di Corea).

La televisione è l'elemento inebetente, in particolare il mondo maschile, che guarda le partite e, manco a dirlo, non comunica. Le donne relegate nelle ciaccole e in cucina, ma ben attente vigilesse del patrimonio.

Tutto è provvisorio, non curato, eppure grasso e ingordo, come quasi tutti i personaggi sono grassi, ingordi, pieni eppure vuoti.

Un film da non mancare, di cui mi auguro vinca tutti i premi possibili.

Un colpo al cuore al sogno americano e ai filo-americanisti. 

La fotografia e la musica, superbe, come anche tutti gli attori, tutti senza distinzione e scelti sapientemente.

Strutturalmente parlando è un film americano con tratti fortemente europei, come appunto il rimando non so quanto volontario, alle figure della vecchia commedia dell'arte, che vi si possono ritrovare tutte.

P.S. Da osservare le case, tutte di legno, provvisorie, spesso abbandonate e poco curate. L'opposto che da noi, che si costruiscono e vi si abitano con l'idea di starci molti anni.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ora che glielo hai spiegato ben benino, il radiridicolo potra' gustarsi il suo film americano. Magari pensando alla sua Buonina, sigh!

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