lunedì 20 gennaio 2014

Non si vuole l'indipendenza nella cultura

Dato che non abbiamo più soldi, nemmeno le bricioline come usavano darci, al Teatro La Baracca bisogna lavorare due volte.

Prima potevamo permetterci di invitare ogni tanto qualcuno, di assumere pro tempore qualcuno, di pagare Siae ed Enpals con le bricioline, almeno; potevamo pagarci ogni tanto qualche locandina, insomma, pur minimo, era un modo per non faticare sempre noi e non girare sempre la ruota come fanno i topolini!

Ora le cose stanno così, e siamo molto stanchi, lo dobbiamo ammettere e questo è il sostegno che si dà al lavoro, a chi si fa il mazzo dalla mattina alla sera; a chi ha costruito un teatro, a chi fa cultura sul campo.

Negandoci le residenze, la Regione ha messo in moto la macchina dell'eliminazione, e probabilmente ci riusciranno. 

Non gliene importa niente a nessuno, anzi; e di questo sono ben consapevole, e lo sono sempre stata. Che non lo volessero, questo teatro, è stato chiaro fin dall'inizio, perché avevano capito che sarebbe stato indipendente, che non ci avrebbero messo le mani.

Nel passato ci hanno variamente provato, e recentemente anche offendendo lo spazio stesso, dicendo e scrivendo che è uno spazio piccolo e risibile, e tante altre falsità e calunnie condite col solito sarcasmo.

I risultati dell'abbandono li vedo sul mio fisico: una grande stanchezza, dimagrimento, esaurimento.
Certo, scrivo molto, sono attiva, e tante altre belle cose, ma so che presto tutto questo finirà se non pongo rimedio.

Se invece avessimo avuto le Residenze, tutto sarebbe stato diverso, e il piccolo teatro poteva assumere personale, disegnare una progettualità che, ormai è chiaro, NON VOGLIONO CHE ESISTA INDIPENDENZA NELLA CULTURA.

Vuoi essere indipendente? Allora fai da te, senza soldi di nessuno. D'accordo, ma dovrebbe essere per tutti così, altrimenti non solo c'è una concorrenza sleale, ma un massacro.

E' anche questo sistema cultura è una forma di dittatura. Una forma silenziosa, ma tenacissima.
La cultura serve solo alla propaganda, ai partiti, al sistema. E solo questa finanziano.

Grazie, assessore Scaletti, Lei faceva parte dell'Italia dei Valori, ora diventata montiana, ma nessun valore è sembrato illuminarla; senza contare le signore dell'Ufficio Cultura, figlie di enti dismessi o di una politica fallimentare, messe lì a prendere i nostri soldi e gestirli in modo del tutto discutibile e 'partigiano'!

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