sabato 30 gennaio 2010

CALICE e FILIPPINO: C'E' POCO DA BRINDARE

Le notizie che arrivano dal fronte alluvione del Calice non sono delle migliori.
Organizzare feste di beneficenza con nomi famosi, insomma fare politica 'televisiva' di periferia è quanto di più insensato e risibile si possa fare.
E, in questo momento, levare canti di osanna per aver comprato una tavoletta dipinta da Filippino Lippi non può risultare entusiasmante, anche se noi non siamo affatto contro certi acquisti.
Perché il Sindaco non si preoccupa di riportare a casa la kylix, che in teoria non dovrebbe costare così tanto come la tavoletta di Filippino?
Mancano idee e programmi culturali, non ultima la confusione intorno alla gestione di Officina Giovani.
Questo disegnare la politica e gli interventi a colpi di spot, aste pubbliche, piangere che mancano i soldi quando poi si spende tanto per Filippino Lippi può risultare offensivo, non si comprende.
M.E.


DA LA NAZIONE DI OGGI, Cronaca di Prato
ALLUVIONE DEL CALICE

«Mutui mai congelati»
Case inagibili ma le famiglie devono lasciare Villa del Palco

«LE CASE sono ancora inagibili, le rate dei muti continuano ad essere scalate, l’accesso alle abitazioni praticamente è impossibile e domani dovremmo lasciare villa del Palco». Il bilancio tracciato da Marco Lastrucci, una delle persone rimaste alluvionate nel periodo di Natale è tutto, meno che confortante. Dopo oltre un mese dalla tragedia che ha colpito le famiglie del Calice le notizie non sono rassicuranti: «Ci avevano promesso che Unicredit avrebbe congelato i mutui per darci la possibilità di sistemare le nostre abitazioni — spiega desolato il portavoce Lastrucci — e invece sia a dicembre che a gennaio dai nostri conti correnti sono state scalare le rate dei mutui. Mille euro che in questo momento ci avrebbero fatto davvero comodo. Abbiamo chiesto spiegazioni alla banca che però ha continuamente rimandato il problema». Sul fronte del credito l’unica notizia certa continua ad essere l’impegno assunto da Unicredit attraverso un comunicato ufficiale in cui la banca si impegnava «a sospendere il pagamento della rata dei mutui, gratuitamente, per un periodo massimo di 12 mesi». Una promessa che però ancora, probabilmente per motivi burocratici, non ha trovato concretezza. Cattive notizie, a detta degli alluvionati, anche sul fronte degli interventi in via Argine del Calice.
«Non possiamo entrare nelle nostre case perché una voragine che si aperta con l’esondazione del fiume ci impedisce l’ingresso — continua Lastrucci — un impedimento non di poco conto visto che ha rallentato l’avvio dei lavori nelle case che sono ancora inagibili». All’interno delle abitazioni mancano acqua potabile, riscaldamento e luce elettrica: il Comune dopo l’ultimo sopralluogo avvenuto in settimana si è impegnato a portare con delle cisterne l’acqua potabile alle famiglie, mentre un pozzo potrà essere sfruttato per svolgere le faccende domestiche. Le fosse biologiche invece l’amministrazione assicura che possono essere utilizzate nonostante necessitino di alcuni interventi. Un briefing in programma per lunedì tra Comune, Provincia e Protezione civile servirà per evidenziare criticità e trovare soluzioni, il problema riguarda però i tempi visto che da lunedì le famiglie dovranno lasciare villa del Palco.
«Non sappiamo dove andare — conclude Lastrucci — Non possiamo continuare ad essere ospiti della villa di proprietà della diocesi, ma non ci sono molte alternative. Ad un mese di distanza dall’alluvione non è stato praticamente possibile fare nessun intervento in casa. E adesso?».
Silvia Bini

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