lunedì 11 gennaio 2010

Lettera a Emma Bonino, ovvero la Regione che non c'è

Cara Emma,
sono sempre stata contraria non solo alle Province, ma anche alle Regioni, se non come concetto geografico-ambientale o linguistico.
La retorica dei governi regionali, per esempio quello dove vivo, la Toscana, che tenta in tutti i modi di instillare e spargere su i suoi sudditi 'identità toscana' sulla base di una cultura passata ormai insostenibile e improponibile, e che cela in realtà il dominio, è pesante e, quando si concretizza in pubblicità, esteticamente ridicola.
Dunque in questa ottica vedo il teatrino politico che si presenta alle elezioni regionali.
Per me la Regione non c'è.
Tuttavia mi dispiace di non poter votare nel Lazio, perché sarei (forse probabilmente se verrai accettata dall'oscurantismo e opportunismo partitico di quel Partito) andata a votare, e avrei votato per te.
Ti considero una politica valente; ti vedrei bene come Presidente della Repubblica; Primo Ministro; Ministro degli Esteri di una Italia esangue e machista; volgare; ignorante e bigotta.
Da cui, almeno come donna, mi sentirei rappresentata. Da cui, anche se saresti sempre espressione di potere, mi sentirei meno 'schiacciata'.
Bene, Emma, sappi che se non posso essere numero per te, sono almeno spiritello che ti segue.


Maila Ermini

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