Era l'ora che qualcuno ne parlasse a livello nazionale, di questo scempio: oltre a quello di Gonfienti (DI CUI NESSUNO PARLA PIU', pensano tutti alle primarie mentre masticano le castagne bacate offerte in Piazza del Comune da Esselunga -tanto che Prato, dopo Visionarie e Palle Grosse, è stato rinominato Comune di Esselunga - grazie, grattacielo!), ecco l'altra vergogna in terra di Prato Comune di Esselunga: Le Cascine di Lorenzo il Magnifico. Prato, un Comune paesaggisticamente, culturalmente disastrato: con la complicità -lo dice anche l'articolo - della Soprintendenza, tutti insieme uniti nello scempio:
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IL SIGNORE DI FIRENZE SPERIMENTÒ LE PRIME RISAIE E PORTÒ PERFINO UNA GIRAFFA
La fattoria di
Lorenzo il Magnifico ,scoperchiata e abbandonata. Lavori bloccati dai giudici, ora piove nel gioiello
rinascimentale
Sta arrivando
l'incubo di un altro inverno, dopo giorni di piogge a dirotto, sulle cascine
scoperchiate di Lorenzo il Magnifico. E nuove crepe e nuovi crolli e nuovi
grovigli di sterpi si sommeranno ai vecchi. Rovine su rovine. Un degrado
umiliante per la fattoria modello del Rinascimento. Il sito web del Comune di
Prato, ancora oggi, riporta un quadretto idilliaco tratto da «Itinerari
laurenziani» del 1992 dove si spiega che «nel tratto di pianura compreso fra
Poggio a Caiano e Prato», lungo il fiume Ombrone che la separa dai terreni
della villa medicea, la fattoria «creata per volontà di Lorenzo il Magnifico» è
«rimasta pressoché intatta nelle sue linee originarie fino ad oggi...».
Una presa in giro che dovrebbe almeno essere rimossa
da internet. Non occorre neppure andare a Poggio a Caiano, infatti, per vedere
in quali condizioni disperate versano le cascine che il signore di Firenze
volle edificare nel 1477, dando una sistemazione definitiva alle terre che i
Medici avevano cominciato ad acquistare da alcuni decenni nella pianura solcata
dall'Ombrone. Basta andare su Google Map: i tetti della fattoria per la gran
parte non ci sono più. Sono stati tolti cinque anni fa per una ristrutturazione
bloccata dalla rivolta degli ambientalisti e dai magistrati. Perché proprio di
una ristrutturazione si trattava: mica di un restauro conservativo.
Andiamo a rileggere il rapporto
di Italia Nostra: «Si tratta di un insolito edificio quadrato a corte
centrale e torri angolari, attribuito a Giuliano da Sangallo e contemporaneo al
primo cantiere della Villa di Poggio a Caiano (fine XV)... L'edificio è
circondato da un fossato d'acqua e si accede alla corte interna da un unico
ingresso ad arco. La corte è circondata da portici su tre lati ed accoglieva al
suo centro, fino al XVIII secolo, una grande vasca adibita a vivaio di pesci».
Era un gioiello, quella tenuta. Tanto da vantare il primo esperimento di risaia
in Toscana, l'allevamento dei bachi da seta, la produzione di miele e formaggi
e ancora la selezione di «animali esotici da caccia quali pavoni, conigli di
razza spagnola, daini bianchi».
Fu lì, a quanto pare, che
Lorenzo de' Medicifece portare anche la giraffa che, con un leone
addomesticato, gli aveva regalato nel novembre 1487 «el Soldano di Babilonia»,
che in realtà era quello d'Egitto. Un animale magnifico che lasciò a bocca
aperta i fiorentini, racconteranno i cronisti, perché «era sette braccia alta,
e 'l piè come 'l bue» e così tranquilla che poteva prendere una mela dalla mano
di un bambino. E sollevò tanta curiosità che dovettero portarla in giro per
conventi perché la vedessero anche le suore di clausura. Un impazzimento tale
che il «camelopardo», com'era chiamata la giraffa allora, finì addirittura nel
corteo di una «Adorazione dei magi» del Ghirlandaio e nel «Tributo a Cesare»
lasciato incompiuto dal Andrea del Sarto nella Villa di Poggio a Caiano.
A farla corta, stiamo parlando
di un luogo magico che si presterebbe splendidamente per
offrire al turismo colto internazionale innamorato di Lorenzo de' Medici la
ricostruzione fedele d'una fattoria come l'immaginavano nel Rinascimento. Non
ce ne sono altre, nell'orbe terraqueo. Le Cascine di Tavola, come sono chiamate
oggi, sono uniche e irripetibili. Per questo, quando passò il progetto di farne
un quartiere residenziale, Legambiente e Italia Nostra fecero l'iradiddio per
mettersi di traverso: come potevano trasformare la fattoria medicea, finita di
passaggio in passaggio in mano ai privati, in un complesso edilizio di 160
bilocali alcuni dei quali col giardinetto privato più un hotel a quattro
stelle, un ristorante e parcheggi e negozi, campi da tennis e centri benessere
con palestre, fitness, saune? E come aveva potuto quel progetto della società
«Agrifina» esser accettato dal Comune e dalla stessa Sovrintendenza?
A un certo punto, decisa a
vederci chiaro, intervenne la magistratura. Che finì per sequestrare il
cantiere dopo che già gli edifici erano stati quasi tutti scoperchiati. Era il
luglio 2008. Spiegò la Nazione : «Nel mirino degli inquirenti ci sarebbero le
autorizzazioni al progetto di recupero presentato dai precedenti proprietari e
approvato nel 2003 dal Comune e concordato con la Soprintendenza per i beni
ambientali e architettonici. C'è un nome iscritto nel registro degli indagati:
quello di una donna, funzionario della stessa Soprintendenza, che dette il via
libera al progetto». Due anni prima, nel 2006, la «Agrifina» aveva ceduto
l'antica fattoria e i terreni per quasi 18 milioni di euro all'immobiliare
«Fattoria Medicea» costituita al 60% dalla «Re Sole» e al 40% da «Pirelli Real
Estate». Che da allora ripetono d'aver «comprato in buona fede coi progetti
approvati», d'essere disposti a modifiche rendendo una parte della proprietà a
uso pubblico, di aver offerto al Comune d'entrare in società a prezzo
scontato...
Non bastassero tante grane, da
fine ottobrel'inchiesta si è arricchita di un secondo filone. Un'indagine aperta
dalla magistratura olandese e da Eurojust, l'organismo che coordina tutte le
procure europee, su una gigantesca frode fiscale per centinaia di milioni di
euro. Un giro di fatture false emesse da una ambigua società di Amsterdam che
consentivano la creazione di fondi neri nei paradisi fiscali. E chi c'è tra gli
italiani coinvolti? Riccardo Manetti, il padrone della «Agrifina» che riuscì a
ottenere le autorizzazioni a ristrutturare, stravolgendole, le Cascine medicee.
Ha scritto il «Tirreno» che tra gli affari immobiliari «sui quali si sono
innestate le fatture olandesi» c'è anche la fattoria medicea delle Cascine di
Tavola «venduta nell'aprile 2006 per 17.700.000 euro da Agrifina a Fattoria
Medicea srl». E ha spiegato che, attraverso un giro strano, «lo scopo, secondo
gli inquirenti, era far pervenire a Fattoria Medicea srl immobili a un valore
vicino a quello reale senza che fosse scontata alcuna imposizione sulla
plusvalenza. Detta in altri termini, non pagare le tasse».
Sabato mattina Margherita Signorini e un folto gruppo di
amici di Italia nostra e Legambiente sono tornati di nuovo alle Cascine: «Fate
qualcosa! Fermate il degrado!». Allarmatissimi, gli stessi protagonisti della
battaglia di oggi avevano presentato nel febbraio 2009 un esposto al ministero
dei Beni culturali, alle autorità locali, alla procura della Repubblica
chiedendo che per salvare la bellissima e malandata fattoria di Lorenzo il
Magnifico venisse almeno «effettuata la messa in sicurezza dal degrado causato
dagli agenti atmosferici». Da allora sono passati quasi quattro, lunghissimi,
anni. Inutilmente.
http://www.corriere.it/cronache/12_novembre_19/fattoria-lorenzo-il-magnifico-scoperchiata-abbandonata-stella_c73c81ba-3213-11e2-942f-a1cc3910a89d.shtml