In questi giorni si legge sui giornali la lamentela della consigliera 5 Stelle Salsi sul maschilismo di Grillo e del suo movimento, e questo era stato già notato (http://primaveradiprato.blogspot.it/2012/06/cosa-mi-allontana-dal-movimento-cinque.html).
Questo porsi di Grillo nella politica, l'aggressività, la parola forte, diciamo così, è tipicamente maschile, o almeno si ravvisa maggiormente negli uomini.
L'esclusione dal movimento delle donne non va in teoria (anzi nel blog egli scrive contro la violenza, insomma tratta 'temi femminili', si guarda bene dall'allontanare le donne, perché chi conquista le donne, si sa, vince le elezioni...), ma si mostra nella sostanza: lo stesso procedimento era palese nel PCI, tanto per fare un esempio antico, le cui donne iscritte, se volevano fare carriera politica, dovevano essere vestali del verbo maschio e essere sempre presenti; la famiglia? Che cos'è? I bambini? Non è cosa da far entrare in politica, nelle lunghe riunioni di partito che non terminavano mai prima dell'una di notte.
Una dedizione totale alle creazioni sociali e politiche maschili lo possono dare solo le donne non sposate, o che almeno non abbiano figli; o se ce li hanno, devo anche avere qualcuno che li badi: donne della borghesia.
Questione antica.
Ma il maschilismo, che certo non è andato via perché abbiamo ministre donne (tutte e tre di famiglie altolocate, badate bene, non di estrazione popolare! e lo stesso poteva accadere sotto il governo Giolitti), lo si nota forte anche nell'arte.
"Non c'è niente di peggio di una donna artista, una creativa", mi disse un 'caro' ragazzo ai miei vent'anni.
E' vista con sospetto, forse invidia? molto probabile. Lo so, inutile parlarne, perché per molti è un problema che non esiste. Infatti, difficilmente ne parlo.
Per esempio: ci sono voluti anni prima che mi riconoscessero il fatto primo per me, ovvero che sono autrice di teatro, drammaturga. E ancora oggi qualche ometto tenta di nasconderlo, di negarlo! Non solo me lo hanno negato, ma mi hanno anche plagiato, copiandomi quasi per intero una commedia, come se non l'avessi scritta io, come se io, allora giovane autrice, non esistessi.
Che sofferenza! Che lotta maschia!
Io stessa, per anni, temevo a dire di essere una artista, l'ho celato ai tempi dell'insegnamento, e anche dopo...E' stato irreversibile solo dopo il premio Fondi-La Pastora, con lo stupore e l'ironia di tutti i conoscenti.
La strada verso l'accettazione è lunga: in campo artistico, esattamente come in politica, è ancora lontana dall'essere risolta. Grillo, artista e ora anche politico, sembra condensare in uno queste due roccaforti maschili.
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