E' il titolo di un saggio di Simone Weil, la cui traduzione è un po' forzata, l'originale francese è Note sur la soppression générale des parties politiques.
Poco conosciuto, per evidenti motivi, si può leggere anche all'indirizzo http://gek60.altervista.org/wp-content/uploads/2012/06/manifesto-per-la-soppressione-dei-partiti.pdf o in francese
In questi tempi è una lettura necessaria.
Voglio sottolineare alcuni passi, che ben si adattano ai tempi nostri:
"Mentre il
sistema dei partiti comporta le pene più severe per l’indocilita’.
Penalità che toccano quasi tutto: carriera, sentimenti, amicizie,
reputazione, onore, talvolta addirittura la vita di famiglia. ...
Quando in un
paese esistono i partiti, ne risulta prima o poi uno stato delle cose tale che
diventa impossibile intervenire efficacemente negli affari pubblici senza
entrare a far parte di un partito e stare al gioco. Chiunque si interessi
alla cosa pubblica desidera interessarsene efficacemente. Cosi, chiunque abbia un’inclinazione a interessarsi al bene pubblico o
rinuncia a pensarci e si rivolge ad altro, o passa dal laminatoio
dei partiti...
Quanto alla terza
caratteristica dei partiti, ossia il fatto che sono macchine per fabbricare
passioni collettive, è così evidente che non merita di essere spiegata. La
passione collettiva è l’unica energia di cui dispongono i partiti per la
propaganda diretta all’esterno e per la pressione
esercitata sull’anima di ogni membro.".
Sembra che sia stato scritto in questi giorni, non nel 1940.
Un libretto che tutte le scuole superiori dovrebbero adottare.
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