giovedì 31 dicembre 2009

Dibattito sull'alluvione del Calice

Dopo un breve giro nella zona allagata del Calice, ci siamo resi conto di come le famiglie alluvionate siano state lasciate da sole.
Nessuna autorità civica o religiosa, a quanto è stato detto, si è fatta vedere. Nemmeno per esprimere solidarietà. Ci sono state mancanze e ritardi.
Per questo Primavera di Prato crede opportuno organizzare una serata di dibattito sull' alluvione del Calice venerdì 8 gennaio, ore 21, alla Baracca, con ingresso libero.
Prima che sul fatto si istituzionalizzi una strumentalizzazione partitica.

mercoledì 30 dicembre 2009

Il canile di Prato, ovvero dell'improvvisazione nella gestione della cosa pubblica

Con sconcerto ho sentito le parole dell'assessore Mondanelli, intervistato da una televisione privata ieri sera ...e sono rimasta sbigottita.
L'assessore pratese auspica che la ricostruzione del canile, danneggiato dallo straripamento del Calice, debba avvenire non con i soldi delle casse comunali (evidentemente vuote?), bensì con quelli dei cittadini, che sono stati così 'generosi in questo momento di difficoltà'.
Pensare questo significa non pensare a una pianificazione seria della ricostruzione del canile comunale, e significa anche non avere nessun rispetto verso chi ci lavora. Significa improvvisare: insomma, si farà qualcosa sulla base dei soldi che arriveranno. Scandaloso.
In Francia -nazione che ha rispetto verso gli animali e le persone - una dichiarazione del genere lo avrebbe costretto alle dimissioni.
Gestire l'emergenza di questi giorni con l'ausilio del volontariato, le donazioni, eccetera, è qualcosa che non può essere assimilato a una corretta gestione della cosa pubblica.

martedì 29 dicembre 2009

Epistolario sulla rottura dell'impianto di depurazione del Calice (ovvero il Comune pensa al fuoco, ma non all'acqua)

In seguito alla nostra lettera di oggi sulla rottura dell'impianto di depurazione del Calice, il direttore della redazione pratese de La Nazione così risponde:

"buongiorno, c'è un pezzo oggi a pagina 2 della nostra cronaca. Anche gli altri giorni ne avevamo dato notizia"

Così noi a nostra volta:

Buonasera, signor Caroppo.
E' proprio sulla base di questo vostro articolo che chiediamo alla Gida e al Comune di informare la popolazione e i proprietari degli impianti industriali circa quanto stabilito nella riunione stessa, al fine di limitare al massimo il danno ambientale, che suppongo ingente e assolutamente, a nostro avviso, sottovalutato. La questione non può rimanere circoscritta all'ambito di un tavolo (Gida-assessori), bensì di ciò deve essere informata tutta la cittadinanza. Non si tratta poi solo di un danno alla GIDA, come voi titolate, bensì un danno all'ambiente e quindi di un danno che riguarda tutti e non solo l'azienda.
Al momento non leggiamo nessuna informazione ufficiale, né sul sito elettronico della GIDA né su quello del Comune di Prato, dove invece spicca la festa dell'ultimo dell'anno con i fuochi di artificio. Sembra che il Comune pensi al fuoco, ma non all'acqua.
La ringrazio per la precisazione e le chiederei di pubblicare comunque questo nostro scambio di lettere.
Cordialità.

E il depuratore del Calice?



Primavera di Prato chiede quale sia al momento, dopo l'alluvione di Natale al Calice, la condizione del depuratore omonimo, di cui non risulta notizia dai giornali.
Sembra che ci siano stati danni, ma non è chiaro di che genere ed entità. Subito dopo l'alluvione ci siamo fatti questa domanda nel nostro blog.
Per la sicurezza di tutti i cittadini chiediamo che le autorità competenti informino sulla situazione degli impianti.

lunedì 28 dicembre 2009

Welcome

Mi permetto di consigliare la visione del film Welcome, del regista francese Philippe Lioret.
Il film ha per protagonista il giovane iracheno Bilal, che ha attraversato l'Europa da clandestino nella speranza di raggiungere la sua ragazza, da poco emigrata in Gran Bretagna. Arrivato nel nord della Francia, diventa amico di Simon, un istruttore di nuoto con cui inizia ad allenarsi per un obiettivo apparentemente irrealizzabile: attraversare la Manica a nuoto e ritrovare il proprio amore.
I francesi sanno parlare di sentimenti, oltre che fare politica. Il film vale più di tanti e inutili assessorati alla multicultura, alle politiche di integrazione.
Affronta anche altri temi, come la questione femminile nel mondo musulmano, ma lo fa in maniera delicata e apparentemente lontana.
La musica di Piovani è maestra.

venerdì 25 dicembre 2009

Natale 2009 a Prato


Le Pantanelle sono allagate.
Chissà cosa è successo ai cinesi tenuti come schiavi a ridosso del torrente il Calice, che ha esondato.
I cani del canile - da tempo qualcuno lo diceva e un video lo documenta - hanno rischiato la morte.
Chissà cosa è successo al depuratore del Calice, ci chiediamo se le acque contaminate si sono mischiate alle non contaminate.
Non lo sappiamo, non ci permettono di arrivare fin là, ma ce lo chiediamo. Scusate le domande inopportune.
Siamo qua, immobili e attoniti, sommersi dall'acqua. E dagli auguri.

giovedì 24 dicembre 2009

IL SENSO DELLE PAROLE

Un lettore del blog ci invita ad aprire una rubrichetta sul senso delle parole, e volentieri lo facciamo.

DUE FRANCESISMI QUANTO MAI D’ATTUALITA’, OVVERO COME RICERCARE NEL VOCABOLARIO IL SENSO DELLA REALTA’ E AUMENTARE COSI’ IL SENSO CRITICO DELL’ASCOLTO E DELLA LETTURA

L’uso appropriato delle parole è sinonimo di civiltà perché il significato delle parole è l’essenza stessa della comunicazione umana. Tuttavia questo uso viene talvolta, ed oggi fin troppo spesso, misconosciuto, o peggio, dato per scontato quando, al contrario, non lo è affatto.
Attenzione però perché in un verbo, o piuttosto in un sostantivo, possono celarsi le ragioni della mediocre realtà culturale e politica che, oramai assuefatti a tutto, stiamo vivendo quotidianamente negli annunci incrociati ora lanciati via etere, ora scritti a lettere cubitali sui giornali, dai media che ormai macchiano e coronano ritualmente, scandendole, le nostre giornate.
Affidiamo alla Primavera di Prato il significato di due francesismi, quanto mai d’attualità, di certo sottaciuti negli annunci, ma non per questo assenti nella manipolazione mediatica, volontaria o involontaria che sia, dell’informazione corrente.
Lasciamo al lettore del blog la declinazione di queste aprole ed una loro più attenta applicazione nell’intima riflessione che ognuno può liberamente fare a commento delle notizie ascoltate o lette, mai puramente casuali, su fatti e su persone:

Mistificare
(v. tr.)* . Trarre in inganno abusando della buona fede o alterando deliberatamente i fatti con astuzia e sottigliezza di argomentazioni (dal fr. mystifier).

Opportunismo ( s.m.)*. La condotta di individui o gruppi che, avendo di mira soprattutto il proprio tornaconto, ritengono conveniente rinunciare ai propri princìpi e accettare compromessi più o meno onorevolmente ( dal fr. opportunisme).

* Da Diz. Della Lingua Italiana (G.Devoto- G.C. Oli, Le Monnier 1990, ad vocem).

mercoledì 23 dicembre 2009

Chiudete le Case del Popolo (di Sinistra ma anche di Destra)

Ieri ho fatto uno spettacolo per ragazzi in una Casa del Popolo (1) di Prato.
Non era certo la prima volta; sebbene col tempo sempre meno, privilegiando per questo il mio piccolo teatro, di tanto in tanto mi viene chiesto ancora di recitare in quei luoghi.
Tuttavia ora non è più possibile, non ci sono più le condizioni giuste.
La situazione delle cosiddette ‘Case del Popolo’ è diventata alienante.
Gli eventi culturali non sono più possibili, perché le 'Case del Popolo', detti comunemente 'Circoli', non hanno più nessuna finalità di vero incontro sociale o di cultura. Le persone che vi si dedicano sono impegnate in pizzeria, o al bar, e non c'è tempo e modo per altro.
Non si può più nemmeno pensare che vi si svolga cultura popolare, perché il popolo ormai non ha più una ‘sua’ cultura, bensì è stato omologato dalla televisione - che è tenuta sempre accesa e a volume alto - e dal sistema politico che lo regge, indipendentemente dal ‘colore’.
Abbiamo potuto presentare lo spettacolo grazie alla saggezza dei bambini, nonostante il malcostume e la trivialità dei grandi, la maggior parte dei quali non ha rispettato il nostro lavoro, la nostra professionalità. I bambini si sono risentiti e hanno chiesto ai grandi di tacere, di poter ascoltare, al fine di intraprendere il viaggio della fantasia.
E non solo dei bambini, ma anche voglio dire degli anziani: quelli che ai Circoli trascorrono tanto tempo e per i quali quei luoghi sembrano avere un senso; ecco loro vi perdono dignità.
I Circoli ormai sono – con poche eccezioni – luoghi di consumismo volgare:
sono bar;
si gioca con le macchinette;
si fa uso di alcolici;
sono sporchi, gli ambienti sono impregnati di fumo;
non ci si riunisce, bensì ci si insulta;
sono pizzerie con molte lacune igieniche;
sono luoghi squallidi e di alienazione.

Le uniche attività 'culturali 'rimaste sono:
si guardano le partite di calcio;
si leggono i quotidiani, soprattutto locali;
si affittano locali per sporadiche attività ricreative;
durante i periodi elettorali si rianimano per ovvi motivi.

Non c’è nessun tipo di organizzazione, o finalità che non sia quella di ‘far soldi’ o di creare consenso politico.
Per questo chiedo ai responsabili – e non è una provocazione – che le 'Case del Popolo’, che furono costruite dal popolo nei fine settimana in tempi in cui l’ideologia aveva un senso , e che al popolo sono state sottratte, vengano chiuse e riaperte solo quando saranno state 'bonificate' e investite di programmi sociali e culturali che ora non sono ravvisabili da nessuna parte.
Solo così esse potranno sperare di sopravvivere, anche politicamente.
Maila Ermini
(1) Con 'Case del Popolo' si intende comunemente i circoli ricreativi di Sinistra, fondati alla fine dell'800 dai Socialisti. Qui, per estensione, si vogliono indicare anche quei circoli di derivazione 'altra': tutti i circoli ricreativi ormai hanno da diversi anni assunto caratteristiche omogenee.

martedì 22 dicembre 2009

La gatta ciclista


Questo è il dono che Primavera di Prato ha ricevuto per queste feste, e che è stato scelto come simbolo del nostro progetto per una Prato totalmente ciclo-pedonabile.

Maila

lunedì 21 dicembre 2009

Pappa e Ciccia


Il trafiletto si commenta da solo. Ancor più la foto, tratta dal giornale.
Nell'accezione più ottimista: più che di cultura di tratta di auto-promozione.

Da Il Tirreno di oggi, 21 dicembre 2009

“ANDATE E LEGGETE”. Al via le letture di strada.

Ha preso il via ieri pomeriggio in via Ricasoli, sotto gli occhi di passanti infreddoliti l’iniziativa “Andate e leggete” promossa dall’assessorato alla cultura della Provincia. I primi ad esibirsi nella lettura di libri sono stati il presidente della Provincia, Lamberto Gestri, che ha scelto un brano dal romanzo “Il peso della farfalla” di Erri de Luca, l’assessore provinciale alla cultura Edoardo Nesi, che ha letto una pagina tratta da “The Sportwriter” di Richard Ford e l’assessore comunale alla cultura Anna Beltrame che si è soffermata sul testo di Cèline “Viaggio al termine della notte”. Ai passanti sono stati offerti in omaggio dei segnalibri. L’iniziativa, aperta a tutti, proseguirà anche nei prossimi giorni."
Questo viaggio, purtroppo, è ancora molto lontano dal termine della notte.

domenica 20 dicembre 2009

Un'amministrazione che fa neve da tutte le parti

Una Prato disorganizzata, in questi giorni di neve, costringe alla visione di scenari apocalittici.
Da venerdì sera l'amministrazione comunale e la sua macchina sta dando il peggio di sé. Uno scarno quanto inutile comunicato della Protezione Civile via Internet, come se ciò bastasse a toglier dall'impaccio della responsabilità.
Ieri sera abbiamo aspettato inutilmente l'autobus, insieme a diversi cittadini infreddoliti, che attendevano da ore l'arrivo di un mezzo di trasporto. Strade bloccate, mezzi di traverso alle strade, persone smarrite e incredule di questo abbandono in mezzo al ghiaccio.
Stamani, con il sole, nessun mezzo è passato a ripulire le strade di quaggiù, alla periferia sud.
Siamo in grande difficoltà.
I nostri amministratori non si facciano vedere solo alla Festa del Cocomero.

mercoledì 16 dicembre 2009

Lĕgere


L’iniziativa dell’assessore alla cultura della Provincia di Prato Edoardo Nesi, il progetto dal titolo "Andate E Leggete" - Cittadini e cittadine in piazza a leggere il libro preferito, per spandere letteratura sulla e dalla città, suscita in me parecchie perplessità.
Nulla da obbiettare sulle finalità, che senza dubbio possono essere meritevoli: il tentativo di diffondere il gusto della lettura fra la gente di lingua italiana, è lodevole.
Infatti, la situazione è tristissima, e si nota proprio nei luoghi pubblici: basta trovarsi, magari per necessità, in qualche ufficio di quelli molto frequentati e dove le attese sono dell’ordine di almeno mezz’ora, per rendersi conto che la lettura, ormai, è totalmente disertata. Non si leggono più nemmeno i giornali del mattino. Fino a qualche anno fa non era così e almeno i vecchi leggevano il quotidiano nei momenti di attesa. Per non parlare dei giovani, per cui fu addirittura creato (negli anni Sessanta ma ha funzionato fino a qualche anno fa) il libro tascabile, da tenere appunto nella tasca e leggere ovunque.
Il disuso alla lettura è sintomo di una società nervosa e inquieta, preoccupata, perché chi legge deve stare, almeno parzialmente, in uno stato di rilassamento e buona disposizione d’animo. Che non c'è più.
Dunque, visto il deserto dei lettori di libri, si potrebbe ribattere, a maggior ragione l’iniziativa è da plaudere. Tuttavia non credo che questo sia il modo giusto per diffondere l’uso della lettura; ma forse l'intento è quello di divertirsi, di stare un po' insieme con un pretesto?
Ma come è possibile, assessore Nesi, trasformarsi in pifferaio di Hamelin e prendere gli ostici pratesi e farli leggere in mezzo alla strada, al freddo?
Come si viene organizzando tutto questo? Non è detto e forse non è stato nemmeno pensato. Si è pensato a facebook, a creare la ‘piazza’ virtuale’. Forse là ci sarà più possibilità.
Il gusto della lettura dei libri deve essere incentivato, ma per me non è questa la strada. Consiglio di leggere invece, riguardo al modus legendi, le riflessioni di Virginia Woolf in primis, e che evidentemente non sono state prese in considerazione; la lettura è in primo luogo atto privato: in quanto compiuto da soli e, in tempi moderni, in silenzio; se pubblico e ad alta voce, come si usava più frequentemente in tempi antichi, deve essere organizzato. Sarebbero state preferibili piuttosto riflessioni sulla lettura, e insegnamenti di come si possa rendere più gradevole e significativa la lettura ad alta voce, di come ci si può ri-abituare ad ascoltare leggere gli altri; del senso.
Ma ci vuole, e con questo si torna come sempre a Kant, oltre che un tempo, uno spazio congruo. C’è la biblioteca, ci sono le biblioteche; altri bellissimi luoghi di Prato, una città che ancora aspetta di essere ‘scoperta’, e della sua Provincia.
Se vuole approfittare del mio piccolo teatro, La Baracca, che Lei, come altre autorità della Sua giunta e di altre giunte, non ha mai visitato, è, compatibilmente con gli spettacoli in cartellone, a sua disposizione.


Maila Ermini



La foto che ritrae Virginia Wolf indica come la scrittrice concepisse la lettura e la sua 'funzione'.
Il critico statunitense Harold Bloom ha scritto opere interessanti al riguardo.

lunedì 14 dicembre 2009

Un motivo contro la violenza

Nel dramma "Il diavolo e il buon dio" Jean-Paul Sartre fa dire al personaggio Nasty:
"Tu crei del disordine, e il disordine è il miglior servo dell'ordine costituito. Hai indebolito la nobiltà intera, tradendo Conrad, e indebolirai la borghesia, distruggendo Worms. A chi gioverà? Ai potenti. Tu servi i potenti. Goetz, qualunque cosa tu faccia: ogni distruzione caotica indebolisce i deboli, arricchisce i ricchi, accresce il potere dei potenti".

sabato 12 dicembre 2009

Prato ciclabile: uno studio per la realizzazione

Primavera di Prato ha redatto una bozza di studio per un adeguamento della esistente rete ciclabile a Prato e che presenterà al Comune. L'obbiettivo è quello di creare una completa viabilità ciclabile della città a costi ridotti e di agile, rapida esecuzione.

venerdì 11 dicembre 2009

Ingiustizia e menzogna


Domenica 13 inizia la stagione del teatro ragazzi a La Baracca.

Il programma non è stato inserito, nemmeno di sfuggita alluso, nel lezioso depliant che illustra il Prato Festival ("La cultura accende la città" ?) del Natale 2009 decorato con la riproduzione della Natività di Fra' Filippo Lippi (questo sopra è il suo autoritratto).
Ciò nonostante quest’anno il cartellone degli spettacoli per ragazzi a La Baracca è ricchissimo come non mai, con un inizio anticipato rispetto agli anni passati, e proprio in coincidenza con le feste di fine anno.
Il nostro sforzo è quello di offrire, come ormai da quindici anni e nonostante gli oneri finanziari, un servizio alla comunità, e visto il successo delle passate stagioni, crediamo di poter continuare con le nostre poche forze. A oggi lo spettacolo di apertura registra il tutto esaurito.
Tuttavia ci preme rilevare come una forte ingiustizia continui a contraddistinguere la cultura in questa città e nella nostra regione, dove si vedono forti, enormi finanziamenti a strutture imponenti, artisti di grido che sono premiati, magari perché destinati a prossime promozioni, e nulla dedicato alla creatività che, diciamo così, viene dal basso, agli artisti che propongono cultura in maniera -passatemi l'espressione retrò - 'onesta e pulita'.
A ciò si aggiungono i quotidiani e i settimanali che ignorano il lavoro, l' esistenza di certi teatri quando 'dicono', non tacciono. Quando non sposano nessuna 'chiesa'.
Ogni anno speriamo che le cose cambino, ma lo speriamo inutilmente, visto i risultati, nonostante le promesse. Che sono evidentemente menzogne, abili raggiri che il potere tesse nella speranza di metterci a tacere.

Non è possibile che esistano enti regionali come la Fondazione Toscana Spettacolo, per esempio (e mi fermo al teatro per non parlare della musica e delle arti figurative!), che si è accaparrata quasi tutti i piccoli teatri regionali esistenti, eccetto il nostro e pochissimi (due?) altri, gestendo in maniera del tutto discutibile e assolutamente non 'democratica' la programmazione, incluso quella dei ragazzi, costringendo all'asfissia parecchie compagnie, e che tutti tacciano. Non è possibile che certi artisti abbiano a disposizioni fiumi di danaro pubblico per allestire spettacoli faraonici, o, come si dice in gerco 'pompatissimi', e che altri non ne abbiano alcuno; non è possibile ascoltare menzogne su budget inesistenti, quando poi i soldi -gratta e vinci! - alla fine si trovano e i depliant sono lì a dimostrarlo.

Evidentemente non basta più sperare che le cose cambino.

Giro di conoscenze, mafiette, scambio di favori e spettacoli (lo sapete? le programmazioni funzionano così, se vuoi girare con il tuo spettacolo devi fare il favore di prenderne uno da fuori nel tuo teatro, non sei libero di scegliere), a cui si aggiungono sorrisetti baci abbracci e 'sms', tutto questo sotterra le speranze di una cultura che, finalmente, più che accendere la città, dovrebbe accendere le menti.
Chi non aderisce a questo 'sistema' di subdola connivenza e silenzio, anche nella Toscana felix, non lavora. NON ESISTE.

Maila

mercoledì 9 dicembre 2009

Lo spazio meta-biblio-fisico

Nello spazio quasi metafisico della nuova Biblioteca Alessandro Lazzerini di Prato (l'Alessandro era un monsignore!) non c'è spazio per il bar.
Almeno non ne ho sentito la mancanza.
Anzi.
Consiglio di visitare la biblioteca in orari desueti, per esempio la sera.
Qualche mattonella del pavimento va controllata-rincollata, già si muove.
Mettete posaceneri fuori, davanti all'ingresso, in modo da non vedere il pavimento cosparso di cicche. Tante ce ne sono che ci si inciampa a camminarci.
Il luogo dove è situata la biblioteca è borgesiano ossimorico: al centro e nascosta; chiusa, 'difesa' dalle mura e aperta al pubblico.
Dopo essere stata nella nuova biblioteca ho avuto conferma che Prato potrebbe davvero essere una 'città metafisica', e ricchissima, se solo i suoi cittadini e i corrispettivi amministratori smettessero di pensare solo ai soldi, alla crisi, e a come rendere orrenda e volgare la città con il turismo zartefatto, con le Gonfienti città etrusche alla 'poggiogestrinesi', con i teatroi vetroresinati postellenistici, che ora ci chiamano anche due 'reggisti' a distrastrare. Per dirlo alla Gadda.
Maila

martedì 8 dicembre 2009

NO ai tralicci di Foster

I tralicci di Foster svettano già sulle colline fiorentine, si vedono dall'Autostrada A1.
Accanto ai 'vecchi' tralicci, considerati brutti.
I tralicci di Foster, tralicci d'autore, non eliminano i problemi.
Ci auguriamo che i cittadini dell'Impruneta e quelli di Giogoli, di Coleramole e di tutta quella zona si facciano sentire.
Già da tempo circolano lettere e comitati.
Terna deve interrare gli elettrodotti, che non sono soltanto brutti, ma anche nocivi alla salute.
Primavera di Prato considera quella contro gli elettrodotti una battaglia fondamentale del suo programma.


LA NAZIONE, Firenze, 8 novembre 2009 -
È IL PRIMO elettrodotto ‘griffato’ d’Italia. E probabilmente, visto che la stazione dell’Alta velocità a Firenze sta per essere accantonata, i tralicci di Norman Foster saranno l’unico segno del celebre architetto presente nell’area fiorentina. Eppure il nuovo elettrodotto in costruzione sulle colline di Scandicci non appassiona i residenti. Sarà perché, stringi stringi, anche se griffati restano sempre tralicci. E poi a ben guardare quelli di Foster sono solo 9 dei 26 montati sulla nuova linea. E gli altri ‘più tradizionali’ hanno lo stesso tremendo appeal dei vecchi.

Certo, più bassi, ma ugualmente invasivi. Per chiedere l’abbattimento dell’impatto ambientale si erano mobilitati i vip. Ma mentre Impruneta lottava per l’interramento (ottenendolo alla fine) a Scandicci si puntava a un nuovo tracciato. Il risultato? L’elettrodotto c’era, e un elettrodotto ci sarà. In questi giorni, mentre gli addetti di Terna sono al lavoro per montare il nuovo, è possibile fare il confronto. E per molti cittadini la sensazione è che gattopardescamente, si sia cambiato tutto per non cambiare nulla. Gli scandiccesi negli anni scorsi hanno condotto lunghe battaglie non solo per la salvaguardia paesaggistica, ma anche per avere chiarezza sulle conseguenze per la salute derivanti dall’elettrosmog; adesso possono decidere con la loro testa se il nuovo sia migliorativo o no. Ora, in base all’accordo siglato tra Regione, Comune di Scandicci e Terna (allora era Enel) si dovrebbero smantellare le linee da 220kv sul territorio.

Linee vecchie, con tralicci in mezzo alle case, tra i giardini, sopra ai tetti. L’accordo che ha dato il via alla realizzazione del nuovo elettrodotto risale al febbraio 2000, fu firmato dall’allora premier Massimo D’Alema da Chicco Testa per Enel e Vannino Chiti presidente della Regione. Sono passati nove anni da allora. Sta nascendo un altro elettrodotto, magari più contenuto, ma sostanzialmente uguale nel tracciato nei luoghi dove ci sono le case.
Fabrizio Morviducci

sabato 5 dicembre 2009

Un commento sulla conferenza organizzata dalla Provincia su Gonfienti

Ricevo dal Prof. Centauro, e pubblico volentieri, condividendo totalmente quanto scritto. (Maila)
"LA NOSTRA CITTA’ ETRUSCA.
Alcune domande e poche altre riflessioni in merito al futuro delle risorse archeologiche a commento della conferenza svoltasi nella Sala Consiliare della Provincia di Prato in occasione della Festa della Toscana.

1° Cornice: alcune domande
- Cosa possiamo dire di fronte alla negazione del diritto di poter fruire in modo "libero", per lo studio e la divulgazione, dei reperti archeologici della città etrusca di Gonfienti, in quanto campo di studio oggi ritenuto arbitrariamente, in modo esclusivo e riservato, dalla soprintendenza archeologica?
- Cosa potremo mai valorizzare del nostro territorio quando viene affermato categoricamente, persino di fronte ad un uditorio giovanile che dovrebbe essere educato alla conoscenza e non al pregiudizio, di non dare credito alle ipotesi di ricerca perché non esiste relazione alcuna tra l'insediamento etrusco di Gonfienti e il territorio ad esso limitrofo che pure è caratterizzato non da oggi da segnalazioni e da ritrovamenti eccellenti(rimanendo nel solo territorio comunale di Prato citiamo, ad esempio: le necropoli in Calvana, i bronzetti di Pizzidimonte, i reperti dell’età del bronzo lungo il rio Filettole, ecc. ecc.)?
- Allora torno a domandarmi: perché affermare il contrario quando si tratta di situazioni archeologiche di certo non irrilevanti per quel territorio, specie se le consideriamo accompagnate dalla presenza di imponenti strutture murarie variamente dislocate in altura, poste sui poggi della Calvana al disopra della città etrusca?
- Per tutte queste evenienze la ricerca archeologica istituzionale cosa pensa di fare? Quali indagini? Come ci si può permettere di negare istituzionalmente un’ipotesi di studio contrapponendo ad essa il rifiuto all’accertamento?
- Quale parco, infine, potremo mai realizzare di fronte alla totale mancanza di condivisione da parte dello stesso ente preposto alla tutela che oggi pare più interessato ad anteporre alla questione culturale un uso eminentemente politico della vicenda? Cicero pro domo sua?

2° cornice: poche altre riflessioni
- Ricordo una volta di più (ndr. l'ho fatto ripetutamente in questi ultimi mesi!) che, per la carta costituzionale e per lo stesso codice dei beni culturali e del paesaggio, non può esservi tutela senza valorizzazione, né possiamo addurre all'infinito (come viene puntualmente fatto da chi pure è preposto a tale sevizio e che si dovrebbe ispirare eminentemente al concetto della "tutela per la valorizzazione") ragioni di presunto "rischio archeologico", pur di non consegnare alla comunità ciò che ad essa appartiene. Questo è tanto più vero dal momento che ormai da tempo (fin dal 2006!)sono stati apposti i vincoli di tutela e in ragione del fatto che sono state tollerate esiziali trasformazioni urbanistiche ed ambientali, tanto da rendere stringente il rapporto di causa/effetto determinato dall'inopinato rilascio di autorizzazioni a costruire su terreni archeologicamente sensibili, ovvero su aree interessate dalla presenza di reperti archeologici strutturati, oggi obliterati per sempre sotto il cemento!
Non fosse altro che per questo, a difesa dei nostri diritti, occorrerebbe prendere provvedimenti immediati per garantire un futuro alle risorse archeologiche pratesi!

Prof. Giuseppe A. Centauro

venerdì 4 dicembre 2009

De propaganda e depistaggio

La triste, misera rappresentazione che stamane è stata offerta dalla Provincia sull'area archeologica di Gonfienti, il convegno dal titolo "Gonfienti la nostra città etrusca", in occasione delle celebrazione per la Festa della Toscana, non varrebbe un commento. Tuttavia essa mostra, lapalissiano, come il Potere sia capace di mostrare o nascondere la Storia (e la verità), secondo le proprie esigenze, siano propaganda o depistaggio.
I ragazzi del Liceo Copernico erano stati invitati ad assistere alla 'rappresentazione', che ha mostrato una modesta celebrativa e artefatta lectio della Poggesi (molto simile a quella del 20 novembre in occasione della visita straordinaria agli scavi) e della collega di cui non ricordo il nome, sempre della Soprintendenza; la reazione entusiastica, e -mi si perdoni- infantile, dell'assessore Nesi; la faciloneria del Presidente della Provincia, appena tornato dalla Cina, e annunciante l'accordo ritrovato con il Comune; e l'acquiescienza nostra, di spettatori, il conformismo più totale.
Erano presenti altri interpreti principali della tragicommedia: Mattei, Napolitano e rappresentanti del cosiddetto 'Tavolo'.
Della vera tragica storia e tutta moderna della città antica, nessuna nota.
Nessun afflato critico, nessun serio investimento.
I ragazzi non capivano, e tra di loro parlottavano; certi termini, situazioni, risultavano incomprensibili.
Alcuni hanno commentato di aver capito poco e niente. Ma, sperano, sarà chiarito a scuola.
Lettura consigliata
"Sorvegliare e punire. Nascita della prigione" di Michel Foucault.

giovedì 3 dicembre 2009

Lettera aperta sulla mobilità

Nell’incontro di martedì sera 1 dicembre organizzato dai comitati cittadini pratesi con il vice-sindaco Borchi sulle problematiche del Centro Storico e che riguardava cinque quesiti (mobilità, parcheggio, raccolta rifiuti, giardini e spazi verdi, commercio), non è venuto fuori alcun aspetto ecologico e/o innovativo, nessuna proposta ad ampio respiro da parte dell’amministrazione.
Non abbiamo sentito nessun serio progetto di mobilità alternativa per vivere il Centro Storico (e in generale tutta la città) in maniera più autentica e originale; e, conseguentemente, più produttiva.
Si cercherà di aiutare soltanto chi vuole arrivare in centro con la macchina sotto il sedere, mi si passi l’espressione; non si ha in animo di cambiare la visuale; al contrario!
L’idea che si vuole far passare è questa: se non si ‘riapre’ il Centro Storico alle macchine, esso muore. Si fa dipendere dalle macchine tutta la 'vita' di una città!
Allora tutte le città del Nord Europa, come Amsterdam, per esempio, o, in casa nostra, Ferrara, dovrebbero essere bell’e morte da tempo! E invece, tutto il contrario.
Quello che chiediamo, come gruppo Primavera di Prato, è la possibilità di praticare una mobilità diversa, guardando 'oltre' e non solo al prossimo Natale o alle aree ZTL!
Chiediamo piste ciclabili serie e non solo per il fine settimana, e politiche, che non siano meramente economiche ma anche culturali e scolastiche, per l’incentivazione dell’uso della bicicletta in questa città come mezzo di trasporto.
Gente che come me che usa la bicicletta ogni giorno (e non siamo poi così pochi) per muoversi in città , rischia di venire investita da automobilisti/camionisti che sfrecciano veloci e infastiditi.
Chiediamo all’amministrazione un confronto su questo tema: abbiamo un progetto di massima che, come ciclisti metropolitani, vogliamo sottoporre all’amministrazione.

Maila Ermini

mercoledì 2 dicembre 2009

La Chiesa consumista

La Chiesa invece, come sempre, ha l'occhio lungo e non si fa scrupolo a mettere i suoi 'alberi' nei Prati Finti di Prato, ma che portano lucro. A dispetto anche delle parole del Papa che condanna il consumismo eccetera eccetera. Proviamo sconcerto a leggere quest'articolo apparso oggi su Il Tirreno, che annuncia la festa d'inaugurazione di un oratorio multimediatico all'interno del Parco Prato , oratorio che sarà gestito dalla Fondazione Santa Rita.

Come era stato detto, i giovani, appena usciti dal complesso scolastico di Reggiana, si trovano davanti il tempio del consumo e del divertimento pratese. Il luogo dove è stato costruito Parco Prato sembra fatto apposta per una nuova vocazione della scuola, ossia quella di creare consumatori. Sembra che le scuole stesse e i direttori e gli insegnanti, tutti siano d'accordo per questa nuova era morta al pensiero critico di cui la Chiesa è, benedicente, una delle migliori e più subdole organizzatrici.

Santa Rita, la santa degli impossibili, aprirà gli occhi a qualcuno?

Isolina Ciacci


Da Il Tirreno del 2 dicembre 2009
Spazio ai giovani nel tempio del consumo
Apre “We meet”, luogo di cultura e divertimento affidato al Santa Rita
MARIA LARDARA
PRATO. Metti una dozzina di pc collegati a internet, aggiungi la voglia di conoscenza reciproca, stimola l’ambiente con una dose di creatività. Con questi ingredienti va in scena il pianeta giovani nella cornice del “Parco Prato”: “We Meet” è il primo spazio di aggregazione giovanile ad aprire i battenti dentro un centro targato Unicoop. Il viavai degli studenti lungo i corridoi della galleria commerciale di via delle Pleiadi, non sarà così solo il frutto della consuetudine alle “forche” scolastiche. Intanto fervono i preparativi per la festa musicale di sabato 5 (a partire dalle 15.30) che accompagnerà l’inaugurazione di “We Meet”, la cui gestione è stata affidata agli operatori della fondazione Santa Rita. Largo dunque alle attività culturali, sociali e ludiche: su questa superficie di 150 metri quadrati si parlano il linguaggio della multimedialità e quello del mondo virtuale di Facebook. Con un occhio di riguardo per la fascia d’età compresa dai 15 ai 19 anni, i ragazzi si diletteranno nella gestione di un blog. Coordinati da quatto operatori del Santa Rita (Corrado, Silvia, Francesco e il brasiliano Airan), proveranno persino a comporre una redazione on line e una web radio. «La concessione di questo spazio in comodato d’uso gratuito da parte di Unicoop ci dà la possibilità di veicolare un messaggio educativo ai giovani pratesi«, spiega Roberto Macrì, presidente del Santa Rita. Al di là dell’appartenenza religiosa, tutti i giovani potranno fare un salto in questo centro sociale sui generis, che ha l’ambizione di andare oltre la struttura di un oratorio cattolico. Qualcosa in cui crede fermamente Unicoop, che ha scommesso molto sulla nascita di un contenitore sociale, immerso nel tempio dello shopping. «Volevamo riprodurre un pezzo di città intorno alla piazza del centro commerciale», spiega Franco Cioni di Unicoop. Nella carrellata di negozi e servizi di cui si compone il colosso di via delle Pleiadi, “We Meet” sarà l’unico locale esente da fatturato e calcoli economici. «Per questo - spiega Claudio Vanni, responsabile relazioni esterne Unicoop - la nostra scommessa è ancora più alta. Un’esperienza pilota eventualmente replicabile in altri centri commerciali se funzionerà qui a Prato». Il progetto è cofinanziato con i contributi della Regione e troverà un partner strategico nella Provincia, aprendo un ventaglio di collaborazioni. In primis con le scuole (il plesso scolastico di via Reggiana sorge proprio alle spalle) e con il vicinissimo multiplex Omnia Center: i giovani di “We Meet” potrebbero infatti produrre una rassegna di cortometraggi da proiettare sugli schermi della multisala. «Non è escluso anche un allargamento delle attività alle persone anziane», promette l’asesssore provinciale Gabriella Melighetti. Il centro (gratuito) è aperto tutti i giorni: dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 20; sabato e domenica dalle 15 alle 20. Basta una semplice tessera di iscrizione per accedere ai servizi internet. Esiste anche una pagina su Facebook che, in meno di una settimana, ha messo in piedi una community di 700 membri.

Navigare a vista

Incontro affollato quanto deludente, quello di ieri sera in via Tintori a Prato, dove, davanti alle lunghe cinque domande dei comitati sul Centro Storico (mobilità, parcheggi, gestione dei rifiuti, aree verdi e commercio) l’amministrazione, rappresentata dal Vice-Sindaco Borchi, è apparsa navigante a vista e senza idee.
E’ stato detto a chiare lettere che per questa amministrazione ‘non esiste il libro dei sogni’, che si pensa e si agisce concretamente. Sarà proprio così? Su quali basi, se non quella dell’immediato consenso popolare?
Insomma, non è proprio il tempo di lunghi e fascinosi viaggi nel campo di Utopia.
Al momento degli interventi, non ho avuto modo di parlare: mi ero iscritta, distratta come sono, tardi nella lista; ho chiesto il permesso a chi gestiva gli interventi e il favore agli iscritti avanti a me di parlare subito, perché dovevo andare via prima del termine per motivi personali, ma non me l’hanno accordato.
Avevo in tasca una idea da proporre, a basso costo e concreta, che avevo tolto, apposta per la serata, dal mio libro dei sogni.

martedì 1 dicembre 2009

Lettera al Sindaco Cenni

Pubblichiamo un commento che abbiamo ricevuto relativo alla nomina di Claudia Cenni, figlia del Sindaco di Prato, come coordinatrice e segretaria della Consulta dei Consiglieri del Sindaco stesso.
Caro Cenni,
tua figlia sarà anche una donna validissima e una stimata professionista, conoscerà pure i Consiglieri dei Consiglieri, o Consiglieri² (dico, al quadrato), e quindi è per lo meno donna che conosce la matematica e sa trattare Potenze e Radici quadrate; ma Benedetto Sindaco!, non ti accorgi di prestare il tuo lungo fianco, e in modo del tutto facile e scontato, a giuste critiche di nepotismo? Che bisogno s'aveva di far coordinare siffatto matematico organo alla tua figliola, per di piú sfruttando il lavoro di questa povera figlia - Sindacati, drizzate le orecchie ! - che non solo ha l'onere di conoscere tutte le persone che ti daranno una mano - cosa, di per sé, già ardua - ma non beccherà neanche un centesimo per questo immenso, disgraziato lavoro? Forse Gastone, il nostro amato Gas-vescovo, coopererà con una settimana di preghiere personali dedicate alla sua anima generosa? e a te basta, Santa Claudia?
Fiele da Clitognacci

lunedì 30 novembre 2009

"Figlio mio, lascia questo Paese"

Pubblico questa lettera, appena tornata dall'Olanda e appena immersa di nuovo in questo nostro Paese, nella città di Prato, dove, sui giornali, si leggono dei soliti valzer e delle solite congreghe. Nonostante i colori cambiati, gli stessi nomi.
Tant'è che al Metastasio, per esempio, ci sono persone (e ci saranno persone nel prossimo futuro) che decidono di teatro senza il teatro averlo mai fatto; o se lo hanno fatto, o se lo fanno, chiamano (e chiameranno) i soliti noti amici.
Così si comportano anche certi assessori.
Gente ruffiana e servile; gente incompetente. Gente come questa, qui o altrove, ci ha portato questa miseria.
Buona lettura (Maila)
Lettera al figlio
di PIER LUIGI CELLI

Figlio mio, stai per finire la tua Università; sei stato bravo. Non ho rimproveri da farti. Finisci in tempo e bene: molto più di quello che tua madre e io ci aspettassimo. È per questo che ti parlo con amarezza, pensando a quello che ora ti aspetta. Questo Paese, il tuo Paese, non è più un posto in cui sia possibile stare con orgoglio. Puoi solo immaginare la sofferenza con cui ti dico queste cose e la preoccupazione per un futuro che finirà con lo spezzare le dolci consuetudini del nostro vivere uniti, come è avvenuto per tutti questi lunghi anni. Ma non posso, onestamente, nascondere quello che ho lungamente meditato. Ti conosco abbastanza per sapere quanto sia forte il tuo senso di giustizia, la voglia di arrivare ai risultati, il sentimento degli amici da tenere insieme, buoni e meno buoni che siano. E, ancora, l'idea che lo studio duro sia la sola strada per renderti credibile e affidabile nel lavoro che incontrerai. Ecco, guardati attorno. Quello che puoi vedere è che tutto questo ha sempre meno valore in una Società divisa, rissosa, fortemente individualista, pronta a svendere i minimi valori di solidarietà e di onestà, in cambio di un riconoscimento degli interessi personali, di prebende discutibili; di carriere feroci fatte su meriti inesistenti. A meno che non sia un merito l'affiliazione, politica, di clan, familistica: poco fa la differenza. Questo è un Paese in cui, se ti va bene, comincerai guadagnando un decimo di un portaborse qualunque; un centesimo di una velina o di un tronista; forse poco più di un millesimo di un grande manager che ha all'attivo disavventure e fallimenti che non pagherà mai. E' anche un Paese in cui, per viaggiare, devi augurarti che l'Alitalia non si metta in testa di fare l'azienda seria chiedendo ai suoi dipendenti il rispetto dell'orario, perché allora ti potrebbe capitare di vederti annullare ogni volo per giorni interi, passando il tuo tempo in attesa di una informazione (o di una scusa) che non arriverà. E d'altra parte, come potrebbe essere diversamente, se questo è l'unico Paese in cui una compagnia aerea di Stato, tecnicamente fallita per non aver saputo stare sul mercato, è stata privatizzata regalandole il Monopolio, e così costringendo i suoi vertici alla paralisi di fronte a dipendenti che non crederanno mai più di essere a rischio.
Credimi, se ti guardi intorno e se giri un po', non troverai molte ragioni per rincuorarti. Incapperai nei destini gloriosi di chi, avendo fatto magari il taxista, si vede premiato - per ragioni intuibili - con un Consiglio di Amministrazione, o non sapendo nulla di elettricità, gas ed energie varie, accede imperterrito al vertice di una Multiutility. Non varrà nulla avere la fedina immacolata, se ci sono ragioni sufficienti che lavorano su altri terreni, in grado di spingerti a incarichi delicati, magari critici per i destini industriali del Paese. Questo è un Paese in cui nessuno sembra destinato a pagare per gli errori fatti; figurarsi se si vorrà tirare indietro pensando che non gli tocchi un posto superiore, una volta officiato, per raccomandazione, a qualsiasi incarico. Potrei continuare all'infinito, annoiandoti e deprimendomi. Per questo, col cuore che soffre più che mai, il mio consiglio è che tu, finiti i tuoi studi, prenda la strada dell'estero. Scegli di andare dove ha ancora un valore la lealtà, il rispetto, il riconoscimento del merito e dei risultati. Probabilmente non sarà tutto oro, questo no. Capiterà anche che, spesso, ti prenderà la nostalgia del tuo Paese e, mi auguro, anche dei tuoi vecchi. E tu cercherai di venirci a patti, per fare quello per cui ti sei preparato per anni. Dammi retta, questo è un Paese che non ti merita. Avremmo voluto che fosse diverso e abbiamo fallito. Anche noi. Tu hai diritto di vivere diversamente, senza chiederti, ad esempio, se quello che dici o scrivi può disturbare qualcuno di questi mediocri che contano, col rischio di essere messo nel mirino, magari subdolamente, e trovarti emarginato senza capire perché.

Adesso che ti ho detto quanto avrei voluto evitare con tutte le mie forze, io lo so, lo prevedo, quello che vorresti rispondermi. Ti conosco e ti voglio bene anche per questo. Mi dirai che è tutto vero, che le cose stanno proprio così, che anche a te fanno schifo, ma che tu, proprio per questo, non gliela darai vinta. Tutto qui. E non so, credimi, se preoccuparmi di più per questa tua ostinazione, o rallegrarmi per aver trovato il modo di non deludermi, assecondando le mie amarezze. Preparati comunque a soffrire. Con affetto, tuo padre. (30 novembre 2009)
(L'autore è stato direttore generale della Rai. Attualmente è direttore generale della Libera Università internazionale degli studi sociali, Luiss Guido Carli).

Gonfienti, storia di una battaglia: una recensione e altro


Nella rivista ALIBIONLINE il giornalista Saul Stucchi ha pubblicato una recensione sul nostro ultimo lavoro teatrale, Gonfienti, storia di una battaglia, insieme a molto altro, che vi invito a leggere http://www.alibionline.it/home-mainmenu-1/copertina.html.

venerdì 27 novembre 2009

MANIFESTO CONTRO IL MONOPOLIO CULTURALE

Trascrivo qui un 'vecchio' manifesto del 1999 che fino a qualche anno fa veniva fatto circolare e firmare, nella speranza che aiutasse nel rinnovamento culturale e politico, al fine di creare un 'circuito d'intenti' fra gli artisti, a tutti i livelli.
Le firme di adesione arrivarono a più di cento, ma non ne nacque nessuna rete di solidarietà.
La situazione della gestione dei 'centri culturali' che viene denunciata è immutata; anzi, se possibile, è diventata ancora più meschina e retriva, ipocrita, senza offrire nessuna prospettiva per coloro che - se ancora esistono- intendono l'arte come significato, come azione politica, oltre che estetica.
Gli artisti, invece di combattere questa situazione che ostacola di fatto le loro libertà espressive, vi si sono acriticamente adagiati. Essi non pongono minimamente in discussione il sistema politico-culturale, la sua gestione; anzi, ci stanno dietro e intorno come cagnolini fedeli al fine di potervisi inserire.
Il risultato è che essi, a tutti i livelli, sono quasi totalmente disimpegnati. O fintamente impegnati. O manieristicamente impegnati-insensati. E le loro azioni artistiche, a tutti i livelli, sono solo un'azione propagandistica a favore dello status quo, e per questo sono pagati, corteggiati, 'inseriti'.
Dell' arte 'ribelle' degli anni '70, la cui eco era ben percepibile fino a qualche anno fa, rimane nei giovani (ma anche nei meno giovani!) l'estetica, concessa e finanziata dal potere centrale, sia esso statale o regionale, che ha inglobato in questo modo la protesta, e così si definisce 'democratico', ma che in realtà ha imposto i suoi diktat.
Dell' 'arte di denuncia' quella di oggi ha solo il guscio, la forma vuota -la commistione dei generi e mezzi, l' 'estetica del brutto', la provocazione e l'insulto, lo straniamento fisico-spaziale. Qualche scandalo, dosato qua e là, giusto per la scena e la cronaca.
Oggi non si 'denuncia' se non ciò che deve essere denunciato.
Sono questi gli anni del 'ribellismo' codificato, delle 'denunce santificate', come quelle celebrate nelle sante feste civili, come per esempio, nella Festa della Toscana.
(Che per fortuna ci sono, almeno ogni tanto, per sbaglio e metterci a tacere, arriva qualche soldo anche qua).
Maila Ermini
MANIFESTO CONTRO IL MONOPOLIO SULLA CULTURA IN ITALIA
Questo manifesto intende denunciare la mancanza di un serio rinnovamento in ambito artistico a causa della stagnante presenza di un monopolio culturale di grossi centri, gruppi produttivi e amministrativi sulle attività culturali in Italia. Il monopolio si esplica nel controllo degli spazi e delle modalità delle manifestazioni culturali, e, dunque, conseguentemente, nello stretto controllo sui contenuti e le forme degli eventi stessi.

Analisi

La nostra protesta nasce da un’analisi del fenomeno artistico del teatro: quello professionale è quasi del tutto lottizzato, mosso soltanto da movimenti nepotistici o di clan e gestito - ove il ricambio sia funzionale alle scelte produttive –solo dai grandi centri di potere. Basta osservare attentamente la programmazione dei circuiti teatrali italiani per scoprire che le compagnie che lavorano sono spesso le stesse o solo quelle.

E’ inteso, però: il monopolio culturale riguarda tutto il settore artistico.

Esso causa ciò che è a tutti manifesto: una vita artistica scialba, senza novità, stimoli o benefiche rivoluzioni che producano nuove idee e stili. Anzi, di tutto questo la gran parte dei centri di produzione-potere intende fare a meno, visto che si dedica del tutto a raccogliere pubblico e quindi danaro, a promuovere la propria immagine e a togliere i pochi spazi ancora restanti per le realtà autonome e autogestite. Inutile dire che i centri di produzione e di potere che vivono con finanziamenti pubblici avrebbero il dovere di non tralasciare e di valorizzare quello che accade loro attorno, evitando di fagocitare tutto.

La situazione non è per niente migliorata con il decentramento politico e amministrativo; al contrario, si è verificata una proliferazione di supermercati culturali a livello regionale, provinciale e comunale. Il supermercato culturale è però più dannoso di quello alimentare. Esso non fa sconti e non garantisce affatto né la freschezza né la varietà della merce. I risultati, evidentissimi, dimostrano il contrario. Per esempio, a teatro si assiste a un’offerta omogenea che va dall’opera classico-comica di cassetta con attori di fama televisiva (tutti a capofitto su papà Goldoni o sulla ‘situation comedy’), alla finta avanguardia (il cosiddetto ‘teatro di ricerca’, con le scontate crudeltà).

La cosiddetta ‘politica verso i giovani’ attuata da alcuni enti, centri culturali, istituti, teatri eccetera è in gran parte falsa e strumentale, perché ha di mira soltanto il giovane come consumatore, fruitore dell’evento. Per il resto, egli viene tenuto a debita distanza. Il giovane artista deve, se intende ‘entrare nel giro’, cercarsi il protettore e diventar ruffiano, apprendere velocemente le usanze e i riti dell’asservimento artistico. Né più né meno come in epoche formalmente meno democratiche della nostra.


Obbiettivi

INVITIAMO TUTTI A FIRMARE QUESTO MANIFESTO CHE CONCRETAMENTE CHIEDE:

-una politica seria per la distribuzione degli spazi per gli eventi culturali in Italia che eviti l’accorpamento di più centri sotto un’unica direzione amministrativa (per esempio, più teatri in una provincia gestiti dallo stesso ente: ciò significa una programmazione piattamente omogenea, standardizzata, scambio di favoritismi e diktat culturale);

-l’impegno, per coloro che decidono su programmazioni di eventi culturali, di una minima quota di accesso per le nuove realtà emergenti o i nuovi singoli artisti (per esempio l’inserimento di un pittore ancora sconosciuto al pubblico in una mostra; di almeno di una giovane compagnia nei cartelloni di tutti i teatri pubblici);

- più visibilità ed equità di accesso ai finanziamenti pubblici per la cultura, terreno di poche realtà privilegiate.

-amministratori più capaci e meno occupati degli scambi di favore o della fama personale, veramente interessati al rinnovamento e alla promozione culturale e umana della realtà amministrata.


Conclusione

Firmate e fate firmare questo manifesto. Diffondetene i contenuti, se sentite il bisogno di un rinnovamento culturale in questo paese. Intendiamo procedere anche a forme di lotta civili, come l’organizzazione di un astensionismo attivo nei confronti di spettacoli emblematici di ciò che noi riteniamo frutto di quanto denunciamo, con volantinaggio davanti ai vari ‘luoghi della cultura’, più o meno deputati e paludati. Riappropriamoci del diritto di critica attiva, cominciamo a dire basta agli applausi convenzionali delle varie lobbies, palesi e non.

giovedì 26 novembre 2009

PAGLIACCIA SECCA...IN OLANDA!


Per i bambini e per noi grandi (al tempo della crisi)

Domenica 13 dicembre ho inizio il cartellone per bambini e famiglie al Teatro La Baracca, di cui potete leggere i dettagli cliccando qui di lato.
Per il momento il sostegno che ci viene offerto è di 250 Euro da parte della Circoscrizione Ovest di Prato, che ha 'adottato' uno spettacolo. Il resto è silenzio. Tuttavia vogliamo essere ottimisti: presentiamo il ricco e divertente cartellone teatrale, di cui crediamo valga la pena approfittare...
La stagione è totalmente autofinanziata. Gli spettatori contribuiranno alle spese con un biglietto di ingresso di soli 5 Euro.
Maila

lunedì 23 novembre 2009

Intervento di Maila su Gonfienti alla Rete degli Ecologisti (e quello di Fulvio Silvestrini sulla Multisala)


L'intervento è del 21 novembre 2009, Firenze - Rete degli Ecologisti -Verso la costituente
http://www.radioradicale.it/scheda/291636/la-rete-degli-ecologisti-verso-la-costituente

E' tratto da Radio Radicale. Allo stesso indirizzo potete ascoltare l'intervento di Fulvio Silvestrini sulla cosiddetta Multisala-Ipercoop di Capezzana, ora tutto beffardamente chiamato "Parco Prato".

Gonfienti, storia di una battaglia: un commento

Ricevo e volentieri pubblico una lettera ricevuta dal Prof. Centauro.
"Gonfienti, storia di una battaglia

La puntuale ed appassionata narrazione di Maila Ermini rende oggi ancor più tangibile e definitiva, fino già a storicizzarla nel presente, la testimonianza di una vicenda, vissuta e quindi reale, della nostra contemporaneità, amarissima per gli esiti sortiti: la storia che ha accompagnato, dal 1996 ad oggi, le sorti della città etrusca di Gonfienti.
Work in progress hai definito il tuo lavoro teatrale a conclusione di una inesausta kermesse dialettica, viva ed approfondita in tutti gli innumerevoli episodi descritti in una cronaca incalzante, senza confini.
Direi piuttosto che quello che hai fatto e narrato, questa battaglia per Gonfienti, è qualcosa di molto più grande di un componimento scenico, aprendosi già come libro scritto alla memoria futura.
La città etrusca in riva al Bisenzio rappresenta una svolta, costituisce una rivoluzione culturale nella dimostrazione lampante che la storia non è stata affatto “tutta scritta” – come taluni accademici vorrebbero per comodo sostenere - dimostra, invece, quanto occorra mantenere sempre viva la nostra capacità di introspezione, di valutazione critica, senza mai appiattirsi in convenzionali, conformistiche e vuote assuefazioni nei confronti del passato, perdendo per sempre l’occasione di apprendere da questo nuove, fondamentali lezioni.
Gonfienti, una grande scoperta archeologica italiana, probabilmente la più grande del secolo appena trascorso, che nelle beffarde contingenze del declino, che pare inarrestabile del distretto industriale pratese, si era offerta fortuitamente, come su un piatto d’argento, alla città.
Un’eredità straordinaria ritrovata inaspettatamente, e per questo ancor più preziosa, che Prato non ha saputo cogliere e che le stesse istituzioni preposte non hanno voluto tutelare adeguatamente e, perdurando oggi la vergogna, non avranno entrambi possibilità alcuna di valorizzare o di divulgare convenientemente. La città ha saputo piuttosto mistificare, rimescolando ipocritamente le carte di quella scoperta, manipolando a proprio piacimento, con alfieri servili, le tessere archeologiche per corrispondere ad un utilitarismo di infimo livello, persino obliterando maldestramente reperti strutturati di valore inestimabile ed, infine, negando oggi la contestualizzazione di ciò che da quegli scavi è emerso, rendendo incivile e gratuito omaggio nel segno di una dilagante mediocrità e misera esteriorità , esaltando una miope visione dei valori stessi espressi dalla civiltà etrusca nella storia.
Ciò che è stato compiuto, infine, è la dimostrazione della pochezza culturale che attanaglia i nostri tempi ed anche l’ennesima messa in evidenza dei diritti negati alla conoscenza, alla storia, al patrimonio storico artistico del nostro territorio. Si è fatto carta straccia dei diritti costituzionali, consumando un misfatto archeologico e insieme uno scempio ambientale che rimarrà impresso ai posteri come macchia indelebile. Si è trattato, cara Maila, di una autentica barbarie che condannerà i protagonisti del miserevole epilogo ad una colpevolezza senza appello, nonostante gli apparenti lustrini di un’effimera ribalta costruita sulle feticistiche esibizioni odierne del “bottino di guerra”.
Mi sono battuto fin dal primo momento con alcuni amici e, più intensamente in questi ultimi anni, anche con te Maila per salvare innanzi tutto le verità insite in quella scoperta, prodigandomi nella terra bruciata da mille negazioni, frustrazioni e continue calunnie pur di non disperdere, ma semmai incrementare gli studi da farsi intorno ai quei ritrovamenti, avanzando io stesso ipotesi e scenari storici possibili per muovere concretamente la ricerca, spendendomi con conferenze e dibattiti, forse inopinatamente non avendo interlocutori, nel mondo scientifico e nell’ambito della mia stessa comunità anche per proteggere i siti ed il paesaggio che vive intorno a questi tesori, sempre più minacciato da incipiente devastazione e stolta cementificazione, infine, per recuperarne la memoria.
In ultimo vorrei dirti ancora grazie Maila, grazie per il tuo ardimentoso impegno che, nella metafora insita in una narrazione teatrale, alta e documentata come hai saputo mettere in scena, ci hai mostrato senza infingimenti e cedimenti propagandistici la vera faccia della medaglia.

Giuseppe Centauro

Prato, 22 Novembre 2009"

Di scavi e reperti


Dopo la inaspettata visita agli scavi della Città Etrusca sul Bisenzio a Prato, e ai suoi reperti, venerdì 20 novembre 2009.
Siamo contenti che la nostra faticosa battaglia in favore della Città Etrusca sul Bisenzio, detta di Gonfienti, abbia prodotto un piccolissimo frutto, quello della ripulitura della zona della domus etrusca, e questo ci induce a continuare.

Tuttavia, quello che chiediamo, e alla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana e a tutte le possibili autorità competenti, è che queste visite siano organizzate con continuità e non concesse saltuariamente ‘dall’alto’, come se l’area archeologica non appartenesse ai cittadini, alla gente, ma fosse invece di un ricco proprietario, di un erede della famiglia Medici.
Il patrimonio artistico non appartiene alla Soprintendenza; la Soprintendenza lo tutela, ma appartiene a tutti. E’ questo un concetto fondamentale. Il nostro patrimonio artistico, a Prato, unico e straordinario, è già stato violentato quasi completamente dalla costruzione dell’Interporto della Toscana Centrale. E’ l’ora che quel poco che è rimasto torni a noi.

Proprio sulla base di questo, chiediamo che i reperti che abbiamo visto, bellissimi, al Molino di Gonfienti, il cui valore inestimabile può ben capire anche chi è profano della materia, siano restituiti alla città, sì che tutti li possano vedere e constatare con i propri occhi quale ricchezza si possegga. I reperti non appartengono alla Soprintendenza, né li può trattare come suoi; la Soprintendenza li tutela, ma non li tiene chiusi quando sono restaurati e ci sono le condizioni per mostrarli. I reperti –ripeto e sottolineo: di valore straordinario -sono stati trovati a Prato, e a Prato devono rimanere affinché siano mostrati e goduti da tutti.
Purtroppo per entrare al Molino di Gonfienti, dove ora sono sistemati, si deve passare dai tornelli del bunkerizzato Interporto della Toscana Centrale, in una atmosfera, come anche altri hanno detto, da Blade Runner. Qualcuno chiede che si cerchi di ovviare questo problema. Ma chissà non sia meglio così, sì che tutti possano constatare e riflettere, incluso i turisti stranieri, su quello che i ciechi ingordi interessi economici di pochi -nella Regione 'culla' dei beni artistici del mondo - hanno regalato ai più.
Prego infine le autorità competenti di non invocare sempre e ancora sempre, come a scusare l'inattività e l'abbandono, la mancanza di danaro, e di affermare che “la cultura è la ultima ruota del carro e che quando ci sono i tagli la prima cosa che si taglia è la cultura”. Lo sappiamo bene. Sappiamo anche però che ci sono volontari appassionati e competenti a Prato e nella zona della Piana e altrove disposti a lavorare per riprendere gli scavi e aiutare riportare alla luce la ‘nostra’ città, quella parte ancora sepolta, e valorizzare reperti, di cui ora, dopo averli ben rivisti, come Cittadini della Repubblica Italiana, rivendicando inalienabili diritti sanciti dalla Costituzione, non vogliamo più fare a meno.

Maila Ermini

venerdì 20 novembre 2009

Come a Gonfienti si declina il verbo 'occultare'


Oggi pomeriggio ho visto la domus etrusca, i bellissimi reperti, addirittura la kylix, tutto molto emozionante.

E' stata una concessione al popolino proprio alla vigilia del mio spettacolo Gonfienti, storia di una battaglia..

La visita era organizzata da Arci e altre associazioni del cosiddetto 'Tavolo per Gonfienti', in collaborazione con il "Parco della Piana".

Peccato che l'ispettrice Poggesi non abbia detto tutta la verità, che la visita sia stata in realtà solo un bellissimo e indimenticabile diversivo.

Non si è detto, per esempio, che mentre la strada che passa davanti alla domus si vuole far riemergere, in luogo vicino, il decumano di dieci metri è stato ricoperto, con tanto di permesso della Soprintendenza, da un enorme magazzino-merci.

Domani e domenica, al mio spettacolo, racconterò tutti i risvolti e quelle cose che l'ispettrice Poggesi - che tratta la domus e i reperti come cosa sua, ma sarà per eccesso di affetto - si è dimenticata di raccontare.

Abbiamo visto che a Gonfienti hanno risistemato il Tabernacolo e il Lavatoio.
Ma il merito, rettifico quanto dichiarato da qualcuno, è del video Gonfienti muore.


Maila Ermini

giovedì 19 novembre 2009

VEDOLO, PREVEDOLO, STRAVEDOLO

Ringraziamo Isolina.
Intanto ecco quello che prevediamo.
Sabato, in risposta magari all'articolo di presentazione di Gonfienti, storia di una battaglia su qualche giornale locale, uscirà un articolone istituzionale di qualche genere su Gonfienti. Chissà cosa si inventeranno, questa volta? Vediamo un po'...
Che porteranno la kylix a Prato?
No, questo l'aveva già promesso un assessore precedente!
Che compreranno la Calvana per farci il piana-parco archeologico?
Un po' meno, ma qualcosa di simile...Che però abbia molto effetto e tranquillizzi gli animi, sì da farli dormire per ancora qualche mese.
Naturalmente lo spettacolo di Maila non sarà citato neanche un po', anzi, più possibile messo sotto silenzio.
Ora a lei, che sta facendo le prove in teatro, non diciamo nulla.
Lasciamola lavorare tranquilla e preparare le belle rivelazioni che ha in animo di raccontare!
Cielo da Feciltigna

Riceviamo e pubblichiamo

Come sarà illustrato sabato e domenica prossimi nello spettacolo GONFIENTI, STORIA DI UNA BATTAGLIA, le cui prove ho avuto l'onore di assistere, l'apertura temporanea degli scavi di Gonfienti per un numero limitato di persone da parte della Soprintendenza il giorno prima dello spettacolo stesso, cioè domani, sembra avvalorare l'ipotesi sostenuta e dimostrata dall'autrice secondo cui ogni azione fatta dal gruppo di Primavera di Prato o dal Teatro La Baracca per Gonfienti, mette in moto, irresistibilmente un'azione di contrasto, di intorbidamento delle acque.
Dubitate, gente, dubitate.
Isolina Ciacci

mercoledì 18 novembre 2009

NO ALLA PRIVATIZZAZIONE DELL'ACQUA!

(Certo, siamo ben consapevoli che le municipalizzate gestiscono l'acqua come privati, anzi, forse peggio, perché oltre al guadagno usano il loro potere come strumento politico di consenso elettorale, creando, con l'offerta di posti 'sicuri' un sistema, di fatto, amabilmente dittatoriale!
Noi intendiamo dire no anche a loro!)

martedì 17 novembre 2009

BOICOTTATE

Il nostro invito è il boicottaggio della nuova Coop e della Multisala.
Andate altrove a fare i vostri acquisti, finché sarà possibile. Andate altrove a vedere i film.

Spero che gli insegnanti del plesso scolastico San Giusto, a Prato, sottraggano un po' di tempo al loro programma per illustrare l'orrore di questo meccanismo, tra l'altro benedetto dal vescovo, che è stato immortalato per sempre in una foto emblematica pubblicata sui giornali.

I ragazzi escono dalla scuola e sono pronti al consumo.
Speriamo che qualcuno li illumini su questa dittatura e su questa scuola piegata alle sue leggi.

Consideriamo la Coop corresponsabile del declino culturale di questa nostra città e invitiamo tutti a non essere più soci di questa (finta) cooperativa.

E' incredibile: in Italia i luoghi dove più sono stati fiorenti le ideologie dell' 'oltrecortina' di un tempo, sono anche quelle dove più selvaggiamente fiorisce l'iperconsumismo. Non è un caso che il gruppo di Giovanni Giometti sia emiliano (o romagnolo?).

La Confartigianato tace, ma dovrebbe parlare: queste operazioni spazzano via il futuro, e spazzeranno via anche loro.

Appoggiamo la battaglia di Fulvio Silvestrini, e a lui va la nostra solidarietà. Non è solo, come invece qualche giornale lo ha voluto dipingere.

domenica 15 novembre 2009

LA CULTURA DEI NUMERI, O MEGLIO, I NUMERI DELLA CULTURA

Oggi su IL TIRRENO si legge che il METASTASIO è in piena crescita di abbonamenti.
Non sanno che fare per restare in barca, capaci di inventare anche la realtà.
Una realtà che, anche se fosse vero che i numeri di abbonamenti e biglietti sono in crescita, vede la città culturalmente in calo, anzi, in profondissima crisi culturale.
Sono notizie pilotate, che servono solo a mascherare la loro paura.
Noi chiediamo all'assessore alla cultura che abbia il coraggio di contribuire al cambiamento strutturale di un teatro cittadino che prende troppi soldi per sé dando solo briciole alla città.
Da vent'anni vediamo gente che lavora là dentro, prende stipendi e prebende, SOLO PER MERITI DI PARTITO O DI PARTE. QUESTA GENTE HA DECISO, SPESSO NON PREPARATA IN MATERIA, I DESTINI DI UN TEATRO CITTADINO.
Anche questo è uno scandalo, assessore Beltrame, che va contrastato.

Per l’apertura della Lazzerini alla Campolmi


Con la nuova Biblioteca si inaugurerà una fantastica finestra di cultura sul mondo, unica nel suo genere per bellezza e moderna funzionalità.

Nel cuore del centro storico di Prato, negli spazi restaurati della Campolmi, a ridosso delle antiche mura trecentesche, si è concretizzato un sogno, realizzando una straordinaria fusione tra lo spazio della memoria collettiva (la vecchia fabbrica dismessa) e lo spazio del nuovo sapere e della scienza proiettato all’esperienza che verrà (la biblioteca globale) in una mirabile simbiosi architettonica che lascia letteralmente “a bocca aperta” chiunque solo attraversi quelli spazi. In questo luogo attrattivo e suadente, domestico e spaziale allo stesso tempo, la città potrà davvero ritrovarsi quotidianamente a leggere, passeggiare, studiare, confabulare, infine socializzare tranquillamente, senza remore.
Preceduta da una piazza urbana di gradevolissima connotazione geometrica, resa suggestiva dalle mura che si specchiano nelle strutture ammodernate della fabbrica, dove spicca asimmetricamente la sagoma della vecchia tintoria trasformata in uno spettacolare atelier culturale, nuova immagine della città antica che si rigenera.
Nel composito organismo architettonico, permeabile e aperto, a disegnare un luogo senza apparenti confini, tutti potranno trovare la propria giusta collocazione e l’occasione auspicata per avvicinarsi industriato al sapere: i giovani vi troveranno gli strumenti adeguati per progredire negli studi per sentirsi un po’ più vicini all’Europa, o meglio al mondo intero, senza barriere e senza limiti alcuni, neppure linguistici; i giovanissimi, divertenti spazi ludici per la formazione, curati negli arredi e didatticamente misurati; i meno giovani, spazi di lettura confortevoli e di facile accesso, dove chiunque può sentirsi come a casa, nel salotto a leggere una rivista o sfogliare un giornale. Qui tutto pare perfettamente relazionato alle diverse occorrenze, e la contemporaneità si esalta grazie alle molteplici e funzionali postazioni telematiche installate ovunque, nelle spaziose sale e nei luminosi corridoi della nuova biblioteca in spazi che renderanno possibile ogni giorno, in orari quanto mai estesi, l’interscambio e la circolazione di informazioni come di documenti di ricerca. Spettacolare l’open-space, coperto a capriate lignee, al piano primo destinato alla capiente sala conferenze che, unica nel suo genere, convive magnificamente con il cuore antico dei fondi archivistici e con rari incunaboli che tutt’intorno si mostrano nella pura estetica che solo l’insieme di libri manoscritti, pergamene e preziose rilegature può offrire. Lo scenario esterno è mozzafiato, segnato all’interno del complesso dalle cortine sontuosamente finestrate della austera architettura industriale. La sala si apre a mo’ di balcone sulla grande corte centrale della vecchia cimatoria restaurata, dominata dall’alta ciminiera, icona stessa della città, delimitata in basso dal vascone pseudo-ellittico dove l’acqua sgorga copiosa come si trattasse di una sorgente termale.
Da questo giro in anteprima, con il direttore Franco Neri, sono uscito ammirato e preoccupato allo stesso tempo perché penso che dovremo sapere proteggere e rispettare questa ricchezza, amarla e curarla fin dal primo momento, ricordando che il bene comune sarà patrimonio di ognuno di noi nella misura in cui sapremo custodirlo e valorizzarlo.

Giuseppe A. Centauro

venerdì 13 novembre 2009

PLATONE E LA MULTISALA

Ieri sera sono andata in bici a osservare le luci accese e il brulicare degli operai della Multisala.
Pensavo di essere in uno di quei film del futuro che ho visto tante volte.
Ecco quello è il luogo dell'oblio, ho detto.
Entri dentro, vedi il film, consumi, e poi vieni risputato fuori.
Fuori non c'è nulla. Ci sono i parcheggi e devi per forza prendere la macchina.
Quando sei in macchina il film è già svanito. L'effetto catartico, se c'è stato, se n'è andato.
I registi dovrebbero opporsi di vedere proiettati i loro film in posti come questo; perché l'incasso di oggi è il vuoto di cassa di domani.

Ritornano le parole di Platone.
Quando lo studiavo all'università, col professor Giannantoni de "La Sapienza", ebbi una discussione, ricordo, non capivo come fosse possibile che Platone, che pure sembra essere stato drammaturgo, si fosse così acremente espresso contro l'arte, contro la poesia.

Ora, in questa maturità d'anni e nella devastazione culturale, ho capito che Platone non ce l'aveva affatto contro l'arte, la poesia, ma contro l'uso blasflemo che di essa se ne fa, un uso menzognero, avrebbe detto lui.

Ora lo condivido.
Per questo dico no a questo cinema, che falsamente, malignamente affermano che dà lavoro.
Così come diciamo no alla Coop e a tutto il resto.

E io vi invito a boicottare questa mostruosità, che invece il lavoro, oltre che l'arte, distrugge.

Nella zona chiudono i negozi, e non saranno salvati da nessuna viabilità alternativa.
E se non si prendono seri provvedimenti immediati per incentivare le piccole attività fra i giovani, luoghi e spazi di questa città, il senso dell''essere-per' sarà smarrito.
Chissà per quanto tempo.

Maila

mercoledì 11 novembre 2009

PANTANELLE E' A RISCHIO

Dopo l'incontro su Pantanelle a la Baracca lunedì scorso, non siamo affatto tranquilli. Nonostante tutte le belle parole, incombe il mega-impianto fotovoltaico, c'è stata addirittura una interrogazione comunale al riguardo.
Siamo alle solite.
Non crediamo più alle favole, l'abbiamo già detto, ma saremo molto attenti.
Non permetteremo a nessuno di distruggere quel poco di verde che ancora rimane.

martedì 10 novembre 2009

Lettera aperta all'Assessore alla Cultura di Prato Anna Beltrame

Assessore Beltrame,
vogliamo entrare nel merito dei Suoi programmi culturali futuri che, a quanto apprendiamo oggi dai giornali, sono incentrati sulla musica e mettono in secondo piano le altre arti.
Ci permetta, come premessa, di osservare che in ciò Lei ricalca quello che hanno fatto in parte le precedenti giunte di altro colore, segue insomma l'andamento 'culturale' nazionale, dove la musica la fa, per tutta una serie di motivi, da padrona.
Naturalmente 'certa' musica, e basta.
Del teatro Lei non si occuperà, perché già ci sono 'i teatri': il Metastasio, il Magnolfi, il Politeama.
E' grave che Lei dimentichi di citare il nostro piccolo teatro, La Baracca, dove ancora non l'abbiamo vista, e che fa parte del Circuito Regionale di Sipario Aperto, esattamente come il Magnolfi.
Il Teatro La Baracca esiste sul territorio pratese dal 1994, ed è molto attivo; siamo professionisti, diamo lavoro, offriamo un servizio alla cittadinanza senza incidere sul bilancio comunale (cosa che almeno la sua cultura politica dovrebbe apprezzare), produciamo numerosi spettacoli e recitiamo all'estero: alla fine di questo mese andremo all'estero per la quinta volta.
E' grave poi che Lei demandi a enti una programmazione che invece dovrebbe essere anche Sua: come dire che a Milano, dove c'è "Il Piccolo", l'assessore alla cultura non si debba occupare di teatro, non abbia niente da dire al riguardo. Certo che un assessore non può essere competente in tutto; per questo alcuni amministratori, come anche accade nella giunta di cui fa parte, si avvalgono giustamente di consiglieri.
Questa sua programmata assenza, questo demandare ha anche altra conseguenza: non valorizza 'l'altro teatrale', come invece Lei mostra di voler praticare con la musica, e questo non produce osmosi, né alterità, né novità, né vera concorrenza, perché i giochi degli enti teatrali 'alti', parliamo della circuitazione degli spettacoli, sono truccati, e i giovani (ma non solo, anche certi professionisti) non hanno possibilità di accedervi, e quindi attualmente non esiste nessuna garanzia sul fatto che gli artisti (quasi sempre i medesimi), che noi vediamo sui palcoscenici paludati, siano davvero i migliori.
Sappiamo di essere un teatro scomodo, e non certo per non avere le poltroncine di velluto; ma Lei, in quanto assessore di una città, ha il dovere di non dimenticarsi di nessun 'talento' locale, ha l'obbligo di confrontarsi con tutti, anche con un 'budget' ridotto all'osso, anche e forse soprattutto con coloro che reputano che i suoi programmi, ancora, non siano all'altezza della carenza, anzi, del grave declino culturale della città.

Maila Ermini - Gianfelice D'Accolti
Teatro La Baracca

lunedì 9 novembre 2009

AVVISO

Lo spettacolo GONFIENTI, STORIA DI UNA BATTAGLIA, che avrà luogo al Teatro La Baracca i giorni sabato 21 novembre, ore 21 e domenica 22 novembre ore 16,30 è con ingresso a prenotazione obbligatoria.
Per la prenotazione si può utilizzare il numero del teatro, 0574-812363, oppure l'indirizzo elettronico labaracca@tin.it.

sabato 7 novembre 2009

MAFIA NOSTRANA

Sui giornali locali la censura nei nostri confronti persiste ed è preoccupante: ora tocca a Laris Pulenas, di cui riusciamo a guadagnare soltanto alcuni trafiletti, ma solo a costo di ripetute telefonate e pressioni.
Questo perché il dramma Laris Pulenas rompe i giochetti che stanno facendo, a' muina', sul sito archeologico di Gonfienti, di cui presto saranno illustrate le nascoste vicissitudini.

La mafia nostrana agisce in modo diverso da quella del sud ma 'uccide' lo stesso; fa 'scomparire' chi dissente, chi parla, chi pensa con la propria testa, a maggior ragione in questi tempi, quando ricomincia il valzer delle elezioni.

La vergogna più grande è costituita da coloro che tacciono, che hanno fatto finta di lottare insieme a noi e che ora si rintanano come topi al tempo della grandine, o vanno alle cene etrusche.

giovedì 5 novembre 2009

PARCO O PARCHEGGIO DEGLI ETRUSCHI?

Brevemente: oggi su Il Tirreno, cronaca di Prato, si legge del 'via libera' dato alla Regione al progetto provinciale del parco archeologico, con relativo 'tavolo' di lavoro.
Chissà che questa volta non si ricordino di noi per il simposio, visto che l'assessore regionale Cocchi ritiene 'opportuno procedere preliminarmente alla stipula di un accordo fra tutti i soggetti interessati, istituzionali e non".
Intanto noi andiamo avanti con il nostro lavoro sugli etruschi : il dramma Laris Pulenas, il prossimo fine settimana, ancora una volta confinato a La Baracca (in quanto 'contaminato' dalla quaestio Gonfienti e visto per questo come la peste bubbonica);
e poi Gonfienti, storia di una battaglia, il 21 e 22 novembre, a cui invitiamo tutti gli assessori, regionali, provinciali e comunali di buona volontà e animo pio. (Per quest'ultimo spettacolo sarà d'obbligo la prenotazione).

mercoledì 4 novembre 2009

Comunicato ufficiale sull'incontro per Le Pantanelle

Il Comitato Ambientale di Casale
in collaborazione con
Maila Ermini del Gruppo libero Primavera di Prato

Vi invita
all’incontro sul tema

“L’Area Umida delle Pantanelle”

Intervengono
GILBERTO TOZZI
Direttore del Centro di Scienze Naturali di Prato
DEANNA LASTRUCCI TOZZI
Settore Didattica, Educazione Ambientale
del Centro di Scienze Naturali di Prato

a seguire
Dibattito

LUNEDì 9 NOVEMBRE
ore 21
C/O IL TEATRO LA BARACCA
via Virginia Frosini 8 – Casale (Prato)

Tutti sono invitati a partecipare!

Un altro punto di vista

La Corte Europea per i diritti dell'uomo dice "No al crocifisso nelle scuole pubbliche, perchè rappresenta una violazione alla libertà di religione", dando ragione al ricorso di una cittadina italiana. Contro la sentenza insorgono tutte le forze politiche. E il governo presenta ricorso.
"Se non c'è nessun simbolo ci sono tutti, perché ognuno può pregare il suo Dio, essere sensibile alla religione senza bisogno di avere appiccicato al muro il senso della sua fede". Così Maria Bonafede, a capo della chiesa valdese.

lunedì 2 novembre 2009

Incontro su Le Pantanelle

Lunedì 9 novembre, al Teatro La Baracca, ore 21, il Comitato Ambientale di Casale insieme al gruppo libero Primavera di Prato organizza una serata dedicata alla tutela e alla valorizzazione della zona umida de Le Pantanelle.
L'ingresso è libero.

domenica 25 ottobre 2009

La città antica di Gon-tì ai tempi di Re Cocomero

Nella bacheca de La Baracca abbiamo esposto la favola della città antica di Gon-tì ai tempi di Re Cocomero e della Corte Zuccona (e degli spodestati Ravanelli).
Si invita alla lettura.

martedì 20 ottobre 2009

PARTE CIVILE

Quel che è accaduto a Prato fra domenica e lunedì notte, l'aggressione al cittadino bengalese venditore di rose da parte di quattro giovani filo-nazisti, non è che una manifestazione estrema dell' intolleranza, l'in-cultura che è presente diffusamente fra i giovani.
Lo dico per esperienza diretta.
I giovani disprezzano la cultura, e la minacciano. Come sempre accade nelle società che non sono libere. Se, come diceva Zeller, 'la cultura è nello stesso tempo frutto e condizione della libertà', è vero il contrario, ossia che l'in-cultura è frutto e condizione della illibertà.
Anche se necessario, non basta condannare l'episodio, non basta dichiararsi parte civile al processo contro quei quattro giovani.
In realtà quei giovani non conoscono la Storia; nemmeno sanno di essere raggirati dall'Economia. Hanno filtrato tutte le loro nozioni dalla televisione e da Internet, a-criticamente. Non leggono, non vanno a teatro, ascoltano una musica articifiosa e masterizzata. Comprata. Comprano e usano, basta.
Non hanno coscienza critica. Non si chiedono perché i cinesi, i bengalesi, i senegalesi sono arrivati qui. Non si chiedono in che condizioni vivano. Non si rendono conto nemmeno in che condizioni vivano essi stessi.
Non sanno che alla base della musica c'è il numero, e che il bengalese fa parte di un sistema economico tendente a sfruttare l'essere umano. E che lo fa ipocritamente, perché si scandalizza se questi fatti accadono.
Per questo hanno fallito la società civile e la scuola (o forse quest'ultima l'hanno fatta fallire?). I modelli vincenti sono i guadagni facili, il successo, l'intolleranza.
Anche su questo bisogna dichiararsi parte civile.
Maila Ermini

lunedì 19 ottobre 2009

DOPO LA CENSURA

Voglio ringraziare tutti coloro che lo scorso fine settimana sono venuti al Teatro la Baracca a vedere DRAMMA INTORNO AI CONCUBINI DI PRATO e che ci hanno espresso la loro solidarietà e il loro affetto.
Naturalmente non c'era nessuna autorità comunale o ecclesiastica a informarsi sul passato locale, a testimoniare un interesse, se non altro curiosità per come veniva rappresentato uno degli episodi più laceranti della città di Prato.
Questo la dice lunga sul reale interesse dei nostri rappresentanti -fuori dalle cerimonie, gli eventi paludati e dagli obblighi di palazzo - per le manifestazioni culturali.
Maila Ermini

venerdì 16 ottobre 2009

CENSURA

Stasera TV Prato ha taciuto, nell'agenda, dello spettacolo di domani al Teatro La Baracca, DRAMMA INTORNO AI CONCUBINI DI PRATO.
Forse il direttore Rossi, che è lo stesso con cui abbiamo avuto da ridire (inutilmente) due anni fa, non ha voluto essere sgradito alla Curia, da cui dipende.
Perché non viene a vedere lo spettacolo? Cosa teme, la verità sul vescovo di Prato Fiordelli?
Il teatro non paludato, che dice la verità, che ricorda una memoria scomoda, fa paura e si cerca in ogni modo di farlo tacere, anzi si fa mostra che non esista: c'è davvero di che preoccuparsi.

I CONCUBINI DI PRATO (dedicato a Loriana)


Voglio qui ricordare brevemente quello che accadde quando, due anni, fa debuttammo al teatro La Baracca con DRAMMA INTORNO AI CONCUBINI DI PRATO.
Prima avevamo conosciuto, Gianfelice D'Accolti e io, la signora Loriana Nunziati, che era felicissima all'idea di veder rappresentata la travagliata vicenda del suo matrimonio civile; ci disse di aver rifiutato molte 'offerte' di apparizione pubblica, anche quella di Maurizio Costanzo, che avrebbe voluto ricordare la sua vicenda nel suo salotto televisivo di qualche anno fa.
Loriana Nunziati era bella, anche con i suoi anni. Era elegante e gioviale, aveva una mentalità aperta. Venne a casa mia, accompagnata dal figlio, e Gianfelice le offrì un pasta che lei mangiò di gran gusto. Era una domenica pomeriggio del febbraio 2007.
Il mio rammarico è quello che lei non abbia potuto vedere lo spettacolo, è morta il 12 agosto dello stesso anno. Non ha fatto a tempo. So che prima di morire ha detto proprio questo, il suo desiderio era 'vedersi' in scena.
Le prossime due repliche, sabato e domenica prossimi a La Baracca, sono dedicate a questa donna coraggiosa. E anche al coraggio del suo ex-marito, morto all'estero, dimenticato dalla città.

In occasione del debutto fummo attaccati dalla rivista cattolica Toscana Oggi, senza che nessun giornalista avesse visto lo spettacolo. Per questo motivo ci fu uno scambio di lettere con l'allora direttore Rossi (che ora troviamo a dirigere TV PRATO), lo accusai di scrivere per partito preso. Venne poi un giovane della redazione, che scrisse un'altra recensione.
Credo, involontariamente, di aver abbozzato, nel mio dramma, il migliore ritratto mai compiuto del vescovo Fiordelli, protagonista assoluto della vicenda; i cattolici stessi me lo confermano. Anche perché interpretato da un attore magistrale come il D'Accolti.
Invito tutti, anche i nostri amministratori, a venire alla Baracca; è uno spettacolo importante per la città di Prato e non solo. Non abbiate paura.
Maila Ermini

Un invito per i 20 anni dei Celestini

 Per stasera, 21 dicembre, ore 20,45 alla Baracca.