Premetto che io non voglio qui opinare contro l'utilizzo della cultura in Internet.
Ma opino l'operato e le dichiarazioni di Franceschini, Ministro della Cultura, il quale invece di preoccuparsi degli ARTISTI CHE STANNO COL CULO PER TERRA, di SETTORI DELLA CULTURA CHE NON RICEVONO FINANZIAMENTI, né attenzioni, né sostegno di alcun tipo, anzi sono affossati e dimenticati, invece di organizzare al meglio e incentivare il lavoro (e non parlo solo da un punto di vista sindacale, che è già di per sé un baratro) che gira intorno alla cultura, il suo senso, la sua finalità artistica etica morale politica antropologica economica e quello che volete, ragiona di una PIATTAFORMA STILE NETFLIX DELLA CULTURA, che, come dice la parola, la renderà appunto "piatta"! Ancor di più?!
Di questo si occupa, il Ministro! Come se già tutti i musei i grandi teatri, tutti gli enti culturali, - io stessa ho messo su You Tube le registrazioni di alcuni lavori miei, della Baracca- , non pensassero o non utilizzassero già questi mezzi elettronici, non avessero già le loro piattaforme elettroniche!
Il vuoto, siamo nel vuoto o nell'inutilmente ridondante! O negli affari? O si vuol ridurre il nostro patrimonio a un giocherello? MINISTRO, SI', RESTI A CASA e non contamini col suo virus appiattente le televisioni: ho cambiato idea, STIA ZITTO, stia zitto, per amor di Patria, non renda ancor più moribonda e soffocata la cultura italiana!
ABBIAMO BISOGNO DI VITA, E DI ALTRI MINISTRI.
ABBIAMO BISOGNO DI VITA, E DI ALTRI MINISTRI.
Consiglio la lettura del seguente articolo, finalmente qualcuno che gliele canta da un quotidiano:
Franceschini e il vizio virtuale della cultura,
Di Dalmazio Frau in L'opinioni
delle libertà, quotidiano (oltre i riferimenti).
Se prima ne avessi avuto
anche soltanto un lieve sospetto, adesso ne sono certo, Dario
Franceschini, l’attuale ministro
dei Beni culturali, è un genio. E come molti geni è talmente
avanti con le proprie visioni da non poter essere compreso da chi come me si
ostina a restare ancorato a un mondo ormai obsoleto.
Il geniale Franceschini – così riporta l’Ansa – ad “Aspettando
le parole”, il programma di Rai3 condotto da Massimo Gramellini, ha così
esordito: “Stiamo ragionando sulla creazione di una piattaforma
italiana che consenta di offrire a tutto il mondo la
cultura italiana a pagamento, una
sorta di Netflix della cultura, che può servire in questa fase
di emergenza per offrire i contenuti culturali con un’altra modalità, ma sono
convinto che l’offerta on-line continuerà anche dopo: per esempio, ci sarà chi
vorrà seguire la prima della Scala in teatro e chi preferirà farlo, pagando,
restando a casa” e poi ha soggiunto “In queste settimane di lockdown”,
si è capita fino in fondo la potenzialità enorme del web per la diffusione dei
contenuti culturali, c’è stato un esplodere di creatività”.
Da qui l’illuminante trovata di partire da questa realtà per
sviluppare un più completo progetto. In quanto poi a questa “esplosione di
creatività” dipinta come una
sorta di nuovo Rinascimento, francamente non me ne sono
accorto, ma sarò distratto io…
Ora questi ambiziosi progetti e magnifiche visioni, mi suggeriscono
alcune considerazioni, la prima delle quali è l’eccesso
di “virtualità” e la sempre maggior assenza di Virtù e di
virtuosismi nella società
contemporanea postmoderna. “Pillola rossa o pillola blu?”
avrebbe chiesto Morpheus a Neo, in attesa di sapere quanto fosse profonda la
tana del Bianconiglio, ma l’attuale “matrice” nella quale siamo immersi non è
così esplicita. La follia, la voluta confusione, è la sostituzione in una
sequenza labirintica di scatole dentro altre scatole, contenente ciascuna verità
e falsità, realtà e inganno. La “realtà
virtuale”, che non né per nulla virtuosa, viene offerta alle
persone, al popolo italiano in questo caso, come una brillante soluzione in
confezione famiglia, una vera e propria panacea per curare i mali atavici della
cultura.
Il morbo dilaga? Non possiamo riaprire i musei e la gallerie?
Non possiamo consentire spettacoli teatrali né concerti? La soluzione allora è
il “virtuale”, ovvero ciò che non esiste, quindi si utilizza la rete come una
realtà alternativa, per simulare una vita fittizia che sostituisca quella vera,
nella quale non ci sono rischi per nessuno. Apparentemente. È lo
stesso concetto psicotico che ha prodotto il “sesso virtuale”, l’uso compulsivo
e totalmente asettico della rete, per fare conoscenze carnali che pare in
questa quarantena abbia raggiunto picchi insospettati. Quindi assistere a un
concerto alla Scala, a un’opera all’Arena di Verona, a una pièce teatrale sulla
rete, è la stessa identica cosa di fare all’amore con una camgirl… De gustibus e chi si
accontenta, gode.
Questa è di fatto l’eclatante soluzione alla devastazione
tragica del nostro turismo e del nostro mondo culturale offerta da Franceschini
ed eventualmente dai suoi epigoni che certamente non mancano. Ciò che si vuole
in alto loco, evidentemente, è ridurre sempre più il popolo a una mandria
lobotomizzata e pigra che tanto ottiene tutto da casa,
comodamente seduti sulle poltrone del salotto, attraverso un mezzo – che è la
rete – ormai sempre più onnipervasivo.
Netflix, Amazon… tutto a
portata di dito. Sono le stesse culle amniotiche nelle quali dormono sognando
una vita fittizia le “pile umane” di Matrix. Esattamente la
stessa cosa. Vogliono farvi credere che guardare una tragedia di Shakespeare su
un maxischermo di ultima generazione collegato con una piattaforma digitale,
offra la stessa magia, il medesimo incanto dell’assistervi seduti nelle
poltrone della platea o del loggione. È un ennesimo, subdolo, sottile inganno
travestito da progresso e da finta accessibilità per tutti ai beni culturali.
Tutti a teatro, tutti all’Opera, in realtà vuol dire nessuno a teatro, nessuno
all’Opera!
Stanno progettando un genocidio
sistematico del bene più prezioso del nostro Paese: una strage
silenziosa ma costante che livelli ogni accesso alla cultura, appiattendola e
fingendo di portarla in ogni casa, dove, proprio così facendo, essa perderà
ogni vero, virtuoso, valore e diventerà null’altro che una delle tante e ormai
onnipervasive offerte delle reti televisive. A PornHub affiancherete CultureHub… ma sarà sempre soltanto masturbazione.
www.opinione.it/cultura/2020/04/21/dalmazio-frau_cultura-franceschini-virtuale-teatro-opera-online-popolo-rete-lobotomizzato/?fbclid=IwAR1PrmaXkkhK0ppBR6drQFHOBo_FUqtmnFbN5RDB_BTN2sM18nyGizLDvrw
1 commento:
Quando uno oltre ad essere ignorante della materia di cui si occupa è pure un subdolo e torbido faccendiere che risponde evidentemente a istanze provenienti da chi vorrebbe velocemente cancellare gran parte dello spettacolo dal vivo ( bisogna addirittura pagare gli artisti, in quel caso, che barba che noia ! ), corrisponde all'attuale Ministro dei Beni culturali. Che qualcuno ci assista nel bloccare questo scellerato.
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