Pubblico un contributo del Prof. Centauro sulla didattica a distanza. La sottolineatura in neretto è mia.
"Ad un mese dall'inizio di questa modalità di somministrazione delle lezioni video-audio registrate, credo si possa fare una prima riflessione e dare un'informazione più corretta di cosa vuole dire il distanziamento nella didattica di laboratorio, anche perchè questa solfa potrebbe essere l'anticamera per ridurre
ulteriormente il numero dei docenti nella scuola pubblica, specialmente nelle università, mettendo a regime quello che stiamo facendo in regime di emergenza da coronavirus.
PRIMO MESE DI DIDATTICA A DISTANZA
Il 26 febbraio il contagio da
coronavirus accertato per lo studente norvegese (considerabile come “paziente
1” per l’università fiorentina) ha scosso il dipartimento di architettura a tal
punto che il veloce passa parola sui social ha fatto sì che le aule fossero quasi
subito disertate, ancor prima delle disposizioni del Rettore susseguenti al
Dpcm del 4 marzo. Infatti, il giorno successivo che segnava anche l’inizio
delle attività del secondo semestre, l’aula era vuota con l’obbligo per noi
docenti di attendere in classe eventuali istruzioni. Le iscrizioni ai corsi e alle
lezioni erano di colpo svanite nell’aere. Sapevamo che con la piattaforma
Moodle (acroninmo di Modular Object-Oriented Dynamic Learning Environment),
messa a disposizione dall’Ateneo fiorentino avremmo potuto sopperire
all’emergenza, così com’è stato fatto in via ordinaria da qualche anno a questa
parte. Tuttavia, mai prima di allora
l’e.learning (ovvero la “lezione a
distanza”) avrebbe sostituito in tutto e per tutto il contatto diretto con gli
studenti. Un problema non di poco conto,
ma anche un’occasione per i docenti, specie per i meno tecnologici, di
rimettersi in gioco, aggiornarsi e stabilire tutti insieme una comune linea di
condotta. Se la solidarietà tra docenti è apparsa subito una gradevole sorpresa
non altrettanto poteva dirsi dell’applicazione subitanea per l’emergenza pandemica
della didattica online. Mai si era registrato uno svolgimento così tanto esteso
dello “smart working” applicato non per l’azienda bensì alla scuola. Soprattutto
difficoltose apparivano le attività di laboratorio sia per gli insegnanti sia
per gli allievi, pur se avvezzi al mondo digitale. Carenze di collegamenti in
rete e di dotazioni personali e non solo, laddove per i docenti il rapporto con
gli studenti non poteva più di tanto prescindere dallo svolgimento di un lavoro
condotto a stretto contatto con gli allievi. Un lavoro di studi e di ricerca da
condividere collegialmente sui banchi o negli stage esterni. L’e-learning
è uno dei tanti strumenti didattici, con accesso ed utilizzo interamente web,
che supporta la tradizionale didattica d'aula e permette al docente di
pubblicare e rendere accessibile agli studenti il materiale didattico delle
lezioni, di veicolare comunicazioni, di pubblicare informazioni sul corso e
sulle lezioni, di somministrare compiti/esercitazioni, test ed altro ancora, ma
non di sostituire - come ci si attende da uno studio universitario - la
trasmissione delle esperienze, da uomo a
uomo, dal maestro didatta all’assise raccolta degli allievi. E non basta
la parola dettata a distanza o la video conferenza a modificare lo scenario.
Nel tempo la didattica online, nata per preparare il singolo a sostenere una
prova individuale, magari in corsi di recupero, mostra tutti i suoi limiti non tanto
negli strumenti tecnologici quanto piuttosto nella filosofia stessa alla base dell’apprendimento
di primo e secondo livello. Dopo un mese di webinar (seminari a distanza) siamo
adesso in procinto di affrontare gli esami e le discussioni di tesi. Ancor
prima di sperimentare gioco-forza modalità di presentazione in remoto si è
capito che la connessione non potrà in alcun modo sostituire l’interlocuzione
diretta che resta il fondamento della trasmissione del sapere, delle relazioni
interpersonali, della valutazione, con buona pace per tutti coloro che invocano
una modernizzazione radicale in un mondo di robot".
4 aprile 2020 Giuseppe Centauro
Prima del Corona virus - Foto GAC |
Dopo il Corona virus - Foto GAC |
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