mercoledì 2 giugno 2010

Ancora sulla cultura. E la scuola

Anche l'Ente Teatrale italiano è stato soppresso. Da tempo ridotto e ridimensionato, l'ente viene giustiziato definitivamente nell'ultima finanziaria.
Non che io debba piangere per interesse diretto, sempre sono stata snobbata da certe 'altezze'. Ma va detto che l'ente gestiva tre importanti teatri italiani: il Duse di Bologna, la Pergola di Firenze e il Valle di Roma. Qualcuno annuncia la chiusura delle prossime stagioni teatrali; e anche se non sarà proprio così, certo che tutto sarà ridotto e nulla, per il momento, sarà come prima... Il motto è: si salvi chi può.
Lo smantellamento brutale delle strutture culturali e scolastiche da parte del governo è davvero impressionante. Direi terroristica.
Si è passati da un sistema di proliferazione ridicola e superficiale di istituti, a una assenza quasi completa degli stessi. O almeno questa è la tendenza.
E, di pari passo, a una violenza sistematica sul corpo docente, che risulta annichilito, oltre che alleggerito nella borsa. Umiliato e stretto nella morsa di programmi, che in realtà hanno anche lo scopo di mettere bavagli.
Per umiliare ancora di più la scuola si è pensato da tempo di riempirla di donne, maestre e insegnanti, facendo di loro spesso delle badanti. Controllatissime e lapidate al minimo sbaglio.
Il fine di questa distruzione culturale e formativa è solo dichiaratamente per l'economia; la sostanza implica anche la morte della dissidenza, della diversità, della crescita culturale, e l'impinguamento della classe dei 'quaerentes sibi' zitti e buoni, degli schiavi a stipendio fisso, terrorizzati di perdere il lavoro.
M.E.

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