Poveri giostrai, esclusi dalla festa. Che brutte città sono le nostre, che non accolgono. Che non danno lavoro, nonostante tutta la retorica, i viaggi a Roma. 'Fumus'.
Perché mai è stato negato il lavoro a queste persone? Esiste un vero motivo?
Sicurezza? Non è chiaro nell'articolo.
Io sto con i giostrai. Che ogni giorno devono inventarsi la vita. Come me.
E non con chi prende sicuro lo stipendio fisso o siede sullo scranno messo dalla politica e ipocritamente, se non maligno, decide taglia e 'ammazza'.
M.E.
P.S. Chissà se i giornali diranno anche anche noi siamo stati esclusi, dalla programmazione culturale della Circoscrizione Prato Sud.
Da Il Tirreno, cronaca di Prato.
Esclusi dalla festa Pd: tre giostrai criticano il Comune
«Anche noi abbiamo diritto a lavorare e a dare da mangiare ai nostri figli»
FABIO BARNI
PRATO. Inverno piovoso, primavera da dimenticare e, adesso, il no del Comune a montare le giostre alla festa del Pd a Maliseti. Quanto basta, come rilevano i diretti interessati, a spedire sull’orlo del crac tre giostrai e relative (numerose) famiglie. Su 24 giostre previste, a Maliseti potranno aprire in questi giorni soltanto le 21 dichiarate piccole. Suolo vietato, invece, per quelle grandi e medie. I proprietari d’autoscontro, tagadà e giostra a catene ne fanno una questione di lavoro. Di diritto al lavoro. «Vogliamo soltanto lavorare e chiediamo al Comune di riconsiderare la scelta, tenendo conto che negli ultimi mesi, anche di recente a Campi Bisenzio, abbiamo lavorato pochissimo per colpa del tempo - dicono i proprietari del tagadà, dell’autoscontro e della giostra a catene - Abbiamo figli, in qualche caso ancora bambini, ai quali non sapremmo come dare da mangiare. Per ogni giostra abbiamo compiuto investimenti, per rispettare le leggi e per migliorarle. Abbiamo speso e stiamo pagando. Le rate scadono, e vanno pagate. Che si lavori o no. Siamo disponibili, pur di montare le nostre giostre, a venire incontro a tutte le richieste che gli uffici comunali vorranno farci firmare. Possiamo aprire soltanto a chi ha meno di una certa età. Possiamo devolvere l’intera giornata in beneficienza o aprire gratis, per un giorno, alle famiglie pratesi». Soprattutto, osservano i proprietari delle tre giostre, «possiamo chiudere all’ora che il Comune vorrà indicarci e possiamo mandare le giostre a velocità e con sistemi adatti ai soli bambini». Basterà, per sbarcare il lunario, pagare qualche rata e sfamare le famiglie di 7, 8 o 9 componenti, che quest’anno le giostre possano girare. Anche perché, riprendono i proprietari e le proprietarie (in qualche caso mariti e mogli), «abbiamo già pagato il suo pubblico, fatto gli allacciamenti, doppi, per acqua e corrente, per le roulotte e per le giostre». Non solo. «Abbiamo versato al Pd, la quota che ci è stata richiesta - concludono - Quando sarebbe bastato che dal Comune ci scrivessero con tre mesi d’anticipo, visto che abbiamo tutti una casa e una residenza, in due casi su tre a Prato. Avremmo potuto trovare un altro posto dove andare, come faremo l’anno prossimo. Adesso, però, è troppo tardi». In ogni caso, i giostrai chiederanno indietro le somme pagate - se non monteranno - e si sono già informati in questura sull’anticipo con il quale presentare domanda per dare vita a una manifestazione pacifica di protesta.
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