giovedì 24 giugno 2010

LA PARTECIPAZZIA

Con incredulità leggiamo stamani sui giornali la glorificazione della 'partecipazzia', questo è il nuovo termine che abbiamo coniato per questo "percorso in cui cittadini e comune (in questo caso di Prato) governano insieme".
«E’ la maniera democratica per eccellenza di allargare i centri di decisione, di liberare la politica dalla soggezione dei privati con una grande forza economica, di sfruttare saperi comuni e saperi esperti e, per chi la città la governa, l’occasione di ascoltarne le voci, capirne le aspettative, scoprirne le energie». In sintesi i percorsi partecipativi - se accetatti e condivisi - permettono una collaborazione armoniosa tra chi governa e chi è governato". (Sic!)
Insomma, partecipate alla quiescienza, all'accordo, al va tutto bene. Così, mentre voi date il vostro accordo, il vostro sì, o anche il vostro no, chi governa, anche se sbaglia, potrà dire - e già lo fanno a livello centrale - che hanno la maggioranza dei cittadini dalla loro parte e quindi gli altri devono tacere, non sono influenti, non 'contano'.
Infatti l'assessore alla partecipazione, le cui dichiarazioni riporto per intero più avanti, è contento: "L’obiettivo, nel medio periodo, è organizzare un’altra grande assemblea pubblica: "«Alla quale però devono intervenire tanti cittadini». Nel breve periodo riconvocare la costituente della partecipazione «per affinare i meccanismi e avviare la fase operativa il prima possibile»".
Questi sono i falsi processi democratici. Quelli veri non sono gestiti dagli assessorati e unti dal sindaco. Ripeto, e non lo diciamo solo noi, l'hanno dichiarato e scritto fior di politologi che questo tipo di partecipazione è falsa, tartufesca, pericolosa. Mira al consenso e basta. Il processo democratico deve essere dialettico; e la dialettica, oggi, con questa profonda crisi di credibilità della politica, non può essere demandata solo ai partiti di opposizione, veri o piuttosto presunti tali e basta.
Dunque, l'invito di Primavera di Prato è alla non partecipazione dettata dall'alto, ma a una forma vera, popolare, sentita, problematica, civile sì, ma non ingabbiata che vuole solo strappare ilvostro consenso, e quindi alla fine, continuare a fare gli interessi dell'oligarchia con la vostra 'partecipazione'.
NON PARTECIPATE ALLA PARTECIPAZZIA.


Da Il Tirreno di oggi, cronaca di Prato.

Il buon senso della gente aiuta a governare
L’assessore Silli annuncia un’altra assemblea: «Ma voglio tanti cittadini»

CRI. OR.
PRATO. L’obiettivo, nel medio periodo, è organizzare un’altra grande assemblea pubblica: «Alla quale però devono intervenire tanti cittadini». Nel breve periodo riconvocare la costituente della partecipazione «per affinare i meccanismi e avviare la fase operativa il prima possibile». L’assessore Giorgio Silli che per mandato si occupa di integrazione e di relazioni con i cittadini, due settori complessi e delicati, non ha dubbi sulle opportunità che la Costituente sulla partecipazione può offrire a cittadini e amministrazione. Lei è il primo assessore che accetta un confronto costante così difficile come è quello tra chi governa e chi viene governato. «Perché sono convinto che non si nasce “tuttologi” e che c’è bisogno, per ben gestire la cosa pubblica, di integrare anche i saperi comuni, quelli dei cittadini. Giudicare la partecipazione solo come un atto di disturbo mi pare un modo vecchio e superato di fare politica. Sono convinto invece che riuscire a dare una forma strutturata alla volontà dei cittadini, possa avviare un processo virtuoso che non pregiudica in nessun modo il governo della città». Uno dei timori espressi, infatti, sia da destra e prima da sinistra, quando si parla di partecipazione, è di paralisi dell’attività nel caso l’indicazione della volontà popolare non sia conforme a quella del pubblico. «La Consulta non può e non deve prendere decisioni al posto del Comune. Le decisioni ultime spettano a chi governa. Il rapporto tra l’organismo partecipativo e l’amministrazione deve avere un carattere consultivo, di raccolta e studio delle proposte. In ogni caso è giusto provare questa nuova formula, soprattutto se si hanno, come noi, le idee chiare». Come giudica la struttura della partecipazione? «Direi che è la migliore delle forme, almeno in questo momento. Poi è chiaro che ci sarà necessità di una fase di prova». Il sindaco appoggia la partecipazione? «Il sindaco è il primo ad aver accolto a braccia aperte questa nuova forma di governo con i cittadini ed è lui che spinge affinchè si proceda». Si aspetta difficoltà? «Se gestita come si deve, credo sia una formula soddisfacente per tutti. Anche perché può raccogliere quei movimenti e quei comitati che sono abituati a gridare e non a confrontarsi. Il mio inviato a tutte le organizzzioni del territorio è di entrare nella consulta perché il nostro obiettivo è arrivare a proposte organiche e condivise ed evitare le proteste sterili». La sede della Consulta sarà Palazzo Pacchiani? «Certo, almeno fino a che sarà disponibile».

2 commenti:

Anonimo ha detto...

La partecipazzia: bella trovata, geniale. Bravi.
Perché non fate un corso di lettura e approfondimento ai giornali? Molti non li sanno leggere e bevono tutto quello che viene scritto. Invece dovreste, un'azione civile e politica importante.
Pensateci.

Martina C.

Anonimo ha detto...

Grazie del consiglio, Martina.É forse il caso che Primavera di Prato cominci una campagna di rieducazione civile e politica.
Spero che Maila ci pensi.

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