mercoledì 15 giugno 2011

L'anno zero della cultura

Sbirciando qua e là nello stivale culturale, ho trovato ben poco per l'estate. Fra le altre cose dirupanti, uno storico teatro occupato, il Teatro Valle a Roma.
Nei programmi per l'estate culturale italiana, la musica è la più gettonata.
La musica: ma quale musica? E perché, fra tutte le arti è la preferita in questo anno zero della nostra cultura? 
Intanto è stata scelta quella musica che registra grandi nomi, ma soprattutto quella che tace o se parla, come nel caso dei cantautori, dice cose già dette o im-mutate. E poi musica classica, di cui non si teme, con cui si può riempire lo spazio.
Kant afferma che la musica, a differenza della poesia, non è dotata di parole (a parte quella cantata appunto) e quindi non può comunicare direttamente il concetto che nasconde, se lo nasconde.  Per questo è tanto amata e celebrata in questi tempi, soprattutto quella 'classica'. Con la sonata, si sta tranquilli. Ma anche con il rock! Anche perché manca, manca ovunque, una persona che prima del concerto spieghi la musica che si va ad ascoltare, e questo non si fa in primo luogo perché nessuno o quasi pensa di farlo, cioè per mancanza di idee (in questo paese di scopiazzatori!...), e poi perché potrebbe evidenziare il concetto che nasconde, ci potrebbe rendere edotti non solo di forma musicale, ma anche di contenuto.

La prosa è la più temuta e abbandonata; i teatri sono vuoti o utilizzati per altro. Non si rappresenta più, al massimo, quelle che vediamo sono ombre di teatro, nomi altisonanti, stili radical-scic, mitologia teatrale, scorie dell'altro secolo...Oppure allegre compagnie di dilettanti a cui si dà ospitalità per riempire i teatri e ripianare i budget.
Ugualmente la danza è punita, perché esprime concetti, eccome se li esprime! e, come la pittura può essere poesia muta (lo dice Leonardo); dunque, via! fuori dai programmi, dagli intrattenimenti anch'essa...

Anch'io sono occupante, lavoratrice artista occupante ideale dello spazio e tempo che stanno sequestrando, giorno dopo giorno.  E come i miei compagni, mi trovo impoverita di tutto.

Sarà vero che dopo l'uscita di scena di Berlusconi, la cultura rifiorirà? Avrà fine l'anno zero della cultura? O vedremo ricomparire gli stessi personaggi di sempre, i servi del potere di sempre, io temo, temo che nulla cambi, che per cambiare sia necessario andare ancora oltre.

m.e.

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