domenica 26 giugno 2011

A Prato con Cicerone

Dato che negli ultimi tempi a Prato i teatri sono stati rinomati soprattutto per le attività extra-teatrali, come Pratoincontra al Metastasio o hanno accolto compagnie non professioniste per rimpinguare il proprio pubblico, anche al Teatro La Baracca ci siamo industriati per fare il cosiddetto pienone, e l’abbiamo fatto, copiando gli altri, ahinoi, con una attività extra-teatrale. Dopo un lungo consiglio dove risuonava quasi solo la domanda: - Che facciamo, che facciamo?-, abbiamo deciso di organizzare una seduta spiritica.
Così dopo aver informato i nostri aficionados, contando sul passaparola,  una sera ci siamo messi di buzzo buono, abbiamo preso un tavolino con le necessarie zampe e abbiamo invocato l’aldilà davanti a tanta gente che assisteva come pubblico.
A forza di chiamare e richiamare, il tavolino s’è mosso, nessuno fra il pubblico aveva dubbi:  qualcuno era arrivato, e non di poco conto: aveva risposto al nostro appello nientepopodimenoché Cicerone, la cui anima per l’appunto passava per la Piana.
Cicerone ha  subito detto di essere diretto alla Torre di Casilina a Pistoia, in preda al rimorso nei confronti di Catilina appunto; che per questo motivo percorre la Piana fra Firenze e Pistoia una volta alla settimana, si ferma a volte a trovare gli antenati di Mario e Silla sepolti in Calvana (dove c’è un tesoro archeologico del tutto sconosciuto!) , e ogni tanto con le loro anime si intrattiene un lunghi colloqui, a cui assistono anche alcune anime di etruschi della antica città che fu travolta dall’alluvione alcuni secoli prima che lui nascesse.
All’inizio a tratti, ma poi sempre più chiaramente ha cominciato a parlare di… Gonfienti! Tutti tremavamo dalla paura, l’alito della sua anima era percepibile da tutti noi ‘spiritanti’ e dal pubblico attentissimo e strabiliato, immobilizzato.
A proposito di Gonfienti Cicerone ha detto queste testuali parole:- Meno male che mi avete chiamato, non sapevo come parlarvi. So che alcuni amici hanno presentato una denuncia, or sono due anni fa, contro l’abbandono della città etrusca di Gonfienti , denuncia che appare dimenticata da qualche parte presso la Procura della Repubblica. Io voglio  dare una mano agli amici che tanto si sono spesi in favore di questa scoperta, sapete che sono stato bravo avvocato, e di queste cose me ne intendo: insomma bisogna sbrigarsi a sollecitare chi di dovere perché altrimenti la denuncia cade in prescrizione; insomma, per farla breve, voglio dire dove si trova la denuncia e presso quale giudice, che  si chiama…, così che magari potete andare da lui e qualcosa possa accadere. Noi romani abbiamo sempre avuto in antipatia gli etruschi, quei saputelli, ma non è accettabile che per un cavillo, per una storia o per i grossi interessi in campo non si passi dalle parole ai fatti e non si risolva una volta per tutte questo scandalo. Lo faccio per il mio innato senso di giustizia; nonostante l’ antipatia avevo tanti amici di origine etrusca quando ero in vita ed erano buoni…cristiani. -
Cristiani, ha detto proprio così.
L’anima di Cicerone mi si è avvicinata ancor di più per dirmi qualcos’altro , ma non ho capito…
Alla fine, quando è volata via, il pubblico si è sciolto in un lungo applauso: certo nessuno immaginava tanto risultato alla prima seduta.
Il successo è stato tale che registriamo il tutto esaurito per la prossima stagione, per cui, come accade altrove, non sarà più necessario fare teatro nei teatri.

Maila Ermini

(Pubblicato su Metropoli venerdì 17 giugno 2011).

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