Nel giorno dedicato alla città etrusca di Gonfienti, i giornali parlano dell’Interporto della Toscana Centrale che l’ha seppellita. Un caso? Per dire che:
la società è in deficit;
cercano soci e quindi soldi;
si ricordano ora quali sono le vere finalità di un interporto, finora mai realizzate, ovvero quelle di ridurre il traffico su gomma;
avrebbero costituito una società di scopo al fine di valorizzare la città antica che, ricordiamo è dentro la proprietà dell’Interporto, una ‘partecipata’.
E' in atto un’operazione di restyling. O almeno ci provano.
In sintesi, l’operazione interporto è stata un fallimento.
Paradossalmente si salveranno solo se decideranno di intraprendere la strada del parco – finora esistente solo in ‘second life’ - e di un altro tipo di sviluppo.
"Interporto spa cerca nuovi socI- |
Fase operativa al via ma il presidente Pezzati reclama più attenzione dalla Regione |
Il deficit ammonta a 30 milioni coperti dal patrimonio, ma il bilancio chiude con un attivo di 200mila euro. |
PRATO. L’interporto è entrato a tutti gli effetti in una fase operativa, anche se ancora non sfrutta appieno le sue potenzialità. A questo proposito, la società è impegnata a battersi su molteplici tavoli. Con l’obiettivo, da una parte, di continuare a sviluppare contatti con altri operatori per ampliare l’attività; e dall’altra, di portare avanti il dialogo a livello politico affinché sia posta maggiore attenzione alle funzioni di eco-sostenibilità che svolge. In quest’ottica, il presidente della società Interporto Angelo Pezzati invita la Regione e le amministrazioni comunali dell’area metropolitana a incentivare il traporto su rotaia reclamando maggiore attenzione. «Riteniamo di essere un sistema virtuoso - commenta Pezzati - sotto il profilo del risparmio energetico e del miglioramento ambientale che l’infrastruttura favorisce attraverso il maggior uso dei treni. Vorremmo che questo fosse riconosciuto e che il tema del trasporto rappresentasse anche un problema politico da affrontare il prima possibile nel tentativo di diminuire l’inquinamento ambientale e l’ulteriore consumo di territorio per la realizzazione di nuove strade. Non è ammissibile che in Toscana il trasporto merci ferroviario sia solo al 2% contro una media nazionale del 7%». Nei piani della società Interporto c’è quello di portare avanti una serie di interventi finalizzati a rendere più efficiente l’assetto interno e a incrementare il numero degli addetti. «La società ha chiuso il bilancio 2010 con un risultato positivo - evidenzia il presidente - circa 200mila euro di utili, avendo pagato 1.200.000 euro di oneri finanziari. A fronte dell’ammontare di un deficit di 30 milioni di euro, la società ha però beni immobiliari per un valore complessivo di tre volte superiore che la rendono solvibile». In virtù ciò «il consiglio ha ritenuto che la società debba allargarsi - aggiunge il presidente - aprendo a soggetti privati e pubblici». «Al momento non abbiamo ricevuto risposte - precisa - ma auspichiamo che ciò avvenga». Nel frattempo, è nata una società di scopo per valorizzare il sito archeologico di Gonfienti: «Auspichiamo l’ingresso di partner esterni - ribadisce - riuscire a trovare dei soggetti disposti a investire complessivamente 10 milioni di euro da destinare al parco verde, ci consentirebbe di ricavare soldi per lo sviluppo dell’infrastruttura. A questo proposito, è in corso una trattativa col Quartiere est affinché si renda disponibile a darci una mano a valorizzare un vecchio rudere di nostra proprietà, che si trova alle pendici della ferrovia, per farci attività di carattere culturale o museale a vantaggio della collettività». Tra le varie attività che sono state sviluppate nel corso del 2010 spiccano il completamento di 2 capannoni per circa 16mila metri quadrati già affittati a società esterne, lo sviluppo di una nuova piattaforma logistica (70mila metri quadrati) per potanziare il trasporto intermodale e l’attività di carico e scarico merci, e un accordo con Fs, che consente di sviluppare il servizio ferroviario incrementando il traffico intermodale. «Il servizio è partito nel 2010 con i primi trasporti a carro per oltre 50mila tonnellate di merce trasportata per ferrovia - precisa Pezzati - Entro la fine dell’anno prevediamo di superare la quota di centomila tonnellate l’anno». " (Barbara Burzi, Il Tirreno, ediz. di Prato). |
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