domenica 26 giugno 2011

Perché il Teatro La Baracca è moralmente il vero Teatro Stabile di Prato.

Ricevo da Gianfelice D'Accolti, e pubblico.


"Le considerazioni che seguono sorgono dall’osservazione di una strana anomalia della città di Prato, ove dal 2006 risiedo e lavoro presso il teatro la Baracca di Maila Ermini.

L’anomalia è questa:
-          il Teatro La Baracca lavora stabilmente e ininterrottamente dal 1993 in questa città producendo teatro che esporta anche al di là delle mura cittadine;
-          le produzioni tutte originali sono sostenute dall’attività prolifica e continua della sua ispiratrice, Maila Ermini, drammaturgo di calibro internazionale, vincitrice di importanti premi letterari, regista e attrice lei stessa;
-          il teatro è riconosciuto dalla Regione Toscana e fa parte del Circuito dei Piccoli Teatri della regione, ne riceve blandi finanziamenti così pure dal Comune di Prato.
-          Il teatro si avvale della collaborazione di forze locali (attori, tecnici) e ospita quando può proposte regionali ed extraregionali, accogliendo in particolare chi non avrebbe altra visibilità e opportunità, fuori dai circuiti istituzionali nei quali non ci si inserisce se non conosciuti, non partecipanti, non consenzienti.
-          Nessun teatro cittadino ha mai affrontato sulla scena, saputo o voluto affrontare, i grandi nodi drammatici della storia di questa città:

* Le origini etrusche e il dibattito politico-culturale sulla grande città di Gonfienti sotterrata e negata alla comunità cittadina e internazionale, con il dramma Laris Pulenas, che costituisce al tempo stesso una rarità interpretativa nel panorama teatrale italiano per le soluzioni registiche coraggiose ed efficaci adottate e sostenute: quale regia affiderebbe a due soli attori la interpretazione di otto personaggi?
*      L’onta subìta nel 1512 del Sacco di Prato, con il dramma Prato nel Sacco, in cui si rievoca la dolorosa vicenda storica sofferta da questa città che giocò nolente il ruolo di caprio espiatorio nella guerra mediceo-papalina contro la Repubblica Fiorentina.
*      Il dramma della strage nazi-fascista di Figline di Prato presentata nell’opera Vita restante di un carnefice in cui per la prima volta si illustra un’ipotesi sulla figura dell’autore di questo misfatto dell’ultima guerra mondiale a tutt’oggi rimasto impunito.
*      Le conseguenze del fanatismo religioso sui minori con lo spettacolo prima e il libro poi, L’infanzia negata dei Celestini, basato sul Libro Bianco, le testimonianze dirette e gli atti del processo penale contro padre Luciano e l’omonimo Istituto dei Celestini
*      Il tema dei conflitti Stato-Chiesa nel Dramma intorno ai concubini di Prato che ha segnato la storia nazionale sul diritto del cittadino alla autodeterminazione in tema di laicità.

Chi più del Teatro La Baracca ha parlato, progettato e prodotto su temi così squisitamente pratesi ma con risonanze nazionali importantissime?
Chi più del Teatro la Baracca ne ha sofferto in termini di discriminazione – dalle forze istituzionali, dai sistemi partitici e dalla Curia locali – subendo a volte una vera e propria caccia alle streghe? Riprova di ciò è che mai è stato invitato a presentare le proprie opere al Teatro Metastasio.
Chi più del Teatro la Baracca ha saputo mettere il dito nella piaga in ferite non del tutto rimarginate della coscienza civile e storica della Città?
Chi più del Teatro La Baracca ha mantenuto viva ed esplorata e riproposta una Memoria comune su cui fondare una appartenenza consapevole alla comunità civile?

E, dunque, l’anomalia è che, ciò nonostante, il Teatro la Baracca, è sostanzialmente emarginato dalla visibilità ampia che invece si concede ai grandi eventi del sistema dello spettacolo (lo “show system”) spesso irrilevanti da un punto di vista artistico e culturale."

Gianfelice D’Accolti

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