venerdì 23 marzo 2012

Messaggio per la Giornata Mondiale del Teatro 2012


Ogni anno l'International Theatre Institute (UNESCO) chiama un rappresentante del teatro a scrivere un discorso per la giornata internazionale del teatro, poco festeggiata in Italia, che cade il 27 marzo. Quest'anno tocca a Malkovich, che scrive un discorso particolarmente significativo, perché testimonia il difficile momento che il teatro sta vivendo, assediato dalla censura e dalla indifferenza messa in atto e coltivata dal potere.
I’m honored to have been asked by the Inter­na­tional Theatre Insti­tute ITI at UNESCO to give this greet­ing com­mem­or­at­ing the 50th anniversary of World Theatre Day. I will address my brief remarks to my fel­low theatre work­ers, peers and comrades. 
“May your work be com­pel­ling and ori­ginal. May it be pro­found, touch­ing, con­tem­plat­ive, and unique. May it help us to reflect on the ques­tion of what it means to be human, and may that reflec­tion be blessed with heart, sin­cer­ity, candor, and grace. May you over­come adversity, cen­sor­ship, poverty and nihil­ism, as many of you will most cer­tainly be obliged to do.
“May you be blessed with the tal­ent and rigor to teach us about the beat­ing of the human heart in all its com­plex­ity, and the humil­ity and curi­os­ity to make it your life’s work. And may the best of you — for it will only be the best of you, and even then only in the rarest and briefest moments — suc­ceed in fram­ing that most basic of ques­tions, ‘how do we live?’ Godspeed.”
John Malkovich
È’ per me un onore che l’International Theatre Institute ITI dell’Unesco mi abbia chiesto di scrivere questo messaggio per il cinquantesimo anniversario della Giornata Mondiale del Teatro. Dedico queste mie brevi parole ai miei colleghi, ai lavoratori del mondo del teatro, miei pari e miei compagni.

Che il vostro lavoro sia avvincente e originale. Che sia profondo, toccante, contemplativo, unico.

Possa il vostro lavoro aiutarci a pensare, aiutarci a domandare che cosa significhi essere umani, e che questo pensiero possa essere sostenuto col cuore, con la sincerità, con il candore e con la grazia.
Che possiate superare le avversità, la censura, la povertà e il nichilismo, che molti di voi sicuramente saranno costretti ad affrontare. 

Possiate godere di talento e di rigore, per insegnarci il battito del cuore umano in tutta la sua complessità, con l’umiltà e la curiosità necessarie per rendere tutto questo il lavoro della vostra vita. Possa il meglio di voi – poiché sarà solo il meglio di voi, anche se solo per un attimo – riuscire a formulare la più essenziale delle domande: «come viviamo?». 

Buona fortuna.

John Malkovich


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