sabato 17 marzo 2012

Futuro al biossido di titanio

Leggetevi un po' quale prospettiva di futuro della costa toscana è disegnata dall'assessore regionale Simoncini.
Tra l'altro ancora sulla 'bontà' del biossido di titanio che la multinazionale Tioxide produce a Scarlino, ci sono seri dubbi. La multinazionale francese Gdf Suez che ha inaugurato un centro di formazione tecnica non meglio specificato, oltre che di energie rinnovabili, si occupa anche di energia nucleare.
Leggete, leggete...

Il rilancio industriale della costa toscana
(Comunicato dell’assessore Gianfranco Simoncini) Negli ultimi giorni si sono concretizzate diverse iniziative che puntano alla valorizzazione e al rilancio della vocazione industriale e dimostrano l'attenzione della Regione per buona parte del territorio costiero. Si tratta del via libera - dato dalla giunta su mia proposta - all'intesa istituzionale per Piombino, della firma dell'accordo per la Solvay, dell'investimento, fortemente voluto dalla Regione e dalle istituzioni locali, che la multinazionale Tioxide ha realizzato nell’impianto di produzione di biossido di titanio di Scarlino.
Dalla giunta è uscito poi anche un atto che destina un consistente finanziamento regionale (circa 1 milione e 300 mila euro) per completare i lavori di manutenzione del porto di Viareggio, dando così nuovo respiro all'industria della nautica e della pesca. Ma non è tutto. Possiamo anche ricordare il protocollo d'intesa per Livorno, che sarà firmato nei prossimi giorni, per la Regione, dal presidente Rossi. Poi un altro tassello, ultimo in ordine di tempo ma non meno importante: l'apertura del centro di formazione ad opera del gruppo Gdf Suez a Rosignano, che consolida la presenza della multinazionale francese sul nostro territorio, rafforzandovi la già ben radicata filiera dell'energia e confermandone le potenzialità nell'attrarre capitali stranieri e nuove iniziative imprenditoriali di largo respiro, essenziali per li sviluppo.
Il protocollo per Piombino, che lega il rafforzamento del polo siderurgico a iniziative di riqualificazione urbana e ambientale, prevede un contributo da parte della Regione che inizialmente sarà di oltre 13 milioni, cui potranno in seguito aggiungersi ulteriori risorse. A Scarlino, Tioxide investe sul sito per 38 milioni di euro, mentre l'intesa per Solvay vede lo sforzo comune di Regione e istituzioni locali per difendere e rilanciare lo storico insediamento chimico, superando difficoltà attuali nel rispetto delle compatibilità ambientali. Nel nuovo centro messo in piedi dal gruppo Gdf Suez, che sono stato chiamato a inaugurare venerdì 16 marzo, infine, vedo un'altra possibile leva di sviluppo e innovazione in grado di rendere ancora più strategica non soltanto l'area costiera ma l'intera Toscana.

Ecco i dubbi sul biossido di titanio....
"Le nanoparticelle di Biossido di titanio (TiO2 - Titanium dioxide), ampiamente usata nelle creme solari e cosmetici, provocano effetti infiammatori sui polmoni simili all'amianto. Lo ha stabilito una nuova ricerca condotta da un team di scienziati franco-svizzeri delle università di Losanna e di Orléans.

I ricercatori hanno indagato sulla capacità delle nanoparticelle di TiO2 di provocare infiammazione in test condotti su cellule umane e in esperimenti di laboratorio utilizzando topi, ed hanno scoperto che le nanoparticelle di TiO2, utilizzate nell’industria come sbiancante in molti prodotti di uso quotidiano, come vernici, cosmetici, creme solari, vitamine, coloranti alimentari e dentifricio, possono provocare effetti simili a quelle dell'amianto, attivando un gruppo diproteine denominate inflammasoma Nlrp3, un meccanismo che ha il complesso compito di attivare i processi di infiammazione, rilasciando molecole in grado di attaccare il DNA, le proteine e le membrane cellulari.

Secondo il ricercatore Jürg Tschopp le nanoparticelle di biossido di titanio si accumulano, come accade per l'amianto, nei polmoni, dove possono dare luogo ad un processo infiammatorio che può durare 10-15 anni, per poi creare le condizioni per il cancro.

Tschopp, che è il ricercatore che ha guidato lo studio in questione, professore di biochimica all'Università di Losanna, vincitore nel 2008 il Premio Louis-Jeantet per la Medicina per il suo lavoro pionieristico nel campo della morte cellulare e l'infiammazione, sostiene di temere che le nanoparticelle di biossido di titanio possano diventare "l'amianto del futuro", vale a dire che ci troviamo allo stesso punto in cui ci trovavamo 40 anni fa con l'amianto: abbiamo informazioni non solide ma che costituiscono una qualche indicazione sul fatto che tali nanoparticelle possano causare il cancro.
Le ricerche del team di studiosi franco-svizzero non costituiscono per ora una indicazione a non usare creme solari e dentifrici, ma sicuramente una migliore regolamentazione sul loro utilizzo, soprattutto laddove non sono necessari, sarebbe auspicabile."

Fonte di riferimento www.materialitossici.org/

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