venerdì 23 marzo 2012

Il silenzio dei chierici

Se penso ai miei colleghi, non so se ridere o piangere.
Oggi in Italia le persone di cultura, gli intellettuali, gli artisti, sono i più conformisti e ossequienti il potere.
Tutti là sotto 'cappella' a vedere se riescono a racimolare qualcosa.
Che tristezza. Che noia, soprattutto.
E i danni di questo conformismo si vedono nelle opere che producono, che sono veri e propri disastri, opere insignificanti.
D'altronde la politica si sa non aiuta questi chierici, e li tiene al cappio.
Solo così possono fare i direttori artistici. I professori. Gli intellettuali. Gli artisti. Andare nelle trasmissioni della RAI. Insegnare nelle università. Fregiarsi del nome di direttore.
Avete sentito la signora direttrice della RAI, la signora LEI come parla? Che filza di luoghi comuni e orrori?
Ho visto un allievo che ha lavorato con me come attore fare la fila in questi posticini che contano. Dove ti fanno 'girare'. Vederlo là, dove porta le mie idee dopo avermele malamente saccheggiate,  mi ha stretto il cuore. Lui non sa che 'girerà' solo per loro, e poi lo butteranno nel cestino.
Hanno tanta carne fresca, un surplus di artisti, letterati, pittori, musicisti, scultori, attori, registi pronti a fare a organizzare. Come gettoniere.
In fondo, un artista un intellettuale un professore un insegnante vale l'altro.

Guardate come fanno: certa persona mi aveva addirittura scritto che mi avrebbe ingaggiato con uno spettacolo in occasione della festa della donna; poi, visto che sono stata 'cattiva' politicamente, si è rimangiata tutto.
Ha chiamato altra artista donna, ed ecco fatto. Una roba si sostituisce con altra.

Così si comportano per avere il silenzio dei chierici. E le loro inutili opere intellettuali. E ce l'hanno.
Per non danneggiarsi, chi ha 'famiglia', sta zitto. Acconsente. E così alla fine si hanno i teatri vuoti, e quello che si vede è del tutto misero.Il direttore artistico, in questo caso, potrebbe anche non esserci: basta un funzionario qualunque. Ma questo poi sono diventati i direttori artistici. Li chiamano ancora così perché fa pubblicità.

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