martedì 20 marzo 2012

Viadotto al Soccorso

Così a Prato, alla cosiddetta strozzatura del Soccorso a Prato, ci andrà il viadotto?
Così la giunta Cenni ha deciso di perdere le prossime elezioni.
Inutili tutti i tentativi di fare opinione con i giornali a favore. La gente non vuole il viadotto, non solo i residenti.
Tra l'altro Cenni si rimangia il suo impegno per l'interramento del 29 novembre al consiglio della Circoscrizione Sud.
Qualche giorno fa al Comitato per la Riqualificazione del Soccorso, che si batte per il sottopasso, è stato significativamente annullato un incontro accordato da tempo, e all'ultimo momento.
Altro che Partecipazione! 


"Soccorso, il ponte è più vicino: «E’ la soluzione
Lo studio d’impatto ambientale conferma quello dei tecnici del Comune. Strada
di LEONARDO BIAGIOTTI
HA VINTO il viadotto. Lo studio di impatto ambientale presentato da Iride ieri pomeriggio in Comune, sia alla giunta che ai segretari dei partiti e ai consiglieri di maggioranza, ha individuato nel ponte la soluzione migliore per il raddoppio del nodo del Soccorso e a questo punto è sempre più probabile che questa diventi anche la soluzione definitiva dell’amministrazione. I vantaggi evidenziati sono diversi: il viadotto in pilotì da realizzare in tre fasi non impone la chiusura del traffico in fase di cantiere; consente, seppure parzialmente, di ricucire la zona del Soccorso dal punto di via urbanistico; costa circa 7 milioni meno dell’interramento completo o parziale, per un totale di 26 circa; non dà problemi a sottoservizi e pochi alla falda idrica; garantisce un impatto minore dal punto di vista ambientale anche perché ha costi di manutenzione più bassi rispetto alla soluzione interrata. Il tallone d’achille resta l’inquinamento acustico.
In particolare lo stud
io di Iride ha preso in considerazione sette diverse soluzioni: il raddoppio con l’utilizzo di due muri laterali (rilevato con terrapieno); il raddoppio con terrapieno ma aprendo un sottopasso per collegare via Tasso e via Verona; un ponte da realizzare in un’unica soluzione con la chiusura del traffico; un ponte da realizzare in tre fasi diverse senza chiudere il traffico; l’interramento in trincea, in parte aperta e in parte coperta, con palificate profonde 15 metri; l’interramento completo; l’interramento all’altezza di via Roma e l’eliminazione del sottopasso di via del Purgatorio (la soluzione proposta dagli ingegneri). Tra i parametri presi in considerazione per valutare la soluzione migliore, Iride ha tenuto conto delle modifiche alla circolazione e delle conseguenze negative del cantiere sulla qualità dell’aria, dell’interferenza del cantiere con barriere infrastrutturali o sottoservizi, della creazione di nuovo tessuto urbano, della necessità di materiali e, viceversa, del conferimento in discarica degli inerti, dell’impatto paesaggistico e sulla falda idrica, dell’inquinamento acustico, delle emissioni e dei costi di costruzione e manutenzione. Alla fine, mettendo insieme tutti i parametri, la soluzione del viadotto da costruire in tre fasi senza interrompere il traffico secondo lo studio «presenta minori costi ambientali e sociali e dunque è, a fronte di un costo di costruzione inizialmente più elevato, la più performante tra quelle analizzate». Non solo, secondo Iride «l’opera può divenire motore di trasformazione urbana» garantendo, da un lato, «la continuità e l’efficienza del sistema infrastrutturale e, dall’altro, la continuità del sistema insediativo». Il viadotto sarà lungo circa 600 metri e richiederà circa due anni di lavoro. Si potrebbe realizzare con circa 20 milioni, considerando i ribassi d’asta, ma i soldi del governo (16 milioni) sono più che mai decisivi. Sul fronte delle buone notizie c’è invece il fatto che lo studio va nella stessa direzione del progetto preliminare già approvato dalla giunta e inviato al ministero per il finanziamento. Dunque se il viadotto dovesse essere davvero la soluzione scelta le procedure sarebbero molto più snelle." (La Nazione)

1 commento:

Simone ha detto...

Per quanto gestito in maniera goffa dall'attuale amministrazione, questo problema ha radici profonde, annose, e svariate amministrazioni passate l'hanno colpevolmente ignorato o rinviato "sine die". I risultati oggi sono sotto gli occhi di tutti.

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