domenica 25 marzo 2012

Museo del Tessuto e compagnia


Che il Museo del Tessuto di Prato sia una emanazione degli industriali pratesi, esattamente come il Pecci, e che per questo vadano entrambi maluccio, nessuno lo dice.

In realtà ciò che preme a questi industriali è fare affari o la promozione di sé. Infatti tutte le mostre denunciano queste sfumature. Sono viziate dal marketing.

Chi è il presidente del museo? Un industriale, in pole position per diventare anche capo degli industriali pratesi.

Gli industriali, in questi tempi monteschi, stanno riprendendo vigore, e si danno un gran daffare in politica.

Guardate il Nesi: ex industriale (tra l'altro anche consigliere al Museo del Tessuto), piuttosto che fare l'assessore della cultura della provincia promuove i suoi libri; sembra essere diventato assessore per questo.  In molti comuni della provincia  si lamentano infatti del suo mancato ruolo istituzionale.

(Questi assessori 'chiamati', non eletti, in molti casi sono simbolo di questa Italia poco democratica; non è causale insomma che siamo governati da questa oligarchia non eletta, dittatoriale.)

Ma per tornare ai nostri musei: sono insignificanti, voluti dagli industriali come vetrina di sé e dei loro affarucci. Sono finti e la gente non li partecipa.

Come è possibile?

Ora hanno intitolato una mostra "Il tessuto è tutto. Una grande mostra sull'eccellenza della produzione tessile pratese". Ma che vuol dire?

A parte il titolo brutto e poco attraente, il titolo è terroristico e asfissiante, dittatoriale e vuol dire: Prato deve avere vocazione industriale, questa e punto. Tutte le altre vocazioni, come quelle culturali, devono essere chiuse in enti, sistemi, eccetera controllati e controllabili, finanziabili e finanziati: un po' dello che ha detto l'assessore comunale di Poggio a Caiano, nel post precedente a questo.

Il Museo del Tessuto sarebbe sicuramente più significativo per la città (e lo stesso discorso vale per il Pecci)  se invece fossero completamente liberati da questo giogo e prendessero respiro con progetti completamente autonomi e originali.
Ma questa città è schiava di questa  gente, e, vedrete, con i loro soldi s'aggiusteranno anche un nuovo  candidato alle prossime elezioni comunali...

(Non temo di non fare Pratopezza al Museo del Tessuto; tanto non me lo faranno mai fare, perché non mi si perdona il mio impegno per Gonfienti. Pensate, l'avevo anche chiesto, ingenuamente, telefonando. Pensavo che fosse normale fare questa maschera pratese, fatta di cenci, credo originale e che piace molto, presentarla al Museo del Tessuto. Che sciocca. Eppure non sono nemmeno più tanto bambina. Non mi perdonano l'impegno politico. Vorrebbero gli artisti come li hanno, ce ne hanno tanti già ai loro piedi, resi insignificanti. Va bene, Pratopezza lo porterò fuori. Intanto ad Agliana, martedì).

1 commento:

Simone ha detto...

Mi collego all'inciso su Nesi:

è evidente che la sua nomina a assessore provinciale è un'operazione di immagine, più che di sostanza.
Si è puntato sul”nome” noto, non certo sulla sua genuina voglia di fare l'assessore alla Cultura per la Provincia.
Basta guardare l'attività di Nesi in questi 3 anni per capirlo: non ha mancato mai una delle iniziative organizzate dal Museo del Tessuto, dalla più strombazzata alla più insignificante; ha patrocinato attività che lo interessano/riguardano (ultima la pubblicazione dei racconti di giovani figli di immigrati che vivono a Prato ). Si è disinteressato, o quasi, del resto.
Anzi, quando ha provato a uscire dal suo ristretto campo ha fatto danni, vedi su Gonfienti: inutile coinvolgere una istituzione pisana per la valorizzazione virtuale del sito archeologico, se poi si lascia nel TOTALE abbandono il sito stesso e si consente di costruirci intorno ampliamenti dell'Interporto.
E' come mettere on line la visita virtuale a un museo e lasciare cadere a pezzi il museo reale: ma scherziamo? Ovviamente la cosa è stata annunciata in pompa magna, contando sul fatto che ai pratesi Gonfienti è ignota: non è mai stata fatta conoscere la reale entità della scoperta, anzi la si è sminuita. Chiaro che l'iniziativa di Nesi sia sembrata significativa ai più, in quest'ottica.

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