mercoledì 31 luglio 2013

La Notte Nera della Periferia di Prato (14): San Paolo

San Paolo è stata per anni simbolo del degrado della città. Già quando ero bambina io, a San Paolo vivevano tanti immigrati del Sud e del Nord, con una urbanizzazione, anzi cementificazione selvaggia che non ha avuto pari per la sua bruttezza. E' stata anche sinonimo di malaffare, prostituzione, delinquenza, disagio.

La cementificazione del dopoguerra si è sommata a capannoni inqualificabili, di varia misura e entità dove i cinesi si sono facilmente insediati.

Ora - lentamente - è uscita un po' dal tunnel in cui i nostri amministratori l'avevano messa. Per questo la Circoscrizione Ovest ha molto lavorato. Ma il disastro architettonico e antropologico è stato compiuto e sarebbe necessario un vero e proprio piano di riqualificazione di tutta l'area che non c'è.

A me piace la chiesa moderna di San Paolo, del 1984, un parallelepipedo di certa originalità, poco evidenziato. 

Francesco De Gregori, ossia la tristezza del pensiero

Ho letto l'intervista che hanno fatto al cantautore Francesco De Gregori (sotto è l'indirizzo) e mi sonno rallegrata con me stessa per non averlo mai amato, per non aver comprato mai un disco di questo mediocre pensatore e  soprattutto, a parte qualche canzoncina, mediocre cantautore in tutto e per tutto sopravvalutato.
Si capisce che certi pseudoartisti vanno avanti solo perché sostenuti da certa politica a cui sono funzionali. Il compitino lo svolge fino in fondo: ha votato Monti e Bersani, parla male della TAV e, perché no, ha fastidio delle piste ciclabili.

http://www.corriere.it/politica/13_luglio_31/de-gregori-non-voto-piu-cazzullo_ae273fd8-f9a2-11e2-b6e7-d24d1d92eac2.shtml

martedì 30 luglio 2013

La moratoria etica dei campioni del Parlamento italiano omofobo e beghino

Mentre Papa Francesco stupisce il mondo con le frasi a effetto , del tipo "Chi sono io per giudicare un gay ...?", alcuni parlamentari del PdL se ne vengono fuori con la 'moratoria etica' volta a contrastare norme contrarie alla Chiesa di Roma. I campioni del Parlamento Maurizio Lupi, Mariastella Gelmini e  Mara Carfagna hanno lanciato quest'appello:

"Leggi contro l'omofobia e per la regolamentazione delle coppie di fatto sono elementi divisivi nel senso comune del popolo con particolare riferimento alla tradizione, dalla vita alla famiglia naturale, alla libertà educativa."

lunedì 29 luglio 2013

Io sono una vera diarista

Avevo già parlato dei finti blogger o, come preferisco chiamarli in italiano, diaristi. Ma torno sull'argomento.

Finti perché scrivono per commissione, diretta o indiretta. Fanno da specchietto per le allodole. Prima delle elezioni, circa un anno prima più o meno, si mettono in azione con il loro diario in linea, o blog.

E lì giù a menar botte con le parole sull'obbiettivo da abbattere; oppure da osannare. In sostanza non parlano che di quell'argomento, scopiazzano, dipendono esclusivamente dai giornali da cui attendono notizie e imbeccate giuste, argomenti; scrivono poi  confusamente a tal punto che a volte non si riesce a leggerli; e questo anche è un segnale della loro poca trasparenza. Insomma sono stancanti per l'argomento e per come l'affrontano.

Fanno il giochetto molto sporco.

Il diarista 'vero' non scrive che per sé o per un motivo aperto e franco, non per commissione; insomma, non è il solito vendutino o furbastro di turno che fa 'assistenza' di partito o scalata.

Anche se non necessariamente molto acuto, o bravo eccetera, è una testa almeno pensante e scrive e riflette da roba del suo sacco.
Io sono una vera diarista.

http://primaveradiprato.blogspot.it/2013/03/i-finti-blogger.html

'Miniastro ' Alfano

Ieri sera, tornando a casa, ho visto un gruppo persone che stavano togliendo questo cartello, muniti di taglierino.
Mi sono avvicinata per capire: era evidente che toglievano un cartello involontariamente irriverente, dove invece della parola 'ministro', era stata scritta, in tutta fretta come al solito, la parola 'miniastro' Alfano.

Lo stiamo aspettando, il ministro, sperando non ci propini la solita retorica 'miniastra' riscaldata sull'immigrazione e la sicurezza stile pre-elettorale.

Si prevedono scintille.


(P.S. Il Ministro non viene più a causa dell'incidente dell'Irpinia).

La Notte Nera della Periferia di Prato (13): Le Fontanelle

Di gradevole è rimasto solo il toponimo. Fontanelle non se ne vedono, ma solo tralicci e cavi dell'alta tensione, capannoni industriali. Sfiorata dal Macrolotto 1 e dall'inceneritore di Baciacavallo è una zona del tutto devastata dal cosiddetto sviluppo, dal mito della fabbrica, insomma, dalla Sinistra finta operaista fotocopina della devastazione 'comunista' alla maniera del mito tecnologico russo stalinista.

La Circoscrizione Sud, quando funzionava qualcosa, ha tentato di riqualificare maldestramente l'area, addirittura portando spettacoli nelle case; ma non ha funzionato, perché tutta l'area andrebbe rivista, bonificata, rivalutata.

domenica 28 luglio 2013

A Livorno

Bella Livorno,
ti ho nel cuore
bella sei

ribelle come un fiore
ostinato caparbio
che non vuol morire

sabato 27 luglio 2013

Patty Smith è come il Papa

Io non ero al concerto a Prato di Patty Smith; so che ha dedicato una canzone a Papa Francesco, ormai considerato da tutti un 'revolucionario'. (Per me, nonostante le apparenze d'occasione e studiate, nemmeno un po'; al contrario.)
Qualche anno fa Patty, sempre in occasione di un concerto a Prato, mi sembra dentro la Chiesa di San Francesco, e si fece fotografare col vescovo Simoni.

Ecco, uno degli aspetti più divertenti di certi artisti controcorrente, che invece la corrente la navigano tutta.

Patty Smith è l'esempio di questo genere di cantanti stile 'peace and love' che fanno grandi affari, vero e puro 'business', con contenuti presunti non convenzionali che non infastidiscono nessuno. Sicuramente non le banche internazionali, non i grandi poteri, non i grandi governi. 

In questo senso è effettivamente come il Papa Francesco a cui ha dedicato la canzone: 'piaciona',  direbbero a Roma.

venerdì 26 luglio 2013

Una provincia senza senso, se non per chi comanda


Il governo Letta è riuscito a fare la magia: province sì, ma senza votazioni, senza la benché minima partecipazione dei cittadini che non potranno votare propri rappresentanti.
Sappiamo quanto fosse poco democratica questa elezione, e come lo siano le elezioni a tutti i livelli, ma così sfacciatamente! Insomma, le province diventano organi di gestione e di controllo.

Che la provincia di Prato si salvi in questo modo dall'essere annessa alla Città Metropolitana (di Firenze) è sommamente ridicolo, e tutto da vedere.


Video di presentazione di "Cuori di donna"

Riprese eseguite alla Corte delle Sculture della Biblioteca Lazzerini di Prato il 5 luglio 2013.


P.S. Molti hanno copiato o il titolo o lo stile spettacolo, ma questo è stato il primo, dal 2003.

giovedì 25 luglio 2013

Morir en tren


Morir en tren
sin saber por qué
sin saber la hora ni de qué

morir buscando Santiago
morir en tren
de improviso
mientras estás hablando
durmiendo
teniendo hambre

morir así, robado 
a la vida en una máquina 
como si fuera un drago,
sin volverte a ver
mi amor mi azul
mi ser


Prato: il potere in sé, per sé.

Fra tutte le città toscane, Prato sta vivendo il periodo più drammatico. Se non votano il bilancio, si rischia il commissariamento.
Dopo aver sostenuto il Cenni come emblema del cambiamento per superare l'immobilismo partitico di sessanta anni, ecco che gli alfieri e i sostenitori - buttati a Palazzo Comunale o nelle Circoscrizioni da una vittoria insperata - se ne scappano tutti per dichiararsi fuori. 

Pensano forse di salvarsi per la prossima corsa.
Altri da alcuni mesi lo attaccano, come ho già detto, che un tempo lo appoggiarono, come il salvatore; sembrano giochetti fatti apposta per un cambiamento che deve essere tutto orchestrato, come fu la vittoria di Cenni.

Insomma, solo i tonti non riescono a vedere quel che succede, e si fa in modo che il sindaco non si possa ricandidare, che sia non più eleggibile, come fu Romagnoli.

Nel frattempo a Firenze hanno votato  la variante del Pit, e Rossi può dire ai signorotti locali che ha ottenuto quello che aveva promesso in cambio del loro appoggio eccetera.
Così Firenze avrà il suo aeroporto potenziato con aerei che passano sulla testa dei pratesi nel Parco della Piana. 
Votando contro, il consigliere regionale Mattei ha fatto la sua operazione di maquillage, giusto giusto per eventualmente ricandidarsi alla Sinistra del padre...nella sua città.

E ancora: si cambia ospedale e si discute animatamente, come se i cittadini contassero qualcosa nelle decisioni su che fine farà l'area di quello che sarà ex-ospedale (così come non sono contate nulla le discussioni sull'aeroporto, il dittatore Rossi se ne frega), quando invece le serate fungono solo come passerella per il potere e i giochi prossimi elettorali.

Si sottraggono quadri - quadri di cui quasi nessuno conosceva l'esistenza in città - e non so adesso con quale credibilità il sindaco li possa richiedere al vinaio vicentino Zonin.

Mentre il potere muove le sue pedine e fa il riassetto del suo essere in sé e per sé, la città vive, a livello sociale economico e culturale, un periodo drammatico come non mai.




mercoledì 24 luglio 2013

Anche Cenni al capolinea

E' notizia di queste ore, la giunta capeggiata da Cenni non ha più la maggioranza. Lo lasciano i cosiddetti Indipendenti per Prato, dopo che anche altri che lo sostenevano se ne sono andati. 
Sono guai, anche perché c'è da votare la previsione di bilancio.
Lasciano la nave che affonda. Almeno di miracoli dell'ultimo minuto, la morte partitica è certa.

Specchio di quello che sta succedendo a Roma, e anche a Firenze. Se si salvano, è solo un operazione alla Ruysch, e il morto ritornerà in vita solo per poco. 

Ruysch è l'anatomista olandese del dialogo di Frederik Ruysch e le sue mummie di Giacomo Leopardi.

Rossi a casa?

Non credo che il Presidente della Regione Toscana vada a casa, e con lui tutta la sua giunta. Oggi si vota per l'ampliamento dell'aeroporto di Peretola e, nonostante la maggioranza traballi, con Mattei e la verde Sgherri in opposizione, le truppe cammellate - vedi UdC e altri mostriciattoli - arriveranno in soccorso.

Anche in questo caso PD e PDL vanno a braccetto.

Io non posso andare a protestare, ma idealmente sono là. E spero che non passi il voto soprattutto per come ci hanno preso per il c...con il fasullo Parco della Piana. Lo dico dal 2009, quando dire che il Parco era finto era come dire che il cetriolo è un uccello (e per qualcuno lo è!) e i santi comitati ti guardavano male...

D'altronde se passa il sì all'ampliamento, come credo probabile poi alla fine, non si tratterà che di pochi mesi ancora, e di vera agonia politica per il Governatore Rossi, detto anche Se(r) Sviluppo, e per la sua tremolante giuntolina.

Il nostro Mattei, consigliere regionale di Prato, ambisce a candidato sindaco e per questo mostra il lato verde che non c'è.



martedì 23 luglio 2013

Non si può studiare sui libri elettronici

Meno male che il Ministro Carrozza ha fermato la corsa ai libri elettronici nelle scuole.
Dice che la scuola ancora non è pronta.

Balle.

Non si può studiare sul computer, ci vuole il libro di carta. Lo studio è analisi e concentrazione, e il computer è in primis immagine, è altro dalla lettura analitica.

Infatti al computer si può leggere pezzi brevi; va bene come luogo di ricerca, per scrivere più velocemente o quello che si vuole, ma lo studio è altro.

Cari insegnanti, datevi da fare: da me arrivano allievi di teatro che non sanno nemmeno consultare un dizionario di carta, cercarvi le parole.

Asini.

I tesori che Prato ha perduto

Oltre ai quadri che il vinaio di Vicenza Zonin si è messo in tasca - e presto si metterà tanti soldi in tasca perché da vero vinaio li venderà - fra cui opere di Bellini, Lippi e Caravaggio, ricordo un altro tesoretto che Prato si è lasciato sfuggire nel 2009, ossia i manoscritti di Malaparte acquistati da Dell'Utri.

Naturalmente anche Gonfienti etrusca, perduta ormai quasi irrimediabilmente, che gli stessi industriali, strepitanti per i quadri, hanno volentieri affossato sotto l'ennesimo megacapannone industriale con cui hanno saccheggiato e deturpato la città, complice una lasse dirigente collusa, trasformando paesaggio e mentalità della gente.

Ma Gonfienti non si può vendere, non si può acquistare. No?

Quel pasticciaccio brutto della Galleria degli Alberti

Si fa un gran baccano sul fatto che il signor Zonin, signore della Banca di Vicenza  che ha mangiato Cariprato, abbia portato via una decina di tele dalla galleria degli Alberti.

Il Sindaco sollecita una amabile restituzione in nome della pratesità e dei buoni rapporti. Ma perché non svegliarsi prima, visto che il sindaco è stato signore della Cariprato? E così anche i signori industriali che sollecitano i poveri come noi a togliere i conti correnti dalla banca del signor Zonin!

Tra l'altro, se non mi ricordo male, lo stesso Cenni non era tanto d'accordo a restituire le tele del Brugnoli, che lui aveva regolarmente comprato ma che risultarono rubate, al legittimo proprietario...Come si legge in un articolo del Tirreno del 2009.

Cenni, il pasticcio dei quadri rubati 
Li ha acquistati in buona fede e verrà risarcito dal proprietario... 
Il candidato sindaco del centrodestra al centro di una singolare e annosa vicenda 

PRATO. Roberto Cenni, candidato sindaco del centrodestra, ha comprato a caro prezzo due quadri che poi sono risultati rubati, ma l’accusa di ricettazione è ben presto caduta, e anzi il Tribunale civile gli ha dato ragione nella causa che lo vedeva contrapporsi al primo proprietario delle opere. Quest’ultimo, oltre a non riavere i quadri, dovrà anche pagare 9.000 euro di spese legali al padrone della Sasch. Una storia singolare, sulla quale Cenni non sa se ridere o piangere, ma che di certo non gli fa piacere. La sentenza del Tribunale di Prato risale a qualche mese fa ed è saltata fuori ieri grazie a un articolo del Giornale. Si tratta di una vicenda iniziata nel lontano 1977, quando dalla casa del collezionista umbro Giacomo Baldeschi spariscono due tele a olio attribuite al Brugnoli, pittore di scuola caravaggesca attivo nella seconda metà del Seicento. Due nature morte, per la precisione, 108 per 144 centimetri: la prima raffigura fiori, ortaggi, frutta, tre putti e una fontana; la seconda una caraffa con fiori e una tartaruga.
Sono due dei soli quattro dipinti attribuiti al Brugnoli, di cui si perdono le tracce fino al 1995, quando una soffiata porta i carabinieri a casa di Roberto Cenni. I militari trovano i due quadri e li sequestrano. Cenni cade dalle nuvole. Ma come, protesta, io quei quadri li ho regolarmente acquistati in una galleria d’arte di Modena da Gianfranco Leonardi e non li ho pagati nemmeno poco, 220 milioni di lire. Gli inquirenti non sentono ragioni e portano i dipinti nel magazzino di Palazzo Pitti, da dove pare non si siano più mossi.
Il procedimento penale nei confronti di Cenni ha vita breve, perché non ci sono elementi per sostenere l’accusa di ricettazione. Va invece avanti una causa civile intentata dall’originario proprietario dei quadri, Giacomo Baldeschi, nei confronti di Cenni per ottenere la restituzione delle opere.
La causa si è trascinata fino all’anno scorso ed è finita con una sentenza favorevole a Cenni. Sostiene il Tribunale che l’imprenditore pratese ha comprato i quadri in buona fede, una buona fede confortata anche dal prezzo pagato, e aggiunge che la compravendita di opere d’arte da privati è lecita. Inoltre alla notizia del furto non fu data troppa pubblicità, tanto che ancora nel 1982 una rivista del settore citava i quadri del Brugnoli senza far cenno al fatto che fossero spariti. Dunque il signor Baldeschi dovrà mettersi il cuore in pace: è stato derubato ma non potrà riavere i suoi quadri (non è dato sapere che fine abbia fatto l’indagine sul ladro e sul ricettatore).
Intanto però i quadri, nonostante la sentenza, sono sempre sotto sequestro. «Non li vedo da 14 anni - conferma Roberto Cenni - e non so quando potrò riaverli. Ho una passione per le nature morte, ma questa esperienza mi basta e avanza. Capisco lo sconcerto del proprietario, però non so come avrei potuto comportarmi diversamente. Ho acquistato quei quadri in una prestigiosa galleria, non potevo sapere che erano di provenienza furtiva, e subito dopo il sequestro sono stato rassicurato sulla correttezza del mio operato».
Paolo Nencioni

Prato, un comune che non ama le bici

Leggo i comunicati del bilancio comunale 2013.
Ancora assente, sembra, la mobilità alternativa e, in particolare, nessuna previsione di nuove piste ciclo-pedonabili. Scandaloso e inaccettabile.
La qualità della vita in questa città è pessima anche per questo.

Quando questo governo comunale si insediò, parlai con l'assessore all'ambiente Borchi e mi fu chiaro già allora che questo 'Comune' (?) non avrebbe mosso un dito in tal senso. Mi disse che i pratesi non amano andare in bici! Ecco la vergognosa risposta di questo signore. 


lunedì 22 luglio 2013

Sonetto in ricordo di una zanzara uccisa dalla municipalizzata ASM


C'era una volta una bella zanzara
era intelligente e furba mica poco
nata in secchio lasciato per trasloco
e tutte la chiamavan Pungi-rara;

Per l'estate arringava le compagne
quelle che non finivan con le lagne:
state tranquille non temete niente
non ci può distruggere abilmente

l'uomo, il dolcemaro nutrimento,
se non  nella campagna elettorale;
allora è deciso a realizzare

quel che ha promesso già di fare:
spruzza veleno e fa davvero male
per salir sullo scranno comunale.

Prato sprofonda

Ieri sera capito nel centro di Prato.
Venivo da fuori, parcheggio con la macchina vicino al Serraglio.
La zona è chiaramente pericolosa e sospetta, piena zeppa di spacciatori di droga. Approfittando della poca luce che c'è alla Passerella (dove fino a qualche anno fa si organizzava qualcosa!) litigano e fanno i loro affari.

Vado verso piazza Mercatale. Il degrado cittadino è assoluto, accentuato dal vuoto agostano incipiente.

La città è sporca, abbandonata. Nessun controllo di vigili, niente. Non ne ho visti uno. E le ronde, dove sono finite?

Cartelli di affittasi ovunque. Via del Serraglio mi sembra che porti la bandiera del vuoto.

Mentre i signorotti della 'mattoneria' si scandalizzano perché il signor Zonin della Banca Popolare di Vicenza ha detto che i quadri della galleria degli Alberti rimangono a Vicenza, lanciando grida per la pratesità offesa e minacciando di ritirare i conti correnti, la città è ormai sprofondata. Sono semplicemente ridicoli.

Non bastano le feste che la giunta organizza a livello popolare; fallito il 'vivi il centro' strombazzato a suon di cartelloni pubblicitari con i nostri soldi. Non bastano le cene in piazza o per le vie. Le evanescenti notti bianche. Non basterà il settembre pratese.

Ci vuole un piano straordinario per la città, tutta; ma soprattutto gente diversa a decidere, gente con idee in testa e non compromessa.

domenica 21 luglio 2013

La Notte Nera della Periferia (12): Casale

Casale si è completamente trasformata da quando hanno aperto, negli anni '90, il Casello di Prato Ovest. Questa l'ha cambiata più la nuova urbanizzazione messa in atto a partire dagli anni '80.
Da estremo paese di 'frontiera' con la provincia di Pistoia, è diventato un paese lambito dal passaggio delle macchine e, anche grazie al mio teatro, frequentato.

La gente di Prato, ma anche d'altrove, viene a Casale quasi esclusivamente perché c'è il Teatro La Baracca.

Dunque la storia di Casale è anche la storia del mio teatro, almeno da ventidue anni a questa parte. Di questa vicenda un giorno scriverò. Per ora basti dire che all'inizio nessuno pensava che quella 'baracca' si sarebbe trasformata in teatro. La gente, quando insieme a mio padre facevo i lavori di ristrutturazione, ci prendeva in giro al sapere che sarebbe diventato un laboratorio teatrale o addirittura un teatrino.

A Casale non c'era niente e ancora non ci sarebbe niente se non i soliti circoli, la solita contrapposizione fra circolo Arci e Acli. Oggi però Chiesa e Partiti vanno a braccetto.

Il Teatro La Baracca è il motivo per cui molte persone vengono a Casale, ma soprattutto il motivo per cui molti non mi hanno amata. Solo col tempo, con gli anni hanno accettato questa presenza fastidiosa. 
Ho subito anche aggressioni verbali e una volta quasi una fisica.

La partitica locale non ha mai frequentato il teatro, l'ho scritto tante volte. Esso non è schierato con nessuno e quindi non serve a niente. Non solo non avrebbero voluto che nascesse, ma se il  teatrino  scomparisse, oh, molti politichuzzi locali scalatori sarebbero contenti. L'ostinazione con cui fanno finta che non esista, la volontà di affossarlo dimostra che la cultura è per il potere solo fatto strumentale che deve valorizzare la loro esistenza e aiutarli nel raggiungere o a rimanere nelle poltrone.

Con la Chiesa ci sono stati problemi, siamo confinanti, ma ora c'è una buona tregua, a parte la prepotenza a volte di coloro che fanno le feste in parrocchia, per cui addirittura i casalesi protestano e mi scrivono. E' una parrocchia davvero rumorosa. 

In questi giorni sui giornali locali hanno parlato del campino di calcio comunale che c'è a Casale e qualcuno ne ha scritto senza saperne la storia. 

La valorizzazione del campino comunale, abbandonato di fatto o almeno impraticabile, è partita solo dalla sottoscritta e non dal Circolo Arci, che sostiene i ragazzi che raccolgono le firme per avere in gestione il campino, come sarebbe auspicabile che fosse. Basta leggere gli articoli a cui rimando sotto.

Il motivo è semplice, e non perché io sono più brava di altri: due anni fa i ragazzi, non potendo andare nel campino comunale, frequentavano quello della parrocchia, che però non è idoneo per giocare veramente a calcio; non ci sono le regolamentari protezioni. Le continue pallonate ci davano fastidio e protestammo.

Suggerii ai ragazzi di utilizzare il campino comunale; furono loro a dirmi che il campino era impraticabile perché non curato.

Allora dissi loro di raccogliere le firme, anche perché avevo telefonato alla Presidente della Circoscrizione Peris, che oltre a darmi questa soluzione, aggiunse che la competenza era dell'assessorato all'ambiente, ossia a Borchi, il quale però, commentò lei, si occupava solo di 'piante' e non di campini di calcio.

Ad alcuni di loro dissi anche di farsi sostenere dal Circolo Arci nella raccolta delle firme, piuttosto che dalla sottoscritta. Primo perché non volevo passare come colei che rompe sempre le scatole, poi perché avevo sensibilizzato la Presidente della Circoscrizione, affinché in qualche modo si interessasse della faccenda.

Per due anni non ne abbiamo saputo nulla, però io sempre sono sempre rimasta in contatto con i ragazzi e ne abbiamo parlato, ogni tanto.

A causa delle mie proteste -ma non solo, so di mamme che passando con passeggino dalla proprietà della parrocchia hanno rischiato di prendere pericolose pallonate e di altri parecchio irritati per il pallone che finiva sulla strada e sulle macchine, e anche credo per comportamenti poco ortodossi da parte di alcuni giovani in una proprietà religiosa, fatto sta che i ragazzi hanno abbandonato il campo del prete, dove ora giocano ragazzi piccoli o quando giocano i grandi sono molto corretti e civili -hanno ripreso la proposta che lanciai ad alcuni ragazzi.

Ora la partitica strumentalizza questa necessità (di cui comunque appoggio la soluzione richiesta), ma si capisce, siamo a ridosso delle elezioni; ha poi gioco facile, perché in questi anni non è stato fatto nulla al riguardo.


http://primaveradiprato.blogspot.it/2011/03/il-campetto.html

P.S Fra Tobbiana e Casale la lottizzazione - la cosiddetta zona industriale che non serve a nessuno - è ferma da anni. Intanto stiamo aspettando una strada pedo-ciclabile fra le due frazioni, lo chiedo da tempo, lungo il viale alberato.

Via Ciulli

A pochi giorni dall'apertura del nuovo ospedale di Prato e a pochi i mesi dalle elezioni amministrative, il governo locale capisce che non può più permettersi, a pochi passi, un sottopasso chiuso a causa della morte delle tre cinesi, e sollecita la magistratura per il dissequestro.

I due poteri non si trovano d'accordo; il Comune vuole  riaprirlo seguendo gli adeguamenti previsti dal  codice della strada; la Procura risponde che il Comune potrebbe benissimo farlo solo se eseguisse lavori minimi di garanzia per la sicurezza: chiede solo un semaforo e una sbarra in caso di allagamento...

Storia di una follia tutta politica e di precisi calcoli elettorali.

Chengwei, Jilan e Donglan Wan, le donne morte nel sottopasso[1]
Parla Chengwei 
Io ero la più giovane.
Siamo uscite per andare a lavorare,
come tutti i giorni
siamo venuti qua per lavorare.

Mia mamma guidava
Mia mamma guidava

La zia ha detto
-Attenta Jilan! -
L’acqua correva dal cielo
Funi stese erano le gocce d’acqua
T’avrei fatto vedere!

Io sarei voluta restare a casa
Ma non si può
Non si poteva
Anche la zia era preoccupata
-Jilan attenta!-

Mia madre era attenta
Ma chi avrebbe detto
Che quel sottopasso fosse
Così profondo
Maledettamente profondo!

Eppure lo avevamo già passato
Con le macchine traversato,
ma non pensavamo così
profondo

E’ stato così rapido
l’acqua ci ha trascinate via

Mamma non riusciva più a tornare indietro
-Metti la marcia indietro
Metti la marcia indietro!! –
Ma non andava
La macchina
non ce la faceva…
la macchina non si muoveva
che avanti!

Non so nuotare
Non so nuotare
E l’acqua mi fa paura
Perché là sotto c’era
Così tanta acqua?
Parla Jilan: 
Come pioveva quella notte!
L’avevo detto: restiamo a casa
Ma Donglan non voleva
O forse non volevo io?
Chi si ricorda?
Ho visto che l’acqua era alta

Ho messo la marcia indietro
Ma la macchina andava avanti
E ancora avanti.

Com’era fredda quell’acqua
Com’era fredda!
Entrava dappertutto!

Ho telefonato a mio marito
Gliel’ho detto: - Siamo qui
Siamo qui!

Qui dove?
Dov’è ‘qui’?

Io non sapevo spiegare
Non sapevo il nome della strfda
Gli ho detto:
-Siamo sotto un ponte! 
-Che ponte che ponte! –

Parla Donglan: 
Ho capito subito
Che sarebbe andata a finire  così.
Ho capito subito
Che sotto quel ponte
Sarei morta!
Non ce l’ho fatta ad uscire,
non ce l’ho fatta!

L’acqua ha circondato la macchina
Ha cominciato ad entrare
E poi tutto era acqua
Jilan ha aperto la portiera
Ha cercato di salire su
Poi non ho visto più nulla
Non ho sentito più nulla

Acqua solo acqua.

Jilan ha aperto la portiera
Ha cercato di salire su
Poi non ho visto più nulla
Non ho sentito più nulla

Acqua solo acqua
Nemmeno io so nuotare
Nemmeno io
Perché là sotto c’era
Così tanta acqua?

Ho capito subito
Che sarebbe finita così
Morire di lunedì
Me l’aveva detto una strega
Me l’aveva detto una strega

O forse lo sognai di notte?

[1] In via Lorenzo Ciulli a Prato il 4 ottobre 2010. Le donne avevano rispettivamente un’età di 24, 50 e 42 anni. Questa poesia fa parte della mia opera "Antologia del Bisenzio".

Benigni, il comico che tutti i governi vorrebbero avere

Diciamolo chiaramente: Benigni è il comico che tutti i governi vorrebbero avere. Legge Dante (sì, è politico, ma chissenefrega della politica del 1300? Sì, ce l'ha contro i lussuriosi, ma chissenefrega? Lussuriosi è un conto, magnaccia è un altro...); fa satira politica in maniera intelligente, ma di e su tutti, eh, proprio di e su tutti, ed è delicatino quando la fa, a tal punto che può farla di Renzi quando Renzi è in prima fila.
Poi è tanto bravo, si ricorda dei suoi amici, li bacia quando son morti, li cita, dedica loro spettacoli eccetera.
Via, è simpatico, oltreché buono.

Carlo Monni, nei nostri giorni passati assieme, non ne parlava mai male. Lo adorava.
Ma Carlo non parlava male di nessuno, se non degli attoroni falsi (i La-vìa, come diceva lui, ma rispettava Herlizka, per esempio) e soprattutto di quelli - anche dei teatri che lo hanno celebrato - che non lo pagavano.

Di Benigni aveva un ricordo fisso nel tempo anni '70, quando Benigni si cibava solo di bracioline, del "Berlinguer ti voglio bene", insomma.

Monni leggeva la Commedia meglio di Benigni, perché Benigni non sa d'attore ed è didattico (oltre a spogliare Dante della sua politicità, renderlo innocuo), mentre Monni era davvero un poeta contadino (e NON un attore, come a livello popolare vien considerato), un esempio di un mondo scomparso; leggeva la Commedia con grazia popolare, ilare, come ho sentito da mia nonna, come il mio antenato poeta Attilio Benvenuti, di cui mio padre ancora mi ricorda il modo.
Da questo percorso popolare Benigni e Monni hanno attinto, e ciascuno a suo modo l'ha reso al pubbico.

Entrambi, sia Benigni che Monni, sebbene abbiano percorso strade diverse, sono stati però uniti nel voler sempre piacere al pubblico, popolo o potenti, mai dispiacere, mai andar controcorrente.

Ai giovani piacciono, in particolare piaceva Carlo, perché dava l'idea del disimpegno scolastico, del chissenefrega, dell'irriverenza, dell'antianaliticità, della vita istintiva, che anche se non si studia si può arrivare a qualcosa, insomma, viva il disordine e la pappa al pomodoro.



venerdì 19 luglio 2013

Emma, se ci sei batti un colpo

Sono esterrefatta. Il Ministro degli Esteri esiste oppure è una entità assente? Timide parole per l'affaire kazako, er pasticciaccio brutto der Verminale,  di cui la Farnesotta dice di non essere competente. Ma dico, qualche cosina ce la potrebbe dire, no, a parte le solite ritualità che copio e incollo sotto?


(Dal sito Ufficiale di Emma Bonino)

CONVOCATE LE AUTORITA' KAZAKE ALLA FARNESINA

Roma, 17 luglio 2013

Sulla base delle risultanze del rapporto del Capo della Polizia, illustrate ieri sera dal Ministro dell’Interno in Parlamento, il Ministro degli Esteri Emma Bonino ha convocato d’urgenza questa mattina alla Farnesina, in assenza dell’Ambasciatore Adrian Yelemessov, l’Incaricato d’affari del Kazakhstan, Zhanybek Manaliyev.

Il Ministro Bonino ha espresso forte sorpresa e disappunto per le irrituali modalità di azione presso le autorità italiane dell’Ambasciatore Yelemessov nel caso della cittadina kazaka Alma Shalabayeva. Il Ministro ha in particolare stigmatizzato la circostanza che, in una vicenda così delicata anche sotto il profilo internazionale, i rappresentanti diplomatici kazaki non abbiano mai interessato la Farnesina. Il Ministro ha sottolineato che il coinvolgimento di una minore rende la vicenda ancora più grave sul piano della tutela dei diritti umani.

Il Ministro Bonino ha ribadito la richiesta del governo italiano che alla signora Shalabayeva e alla piccola Alua siano garantiti tutti i diritti da parte delle autorità kazake. A seguito della revoca del provvedimento di espulsione, da parte italiana ci si attende che alle due cittadine kazake possa essere quanto prima restituita la piena libertà di movimento.

L’Ambasciatore d’Italia ad Astana, che sta già attivamente seguendo gli sviluppi del caso, è stato incaricato dal Ministro di rappresentare le stesse richieste al governo del Kazakhstan. Inoltre, sempre su istruzioni del Ministro Bonino, un funzionario diplomatico della nostra Ambasciata ad Astana si sta recando a Almaty, dove si trova la signora Shalabayeva, per incontrarla nuovamente, verificare le sue condizioni e notificarle personalmente la revoca del provvedimento di espulsione. Il Ministro degli Esteri ha contestualmente sensibilizzato sulla vicenda il Ministro degli Esteri della Lituania, Linas Linkevicius, nella sua qualità di presidente di turno dell’Unione europea. 

I cinesi se ne vanno da Prato?

Lo avevo già detto più di un anno fa, quindi per me non è niente di nuovo: lentamente i cinesi si stanno spostando da Prato ad altre città.
Lo dicono fonti del Ministero degli Interni.
Molti salutano l'evento.
In realtà, se i cinesi lasciano Prato, se paradossalmente - cosa che non avverrà - lasciassero in massa la città avremmo un grosso problema economico, oltre al fatto che certi personaggi politici non avrebbero più argomenti per le loro campagne elettorali e piccole scalatine agli scranni comunali e provinciali eccetera.
Tra l'altro quelle stesse persone che giustamente accusano certi cinesi di rendere schiavi o far lavorare a nero i propri connazionali (e ultimamente abbiamo visto anche italiani) dovrebbero anche protestare con  la Cina sui diritti umani negati in quel paese e la questione del Tibet.
Cosa che nessuno mai s'è sognato di fare da quando, negli anni novanta, è iniziata la cosiddetta invasione cinese a Prato.
Né a qualcuno è venuto in mente di 'sfruttare' culturalmente la presenza cinese in città; insomma, se se ne andassero dall'oggi al domani, non lascerebbero che stanzoni e case vuote!

Della questione cinese ho scritto varie volte, ma sull'esodo in particolare si veda:
lhttp://primaveradiprato.blogspot.it/2012/04/chanson-de-milon-2a-parte.html
http://primaveradiprato.blogspot.it/2012/05/problema-cinesi-mon-amour.html
e ancora prima, questo articolo, dove tra l'altro sono resi evidenti le contraddizioni fra affari con la Cina e l'utilizzo, in chiave popolustica e demagogica, del tema anticinese per raccogliere voti eccetera:
http://primaveradiprato.blogspot.it/2012/01/e-arrivato-lambasciatore.html
http://primaveradiprato.blogspot.it/2010/06/prato-chinatown.html

giovedì 18 luglio 2013

Prato: ospedale, cliniche private e affaretti

Per motivi personali in questi giorni ho frequentato il Pronto Soccorso dell'Ospedale di Prato e ho assistito a scene da terzo mondo: non ci sono infermieri sufficienti e i pazienti vengono messi neri corridoi a sostare per ore...Un disagio assoluto.
Proprio in questi giorni, in cui sulla vecchia struttura ospedaliera che sta per essere lasciata  c'è molto dibattito (che fine farà? sarà mangiata dalla speculazione? ci faranno gli affaretti?), ecco che compaiono alla ribalta alcuni sconosciuti imprenditori decisi a costruire una clinichetta privata...Anche in questo caso, come per altri - vedi quello sfacciato di Pratilia - cambieranno la destinazione d'uso in un battibaleno? Su quell'area ci devono costruire parcheggi!

Mentre insomma si fanno affaretti con la nostra salute, la struttura pubblica langue e i poveracci devono essere trattati come bestie. Di questo i giornali e gli assessori e i presidenti costruttori non dicono.


(LA NAZIONE) Prato 16 luglio - «Per noi il progetto di costruire una clinica privata in città rappresenta l'occasione di un investimento non solo economico ma anche sociale». Lo afferma il proprietario delle aree su cui un gruppo di sei imprenditori pratesi ha intenzione di costruire la clinica privata San Martino, che sorgerebbe lungo la tangenziale nord della città. «La scelta dei terreni è collegata al fatto che si trovano lungo l'asse viario di collegamento con il nuovo ospedale», continua.L'uomo, un imprenditore nel campo immobiliare, spiega di attendere con serenità che il Comune decida sul cambio di destinazione delle aree che attualmente il Prg configura come futuri parcheggi e sorgono non distante dalla zona del campo di atletica leggera. L'imprenditore rivela che a sostenere il progetto sono sei suoi colleghi, alcuni dei quali interessati al settore tessile ed altri no. «L'auspicio è che la nostra squadra si allarghi e diventi più grande e più forte».

mercoledì 17 luglio 2013

Costa Concordia: quando il processo è in teatro

Vedere il processo per il naufragio della nave Costa Concordia, che ha causato la morte di 30 persone e 2 dispersi, che si celebra in un teatro, quello di Grosseto (alcuni giornali lo trasmettono in Internet), dà alcuni spunti di riflessione.

In primis sul processo stesso e, ormai banali nel senso di comunemente acquisiti: si è scelto il teatro come luogo del processo perché era necessario avere a disposizione uno spazio adeguato per il numero delle persone coinvolte; trasmettendolo poi in diretta, si sottolinea la eccezionalità di una tragedia che ha avuto echi internazionali.

Ma soprattutto mi dà da pensare rispetto al luogo e al suo significato: il teatro, in quanto spazio per lo  spettacolo, conferisce al processo un'aura surreale e trasforma dubbiosamente la realtà, ossia avviene l'opposto che con il teatro come espressione artistica: mentre la convenzione teatrale rende vero quello che è finzione, paradossalmente qui, dove la convenzione teatrale scompare, il luogo fa diventare finzione, in-credibile ciò che è vero.

Assolutamente da non ripetersi.

La Notte Nera della Periferia di Prato (11): Tobbiana

Piccola, di passaggio, e soffocata: Tobbiana, che si sviluppa attorno a un semaforo e quattro strade.

Tobbiana, per i pratesi del centro cittadino, è la Fattoria,  sede del Circolo Arci, dove a stento ormai si riesce a riconoscere la torretta medioevale. C'è un ristorante abbastanza frequentato, che pure ha vissuto alterne fortune.

Dalla costruzione di Parco Prato è stata, come tutti i borghi attorno, schiacciata e messa in grande difficoltà anche grazie all'imposizione di una circolazione del traffico molto discussa che la isola dagli altri borghi (dopo essere stata tagliata dall'Autostrada e dalla Tangenziale!), in particolare da Casale ma,  anche da Vergaio, Galciana e San Giusto. (1)


A parte il ballo alla Fattoria e altro legato al circolo stesso,  qualche minima vivacità è data dalle attività commerciali proprio perché Tobbiana è borgo di passaggio da e per Iolo.







(1) Il sindaco Cenni aveva promesso il ripristino della precedente circolazione, togliendo i sensi unici posti all'ultimo momento dalla precedente amministrazione, ma poi non è cambiato nulla.

martedì 16 luglio 2013

Miss(ing) Italia

Il fatto che la RAI non trasmetta più la finale di Miss Italia mi può rallegrare, anche se mi lascia indifferente perché non vedo la televisione e, in particolare, non ho mai visto quel programma. Al solo pensiero di doverlo vedere, mi sarei sentita male.

In realtà il problema è non tanto di ordine moralistico, e per vero desiderio di contrastare la mercificazione del corpo femminile, quanto solo di ordine economico.

Il programma non si replica soprattutto perché già da alcuni anni non va, non attira pubblicità.  

Cito per tutti Aldo Grasso, famoso giornalista del Corriere che, dell'edizione 2012 di Miss Italia, scrive: "Programma noioso, manca un format".

Insomma, si fa finta di rispettare le donne (in un paese che in sostanza le schiavizza e sfrutta costringendo la maggioranza di loro alla condizione di domestica, badante a vita anche se lavora, oltreché gingillo sessuale), si fa una politica di immagine (proprio quando si mostra di volerla combattere o di coprirla, la 'santa immagine della fica'), si accontenta la Presidente della Camera che ci fa una bella figura e si ammansiscono i compagnucci e le compagnucce, ma in realtà questa pruriginosa eliminazione è una scusa bella e buona: anzi!, non vedevano l'ora di trovarne una credibile per togliere di mezzo un programma che era ormai diventato solo un onere economico per mamma Rai.

Che fine ha fatto il Comitato Città Etrusca di Gonfienti?

Da tanto tempo ce lo chiediamo.
Questo comitato, fatto nascere da Riccardo Bonajuti e dato in consegna, diciamo così a Francesco Fedi, che ora milita nelle 5 Stelle di Barosco - ormai è scomparso da tanto tempo.

In questi anni - dico dal 2009 - non ha organizzato nulla, non ha fatto sentire minimamente la sua presenza, non ha battuto un colpo sulla testa di nessuno, sicuramente sulla testa di nessun politico. Perché?

Certo niente è più disastrato in città, a livello culturale almeno, della Città Etrusca di Gonfienti che, dopo essere stata fatto rinascere dalla costruzione dell'Interporto, adesso sta sprofondando nell'indifferenza di tutti. Sopra gli scavi stanno crescendo arbusti...


Vittorio Giugni

Caro Vittorio, 
grazie per il tuo commento lusinghiero - che copio sotto  e pubblicato sul tuo blog Liber@amentePrato-  al mio articolo precedente.
Non ho mai pensato di essere una forza politica (durante l'esperienza elettorale chi mi seguiva sapeva che avrei 'lasciato' una volta concluse le elezioni, il mio era solo un contributo per smuovere la palude politica creata dagli interessi eccetera in città), ma sì certo una vera opposizione. Vera perché non appoggiata da nessun partito né gruppo né comitato - se non a volte, per percorsi specifici -  e perché questa opposizione ha danneggiato fortemente il mio lavoro che, come tu ben sai, si nutre invece di aderenze, di ruffianerie politiche. Insomma, se vuoi dirigere un teatro, se vuoi ingaggi, se vuoi andare in televisione non devi immischiarti in politica in maniera da dispiacere troppe persone; o comunque devi appoggiarti a qualcuno, basta anche un piccolo partito, un piccolo gruppo di potere.
Insomma, fare opposizione per un artista è, soprattutto in questi tempi di crisi, un suicidio. 
All'inizio non pensavo che fosse così, ma essere attiva politicamente fa parte del mio carattere e, come ho scritto varie volte, del mio teatro.
Per questo, effettivamente, sono ancora 'sola'. E mi spiego meglio.
Voi, quelli delle M5S, siete comunque delle forze (la Bonino addirittura è ministro; il M5S è in Parlamento), siete in qualche modo sostenuti e guidati e quindi la vostra opposizione, che saluto e che appoggio come sai quando posso, si definisce diversamente dalla mia. Il vostro è un percorso che presto si giocherà a livello di scontro elettorale fra forze di partito o movimento necessariamente, e da questo scontro sarete in qualche modo condizionatI. E quindi la mia opposizione, in quanto tale,  pur minimale e anche nel caso in cui volessi ancora 'giocare alle elezioni', ha ancora l'esclusiva del 'tutto campo' che la vostra non può avere.
Con simpatia,
Maila


Cara Maila, come sai ti seguo sempre con attenzione e ricambiata simpatia. Il tuo blog rappresenta sempre una piacevole lettura. E' scritto in un buon italiano, che non guasta mai, e pieno di osservazioni e considerazioni intelligenti e mai banali. Anche questo tuo ultimo post non si smentisce. Quel che sostieni è assolutamente vero! Noi radicali, nella lista civica "Taiti per Prato" sostenemmo la campagna elettorale ed il ballottaggio vincente di Roberto Cenni. Non soltanto per le cose che allora diceva (rimando all'intervista rilasciata a Radio Radicale- http://www.radioradicale.it/scheda/281400/intervista-a-roberto-cenni-sul-ballottaggio-per-le-elezione-del-sindaco-della-citta-di-prato-e-sulla-lette -) ma, soprattutto, perchè la sua vittoria avrebbe interrotto 63 anni consecutivi di governo della sinistra! Questo era il nostro obbiettivo principale! Perchè sappiamo bene che un così prolungato esercizio del potere, incontrastato, genera fatalmente arroganza e occupazione di tutti i segmenti della società. Sapevamo bene che anche Carlesi avrebbe costituito una novità. In fondo era il primo personaggio che era candidato a sindaco non proveniente dalla filiera ex comunista. Ma la novità Cenni era ovviamente una migliore "garanzia" di cambiamento. La sua Giunta ha avuto anche elementi di governo assolutamente positivi ed in controtendenza rispetto al passato. E ne abbiamo sempre dato correttamente atto! A circa metà sindacatura abbiamo chiesto a Cenni l'unico incontro che abbiamo mai avuto. In quell'occasione ponemmo a Cenni tre questioni che facevano parte del suo e del nostro programma elettorale: Trasparenza amministrativa, con l'applicazione pratica della delibera del Consiglio Comunale N. 1 del 2009; Gonfienti; Diritti civili, con l'adesione all'associazione italiana dei Comuni e delle Province per il Tibet. L'unica delle tre questioni che aveva un costo economico era l'adesione all'associazione per il Tibet: 300 euro l'anno! Sugli altri due punti ci saremmo accontentati di progetti e programmi!! Ebbene la risposta che ricevemmo fu assolutamente negativa su tutti e tre le tematiche. Dunque, tecnicamente, è stato Roberto Cenni a cacciare i Radicali dalla sua maggioranza. Ne abbiamo preso atto ed agito di conseguenza! Da allora, tuttavia, anche la vita del governo cittadino si è impaludata ogni giorno di più! La maggioranza che aveva sostenuto Cenni fino ad allora si è liquefatta. Alcuni partiti sono praticamente scomparsi. E, da allora, forse anche con il concorso del drammatico esito delle sue vicende personali, Roberto Cenni da sindaco civico si è caratterizzato piuttosto come garante di un patto tra le correnti del PDL occupate, più che altro, a dividersi le società pubbliche cittadine! Con in più, sottobanco ma largamente visibile, accordi con il PD!! Sono le cose che, cara Maila, come puoi leggere quasi quotidianamente sul blog LiberamentePrato, l'obbiettivo delle nostre osservazioni e riflessioni critiche. Non vorrei che queste tue considerazioni sul cambio di campo nostro o del M5S fossero però dettate da una tua preoccupazione "egoistica": non essere più l'unica personalità o forza politica a fare opposizione a tutto campo in città. Perchè come sai, non risparmiamo critiche, come te, peraltro, neppure al versante di "sinistra" della politica cittadina! Dunque Maila, sursum corda. Non sempre il detto "meglio soli che male accompagnati" è veritiero: in politica quasi mai!! 
Vittorio Giugni

lunedì 15 luglio 2013

Tutti a chiedere le dimissioni del Sindaco di Prato

Coloro che ora chiedono, per vari motivi ma in particolare per l'affaire Bettazzi e ASM, le dimissioni del sindaco Cenni, sono proprio quelli che l'hanno sostenuto ed eletto pubblicamente e a gran voce.

Ecco il M5S -sezione Barosco - dopo aver chiesto le dimissioni per i polli alla diossina dell'inceneritore di Baciacavallo, ora torna a chiederle per la questione del presidente del consiglio comunale Bettazzi.
Avrebbe dovuto farlo già dopo pochi mesi dalle elezioni, diciamo che sono in ritardo di almeno due anni, visto che il programma del sindaco e della relativa coalizione è miseramente naufragato. Rifiuti in testa. Do you remember Vedelago? O Gonfienti, su cui le Cinque Stelle Sezione Barosco hanno fatto una tardiva rimessa dal calcio d'angolo qualche giorno fa nel tentativo di andare in porta.

E così altri, come i Radicali locali, che nel 2009 appoggiarono Cenni. Il simpatico Vittorio Giugni lo attacca apertamente dal suo blog, agguerritissimo da qualche mese a questa parte contro il primo cittadino. Certo, le cose possono cambiare con relative aspettative deluse...

Senza contare coloro che come gli 'Indipendenti per Prato', capeggiati dal Dottor Innaco,  erano un tutt'uno con Mister Sasch, e diversi altri che lo sostenevano...

Così che Cenni è ormai 'zoppo' con diversi problemi di maggioranza in consiglio comunale, e non  vedo come riuscirà a ricandidarsi con una qualche credibilità o sostegno.

Detto brevemente, tutta questa serie di richieste di dimissioni (che vengono soprattutto dalla 'sua' parte) hanno proprio il fine di screditare Cenni, in modo che una sua eventuale ricandidatura risulti debole e quindi non percorribile.

Le parrocchie, dove spesso non c'è rispetto

"Cara Maila,
ti scrivo perché so che tu vivi vicino a una parrocchia e, come me, ne subisci le attività.
D'estate, nei grandi spazi che hanno in uso le parrocchie, nelle case della gioventù eccetera, vi si svolgono i campi estivi, oppure matrimoni, festeggiamenti vari, e si  verifica di frequente mancanza di rispetto nei confronti degli altri.
Di solito la musica è fatta andare a tutto volume fino a mezzanotte, come in una discoteca (perché sempre così alta e nessuno controlla?), e anche negli oratori, i giovani si permettono di farci ascoltare per ore musica al mattino al fine di intrattenere i ragazzi. La confusione, anche senza musica, è spesso insopportabile.
Sinceramente non ne possiamo più di questa loro prepotenza. Ho scritto anche una lettera al parroco, nella speranza che servisse a qualcosa; ma loro tendono a fare i loro interessi, e basta.
Ti prego di pubblicare questa mia lettera sul tuo diario, affinché si sappia cosa succede, e che nessuno ha il coraggio di parlare. Se facessimo noi quello che fanno lo, sarebbe subito fermati.
Grazie.

Anna G.

Faccine: prossima presentazione e dove

Dopo la bella presentazione di ieri sera del mio libro Faccine, La nostra vita su Facebook, con partecipato e lungo dibattito al Pereto della Baracca, la prossima avrà luogo al Giardino Buonamici di Prato domenica 1 settembre, ore 21,30.
Intanto il libro si può acquistare presso di noi, al Teatro La Baracca, oppure presso la Libreria Mondadori di Prato o, ancora, facendo specifica richiesta all'indirizzo teatrinodilegno@libero.it.

domenica 14 luglio 2013

Pasticcio kazaco

Per capire meglio il pasticcio kazaco, di cui due ministri della Repubblica Italiana, Bonino e Alfano, hanno dichiarato di non sapere nulla,  in cui Alma Shalabayeva, moglie del dissidente Mukhtar Ablyazove, e sua figlia Alua sono state rispedite al dittatore Nursultan Nazarbayev (che dicono 'caro amico' di Berlusconi), va forse sottolineato il fatto che  ENI è uno dei più importanti partner privati del Kazakistan. "Le relazioni con la compagnia italiana risalgono al 1992, quando venne firmato il primo accordo di ripartizione della produzione del campo di Karachaganak, nel nord del paese, di cui dal 1997 l'Agip è operatore e da cui già estrae il petrolio con una licenza per quaranta anni. Scoperto nel 1979 questo campo copre un'area di 450 km² e le compagnie si sono organizzate nel consorzio Karachaganak Integrated Organization (KIO) che vede la partecipazione di: ENI/Agip e British Gas (co-operatori al 32.5%), ChevronTexaco (20%) e la compagnia russa Lukoil (15%)." (Wikipedia).

sabato 13 luglio 2013

Come la Regione Toscana butta via i soldi pubblici

In tutta fretta la Regione Toscana è riuscita a trovare 200 mila euri per il Maxi-aperitivo di agosto, la festa che dovrebbe risollevare le sorti del commercio e della movida locale. Sembra proprio una manovrina accontentino preelettorale (dare soldi alle associazioni, eccetera eccetera...).

Intanto, giusto per fare un piccolo paragone visto che il tutto è organizzato dall'assessore Scaletti, la cultura langue nel modo più assoluto. Per esempio, dopo aver annientato il circuito dei piccoli teatri, alcuni di questi, fra cui noi,  stanno ancora aspettando una risposta per le cosiddette 'residenze' da aprile (chi decide sulla tua sorte è gente non competente nel settore, per cui il teatro è solo una parola vuota, un 'ufficio'; sono succubi del potere politico e delle relative manovre, per cui si devono in primis accontentare le compagnie e i teatri amici...); la risposta non sarà data che a fine agosto, cioè quando sarà già tardi per fare programmi.

Insomma, regna l'ingiustizia più assoluta e i nostri soldi vengono buttati proprio al vento o, in questo caso, 'annegati' in un bicchiere, come si può leggere qui:

Gravi riserve dei sindaci revisori sulla formulazione del bilancio

Ricevo dal consigliere comunale di Prato Aurelio Donzella e pubblico:

"Non c' è solo la vicenda del Presidente del Consiglio: l' attenzione dell' opinione pubblica non deve essere distolta da altri gravi problemi.
Per esempio, il 24 Giugno u.s. il Collegio dei Revisori ha inviato un documento al Sindaco, agli assessori ed  a tutti i consiglieri, nel quale esprime  "la propria preoccupazione per il protrarsi dell' esercizio provvisorio in un contesto di risorse in forte diminuzione rispetto all' esercizio precedente"
Basti dire che fino ad oggi, non risulta adottato nè il bilancio di previsione annuale,, nè quello puriennale 2013-2015, nè il programma triennale delle opere pubbliche.
Di fatto si vocifera solamente che il 31 di questo mese, dovrebbe essere presentato il bilancio di previsione, ma ad oggi 12 Luglio, noi consiglieri non abbiamo ricevuto alcuna documentazione.
Soprattutto il Collegio dei sindaci, richiama alla presa d' atto dell' articolo 147 del Dlgs 267 che prevede "il coivolgimento attivo degli organi di governo, del Direttore Generale, ove previsto del Segretario Generale e dei responsabili dei servizi, secondo le rispettive responsabilità"
tra gli organi di governo figura anche il Consiglio Comunale, il quale se non era per questo messaggio del Collegio dei Revisori, ancora non era a conoscenza di nessuna vicissitudine inerente la formulazione del bilancio di previsione. 
Come ho detto tante altre volte, il Consiglio Comunale, l' unica istituzione della città eletta dai cittadini, è di fatto tenuta fuori dal governo, dalle problematiche e dal controllo istituzionale, ridotta a mero strumento di ratifica di delibere concepite al di fuori di esso, delibere concepite a livello di giunta, che quest' organo si limita solo ad approvare.
In parole povere, data la carenza di risorse attuali, non si sa se si riuscirà ad adottare e come si riuscirà ad adottare un bilancio di previsione, ma chi istituzionalmente preposto, si guarda bene dal coinvolgere il consiglio Comunale su questo grave problema in atto.
Costituiamo un organismo sempre più pleonastico."

venerdì 12 luglio 2013

Officina giovani: le nuove tariffe sono per benestanti

Continua la privatizzazione del Comune di Prato. Dopo i rincari della scuola di musica Verdi, ora leggo le nuove tariffe d'uso per Officina Giovani. In pratica, l'amministrazione fa pagare gli spazi comunali ai cittadini in modo abbastanza salato, a parte qualche misero contentino. Altro che spazio comunale! Così si blocca l'attività di aggregazione e artistica dei giovani.
Forza, avanti con gli oratori!

http://portalegiovani.prato.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/7752

La notte nera della periferia di Prato (10): San Giorgio a Colonica

Lontana, esterna, appartata, San Giorgio a Colonica.  In questi giorni se ne sente parlare perché celebra, come ogni anno, la sua "Festabella", organizzata dalla parrocchia, con tanto di rioni. Per il resto, a parte queste feste di paese, questo 'regressivo andante' che spopola anche nel centro,  non giungono notizie di attività, di vita, di qualcosa,  e il borgo vive il declino ormai diffuso della periferia pratese.
E' stato indubbiamente la costruzione del Macrolotto a renderla lontana più di altri borghi, e sconosciuta, nonostante la presenza di alcuni 'piccoli' monumenti interessanti, come la casa torre di epoca romana; Villa Colzi, di epoca rinascimentale, dove tra l'altro ho recitato quando la Circoscrizione Sud aveva ancora una parvenza di circoscrizione, e i mosaici moderni della chiesa.
Negli anni '70 è stata sede di lotte contro la costruzione dell'aeroporto fiorentino, che doveva nascere fra San Giorgio a Colonica e Sant'Angelo a Lecore;  poi, anche in seguito alle proteste di Campi Bisenzio con cui confina,  hanno scelto di ampliare di Peretola; e già sappiamo quali saranno le conseguenze nefaste per la città di Prato.
Non contenti, negli anni '80 l'amministrazione l'aveva scelta per la costruzione dell'inceneritore; anche in questo caso, se ben mi ricordo, Campi Bisenzio si oppose e fu la salvezza.
A San Giorgio non arriva nemmeno la ciclabile.

giovedì 11 luglio 2013

Presentazione di "Faccine, La nostra vita su Facebook"

Domenica 14 luglio, ore 21,30 al Pereto del Teatro La Baracca, presentazione del mio libro "Faccine, La nostra vita su Facebook" (EdizionidelTeatrinodiLegno, 5 euro).

Si tratta di un libello - piuttosto cattivo - sui media sociali.

Condurrà la serata Gianfelice D'Accolti

L'ingresso è libero.

ASM e l'aiutino di Bettazzi

La vicenda della municipalizzata pratese dei rifiuti ASM che va a caccia di prestiti perché indebitata e si rivolge al presidente del consiglio comunale Bettazzi...la dice tutta sull'anomalia della politica e degli strani 'intrecci' del sistema. 
Chiedere le dimissioni di Bettazzi, indagato ora (avrebbe percepito una tangente?), non risolve nulla, anche se da parte del presidente sarebbe corretto farlo. 

Bettazzi sarà sicuramente innocente,  però non è corretto questo rapporto fra ASM e presidente del consiglio comunale per avere un canale privilegiato per i prestiti! 

Questi sono i guai dopo anni e anni di gestione poco chiara della municipalizzata, assunzioni go-go, e mediocre funzionamento della stessa. 

Insomma, la vicenda di ASM assomiglia a quella di tante altre municipalizzate in Italia, convertitrici di consenso e stabilità politica. Ma questa politica, con il suo intreccio fra affari e nomine, è ormai al capolinea e quindi anche le municipalizzate cominciano rovinosamente a franare. 

mercoledì 10 luglio 2013

Boldrini: "Non siamo a teatro, ma in un aula parlamentare!"

La Presidente della Camera Laura Boldrini, difronte alle proteste dei deputati del M5S contro la richiesta di sospensione dei lavori parlamentari da parte del PdL per il caso Mediaset di Berlusconi, non trova di meglio che dire: "Non siamo a teatro, ma in un'aula parlamentare".

Come se il teatro fosse il luogo dei pagliacci, della confusione, delle smargiassate. 

Temo che la Presidente Boldrini non frequenti il teatro e di conseguenza ne abbia una immagine 'italiana', da commedia dell'arte, scolastica; o paradossalmente commerciale, televisiva. Berlusconiana.

Questo è il rispetto per l'arte, Presidente?

Il lavoro del teatro è una cosa seria, anche quando fa ridere.

Illegalità, sistema italiano

L'assessore Aldo Milone ha snocciolato i dati impressionanti delle tasse non pagate dai cinesi a Prato.
Vorrei aggiungere che non pagare le tasse è sempre più diffuso anche tra gli italiani, quasi tutti ormai preferiscono lavorare senza fatturare.
Provate a chiamare l'idraulico o l'imbianchino a farvi lavoretti a casa.
In tutti i settori, anche nel mio è così. Faccio fatica a imporre la fattura talvolta, anche perché colleghi fanno dumping, omettendo di farla. Preferiscono prenderso i pochi maledetti e subito (di soldi).

Il dato di Mister Milone sarebbe ancor più impressionante, se si sommassero i numeri italiani.

L'eccessiva tassazione - insieme alla scarsa fiducia nei confronti delle istituzioni che mangiano i nostri soldi per sé o per i partiti - favorisce il lavoro nero e illegalità fiscale. I soldi delle tasse sono percepiti come perduti, sono quelli che vanno a mantenere la casta.

E' chiaro che si vuole che il tutto continui così. 
Non è che mettendo più controlli si risolve il tutto, non serve che per quindici giorni. Già più significativo sarebbe dare trasparenza al corso delle tasse, sapere che fine fanno i nostri soldi. Forse si dovrebbe dedicare più tempo a questo aspetto.

Padoa-Schioppa, quello dei 'bamboccioni', disse: "Le tasse sono una cosa bellissima, un modo civilissimo di contribuire tutti insieme a beni indispensabili quali istruzione, sicurezza, ambiente e salute".
Ma era uno della casta, appunto.

La notte nera della periferia di Prato (9): Paperino

Il nome costituisce già di per sé un 'attrazione da toponomastica surreale, tant'è che è stato usato per un film, "A Ovest di Paperino". Sembra che il nome appartenesse a certo legionario romano Paperius...o forse era un longobardo?
Paperino è famoso per il suo carnevale e per il circolo Arci che lo organizza. Tuttavia il Carnevale è in forte crisi - non solo per la concorrenza di altri carnevali nella zona, ma perché il carnevale in sé ormai è privo di senso -e le attività organizzate da Paperino non riescono più a coinvolgere i pratesi come accadeva fino a pochi anni fa. Anche in questo caso la mancanza di sostegno e di vero interesse da parte della Circoscrizione ha acuito l'abbandono complessivo dei borghi, marcato nella Circoscrizione Sud anche per la dislocazione geografica.
Seppur in modo minore, anche in questo caso si tratta di un altro 'borgo smarrito'.

martedì 9 luglio 2013

Pratilia: con la bacchetta cambio la destinazione d'uso in tutta fretta!

In un battibacchetta, da veri maghi dell'affaritudine cittadina, la commissione urbanistica ha cambiato la destinazione d'uso per Pratilia, da ufficio ad albergo, oplà quello che i soldi ti fanno fa'.

Intanto a Prato ci sono tanti ex-uffici eccetera eccetera vuoti, che con la crisi non si affittano e i proprietari spesso non sanno che farne dato che non possono essere utilizzati come abitazioni (se non abusivamente): per queste persone, tantissime a Prato, non c'è tutta questa facilità di cambio nella destinazione d'uso...

Vogliamo chiedere perché per i poveracci ci vuole una vita e forse mai, e per i ricchi esselunghi pochi giorni?

Regione Toscana, patacca dorata

Mentre ci si mette all'opera per vendere la città di Firenze creando un marchio, ossia la finzione Firenze da vendere; mentre si inventa l'aperitivo regionale (ma che originalità da veri geni toscani!) come attività per incrementare gli affari; mentre si sta creando l'immagine di una Regione Toscana patacca dorata, mitologia di bassa lega per turisti non consapevoli e affaristi marchettari , in realtà si sta rovinando il suo paesaggio, mangiandone il territorio, dimenticandone la storia, cultura, eccetera, dando il via libera alla terza corsia sull'A11, all'ampliamento di aeroporti, interporti eccetera, inutili ai cittadini (ma utili al Parco della Piana: hanno la faccia come il c... e, sì, proprio così dicono!); insomma, mentre aumentano il nostro malessere e la nostra infelicità con la loro politica, con la loro economia a senso unico e fondamentalmente distruttrice, io sogno una Toscana diversa, che questi miseri amministratori incapaci non riescono nemmeno a immaginare (e non possono farlo), una Toscana collegata fra città e città con le piste ciclabili, tanto per fare un esempio, solo un piccolo esempio di quello che si potrebbe fare!, una Toscana lenta, un altro scenario, uno scenario ricco di nuove possibilità, creativo rispetto al futuro che lasceremo...Questi invece lasceranno solo cenere.
Gli amministratori del nostro malessere, questi sviluppatori della nostra infelicità,  mandiamoli a casa.

Un invito per i 20 anni dei Celestini

 Per stasera, 21 dicembre, ore 20,45 alla Baracca.