domenica 21 luglio 2013

Via Ciulli

A pochi giorni dall'apertura del nuovo ospedale di Prato e a pochi i mesi dalle elezioni amministrative, il governo locale capisce che non può più permettersi, a pochi passi, un sottopasso chiuso a causa della morte delle tre cinesi, e sollecita la magistratura per il dissequestro.

I due poteri non si trovano d'accordo; il Comune vuole  riaprirlo seguendo gli adeguamenti previsti dal  codice della strada; la Procura risponde che il Comune potrebbe benissimo farlo solo se eseguisse lavori minimi di garanzia per la sicurezza: chiede solo un semaforo e una sbarra in caso di allagamento...

Storia di una follia tutta politica e di precisi calcoli elettorali.

Chengwei, Jilan e Donglan Wan, le donne morte nel sottopasso[1]
Parla Chengwei 
Io ero la più giovane.
Siamo uscite per andare a lavorare,
come tutti i giorni
siamo venuti qua per lavorare.

Mia mamma guidava
Mia mamma guidava

La zia ha detto
-Attenta Jilan! -
L’acqua correva dal cielo
Funi stese erano le gocce d’acqua
T’avrei fatto vedere!

Io sarei voluta restare a casa
Ma non si può
Non si poteva
Anche la zia era preoccupata
-Jilan attenta!-

Mia madre era attenta
Ma chi avrebbe detto
Che quel sottopasso fosse
Così profondo
Maledettamente profondo!

Eppure lo avevamo già passato
Con le macchine traversato,
ma non pensavamo così
profondo

E’ stato così rapido
l’acqua ci ha trascinate via

Mamma non riusciva più a tornare indietro
-Metti la marcia indietro
Metti la marcia indietro!! –
Ma non andava
La macchina
non ce la faceva…
la macchina non si muoveva
che avanti!

Non so nuotare
Non so nuotare
E l’acqua mi fa paura
Perché là sotto c’era
Così tanta acqua?
Parla Jilan: 
Come pioveva quella notte!
L’avevo detto: restiamo a casa
Ma Donglan non voleva
O forse non volevo io?
Chi si ricorda?
Ho visto che l’acqua era alta

Ho messo la marcia indietro
Ma la macchina andava avanti
E ancora avanti.

Com’era fredda quell’acqua
Com’era fredda!
Entrava dappertutto!

Ho telefonato a mio marito
Gliel’ho detto: - Siamo qui
Siamo qui!

Qui dove?
Dov’è ‘qui’?

Io non sapevo spiegare
Non sapevo il nome della strfda
Gli ho detto:
-Siamo sotto un ponte! 
-Che ponte che ponte! –

Parla Donglan: 
Ho capito subito
Che sarebbe andata a finire  così.
Ho capito subito
Che sotto quel ponte
Sarei morta!
Non ce l’ho fatta ad uscire,
non ce l’ho fatta!

L’acqua ha circondato la macchina
Ha cominciato ad entrare
E poi tutto era acqua
Jilan ha aperto la portiera
Ha cercato di salire su
Poi non ho visto più nulla
Non ho sentito più nulla

Acqua solo acqua.

Jilan ha aperto la portiera
Ha cercato di salire su
Poi non ho visto più nulla
Non ho sentito più nulla

Acqua solo acqua
Nemmeno io so nuotare
Nemmeno io
Perché là sotto c’era
Così tanta acqua?

Ho capito subito
Che sarebbe finita così
Morire di lunedì
Me l’aveva detto una strega
Me l’aveva detto una strega

O forse lo sognai di notte?

[1] In via Lorenzo Ciulli a Prato il 4 ottobre 2010. Le donne avevano rispettivamente un’età di 24, 50 e 42 anni. Questa poesia fa parte della mia opera "Antologia del Bisenzio".

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