giovedì 4 luglio 2013

La 'mail', ovvero del fraintendimento

Stamani, scorrendo i giornali, leggo questo articoletto che copio sotto. Nelle aziende, negli enti è d'uso mandarsi semplici comunicazioni via e-posta piuttosto che parlare. Come si legge appunto qui sotto. 
Tuttavia non è detto un aspetto linguistico fondamentale di questo strumento: il fraintendimento che esso spesso genera.
Non solo perché al computer si scrive di fretta, ma perché manca, nell'elemento elettronico, qualcosa che invece la vecchia lettera conteneva o ancora la comunicazione diretta. Cos'è? Innanzi tutto l'aspetto sensoriale e quindi emotivo; il messaggio elettronico è comunque qualcosa che non si tocca, né si ascolta, non si fisicizza se non nel visuale; perché la lettura è diventata quasi esclusivamente 'guardare'; perché nella posta elettronica non c'è nemmeno l'ascoltare, come avviene al telefono. C'è una lettura priva di componenti emotive e sensoriali che lasciano  il video-lettore solo davanti alla sua 'e-mail' senza quegli strumenti che da sempre lo aiutano a comprendere il significato e il senso della comunicazione. Senza contare che di e-mail, ogni giorno ne riceviamo a frotte, senza sosta, spesso per noi senza senso e rilevanza, rendendo lo strumento faticoso da seguire, fastidioso o  insignificante e quindi degno di poca attenzione.

"Meno mail, meglio parlare
La Ferrari invita i dipendenti ad avere più contatti diretti
Leo Turrini (La Nazione)
NARRA la leggenda, che poi in questo caso è realtà, che a far scattare la lampadina nel cervello dell’avvocato Montezemolo sia stata una riunione tra tecnici dedicata a un nuovo modello di serie della Ferrari. Durante il... brain trust, l’ingegnere A ha chiesto al collega B che cosa ne pensasse di una certa proposta. Te l’ho mandata via mail, ha detto il primo al secondo. Costui però non aveva controllato la posta elettronica. Al che il presidente del Cavallino ha fatto due più due: dall’ufficio di A all’ufficio di B, la distanza era inferiore ai venti metri. E perché diavolo non vi siete parlati di persona?, ha chiesto Montezemolo ai malcapitati. Da lì, la svolta. Ufficializzata con tanto di comunicazione aziendale. Non che la Ferrari dichiari guerra al cyber-mondo, anzi, proprio Montezemolo coltiva un trip personalissimo per Internet. Ma la qualità delle relazioni personali deve prevalere sulla potenza geometrica della dimensione on line: Un po’ come diceva Enzo Ferrari, il Grande Vecchio: «Io debbo guardare un mio collaboratore nel fondo degli occhi, per capire se ha capito quello che c’è da capire».

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