martedì 16 luglio 2013

Miss(ing) Italia

Il fatto che la RAI non trasmetta più la finale di Miss Italia mi può rallegrare, anche se mi lascia indifferente perché non vedo la televisione e, in particolare, non ho mai visto quel programma. Al solo pensiero di doverlo vedere, mi sarei sentita male.

In realtà il problema è non tanto di ordine moralistico, e per vero desiderio di contrastare la mercificazione del corpo femminile, quanto solo di ordine economico.

Il programma non si replica soprattutto perché già da alcuni anni non va, non attira pubblicità.  

Cito per tutti Aldo Grasso, famoso giornalista del Corriere che, dell'edizione 2012 di Miss Italia, scrive: "Programma noioso, manca un format".

Insomma, si fa finta di rispettare le donne (in un paese che in sostanza le schiavizza e sfrutta costringendo la maggioranza di loro alla condizione di domestica, badante a vita anche se lavora, oltreché gingillo sessuale), si fa una politica di immagine (proprio quando si mostra di volerla combattere o di coprirla, la 'santa immagine della fica'), si accontenta la Presidente della Camera che ci fa una bella figura e si ammansiscono i compagnucci e le compagnucce, ma in realtà questa pruriginosa eliminazione è una scusa bella e buona: anzi!, non vedevano l'ora di trovarne una credibile per togliere di mezzo un programma che era ormai diventato solo un onere economico per mamma Rai.

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