Oltre ai quadri che il vinaio di Vicenza Zonin si è messo in tasca - e presto si metterà tanti soldi in tasca perché da vero vinaio li venderà - fra cui opere di Bellini, Lippi e Caravaggio, ricordo un altro tesoretto che Prato si è lasciato sfuggire nel 2009, ossia i manoscritti di Malaparte acquistati da Dell'Utri.
Naturalmente anche Gonfienti etrusca, perduta ormai quasi irrimediabilmente, che gli stessi industriali, strepitanti per i quadri, hanno volentieri affossato sotto l'ennesimo megacapannone industriale con cui hanno saccheggiato e deturpato la città, complice una lasse dirigente collusa, trasformando paesaggio e mentalità della gente.
Ma Gonfienti non si può vendere, non si può acquistare. No?
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