mercoledì 3 luglio 2013

Textech nasce nel giorno sbagliato

L'accordo fra Italia e Cina sul tessile di Prato, la nascita di Textech che avrà sede al centro chiamato "Creaf" di via Galcianese, nasce certo nel giorno sbagliato, nel giorno in cui un cittadino italiano muore in una fabbrica gestita da cinesi al Macrolotto.
Che dire? La sensazione è che, nonostante i soldi messi in campo per salvare questo benedetto tessile, nonostante l'altisonante parolona, la 'ricerca' dietro cui non sappiamo bene cosa ci sia, forse non se ne farà gran ché; e non solo per l'ostilità del Comune, ma perché il sistema del tessile andrebbe tutto ripensato, e seriamente, con regole davvero rispettate da tutti, e non con queste scatole vuote che servono solo a fare affluire soldi per la 'città loro'.
Tra l'altro tutto questo percorso fatto in alto potrebbe costituire un autogol per la Sinistra, che ancora non capisce e non sa come affrontare la 'questione cinese' a livello popolare, e dà all'ottusa opposizione cibo per i suoi denti per la prossima campagna elettorale. Se non fosse per questo 'argomento', la Destra sarebbe sbolognata in un battibaleno! Ma possibile che questi politicanti non se ne rendano conto?
C'è bisogno di lavorare per l'integrazione e non lo si fa a colpi di Creaf!
In realtà nessuna realtà politica è riuscita a intraprendere un percorso credibile per  ridare dignità e forza a questa città. E non solo in campo tessile.
E poi: non sarebbe ora di pensare anche ad altro, a Prato? Siamo stanchi di sentire suonare sempre la stessa musica, che ormai, almeno com'era una volta, non può più essere.

"Tessile, a Prato la ricerca parla cinese
Regione e ambasciatore firmano l’atto di nascita di Textech
di Sandro Bennucci, La Nazione, FIRENZE
«CI VOLEVANO i cinesi per fare, a Prato, il primo centro di ricerca tutto dedicato al tessile?». La domanda sale dalla platea di giornalisti, a Palazzo Sacrati Strozzi, sede della presidenza della giunta regionale, proprio mentre il governatore, Enrico Rossi, firma con l’ambasciatore cinese in Italia, Ding Wei, l’atto di nascita di 
Textech, gran progetto pensato per studiare e migliorare i tessuti e tentare il rilancio del distretto pratese. Coinvolte le università toscane e le associazioni di categoria. Unico assente il comune di Prato: dichiaratamente ostile. Perché, come sostiene il sindaco, Roberto Cenni, la comunità cinese «non si è ancora uniformata a leggi e regolamenti italiani, continuando a mantenere evidenti sacche d’illegalità». Ancora più categorico è l’eurodeputato Claudio Morganti (Eld): «La Regione Toscana ha un obiettivo strabiliante: fare di Prato la capitale cinese in Italia».
E forse proprio perché consapevoli delle «ostilità», sia l’ambasciatore Ding Wei, sia il console generale cinese a Firenze, Wang Xinxia, lanciano appelli alla legalità, dicendo che «le norme valgono in Cina come in Toscana». E invitando gli imprenditori cinesi a rispettare le regole e le leggi, a evitare l’evasione e lo sfruttamento e a inserire «personale italiano» nelle loro aziende.

IN OGNI CASO,
 dopo una «gestazione» durata tre anni, e fatta di fitte relazioni fra la presidenza della giunta regionale, e la Provincia di Prato e quella cinese di Zhejiang, il centro Textech è nato. I ricercatori cominceranno a lavorare venerdì 5 luglio. Dove? Per ora in alcuni locali della Provincia di Prato, poi in quella che dovrebbe essere la sua sede naturale: il Creaf, società di ricerca e formazione voluto dalla Provincia stessa. Ma ancora «scatolone» vuoto, nonostante sia costato circa 23 milioni. Per completarlo ne servono almeno altri 5.
Finanziamenti? Sia la Regione Toscana, sia la provincia di Zhejiand, hanno contribuito con 600mila euro a testa. Ma già un grosso progetto è stato messo in cantiere dal governo cinese con 1 milione e 500 mila euro su «non-tessuti e microfilamenti».
«Ho parlato a lungo con l’ambasciatore, il quale ha assicurato la massima collaborazione contro l’illegalità», ha detto Rossi. Che si augura di poter «recuperare» presto al 
Textech anche lo scettico sindaco Cenni."

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