giovedì 30 giugno 2011

LA FESTA DEL PD ovvero come mi sgomento

Mi prende sgomento a leggere il programma della Festa del PD locale. E che somiglia a tutte le altre d'Italia.
Che viene presentata come ‘ricca di eventi’. Anche qui, da questo lato, trovo numeri.
Nulla di nuovo, gli stessi protagonisti. Le stesse identiche facce.
Tutto lasciato fermo al tempo delle ultime elezioni, con le stesse retoriche di sempre che celano  gruppi di potere antichi.
Vorrei una via d’uscita, come un tappo in un pozzino, e far andare via questa acqua usata e riusata.
Vorrei acqua fresca.

E’ una totale dittatura, dolce perché non ti ammazzano. Però ti uccidono in altro modo.
Sono quelli stessi che parlano di creare lavoro dai palchi che lo ostacolano.
Forse non capite, siete allibiti.

Ho parlato con mio padre, e anche lui mi dice che è così. Lui che  ha vissuto bene la dittatura fascista, lui se la ricorda. Meno male che ancora c’è qualcuno che sopravvive e che può dire.
Si dovrebbe vivere duecento anni, solo per sbugiardarli tutti.
Mi faccia vedere la tessera va bene anche quella double-face.
Dittatura, e oscure minacce a chi la pensa diversamente. A chi si esprime diversamente.
Guai a te. Non è cambiato niente, ma ora tutto è più 'pulito' e democratico.
Sono al confino, eppure sono qui.

m.e.

Magia: ecco la Trasparenza, ma non basta!

Come per magia, dal Cappellaio Matto del Regno di Trasparenza e Democrazia e proprio oggi !, sul sito internet del Comune viene data evidenza dei redditi 2009 dei dirigenti e degli amministratori del Comune di Prato.
Siamo dunque in attesa del consuntivo di bilancio 2010!
Forza, Cappellaio, forza, che ce la fai!

Perché il Comune di Prato è inadempiente riguardo alla pubblicazione del bilancio


Riguardo alla pubblicazione dei bilanci consuntivi e preventivi da parte del Comune di Prato, rileviamo inadempienze.
Infatti, sul sito internet è possibile consultare solo un bilancio di previsione triennale 2010-2012;  del bilancio consuntivo del 2010 non c'è traccia, per esempio.
In materia di trasparenza però la legge è chiara, e l' articolo  6 della Legge 25 febbraio 1987, n. 67, Pubblicità dei bilanci degli enti pubblici, recita:
Le regioni, le province, i comuni con più di 20.000 abitanti, i loro consorzi e le aziende municipalizzate soggette all'articolo 27-nonies del decreto-legge 22 dicembre 1981, n. 786, convertito con modificazioni dalla legge 26 febbraio 1982, n. 51, nonché le unità sanitarie locali che gestiscono servizi per più di 40 mila abitanti, devono pubblicare in estratto, su almeno due giornali quotidiani aventi particolare diffusione nel territorio di competenza, nonché su almeno un quotidiano a diffusione nazionale e su un periodico, i rispettivi bilanci.
La legge nr. 69 del 2009 ha poi disposto che i bilanci siano pubblicati sui siti internet, e sostituiscono il vecchio albo pretorio.
Ma, come noi avevamo paventato, questo passaggio dal cartaceo al digitale serve a far 'sparire' molti atti pubblici. (Cfr.
http://primaveradiprato.blogspot.com/2010/02/verso-la-moderna-schiavitu-democratica.html)

Chiediamo al Comune la pubblicazione del bilancio consuntivo 2010 e di quelli che verranno: ma con prospetti chiari, che tutti i cittadini possano leggere, e con voci dettagliate. Vogliamo capire come gli amministratori della 'cosa pubblica' utilizzano i nostri soldi.
Questa è la vera partecipazione, i veri Pratopartecipa e Pratoincontra.

m.e.

mercoledì 29 giugno 2011

Nel giorno della finanziaria. Nei giorni dell'ingiustizia chiediamo la pubblicazione del bilancio comunale

Questo il testo di una mail che circola da diversi giorni. Copiate e fate circolare.
"Recentemente il  Parlamento ha votato all'UNANIMITA' e senza astenuti un  aumento di stipendio per i parlamentari pari a circa €  1.135,00 al mese.  La mozione è stata camuffata in modo tale da non  risultare  nei verbali  ufficiali. 
STIPENDIO Euro  19.150,00 al mese
STIPENDIO  BASE circa Euro 9.980,00 al  mese 
PORTABORSE  circa Euro  4.030,00 al mese (generalmente parente o  familiare)
RIMBORSO SPESE  AFFITTO circa Euro 2.900,00 al  mese
INDENNITA' DI  CARICA (da  Euro 335,00 circa a Euro 6.455,00) 
TUTTI  ESENTASSE
TELEFONO  CELLULARE   gratis     
TESSERA DEL  CINEMA gratis  
TESSERA  TEATRO gratis
TESSERA AUTOBUS -  METROPOLITANA gratis 
FRANCOBOLLI   gratis  
VIAGGI AEREO  NAZIONALI gratis 
CIRCOLAZIONE  AUTOSTRADE gratis 
PISCINE E  PALESTRE gratis  
FS gratis  
AEREO DI  STATO gratis
AMBASCIATE gratis  
CLINICHE   gratis  
ASSICURAZIONE  INFORTUNI gratis 
ASSICURAZIONE  MORTE gratis    
AUTO BLU CON  AUTISTA gratis
RISTORANTE gratis (nel 1999 hanno  mangiato e bevuto gratis per Euro 1.472.000,00). Intascano  uno stipendio e hanno diritto alla pensione dopo 35 mesi in  parlamento mentre obbligano i cittadini a 35 anni di  contributi ( 41 anni per il pubblico  impiego !!!)  
Circa Euro 103.000,00 li  incassano con il rimborso spese elettorali (in violazione  alla legge sul finanziamento ai partiti), più i privilegi  per quelli che sono stati Presidenti della Repubblica, del  Senato o della Camera. (Es: la sig.ra Pivetti ha a  disposizione e gratis un ufficio, una segretaria, l'auto blu  ed una scorta sempre al suo servizio).
La classe politica ha  causato al paese un danno di 1 MILIARDO e 255 MILIONI di  EURO. 
La sola Camera dei  Deputati costa al cittadino Euro  2.215,00 al MINUTO !! 
Si sta  promuovendo un referendum per l' abolizione dei privilegi di  tutti i parlamentari".
Intanto anche noi, a livello locale pratese, siamo stanchi dei privilegi, siamo stanchi di mangiare bricioline e far la fame, quando da anni, e ora come prima, incompetenti e protetti da partiti e altro stanno in posti privilegiati,  chiediamo: quanto costa il Teatro Metastasio ai cittadini di Prato? Quanto costano, tanto per fare un esempio, due direttori? Quanto costa il Pecci?
Chiediamo la pubblicazione dei bilanci del Comune, di previsione e consuntivo sul sito internet,  di cui ci sono solo MISERE TRACCE!, o sui quotidiani.
E di questo atto di trasparenza, primo atto democratico al di là di tutte le chiacchiere sulla Partecipazione e le panzane che ci raccontano, ci faremo promotori. D'altronde lo prevede la legge (n. 69 del 2009).
Perché Milone, assessore alla sicurezza e alla polizia municipale, oltre a pensare  a sistemare le  puttane di Prato e ingraziarsi i relativi clienti,  oltre a pensare a spazzare le case e i laboratori abusivi dei cinesi e a organizzare 'cene alla pratese' piantonate dai Carabinieri in China Town, non propone questa pulizia, questa glasnost?
Perché non lo fanno gli altri assessori, quelli che si beano della festicciuola alle Cascine di Tavola, di cui a malapena conoscono la storia? Quelli che snocciolano stupidi numeri  davanti alle telecamere? E Lei, Assessore Ballerini, al bilancio e alla programmazione finanziaria,  Lei esiste oppure no?

P.S. Cosa ce ne facciamo delle regalie a Palazzo Pretorio delle opere di Jacques Lipchiz, che i pratesi non conoscono, pur con tutto il rispetto e l'ammirazione, regali che ci piovono dall'alto dalla mattina alla sera e di cui non sapevamo nulla, se i fondamentali non esistono e non sono contemplati? 
Grazie tante, ma piuttosto che tutto questo apparato all'apparenza che attornia il sindaco Cenni, vogliamo un apparato alla trasparenza!


In merito alla redistribuzione della ricchezza, alla giustizia sociale, alle pari opportunità, eccetera, guardate questo breve filmato.

martedì 28 giugno 2011

I comitati protestano...ma contro m.e.

Paolo Sanesi, leader storico dei comitati cittadini di Prato, dopo l'articolo, pubblicato su Metropoli, Pratopartecipa, ovvero come ti metto in riserva, controbatte e protesta...soltanto contro m.e.!
Cfr. http://primaveradiprato.blogspot.com/2011/06/pratopartecipa-ovvero-come-ti-metto-in.html

Cascine di Tavola, festa di popolo e di famiglia.

Un comunicato stampa del Comune di Prato dice e canta che domenica passata l’evento alle Cascine di Tavola di lorenziana memoria (parliamo di Lorenzo il Magnifico) sia andato benissimo.
Con la calda giornata di domenica c’era da aspettarselo.
Prima, a organizzare le feste alle Cascine, anzi le cene, c’era la Slow Food di Prato, e tutti sapevano che colore avesse. Si parlava di conflitti d’interesse, di familismo, il presidente dell’associazione pratese marito della presidente della Circoscrizione Sud. Tutti contro.
Ora che comanda la Destra, cambiano le associazioni, ce n’è una nuova, si chiama Associazione 2010, gestita direttamente dal figlio dell’assessore e vicesindaco Borchi e da Pamela Bicchi, che è presidente del Centro di Scienze Naturali di Galceti, Prato ed espondente del PdL locale.
Non dice nulla nessuno? Come funziona, qualcuno ce lo dice? E una associazione appena nata, riceve già finanziamenti e sostegno, oppure  organizza tutto senza prendere un centesimo? Ma non c’è un regolamento, sicuramente provinciale, che stabilisce che le associazioni, per prendere finanziamenti, devono essere in vita da almeno tre anni?
E’ diventata una ‘festa di popolo’ (questo nome non mi è nuovo!), con i soliti gazebo e mercatini.
E, soprattutto, con i soliti NUMERI.
E’ una giunta che, appena può, dà i numeri per strombazzare suoi successi, la sua politica: tutto è contato, tutto è smerciato.
E’ questa la vera differenza rispetto alle precedenti, questa giunta è urlante parlante numerante.
Il familismo-partitismo invece resta, nonostante le parole e le azioni del Centro-Destra contro il sistema parentopoli con relative commissioni di indagine per le assunzioni nelle partecipate (questioni certo più gravi di questa, tuttavia il concetto di base non cambia…).

Paragoni

In questi giorni di battaglia in Val di Susa, viene spontaneo il paragone con il nostro inutile Interporto della Toscana Centrale.
Anche la TAV viene spacciata per ‘ecologica’, affermano che toglierà dalle strade molti TIR. Esattamente come cantavano per l'Interporto.
Ma allora la TAV sarà una via delle merci? O non era una tratta super-veloce? TAV non è l'acronimo di "Treno ad alta velocità?"
Un conto è far passare merci, un conto passeggeri!
Anche in questo caso, come in quello dell’Interporto, vogliono farci credere che Cristo è morto di sonno.
L’unica notizia positiva viene dal Sud, il Ponte sullo Stretto non si farà.
Per il resto anche qui gli inganni continuano, la città antica giace sepolta, immobile tutto il contesto politico e amministrativo - nonostante le belle dichiarazioni, di cui cominciamo a temere- , immobili i comitati che in questi giorni sono impegnati nella Costituente che regolerà il loro movimento (sic!) presso la giunta pratese.

lunedì 27 giugno 2011

PAGLIACCIA


Io che devo subire
Lo scherno degli arrivisti
Dei perbenisti i sermoni
Striscianti
Su su
Equilibristi animali

Li osservo impotente
Non posso tirarli giù

Mostrare le loro zampe pelose

La loro lunga lingua
Di leccaculo leccacule

Ormai il sesso non  distingue più
Anche questo hanno spazzato via

E la mia fica il tuo cazzo
Non c’è più distanza o differenza
uniti per sempre
in un amplesso di corruzione.

Su su.
Nessuno mi crede.

Alla mia alta età
equilibrista di sorrisi bambini
Pagliaccia m'aggrappo a quegl’ occhi
Altalene dell’ anima.
Per non cadere.

m.e.

domenica 26 giugno 2011

Perché il Teatro La Baracca è moralmente il vero Teatro Stabile di Prato.

Ricevo da Gianfelice D'Accolti, e pubblico.


"Le considerazioni che seguono sorgono dall’osservazione di una strana anomalia della città di Prato, ove dal 2006 risiedo e lavoro presso il teatro la Baracca di Maila Ermini.

L’anomalia è questa:
-          il Teatro La Baracca lavora stabilmente e ininterrottamente dal 1993 in questa città producendo teatro che esporta anche al di là delle mura cittadine;
-          le produzioni tutte originali sono sostenute dall’attività prolifica e continua della sua ispiratrice, Maila Ermini, drammaturgo di calibro internazionale, vincitrice di importanti premi letterari, regista e attrice lei stessa;
-          il teatro è riconosciuto dalla Regione Toscana e fa parte del Circuito dei Piccoli Teatri della regione, ne riceve blandi finanziamenti così pure dal Comune di Prato.
-          Il teatro si avvale della collaborazione di forze locali (attori, tecnici) e ospita quando può proposte regionali ed extraregionali, accogliendo in particolare chi non avrebbe altra visibilità e opportunità, fuori dai circuiti istituzionali nei quali non ci si inserisce se non conosciuti, non partecipanti, non consenzienti.
-          Nessun teatro cittadino ha mai affrontato sulla scena, saputo o voluto affrontare, i grandi nodi drammatici della storia di questa città:

* Le origini etrusche e il dibattito politico-culturale sulla grande città di Gonfienti sotterrata e negata alla comunità cittadina e internazionale, con il dramma Laris Pulenas, che costituisce al tempo stesso una rarità interpretativa nel panorama teatrale italiano per le soluzioni registiche coraggiose ed efficaci adottate e sostenute: quale regia affiderebbe a due soli attori la interpretazione di otto personaggi?
*      L’onta subìta nel 1512 del Sacco di Prato, con il dramma Prato nel Sacco, in cui si rievoca la dolorosa vicenda storica sofferta da questa città che giocò nolente il ruolo di caprio espiatorio nella guerra mediceo-papalina contro la Repubblica Fiorentina.
*      Il dramma della strage nazi-fascista di Figline di Prato presentata nell’opera Vita restante di un carnefice in cui per la prima volta si illustra un’ipotesi sulla figura dell’autore di questo misfatto dell’ultima guerra mondiale a tutt’oggi rimasto impunito.
*      Le conseguenze del fanatismo religioso sui minori con lo spettacolo prima e il libro poi, L’infanzia negata dei Celestini, basato sul Libro Bianco, le testimonianze dirette e gli atti del processo penale contro padre Luciano e l’omonimo Istituto dei Celestini
*      Il tema dei conflitti Stato-Chiesa nel Dramma intorno ai concubini di Prato che ha segnato la storia nazionale sul diritto del cittadino alla autodeterminazione in tema di laicità.

Chi più del Teatro La Baracca ha parlato, progettato e prodotto su temi così squisitamente pratesi ma con risonanze nazionali importantissime?
Chi più del Teatro la Baracca ne ha sofferto in termini di discriminazione – dalle forze istituzionali, dai sistemi partitici e dalla Curia locali – subendo a volte una vera e propria caccia alle streghe? Riprova di ciò è che mai è stato invitato a presentare le proprie opere al Teatro Metastasio.
Chi più del Teatro la Baracca ha saputo mettere il dito nella piaga in ferite non del tutto rimarginate della coscienza civile e storica della Città?
Chi più del Teatro La Baracca ha mantenuto viva ed esplorata e riproposta una Memoria comune su cui fondare una appartenenza consapevole alla comunità civile?

E, dunque, l’anomalia è che, ciò nonostante, il Teatro la Baracca, è sostanzialmente emarginato dalla visibilità ampia che invece si concede ai grandi eventi del sistema dello spettacolo (lo “show system”) spesso irrilevanti da un punto di vista artistico e culturale."

Gianfelice D’Accolti

A Prato con Cicerone

Dato che negli ultimi tempi a Prato i teatri sono stati rinomati soprattutto per le attività extra-teatrali, come Pratoincontra al Metastasio o hanno accolto compagnie non professioniste per rimpinguare il proprio pubblico, anche al Teatro La Baracca ci siamo industriati per fare il cosiddetto pienone, e l’abbiamo fatto, copiando gli altri, ahinoi, con una attività extra-teatrale. Dopo un lungo consiglio dove risuonava quasi solo la domanda: - Che facciamo, che facciamo?-, abbiamo deciso di organizzare una seduta spiritica.
Così dopo aver informato i nostri aficionados, contando sul passaparola,  una sera ci siamo messi di buzzo buono, abbiamo preso un tavolino con le necessarie zampe e abbiamo invocato l’aldilà davanti a tanta gente che assisteva come pubblico.
A forza di chiamare e richiamare, il tavolino s’è mosso, nessuno fra il pubblico aveva dubbi:  qualcuno era arrivato, e non di poco conto: aveva risposto al nostro appello nientepopodimenoché Cicerone, la cui anima per l’appunto passava per la Piana.
Cicerone ha  subito detto di essere diretto alla Torre di Casilina a Pistoia, in preda al rimorso nei confronti di Catilina appunto; che per questo motivo percorre la Piana fra Firenze e Pistoia una volta alla settimana, si ferma a volte a trovare gli antenati di Mario e Silla sepolti in Calvana (dove c’è un tesoro archeologico del tutto sconosciuto!) , e ogni tanto con le loro anime si intrattiene un lunghi colloqui, a cui assistono anche alcune anime di etruschi della antica città che fu travolta dall’alluvione alcuni secoli prima che lui nascesse.
All’inizio a tratti, ma poi sempre più chiaramente ha cominciato a parlare di… Gonfienti! Tutti tremavamo dalla paura, l’alito della sua anima era percepibile da tutti noi ‘spiritanti’ e dal pubblico attentissimo e strabiliato, immobilizzato.
A proposito di Gonfienti Cicerone ha detto queste testuali parole:- Meno male che mi avete chiamato, non sapevo come parlarvi. So che alcuni amici hanno presentato una denuncia, or sono due anni fa, contro l’abbandono della città etrusca di Gonfienti , denuncia che appare dimenticata da qualche parte presso la Procura della Repubblica. Io voglio  dare una mano agli amici che tanto si sono spesi in favore di questa scoperta, sapete che sono stato bravo avvocato, e di queste cose me ne intendo: insomma bisogna sbrigarsi a sollecitare chi di dovere perché altrimenti la denuncia cade in prescrizione; insomma, per farla breve, voglio dire dove si trova la denuncia e presso quale giudice, che  si chiama…, così che magari potete andare da lui e qualcosa possa accadere. Noi romani abbiamo sempre avuto in antipatia gli etruschi, quei saputelli, ma non è accettabile che per un cavillo, per una storia o per i grossi interessi in campo non si passi dalle parole ai fatti e non si risolva una volta per tutte questo scandalo. Lo faccio per il mio innato senso di giustizia; nonostante l’ antipatia avevo tanti amici di origine etrusca quando ero in vita ed erano buoni…cristiani. -
Cristiani, ha detto proprio così.
L’anima di Cicerone mi si è avvicinata ancor di più per dirmi qualcos’altro , ma non ho capito…
Alla fine, quando è volata via, il pubblico si è sciolto in un lungo applauso: certo nessuno immaginava tanto risultato alla prima seduta.
Il successo è stato tale che registriamo il tutto esaurito per la prossima stagione, per cui, come accade altrove, non sarà più necessario fare teatro nei teatri.

Maila Ermini

(Pubblicato su Metropoli venerdì 17 giugno 2011).

sabato 25 giugno 2011

Fotovoltaico alle Vanne: ecco la giunta verde che distrugge le Pantanelle

Ieri hanno inaugurato l'impianto fotovoltaico alle Vanne, e i sigg. Bernocchi e Borchi, assessori, si sono dichiarati tutti soddisfatti. "Oh quante belle figlie madama Dorè".
Lungo la Tangenziale ne metteranno tre di questi impianti fotovoltaici, a mangiare il territorio.
Ma la Regione non dice nulla, non si erano espressi negativamente riguardo a questi impianti messi a terra che distruggono il verde con l'ipocrisia della 'green economy'?
Con tutti i tetti delle fabbriche che ci sono a Prato!
Fare affari, non smettono di fare affari. Anche nelle zone alluvionali dove non potrebbero.
Così costruiscono i parchi, quello delle Pantanelle in particolare, di cui il sindaco si dice un appassionato: alla fine, fra tangenziali, impianti anaerobici e altro, rimarrà solo il laghetto con il 'botto' a rallegrare il Cenni.
Svegliatevi, comitati, uscite dal Pratopartecipa in cui vi hanno rinserrato e dai guru che vi fanno le malie!
Il verde lo stanno distruggendo esattamente e forse meglio di quelli che li hanno preceduti!
Non ne possiamo più di queste mega-ipocrisie.

venerdì 24 giugno 2011

Italiana regina di casa


Sabato 25 giugno 2011
ore 21,30
al Pereto del Teatro La Baracca

ITALIANA REGINA DI CASA
(Della sottile e lenta morte delle donne)

Un video documentario di Maila Ermini sulla vita domestica delle donne italiane a metà strada fra serietà e ironia.

Ingresso con offerta libera.

Teatro La Baracca, via Virginia Frosini 8,  Casale, Prato
Telefono 0574-812363.
Per gli altri spettacoli consultate www.teatrolabaracca.com

giovedì 23 giugno 2011

Recensione sulla giornata dedicata agli Etruschi e su Laris Pulenas

La nuova stagione al Met, ovvero continua a esistere solo la casta teatrale

Non voglio entrare nel merito dei singoli spettacoli della nuova stagione teatrale del Met, confortante e tranquilla sotto il profilo dei contenuti, con i 'grandi' nomi, e con il repertorio tutto rispettato.
E' tuttavia illusorio, evidentemente, pensare che i due direttori facciano qualcosa di diverso o in più rispetto a  quelli che li hanno preceduti: continuano a far finta che esistano solo certi artisti, gli altri non esistano, non devono esistere.

Inutile poi che Massimo Luconi o altri ci invitino al colloquio: per partecipare a che, al banchetto delle briciole? Noi siamo artisti professionisti,  drammaturghi e attori di Prato, e sinceramente ci sentiamo presi in giro.

Dovevano chiamarne due, di direttori artistici, per continuare a fare quello che per esempio faceva anche Tiezzi e gli altri e gli altri ancora, ossia ignorare e continuare a far lavorare solo la casta teatrale?

Maila Ermini, Teatro La Baracca

Cosa vuol fare il sindaco Cenni di Gonfienti

Il Sindaco Cenni è intervenuto alla conferenza su Gonfienti alla Biblioteca Lazzerini di Prato.
Mentre lui parlava, io ripassavo il copione di Laris Pulenas, ma grazie alla registrazione video posso commentare il suo intervento.
Cosa vuol fare il sindaco della città antica?
Innanzi tutto vuole dividere in due la società Interporto; una lasciarla ai suoi improbabili (dico io) destini interportuali, l’altra destinarla alla creazione del parco archeologico, che, tra l’altro dovrebbe essere collegato alla città con un ponte sul Bisenzio da via Marconi e, attraverso una specie di corridoio, con Poggio Castiglioni e la Calvana.
Progetto ambizioso e con scadenza indefinita, anche perché la società Interporto non sta in salute economica e le banche la devono fare da padrone.
Senza contare la palese ostilità della Soprintendenza, feudo di altri feudi.
Comunque il sindaco intende provarci, così fa capire, cercando di condire il tutto come attrattiva turistica, legando la città antica-moderna di Prato con quella rinascimentale di Firenze, in un tandem turistico-culturale.
Forse un modo concreto per salvare Interporto.
In questa prospettiva di sviluppo turistico la pista parallela all’aeroporto di Peretola, nonostante le dichiarazioni di guerra,  come fa a dispiacere al sindaco; o mi sbaglio?
E poi disegna Prato come città dei parchi e, con mia sorpresa, parla anche dell’area verde delle Pantanelle, che però, ricordo, in realtà è a rischio estinzione per il progetto affatto remoto della costruzione di un digestore anaerobico, che si andrà a sommare all'impianto di depurazione delle acque e alla Tangenziale Ovest, eredità antiche. Per costruirlo, e non si sa come, visto che è ufficialmente una zona alluvionale, bisogna innalzarlo di parecchio, muovere terra, costruire strade di raccordo  e far passare camion su camion eccetera, e mi chiedo come tutto questo possa convivere con un parco.
Insomma, qualcosa non torna.
Alla conferenza erano assenti: l’assessore alla cultura e allo sviluppo economico della Provincia di Prato Edoardo Nesi, forse occupato dal Premio Strega, e, nemmeno a dirlo, l’ispettrice Poggesi della Soprintendenza, feudo d'altri feudi.  (Bravi, continuate così).
La strada che porta a Gonfienti, e Prato città dei parchi, è tutta in salita.

m.e.

mercoledì 22 giugno 2011

Primo incontro con gli Etruschi di Gonfienti alla Biblioteca Lazzerini



Primo incontro con gli Etruschi di Gonfienti alla Biblioteca Lazzerini.
La conferenza di Michelangelo Zecchini apre un ciclo importante per il futuro: un appuntamento imperdibile per la conoscenza e la valorizzazione della città degli Etruschi di Gonfienti.

Una partecipatissima conferenza del prof. Michelangelo Zecchini, ha riportato prepotentemente alla ribalta la straordinaria risorsa archeologica pratese, quella invisibile città degli Etruschi di Gonfienti che oggi giace in completo abbandono, con le aree di scavo ricoperte da vegetazioni infestanti celate dietro le recinzioni elettrificate dell’Interporto. D’altronde da un profondo conoscitore del mondo etrusco, archeologo di lunga militanza, grande esperto d’arte antica ed appassionato difensore dei diritti della cultura e dell’ambiente, come il prof. Zecchini, non si poteva non attenderci un forte richiamo all’impegno civico ed istituzionale per il rilancio degli studi, ma soprattutto per salvaguardia di questa nostra eccezionale realtà archeologica pratese.
Come ha più volte sottolineato lo studioso nel suo intervento: vista l’unicità e l’enorme  rilevanza scientifica dei primi ritrovamenti, e nonostante le conflittualità passate e presenti,  la scoperta dell’insediamento bisentino è in grado da sola, già con i pochi elementi che è dato di conoscere, di cambiare profondamente la storia, così come adesso la conosciamo, dell’età arcaica e tardoarcaica, investendo non solo il mondo etrusco. Una scoperta in grado di rivoluzionare la nostra prospettiva di giudizio e di analisi nei confronti del periodo più delicato e complesso della storia della civiltà occidentale. 
La città etrusca sul Bisenzio  rappresenta infatti, con quella dimora principesca di oltre 1440 mq., la più grande finora ritrovata di quel periodo, con i tesori artistici rinvenuti al suo interno, con le grande arterie che la attraversano, con l’ordinato reticolo di case e chissà con quante altre straorinarie memorie ancora interrate,  l’espressione più alta di un nuovo modo di concepire  l’organizzazione della città,  edificata attraverso un’urbanistica rivoluzionaria e all’avanguardia. Nata come crocevia di interscambio mercantile, di certo con il consorzio di illuminati principi etruschi che seppero concordemente realizzare un progetto unitario  per realizzare una grande arteria transappenninica per trasportare merci, metalli e altri generi di prodotti, per unire le città nuove dell’Etruria Settentrionale con le colonie dell’Etruria Padana, ovvero i domini del mar Tirreno con quelli dell’Adriatico. Nasceva così insieme alla città, la “via Etrusca del Ferro”, la strada del mito etrusco, evocata dalle memorie di pseudo Scilace di Carianda. Le prove della sua esistenza si trovano nella piana lucchese, nel territorio felsineo, nei tratti appenninici ancora largamente da esplorare, ma soprattutto sulle rive del Bisenzio, dove le platee glareate si materializzano entro un grande insediamento, oggi noto su 27 ha., ma possibilmente esteso oltre i 50 /60 ettari e forse più. Una città quella di Gonfienti, dove alla domus scoperta nel 2003, altre di non minore rilevanza sembrano profilarsi insieme a grandi cave di strade acciottolate, come sembrano evidenziare le tracce leggibili sulle foto aeree di qualche decennio or sono.  E poi, a rendere, ancor più speciale, il sito, l’abbondanza dei reperti, bellissimi, unici nel loro genere, dove spicca come capolavoro assoluto dell’arte vascolare a figure rosse, la kylix che il ceramografo Douris, maestro indiscusso dell’ambito chiusino, realizzò nella sua piena maturità artistica (475-470 a.C.).
Michelangelo Zecchini ci ha offerto una lettura convincente e suggestiva della storia omerica narrata magistralmente, personalizzata pittoricamente dal maestro nelle incisioni del vaso in modo originale e tecnicamente superbo, forse in virtù di una committenza illuminata, o più semplicemente, offrendo l’idea più alta del valore simbolico che la presenza di un’opera di quel genere stabiliva in una dimora gentilizia di tale rango.
Nel dibattito che è seguito alla conferenza ha fatto eco all’interpretazione di Zecchini, più volte citato dallo stesso autore, l’autorevole intervento di Alberto Cottignoli, un grande ed appassionato esperto dell’arte classica, appositamente venuto a Prato per condividere insieme al relatore la lettura di un’opera davvero unica, da lui stesso studiata e recensita, e non a caso definita come la più alta espressione del pensiero filosofico e del fare arte, data oggi di conoscere di quel periodo.
Per tutte queste ragioni l’appuntamento con la storia che Gonfienti offre a noi tutti non dovrà essere più mancato e per questo ci attendiamo di potere vedere replicati questi incontri con il mondo etrusco  attraverso le ricchezze di Gonfienti in altri appuntamenti, come quello del 21 giugno 2011, auspice il solstizio d’estate e una ritrovata volontà di conoscenza e d’impegno.

Prof. Giuseppe A. Centauro
(Presidente dell’Ass. Via Etrusca del Ferro)

Alcune note su Laris Pulenas alla Corte delle Sculture

Ieri la giornata dedicata agli etruschi di Prato.
Purtroppo non ho potuto, impegnata nell’allestimento dello spettacolo seguire il convegno organizzato alla Biblioteca Lazzerini, a cui ha partecipato un folto pubblico. Aspetto che qualche amico mandi qualche resoconto, sì da poterlo pubblicare.
Una giornata importante, perché, pur tra mille difficoltà, si è tornati a parlare di un problema che mi sta molto a cuore.
Spero che divenga un appuntamento fisso, una tappa imprescindibile delle attività culturali, perché nelle drammatiche condizioni in cui versa il sito archeologico, nell’immobilismo generale, serve tutto. E un convegno alza anche il livello dello ‘scontro’ e mette a tacere chi ci dà di non titolati.

Voglio però dire del Laris Pulenas, che abbiamo rappresentato alla Corte delle Sculture proprio alla Lazzeriniana, e per Gonfienti.

Prima di tutto: il luogo è adatto al teatro all’aperto, permette la necessaria attenzione. L’anno passato non fu lo stesso al Castello dell’Imperatore, dispersivo, nonostante la bellezza.

Non abbiamo utilizzato il palco, per vari motivi, ma soprattutto per non allontanarci dal pubblico e per rendere meglio la non artificiosità della rappresentazione.

Questo stare in terra, su una matrice, senza scenografia, con solo i costumi e noi stessi, gli attori, dà anche il senso del mio, nostro teatro.

Quando decisi di recitare in due un dramma per otto personaggi, che avrebbe dovuto essere rappresentato da attori famosi, fu la necessità della lotta.

Ora questo espediente è diventato la forza dello spettacolo stesso.

Intendiamoci, per noi attori, una terribile fatica, una lunga esasperante preparazione.

Ma gli applausi del pubblico in piedi che ieri sera abbiamo ricevuto, la ‘standing ovation’ di alcuni spettatori , ripaga di tutto e dimostra la forza di certo teatro.

m.e.

martedì 21 giugno 2011

Operazione facciata: Interporto

Nel giorno dedicato alla città etrusca di Gonfienti, i giornali parlano dell’Interporto della Toscana Centrale che l’ha seppellita. Un caso? Per dire che:
la società è in deficit;
cercano soci e quindi soldi;
si ricordano ora quali sono le vere finalità di un interporto, finora mai realizzate, ovvero quelle di ridurre il traffico su gomma;
avrebbero costituito una società di scopo al fine di valorizzare la città antica che, ricordiamo è dentro la proprietà dell’Interporto, una ‘partecipata’.

E' in atto un’operazione di restyling. O almeno ci provano.
In sintesi, l’operazione interporto è stata un fallimento.
Paradossalmente si salveranno solo se decideranno di intraprendere la strada del parco – finora esistente solo in ‘second life’  - e di un altro tipo di sviluppo.

"Interporto spa cerca nuovi socI-
Fase operativa al via ma il presidente Pezzati reclama più attenzione dalla Regione
Il deficit ammonta a 30 milioni coperti dal patrimonio, ma il bilancio chiude con un attivo di 200mila euro.

 PRATO. L’interporto è entrato a tutti gli effetti in una fase operativa, anche se ancora non sfrutta appieno le sue potenzialità. A questo proposito, la società è impegnata a battersi su molteplici tavoli. Con l’obiettivo, da una parte, di continuare a sviluppare contatti con altri operatori per ampliare l’attività; e dall’altra, di portare avanti il dialogo a livello politico affinché sia posta maggiore attenzione alle funzioni di eco-sostenibilità che svolge.
 In quest’ottica, il presidente della società Interporto Angelo Pezzati invita la Regione e le amministrazioni comunali dell’area metropolitana a incentivare il traporto su rotaia reclamando maggiore attenzione. «Riteniamo di essere un sistema virtuoso - commenta Pezzati - sotto il profilo del risparmio energetico e del miglioramento ambientale che l’infrastruttura favorisce attraverso il maggior uso dei treni. Vorremmo che questo fosse riconosciuto e che il tema del trasporto rappresentasse anche un problema politico da affrontare il prima possibile nel tentativo di diminuire l’inquinamento ambientale e l’ulteriore consumo di territorio per la realizzazione di nuove strade. Non è ammissibile che in Toscana il trasporto merci ferroviario sia solo al 2% contro una media nazionale del 7%».
 Nei piani della società Interporto c’è quello di portare avanti una serie di interventi finalizzati a rendere più efficiente l’assetto interno e a incrementare il numero degli addetti.
 «La società ha chiuso il bilancio 2010 con un risultato positivo - evidenzia il presidente - circa 200mila euro di utili, avendo pagato 1.200.000 euro di oneri finanziari. A fronte dell’ammontare di un deficit di 30 milioni di euro, la società ha però beni immobiliari per un valore complessivo di tre volte superiore che la rendono solvibile». In virtù ciò «il consiglio ha ritenuto che la società debba allargarsi - aggiunge il presidente - aprendo a soggetti privati e pubblici». «Al momento non abbiamo ricevuto risposte - precisa - ma auspichiamo che ciò avvenga». Nel frattempo, è nata una società di scopo per valorizzare il sito archeologico di Gonfienti: «Auspichiamo l’ingresso di partner esterni - ribadisce - riuscire a trovare dei soggetti disposti a investire complessivamente 10 milioni di euro da destinare al parco verde, ci consentirebbe di ricavare soldi per lo sviluppo dell’infrastruttura. A questo proposito, è in corso una trattativa col Quartiere est affinché si renda disponibile a darci una mano a valorizzare un vecchio rudere di nostra proprietà, che si trova alle pendici della ferrovia, per farci attività di carattere culturale o museale a vantaggio della collettività».
 Tra le varie attività che sono state sviluppate nel corso del 2010 spiccano il completamento di 2 capannoni per circa 16mila metri quadrati già affittati a società esterne, lo sviluppo di una nuova piattaforma logistica (70mila metri quadrati) per potanziare il trasporto intermodale e l’attività di carico e scarico merci, e un accordo con Fs, che consente di sviluppare il servizio ferroviario incrementando il traffico intermodale. «Il servizio è partito nel 2010 con i primi trasporti a carro per oltre 50mila tonnellate di merce trasportata per ferrovia - precisa Pezzati - Entro la fine dell’anno prevediamo di superare la quota di centomila tonnellate l’anno». " (Barbara Burzi, Il Tirreno, ediz. di Prato).

domenica 19 giugno 2011

Comunicato stampa in merito alla prossima recita di Laris Pulenas.

Martedì 21 giugno 2011, alle ore 21,30, torniamo in scena a Prato, nella Corte delle Sculture ex Campolmi, con il dramma Laris Pulenas, che si ricorda debuttò nell’estate 2008 a Poggio Castiglioni sulla Calvana, al fine di sensibilizzare la città e non solo sulle drammatiche condizioni del sito archeologico etrusco di Gonfienti.
Allora ci fu grande fermento attorno a noi.
Per la terza volta torniamo a presentarlo a Prato e, preme ricordarlo, il senso della messa in scena non è cambiato, nonostante ogni volta ci ritroviamo sempre più soli.
Sembra infatti tutto dimenticarsi nel turbine degli eventi e delle problematiche più urgenti della Piana; ma è sbagliato pensare che le questioni poste dalla costruzione e ampliamento dell’Interporto, a cui è stata sacrificata la città antica, siano altre rispetto a quelle che presenta l’aeroporto di Peretola in questi giorni.
Intatto dunque è il significato politico e simbolico della rappresentazione e con questa immutata forza andremo a recitare Laris Pulenas, in opposizione a discutibili e univoche interpretazioni di ‘sviluppo’ economico e sociale.

Maila Ermini e Gianfelice D’Accolti
Teatro La Baracca, Prato

sabato 18 giugno 2011

Ciclabili: attenti a quei due

Dopo il nostro intervento sulle piste ciclabili, ieri il Nuovo Corriere di Prato ha fatto un ampio servizio  Prato dal titolo "Tutto sbagliato, tutto da rifare".
Cosa risponde l'amministrazione in merito alle mancate piste ciclabili, tra l'altro promesse da Cenni in campagna elettorale?
Caverni, assessore alle attività produttive, mobilità eccetera: "Il problema è sempre lo stesso: non ci sono i soldi e se si mettono da una parte, non si mettono dall'altra".
Borchi, vicesindaco e assessore all'ambiente: "E' in programma l'attuazione di una nuova pista ciclabile che va da Borgonuovo fino a Porta del Leone, un percorso che attraversi le vie del centro storico e non corra quindi sono parallelamente ad esso...". In merito alla manutenzione delle piste ciclabili che in molti punti presentano tratti pericolosi, dichiara: "...vista la magrezza dei fondi, si sono dovute fare delle scelte e abbiamo deciso di puntare sul sociale, la scuola, la cultura (leggi Metastasio e Pecci, n.d.r) e inevitabilmente qualcosa è dovuto essere sacrificato...".

Ma la manutenzione delle piste ciclabili è obbligatoria da parte del Comune!
E se, come conclude la giornalista dell'articolo, accade qualcosa?
E poi, non è anche questa 'sicurezza', sicurezza dei cittadini? Oppure la dobbiamo intendere solo alla Milone, 'sceriffisticamente' come in un perenne e cinico Far West?

venerdì 17 giugno 2011

Cari giovani, io come voi

I giovani,  gli eternamente precari,  gli eternamente esclusi.
In questi giorni li vediamo sfilare e risfilare, contro un sistema che non li vuole, che li blocca, che li esclude, e più spesso sfrutta.
Io che non ho più vent'anni, subisco lo stesso trattamento.
Dopo tanti anni di lavoro nel teatro, sono ancora precaria. Con gli unghie e con i denti mi sono costruita un teatrino, e vado avanti.  
Ho visto tanti artisti bravi lasciare l’arte perché non protetti, non figli d’arte o di papà. Non amici di nessuno.

Faccio un esempio: non ho mai recitato nel teatro della mia città, il Metastasio, come si dice in gergo non sono mai stata chiamata, come se fossi l’ultima pezzente, come se facessi schifo. Non sono mai stata l’amichetta di nessuno, anche se avrei potuto molte volte diventarlo. Non ho fatto mai la servetta di due padroni.
Il mio teatrino è vivo dal '93 e ancora molti fanno finta che io non esista. Al massimo qualche contentino, e via.

I cartelloni importanti si fanno con gli amici - a cui non si può dire di no -, o con chi conviene in qualche modo, o con chi ci si può 'scambiare'. Se chiamano i giovani, è solo per prendere fondi o fare 'a muina'. Ma poi li si tiene ben lontani, soprattutto se questi giovani non si comportano come i vecchi, se con si conformano al sistema.

E non c’entrano i colori delle giunte: con i precedenti direttori artistici e presidenti era uguale a ora. Ti guardano dall’alto in basso, con un fondo di disprezzo.
Non cambia niente. 

Come ha fatto Brunetta con i precari romani, che ha liquidato con “siete l’Italia peggiore”. Poi ha detto che quelli sono i figli di papà. Che confusione, che disgusto.

E’ il sistema che lavora solo orizzontalmente, fa lavorare parenti, amici, conoscenti, convenienti;  mai verticalmente. Non c’è nessun ricambio, mai.

A ciò si è aggiunta la crisi, un sistema selvaggio del lavoro, e ora per i giovani è ancora peggio di quando avevo vent’anni io.

Cari giovani, lo sbarramento è assoluto, la casta unita, e chi dice le cose che non vanno, parafrasando Leopardi, è detestato e marginalizzato.

Oggi il lavoro è servitù e servaggio.

m.e.

giovedì 16 giugno 2011

Prossime presenze del Teatro La Baracca

Laris Pulenas
prosa
Martedì 21 giugno, ore 21,30,  Corte delle Sculture ex Campolmi, Prato
ingresso libero
(www.larispulenas.it)

Italiana regina di casa
(Della sottile e lenta morte delle donne)
Video
Sabato 25 giugno, ore 21,30 nel Pereto del Teatro La Baracca

Pagliaccia Secca tra le pere buffe (nel giardino magico)
Teatro ragazzi
Mercoledì 29 giugno, ore 21,30 nel Pereto del Teatro La Baracca

L’uomo dal fiore in bocca
di Luigi Pirandello
con Gianfelice D’Accolti
Domenica 3 luglio, ore 21,30 nel Pereto del Teatro La Baracca

Pagliaccia Secca tra le pere buffe (nel giardino magico)
Mercoledì 6 luglio, ore 21,30 nel Pereto del Teatro La Baracca (replica)

Canzoniere erotico un po' eretico 

teatro canzone
scritto e interpretato da Maila Ermini
Domenica 17 luglio, ore 21,30 nel Pereto del Teatro La Baracca

Anito e Garibalda

commedia
Giovedì 28 luglio, ore 21, Luicciana (Cantagallo).Teatro all'aperto.
Ingresso libero


Gli ingressi agli spettacoli nel Pereto (via Virginia Frosini 8 a Casale di Prato), organizzati autonomamente, sono a offerta libera. In caso di pioggia gli spettacoli si svolgeranno nell'adiacente Teatro La Baracca.

La rubrica "L'indovinello"

Riceviamo da un nostro fedele lettore, Fiele da Clitognacci, esperto di enigmistica e indovinelli, una poesia-indovinello che anche i meno esperti possono risolvere; con questo iniziamo la nuova rubrica "L'indovinello", a cui invitiamo tutti a partecipare:

"Arrivò la Strega di notte
e all'assessor di dir consigliò:
la pista è buona e bella e forte
dillo a tutti, altrimenti non mi rivedrai più.

Di chi si parla?

Piste ciclabili a Prato? Trasporto alternativo? Ma dove?


Ieri in consiglio l'assessore al traffico Caverni avrebbe dovuto parlare di "Ambiente, mobilità e viabilità: qualità dell'aria, mobilità ciclabile, trasporto pubblico e altre forme di trasporto collettivo".
Ci risulta, almeno dai resoconti dei giornali e dallo stesso comunicato stampa del Comune, che l'assessore non abbia parlato affatto di quegli argomenti, ma solo di traffico, parcheggi,  progetti per il raddoppio per la declassata.
Ma quale mobilità ciclabile, assessore, che le ciclabili che ci sono stanno cadendo a pezzi e in più punti sono pericolose? Non ci risultano progetti - almeno finora - di ampliamento della rete ciclabile, almeno nessuno ne dettaglia concretamente. Dunque, di cosa stiamo parlando?
Anzi per chi come me sceglie la mobilità alternativa, andare in bici per la città è spesso rischiare la pelle, perché non vi sono modi sicuri, nemmeno lontanamente, per andare sulle strade in bicicletta.
Altro punto fondamentale: le macchine sfrecciano troppo veloci, quasi nessuno rispetta i limiti di velocità - almeno che non si trovi imbottigliato nel traffico.
Bisogna sperimentarlo direttamente: assessore, prenda la bicicletta, giri per Prato e dintorni; utilizzi una mobilità alternativa, magari andando anche a piedi, e si renderà conto il disastro e l'inciviltà in cui ci troviamo dentro fino al collo.

Maila Ermini

mercoledì 15 giugno 2011

L'anno zero della cultura

Sbirciando qua e là nello stivale culturale, ho trovato ben poco per l'estate. Fra le altre cose dirupanti, uno storico teatro occupato, il Teatro Valle a Roma.
Nei programmi per l'estate culturale italiana, la musica è la più gettonata.
La musica: ma quale musica? E perché, fra tutte le arti è la preferita in questo anno zero della nostra cultura? 
Intanto è stata scelta quella musica che registra grandi nomi, ma soprattutto quella che tace o se parla, come nel caso dei cantautori, dice cose già dette o im-mutate. E poi musica classica, di cui non si teme, con cui si può riempire lo spazio.
Kant afferma che la musica, a differenza della poesia, non è dotata di parole (a parte quella cantata appunto) e quindi non può comunicare direttamente il concetto che nasconde, se lo nasconde.  Per questo è tanto amata e celebrata in questi tempi, soprattutto quella 'classica'. Con la sonata, si sta tranquilli. Ma anche con il rock! Anche perché manca, manca ovunque, una persona che prima del concerto spieghi la musica che si va ad ascoltare, e questo non si fa in primo luogo perché nessuno o quasi pensa di farlo, cioè per mancanza di idee (in questo paese di scopiazzatori!...), e poi perché potrebbe evidenziare il concetto che nasconde, ci potrebbe rendere edotti non solo di forma musicale, ma anche di contenuto.

La prosa è la più temuta e abbandonata; i teatri sono vuoti o utilizzati per altro. Non si rappresenta più, al massimo, quelle che vediamo sono ombre di teatro, nomi altisonanti, stili radical-scic, mitologia teatrale, scorie dell'altro secolo...Oppure allegre compagnie di dilettanti a cui si dà ospitalità per riempire i teatri e ripianare i budget.
Ugualmente la danza è punita, perché esprime concetti, eccome se li esprime! e, come la pittura può essere poesia muta (lo dice Leonardo); dunque, via! fuori dai programmi, dagli intrattenimenti anch'essa...

Anch'io sono occupante, lavoratrice artista occupante ideale dello spazio e tempo che stanno sequestrando, giorno dopo giorno.  E come i miei compagni, mi trovo impoverita di tutto.

Sarà vero che dopo l'uscita di scena di Berlusconi, la cultura rifiorirà? Avrà fine l'anno zero della cultura? O vedremo ricomparire gli stessi personaggi di sempre, i servi del potere di sempre, io temo, temo che nulla cambi, che per cambiare sia necessario andare ancora oltre.

m.e.

martedì 14 giugno 2011

Il magico mondo di Ne-sì: ovvero lo scrittore e la pista parallela

Sull'edizione fiorentina di La Repubblica, sabato scorso, è apparso una intervista di Ilaria Ciuti al nostro Edoardo Nesi. Si intitola "Prato non deve aver paura, la pista parallela significa sviluppo." Sottotitolo: "L'assessore-scrittore Nesi; ho studiato e ho cambiato idea".

"Sono un pratese innamorato di Prato. Quando ho sentito parlare di pista parallela a Peretola (Firenze), l'ho vista come un'aggressione alla mia città. Poi mi sono documentato e ho cambiato idea...Mi sono fermato un atttimo. Mi sono chiesto: avrò ragione? Ho capito che non ero informato, che nessuno è informato e che per i politici questo è imperdonabile. Allora mi sono documentato, ho studiato le carte, ho interrogato i tecnici, anche quelli stranieri insospettabili di coinvolgimento....(e ho scoperto che) le mie preoccupazioni erano ingiustificate...il sentiero parallelo non li porta sul nostro centro abitato (Prato). Si può ancora migliorare, rendendolo appena un po' più inclinato...Ci dovrebbe essere un piano industrale dell'aeroporto ben chiaro su cosa si intende fare e come. Soprattutto dovrebbe essere data la massima comunicazione. Esattamente il contrario di cosa succede, lasciando così crescere le leggende...Sono un intellettuale prestato alla politica e voglio conservare la mia indipendenza di giudizio...Né pretendo di aver ragione, ma dico perlomeno documentatevi, riflettete...L'aeroporto significa sviluppo, opportunità, apertura, comunicazione...".

Così, a livello nazionale portiamo avanti le battaglie - e qualche volta si vince -  contro l'Italia affaristica  e antiecologica retta da Berlusconi e Lega; a livello locale ci dobbiamo confrontare con questi politici  che anche se di segno opposto, in sostanza portano avanti  lo stesso concetto di sviluppo dei primi.
Credo che il PD dovrà prima o poi fare i conti con queste incongruenze, con gli 'affari' e gli 'sviluppi'. Se non vuole continuare a perdere.
(Perché sia chiaro: la vittoria politica dei referendum è in primo luogo di Di Pietro e di quelli che stanno a Sinistra, Verdi, eccetera).

domenica 12 giugno 2011

Gonfienti? In fondo a destra


Anche quelli che appoggiavano Cenni in campagna elettorale si sono svegliati, la Destra camuffata d'abito civico (oh, quanti ne abbiamo visti con questi abitini!) , rendendosi conto che Cenni fa il nesci su Gonfienti? 
Viene da ridere. Debolissime sono queste tirate di orecchie, non servono a niente. Senza contare poi il tono affaristico della nota - Gonfienti è un affare e quindi sbrighiamoci! - la visione aziendal-economicista del recupero archeologico, che non è affatto estranea a quelli dell'altra sponda!... 
Lo dico da mesi. Posto che Cenni non possa fare molto, posto questo - e noi non lo crediamo - , dovrebbe rispettare i cittadini dichiarando le sue difficoltà, i problemi con Provincia e Soprintendenza; dire chiaramente perché non rispetta quanto promesso...; invece nicchia e quindi abbiamo l'ennesima conferma: che tutti, ma proprio tutti erano e restano a favore del sotterramento della città antica. 
Pecunia non olet.
A due mesi dalla sua nomina, quando sollecitai al Sindaco la questione, sulle pagine di "Metropoli" dichiarò che si pretendeva troppo presto, troppo subito, risultati. Ora nemmeno si preoccupa di rispondere. (Ma forse agli 'amici' risponderà).

"Gonfienti, “La città per noi” sollecita Cenni: “Mantenga gli impegni presi in campagna elettorale

“Il sindaco Cenni mantenga gli impegni per la città etrusca di Gonfienti”. A chiederlo è il movimento civico La città per noi, che da tempo si batte per il recupero dell’area archeologica ritenuta una risorsa fondamentale per la storia e la cultura del nostro paese e per il rilancio di Prato in tema di turismo.
“L’appoggio dato a Cenni in campagna elettorale – si legge in una nota della lista -, verteva soprattutto sull’impegno che Cenni sindaco avrebbe profuso per il recupero dell’area archeologica etrusca di Gonfienti; lo stesso Cenni in campagna elettorale si era pubblicamente esposto annunciando agli stati generali del movimento civico il recupero e la valorizzazione della Gonfienti Etrusca, qualora fosse stato eletto. A due anni e più da tale promessa non si è ancora vista concretizzata la seppur minima intenzione del sindaco a riguardo. A tutt’oggi questa amministrazione comunale nulla ha fatto in previsione di un effettivo recupero ed una vera valorizzazione dell’area, che ricordiamo rappresenta, un investimento in termini di flussi turistici, anche alla luce dei dati statistici riportati”. (Da "Notizie di Prato").


giovedì 9 giugno 2011

Perché il libro elettronico non potrà mai sostituire quello cartaceo

La mia professoressa di filosofia antica, Margherita Isnardi Parente, suggeriva ai suoi allievi di scrivere le note sui libri a penna; non con il lapis.
Ricordo il mio stupore quando al termine di un esame mi chiese le mostrassi i libri, su cui effettivamente avevo scarabocchiato le mie note per sempre. Lei fu molto soddisfatta, e mi chiese contezza di ogni nota, commento, chiosa di una pagina. Anche di quelle più banali, di cui mi vergognai molto, inutilmente.
Questo scrivere, solcare il libro con il proprio commento è dialogare, ribattere, confrontarsi con l’autore; essere creativi, in qualche modo, e ragionanti. Apprendere i concetti.
Il libro elettronico,  pur comodo e facile, non lo permette. Non lo posso annotare. E anche se lo potessi annotare, la mia scrittura rimarrebbe là, distante, in altro luogo e spazio, con qui con me.
Non è carnale, il libro elettronico; se si porta a letto, non si piega e modula fra le mani. 
E' significativo che ancora non si vedano persone lettori di 'e-book' in giro per il mondo, ma solo lettori di libri di carta.
Questo rapporto fisico con la carta, l’odore, lo sfogliare della pagina, scriverla, è un rapporto intimo ed erotico, fisico-mentale, che nessun libro elettronico potrà sostituire.
Nessuna campagna di indottrinamento commerciale o di opportunità, elogio qualsivoglia potrà mai convincerci intimamente del contrario.


Pratopartecipa, ovvero come ti metto in riserva

La nascita dei comitati è un sicuro indizio del fallimento o del mal funzionamento della democrazia; sta a indicare che i rappresentanti della politica che diventano sostanza partitica non rappresentano, le scelte non si fanno, si cambiano o si stravolgono, che i programmi politici rimangono nel limbo dell’indeterminatezza, ma più spesso costantemente disattesi.
Dunque, nel quadro della società immobile tesa a perpetuare e difendere i grandi interessi economici di cui i partiti sono espressione, per la difesa di un ambiente che molti tutelano solo a parole o con finalità lucrative, per il rispetto della persona, insomma per una diversa concezione della politica, anche a Prato qualche anno fa si sono costituiti comitati di liberi cittadini. Essi hanno avuto un ruolo decisivo nella politica pratese, portando alla ribalta temi scomodi e capovolgendo scelte che sembravano ormai definitive, come, ne cito una fra tante, il termovalorizzatore alle Pantanelle, la cui costruzione è stata scongiurata. Almeno finora.
Tuttavia dopo le elezioni amministrative del 2009 è avvenuto un cambiamento. Come se dopo aver chiesto di partecipare alle scelte e di determinarle, appagati o piuttosto stanchi delle consuete battaglie, abbiamo visto i comitati scendere dalle barricate e, al fine di ottenere più voce in capitolo, iniziare una sorta di trattativa con le nuove autorità di Centro-Destra, che già in campagna elettorale li aveva corteggiati a tal punto che è voce comune che i comitati abbiano avuto un ruolo fondamentale nel far cadere il governo del Centro Sinistra.
Ora il sindaco li  accontenta organizzando  Pratopartecipa, la costituente dei comitati cittadini; sollecita argomenti e temi su cui discutere, e su questi promette di incontrarli presto, offrendo al contempo, conditi col suo tocco magico di magister elegantiarum, gli strumenti più in voga della democrazia moderna: il sito Internet per avanzare proposte e problemi, una pagina Facebook, e naturalmente la sede.
Nonostante le apparenze, a me tutto questo appare un percorso poco democratico; Pratopartecipa assomiglia alla costruzione di una riserva indiana dove gli apache devono deporre l’ascia, una riserva dove si può solo praticare il gioco di ruolo, giocare a fare il comitato. La costituente partecipativa non può essere sponsorizzata, protetta, sollecitata da chi poi dovrà essere giudicato nel suo operato, per cui si voterà contro, ma più facilmente a favore.
Con Pratopartecipa si vuole dare il patentino ai comitati; chi sta dentro bene, chi sta fuori non è comitato autorizzato?
Insomma, si vuole creare un sistema omologante di controllo anche in questo settore?
A temere l’’effetto riserva’ non bastano le recenti scese in campo per la gestione dei rifiuti, la critica che i comitati muovono a un ennesimo punto disatteso del programma elettorale del Centro-Destra, perché la paura è che al momento giusto qualcuno venga a interrompere il gioco per dire appunto che era un gioco. Sì, si possono fare riunioni, arrabbiarsi, sfilare nelle pubbliche vie,  ma alla fine si decide altrove e in modo diverso.
I comitati non possono manifestarsi ibridamente; nascer spontanei per scuotere la democrazia bugiarda, e poi ringraziare i babbi istituzionali , discreti, eleganti, liberal, per le concessioni, le aperture, la collaborazione…
Chi è ‘indignado’ sta alla Puerta del Sol, non si organizza in palazzo.

Maila Ermini

(Articolo apparso su "Metropoli" venerdì il 3 giugno 2011)

I fagioli del potere

Lunedì scorso (30 maggio)  ho ascoltato l’assessore pratese alla sicurezza Aldo Milone, parlava a Lady Radio.
Del suo parlare mi ha colpito la sicumera, la certezza di stare dalla parte giusta, a favore della legalità contro il cinesismo illegale (solo quello è illegale); mi ha colpito il fatto che ha taciuto di essere stato assessore anche nella giunta di Centro-Sinistra sorpassata da questa di Centro-Destra, dove lui sembra trovarsi benissimo, come si trovava benissimo in quella precedente, nonostante le dimissioni qualche mese prima della scadenza del mandato.
Mi ha colpito la difesa totale e assoluta dell’operato della giunta cenniana, la criticità di stampo pseudo-manicheista, la divisione lavagnesca in buoni e cattivi, il piglio dell’ex-poliziotto sicuro e beffardo, cinico a tratti, che ridacchia sulla prostituzione delle cinesine che a basso costo si offrono sulle bici ai vecchi pratesi.

Impressionava la mancanza di coscienza storica, di una visione articolata dei fatti; la sicumera di chi sta dalla parte del potere e di chi ha ragione per 'forza di cose', e la certezza che l’uomo debba essere represso poliziescamente,  che difficilmente possa essere migliorato. Cioè che non possa essere modificato, nella sua bestialità,  con la cultura.
Ciò che traspariva più di tutto dalle parole di Milone era la  mancanza da parte della giunta pratese di un progetto culturale serio, a lungo raggio, sull’uomo, sull’arte, sull’ambiente.

La S-fagiolata di domenica 29 maggio, in Piazza del Comune, ai piedi di Palazzo Pretorio, e dal Comune stesso autorizzata, s-fagiolata ispirata ai film Bud Spencer e Terence Hill, ben rappresenta la visione, la prospettiva socio-culturale di questi politici di provincia che i cittadini pratesi hanno eletto come propri rappresentanti.

La Sfagiolata è stata preceduta e illustrata da un brutto volantino. Gli avventori, era promesso, avrebbero mangiato fagioli, wurstel e salsicce e bevendo birra, come e anzi più dei due famosi attori nei loro film, e con la modica cifra di 10 euro si sarebbe potuto mangiare “tutto quello che vuoi, fino al botto!”

Quello a cui ho assistito, fra stand con tavoli e panche messi nel cuore antico della città, fra acre puzza di bottino e carne di maiale abbrustolita, è stato uno spettacolo peggiore della Cocomerata del 15 agosto, che pure ha una sua tradizione popolare, un tempo molto più dignitosa e sobria delle ultime: alla Sfagiolata si invitava a “gare a chi beve più birra e mangia più salsiccia, insomma una serata ai vecchi tempi. Una serata in cui forchetta e coltello possono anche essere lasciate nel cassetto”.
Insomma, c’è stato un preciso invito alla bestialità, alla volgarità più becera.
Quando sono passata non c’era tanta folla; più curiosi a guardare da fuori: erano le 19,30.

Lo spettacolo è stato condito dall’ennesimo mercato, questa volta semideserto, serpeggiante da Piazza San Francesco al Castello dell’Imperatore, al fine di rendere vivo il Centro e accontentare i commercianti. (Non tutti, molte botteghe erano chiuse).
Nel passare ho vissuto momenti di vertigine, perché tutto era pieno, riempito: il centro di Prato appariva trasformato in mercato grasso e sgranato con l’intenzione di far concorrenza ai centri commerciali, e non poteva essere vissuto, amato, scoperto.
Strano, quanto più questa giunta invoca le tradizioni pratesi, più sembra allontanarsene, uscendo dalla misura: andando per il centro sono stata immersa in una rappresentazione ibrida, un miscuglio kitsch di visioni neo-celtiche, squarci della peggiore Oktoberfest, mercatini pseudo-popolari, di cui non so se i pratesi sentano il bisogno.
Insomma, invece di far rinascere la città, la rendono culturalmente morta, sporca, riempiendola di manifestazioni volgari, o volgarmente presentate stile “panem et circenses”.
Non serve e non può bastare prendersela con le giunte precedenti, non serve e non basta indignarsi con i cinesi per la loro incuria, la sporcizia, l’evasione fiscale, la contraffazione, lo sfruttamento brutale, quando poi questa giunta è incapace di offrire, elaborare una vera, alta, alternativa culturale ed economica, un progetto che ci possa far sperare in una Prato diversa.

Maila Ermini 
(Articolo apparso su "Metropoli"  venerdì 3 giugno 2011)

Un invito per i 20 anni dei Celestini

 Per stasera, 21 dicembre, ore 20,45 alla Baracca.