lunedì 10 giugno 2013

Prato, la notte nera della periferia

La Notte Bianca, insieme alla Festa del Pane in questo scorso fine settimana.
Tutto insieme, e tutto nel centro.
Tra l'altro in centro c'era anche la cena alternativa dell'ALP, in piazza San Agostino.

Ora, uno dei punti deboli di questa giunta cenniana, quello che non ha fatto, è stato occuparsi della vita sociale e culturale della periferia. Anche perché con il declino delle circoscrizioni, ormai destinate a sparire, chi vive fuori le mura si sente perfettamente escluso. Non ha più riferimenti.

Che cosa abbiamo? La parrocchia e i circoli; quest'ultimi in crisi e con le debite eccezioni, funzionano soltanto come punto di 'raccolta' e di passatempo per anziani. In sostanza esiste un solo borgo vivace, che nonostante tutto riesce a esprimere popolarmente ancora qualcosa, e questo è Vergaio.

A Casale dove vivo io vengono da Prato solo perché c'è il teatro (terribile a udirsi, eh? Vengono dal centro o magari dalla lussuosa Castellina!) e questo fa la sua differenza, perché altrimenti qua sarebbe la morte civile.

Ma come la mettiamo, che ne so, con Mezzana? E con Figline, nonostante Vainella (a proposito che fine ha fatto)?

Per non parlare di Castelnuovo o di altre frazioni ormai smarrite o contraddistinte solo dai tralicci come le Badie.

Ora, difronte alla bolgia assurda di gente, e parlo di sabato sera, dove il centro non poteva essere vissuto che in grande difficoltà perché era impossibile camminare in certi punti, insomma era pericoloso, perché non si è pensato a spostare due eventi fuori dalle mura?

Prato è città estesa, ma tutto ora è puntato a questo centro, che, come nell'horror vacui del Barocco, si deve riempire.

Anche per questo non ci è piaciuta questa festa, che considera solo una piccolissima parte della città.

In periferia la notte è solo nera.

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