E' ridicolo: avendo messo, come ministro all'integrazione, la dottoressa Kyenge, il governo italiano pensa di aver risolto la questione dell'integrazione.
Si sospetta una bella operazione di facciata, di perbenismo, di cui tra l'altro è difficile parlare perché si entra nel campo minato dell'accusa di razzismo, insomma non si è del tutto liberi, come l'articolo di Sartori sul Il Corriere ha dimostrato. Il Corriere ha punito il professore perché ha osato criticare la ministra.
Eh, no.
Eh, no.
Per l'integrazione e contro il razzismo è necessario trattare il ministro in questione come tutti gli altri, e se sbaglia, dirglielo.
La ministra, che deve fare la ministra, non può trincerarsi sempre dietro la questione del colore della pelle e del presunto razzismo. Altrimenti il suo mandato rischia di riassumersi solo in un beau geste politico, un simbolo.
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