In una città chiamata Perugia, tanti e tanti anni fa, in una casetta, vivevano alcuni studenti di buona famiglia, tutti bellini e bravi. Tutti bianchi europei, e c'era anche una bella ragazza americana; e solo uno era nero. Ed evidentemente cattivo.
Una sera, così raccontano, a qualcuno gli venne in mente di fare un giochetto strano, ma una delle ragazze disse di no. Non si sa come non si sa perché, la ragazza, che era inglese e bianca, e che aveva detto di no, fu uccisa.
Quando arrivò la polizia, tutti dissero (erano in tre) che nessuno era stato, - insomma la stessa risposta di Ulisse a Polifemo - ma fu evidente subito a tutti la colpa era del ragazzo negro.
Però la cosa non tornava nemmeno, che il ragazzo nero si difese e disse che lui non era stato a condurre quel gioco finito male; o che non era stato solo lui. La colpa era anche degli altri due.
Ma allora era colpevole anche il bravo ragazzo europeo e la ragazza americana? Sembrava a tutti impossibile.
Dopo vari processi e vari giorni di galera, qualcuno ci provò a incastrarla!, la ragazza americana grazie all'America americana, fu fatta tornare in America. Ah, certamente lei era innocente, essendo dell'America americana!
Poi dei giudici, incaponiti, dissero che le cose non erano state tanto chiare, e che dovevano rifare il processo. I due ragazzi accusati non erano affatto innocenti; c'era sembra concorso di colpa...
Intanto l'unico rimasto in galera era il ragazzo negro, che era stato incastrato dalle prove...; gli altri, in particolare la ragazza americana grazie all'America americana non tornò più nella città di Perugia. L'altro che rimase, pur bravo ragazzo bianco di buona famiglia, tuttavia non era americano e cercò di difendersi come poté, fino a quando...
Qui il racconto si interrompe, la favola criminale, dice la nonna, finirà di raccontarla un'altra volta, quando la memoria le riporterà dettagli che oggi non ricorda.
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