martedì 25 giugno 2013

La scuola di teatro al Magnolfi non s'ha da fare

Dunque, ora so, e mi consolo, che non rispondono nemmeno al signor Cecchi, presidente del Met (che, uso le sue stesse parole, "Non è un teatricco che tira a campare"!), D'altronde, a onor del vero,  lui  anche non usa rispondere alle lettere, o almeno non ha mai risposto alla mia. Vuole fare la scuola di recitazione e di scrittura, immagino teatrale, ma non rispondono alle sue richieste!

Intanto il fatto è questo: Alice (o forse è altra?) gestisce il teatro Magnolfi e non facilmente il signor Cecchi e compagnia potranno buttar fuori una cooperativa molto amata dall'opposizione...e in regola con il contratto fino al 2014!
In effetti il caso è tutto politico.
Nel 2014 Cenni sarà riconfermato?, si potrà organizzare, gestire, manovrare,   fare dire baciare lettera testamento, velocemente il tutto con il nuovo scenario politico?

(In calce mi sorge la domanda: vogliono assumere insegnanti! forse dunque ho una possibilità di essere assunta come dramaturg pratese pluripremiata e plurilaureata? o forse altri, più giovani e meglio addestrati e mansueti accederanno a tanto, visto che già,  pur col ciuccio in bocca e la pennina incerta in mano - e risultati dubbi -hanno visto i loro scarabocchi allestiti su cotanto palco...).

PRATO. «Vorremmo fare una scuola di scrittura e di recitazione, assumere insegnanti. Ma il Comune non ci concede la gestione del teatro Magnolfi». È decisamente adirato il presidente del Metastasio, Umberto Cecchi. Questa mattina l'ha palesato in commissione cultura. Ricordando uno dei suoi obiettivi più cari: dare allo stabile un laboratorio di formazione per attori e sceneggiatori, pareggiando il progetto in corso al teatro La Pergola di Firenze. Quello sul quale fare tecnicamente la corsa, visto che pochi mesi fa voleva strappare al Met lo status di stabile della Toscana. Con un intervento di salvataggio insperato da parte dell'assessore regionale Scaletti.
Per dare corpo alla scuola, Cecchi avrebbe individuato un percorso ben preciso: prendere in gestione il teatro Magnolfi e attraverso questa base fisica d'appoggio accedere ai fondi strutturali europei. Da Bruxelles si prevederebbe l'arrivo a Prato di risorse per 450-500 mila euro. Anche finanziariamente significherebbe salire o perdere un treno storico per il mondo culturale. «Io fra un anno non ci sarò più alla presidenza. Indipendentemente da chi sarà il prossimo sindaco. Tuttavia, penso che sia una battaglia da fare, perché dopo di me il Met continuerà ad esserci e non si tratta di un teatricco che tira a campare. È conosciuto in ogni parte d'Europa».
L'intoppo è apparentemente burocratico. Il Magnolfi è attualmente in gestione a una cooperativa, che ha il contratto fino a giugno del 2014 e per gli uffici non è modificabile. Cecchi ha allora spedito una missiva ufficiale ai dirigenti e al sindaco Roberto Cenni per chiedere una soluzione. Fosse a lui sottoposta la questione un lodo l'avrebbe già escogitato: subentrare al contratto della cooperativa. In alternativa lasciarle la gestione delle camere e del ristorante, mettendo a disposizione del Metastasio la parte di teatro vera e propria.
«Ho scritto la lettera due settimane fa – ha confidato Cecchi davanti ai consiglieri comunali sbigottiti –. Non ho ricevuto ancora una risposta». Balzo sulla sedia a parte fatto trasversalmente da Pd e Pdl, il presidente della commissione Roberto Baldi ha disposto la convocazione di una nuova riunione venerdì pomeriggio alla presenza del sindaco e dell'assessore alla cultura per porre un rimedio. Un rimedio politico. Perché il problema sarà pure burocratico, ma – secondo il ragionamento di Cecchi – deve essere intestato alla politica qualora il sindaco e l'assessore non fossero in grado di imporsi sul loro dirigente nel trovare una via d'uscita.
Carlandrea Poli, Il Tirreno del 24 giugno 2013

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