Mentre
il Maggio Musicale Fiorentino sta per chiudere i battenti, travolto dal
fallimento e dall'incapacità di una classe dirigente e politica vergognosa senza pari,
mandando più di trecento persone a casa, ecco che invece l'Aeroporto di Firenze
va sicuro verso la sua espansione.
Basta solo che qualche consigliere regionale dica di
sì, per avere la maggioranza necessaria: si farà, signor Mattei, questo
matrimonio nonostante le sue ritrosie?
(E' incredibile come questi musicisti non vadano a suonargliele in testa che ne so...facciamo un nome? A Renzi! Il fatto è che gli artisti sono la peggiore razza di furbastri e vigliacchi, e non hanno le p...per farlo. Ma quali maestri! Anzi, saranno capaci di votare chi li ha messi per strada in cambio di qualche misera stracciata promessa).
(E' incredibile come questi musicisti non vadano a suonargliele in testa che ne so...facciamo un nome? A Renzi! Il fatto è che gli artisti sono la peggiore razza di furbastri e vigliacchi, e non hanno le p...per farlo. Ma quali maestri! Anzi, saranno capaci di votare chi li ha messi per strada in cambio di qualche misera stracciata promessa).
"Nuova pista e holding tra aeroporti. Così la Toscana volerà in serie A
Regione, Firenze e Pisa dal ministro Lupi per Peretola e Galilei
Roma, dall’inviato Sandro Bennucci
«PER TORNARE in serie A dovete... vincere il campionato», dice divertito Maurizio Lupi, ministro dei trasporti (tifoso milanista) al presidente della Regione, Enrico Rossi, e ai sindaci di Firenze e Pisa, Matteo Renzi e Marco Filippeschi. Fuor di metafora, significa che in autunno potrà essere corretto il piano nazionale degli aeroporti scritto a fine gennaio dall’ex ministro Corrado Passera. Ma il sistema toscano, che poggia su Peretola e sul Galilei, approderà nel Core network, fra gli scali strategici d’Europa, solo a due condizioni: 1) il via libera del Consiglio regionale alla nuova pista dell’aeroporto di Firenze; 2) la fusione delle società di gestione dei due scali in una holding.
Oggi Peretola e il Galilei sono in seconda fascia, nel network dove Passera ha collocato anche Brindisi, Trapani e Lamezia Terme. La prospettiva del «ritorno in A», piace a Rossi e Renzi, una volta tanto in sintonia per lo stesso obiettivo (salvo scontrarsi, un’ora dopo, sui destini del Maggio musicale). E fanno festosi cenni d’assenso il pisano Fontanelli e i sottosegretari fiorentini, Erasmo D’Angelis del Pd e Gabriele Toccafondi del Pdl, impettiti partecipanti al vertice.
ROSSI rassicura il ministro. Scandisce i tempi: in luglio il Consiglio regionale «adotterà» il piano della Piana; entro dicembre lo approverà. Il governatore si blocca. Ma tutti sanno che cosa vorrebbe aggiungere: «Se non passa mi dimetto e... tutti a casa». Pensiero che fa breccia (le finestre della sala ministeriale si affacciano su Porta Pia) in Matteo Renzi. Che rinforza: «Fra adozione e approvazione, quindi fra luglio e dicembre, Firenze farà il progetto di fattibilità della nuova pista».
Manca il «Bastian contrario», ossia Andrea Barducci, presidente della Provincia di Firenze, vicino a Sesto e Campi, i comuni ribelli della Piana. Lo rappresenta l’assessore Marco Gamannossi: che non apre bocca.
E la holding? Tutti, davanti a Lupi, lasciano intendere che si farà. Ma è ovvio che, intorno al tavolo della fusione, la Sat di Pisa vorrà far valere i suoi «volumi» (quasi 5 milioni di passeggeri l’anno che possono diventare 6-7), e le capacità della manager, Gina Giani. Ma Peretola è pur sempre lo scalo del capoluogo e Matteo Renzi, aspirante leader del Pd, non lascerà solo Marco Carrai, presidente di Adf, anche se Firenze non arriva a 2 milioni di passeggeri e ha uno sviluppo massimo di 3-4. Decisivo sarà il ruolo di Rossi. Sempre che tre consiglieri del Pd contrari alla variante (Paolo Tognocchi, Fabrizio Mattei, Vanessa Boretti) non cambino idea. Senza i loro tre voti la maggioranza non ha i numeri. Allora addio core (la serie A degli aeroporti). Perché il ministro milanista non firmerà la «promozione» senza garanzie. (La Nazione)
«PER TORNARE in serie A dovete... vincere il campionato», dice divertito Maurizio Lupi, ministro dei trasporti (tifoso milanista) al presidente della Regione, Enrico Rossi, e ai sindaci di Firenze e Pisa, Matteo Renzi e Marco Filippeschi. Fuor di metafora, significa che in autunno potrà essere corretto il piano nazionale degli aeroporti scritto a fine gennaio dall’ex ministro Corrado Passera. Ma il sistema toscano, che poggia su Peretola e sul Galilei, approderà nel Core network, fra gli scali strategici d’Europa, solo a due condizioni: 1) il via libera del Consiglio regionale alla nuova pista dell’aeroporto di Firenze; 2) la fusione delle società di gestione dei due scali in una holding.
Oggi Peretola e il Galilei sono in seconda fascia, nel network dove Passera ha collocato anche Brindisi, Trapani e Lamezia Terme. La prospettiva del «ritorno in A», piace a Rossi e Renzi, una volta tanto in sintonia per lo stesso obiettivo (salvo scontrarsi, un’ora dopo, sui destini del Maggio musicale). E fanno festosi cenni d’assenso il pisano Fontanelli e i sottosegretari fiorentini, Erasmo D’Angelis del Pd e Gabriele Toccafondi del Pdl, impettiti partecipanti al vertice.
ROSSI rassicura il ministro. Scandisce i tempi: in luglio il Consiglio regionale «adotterà» il piano della Piana; entro dicembre lo approverà. Il governatore si blocca. Ma tutti sanno che cosa vorrebbe aggiungere: «Se non passa mi dimetto e... tutti a casa». Pensiero che fa breccia (le finestre della sala ministeriale si affacciano su Porta Pia) in Matteo Renzi. Che rinforza: «Fra adozione e approvazione, quindi fra luglio e dicembre, Firenze farà il progetto di fattibilità della nuova pista».
Manca il «Bastian contrario», ossia Andrea Barducci, presidente della Provincia di Firenze, vicino a Sesto e Campi, i comuni ribelli della Piana. Lo rappresenta l’assessore Marco Gamannossi: che non apre bocca.
E la holding? Tutti, davanti a Lupi, lasciano intendere che si farà. Ma è ovvio che, intorno al tavolo della fusione, la Sat di Pisa vorrà far valere i suoi «volumi» (quasi 5 milioni di passeggeri l’anno che possono diventare 6-7), e le capacità della manager, Gina Giani. Ma Peretola è pur sempre lo scalo del capoluogo e Matteo Renzi, aspirante leader del Pd, non lascerà solo Marco Carrai, presidente di Adf, anche se Firenze non arriva a 2 milioni di passeggeri e ha uno sviluppo massimo di 3-4. Decisivo sarà il ruolo di Rossi. Sempre che tre consiglieri del Pd contrari alla variante (Paolo Tognocchi, Fabrizio Mattei, Vanessa Boretti) non cambino idea. Senza i loro tre voti la maggioranza non ha i numeri. Allora addio core (la serie A degli aeroporti). Perché il ministro milanista non firmerà la «promozione» senza garanzie. (La Nazione)
4 commenti:
La realtà all'interno del Maggio è assai più complessa, articolata e variegata di quello che passa all'esterno o (peggio) di ciò che scrivono i giornali. Ti garantisco che ben pochi lì dentro ri-voteranno personaggi e parti politiche che sono venute meno non solo al buon governo ma anche all'assunzione di proprie responsabilità.
Non entro in ulteriori dettagli, ma ti invito a non generalizzare troppo.
Mah. Le generalizzazioni ci possono sempre essere, ma io credo che l'autrice abbia visto bene in molti di noi.
Luca
Certo i musicisti non protestano, lo fanno fare alle maschere e agli impiegati, pena il rischio di perdere ingaggi...Suonano spesso spartiti di partiti...
Andrea
Invito il sig.Andrea a evitare generalizzazioni. Non solo sono piuttosto grevi, come argomentazioni, ma possono addirittura risultare offensive .
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