Con stupore leggo le parole dell’assessore Nesi su La Nazione di oggi (domenica 11 luglio 2010) , il quale, a un anno di distanza dalla sua nomina, ancora non ci ha detto quale sia la sua idea di cultura per la provincia, non ha comunicato una qualche programmazione, e non sa trovare altro di meglio che fare appello ai cittadini affinché mandino idee, suggerimenti o quanto altro via e-mail per decidere, fronte ai tagli economici, cosa eliminare o meno, cosa far vivere o meno in ambito culturale. Perché lui non vuole essere il “liquidatore” della cultura.
Ma è proprio l’assessore che è chiamato a dirci come fare, è questo il suo ruolo; per questo è stato chiamato ed è pagato con soldi pubblici.
L’assessore ha il compito di stilare una programmazione, individuare priorità, insomma , fare le sue scelte –anche e forse proprio in momenti di crisi -; ha il compito di incontrare fisicamente enti pubblici e privati, di coordinare attività.
Va da sé che la cultura porti ricchezza. Dice cose scontate:
- si sorprende di Torino come di una città che investe in cultura, e mostra di non conoscere la storia: Nietzsche la preferiva non a caso fra tutte le città d’Italia;
- mette la città etrusca di Gonfienti fra le sue priorità, in una versione tutta tardiva e americanizzante dell’affaire, con scavi aperti e spettacolarizzati; di ben altro avrebbe bisogno uno dei più gravi scempi compiuti in terra di Toscana!;
- ci ripensa sugli “stati generali” sulla cultura (ma anche il Sindaco di Prato li doveva fare, come sempre a parole), non vuole fare assemblee e si affida a facebook!;
- si fa vanto di non spendere nulla; ma è proprio così che si affossa l’indotto economico che ruota attorno alla cultura.
Questo è un modo di procedere né proprio né competente, così come non va bene che faccia l’anchorman degli amici suoi!
Insomma, si sente parlare del suo nome e dei suoi libri, ma di null’altro.
Maila Ermini
Ma è proprio l’assessore che è chiamato a dirci come fare, è questo il suo ruolo; per questo è stato chiamato ed è pagato con soldi pubblici.
L’assessore ha il compito di stilare una programmazione, individuare priorità, insomma , fare le sue scelte –anche e forse proprio in momenti di crisi -; ha il compito di incontrare fisicamente enti pubblici e privati, di coordinare attività.
Va da sé che la cultura porti ricchezza. Dice cose scontate:
- si sorprende di Torino come di una città che investe in cultura, e mostra di non conoscere la storia: Nietzsche la preferiva non a caso fra tutte le città d’Italia;
- mette la città etrusca di Gonfienti fra le sue priorità, in una versione tutta tardiva e americanizzante dell’affaire, con scavi aperti e spettacolarizzati; di ben altro avrebbe bisogno uno dei più gravi scempi compiuti in terra di Toscana!;
- ci ripensa sugli “stati generali” sulla cultura (ma anche il Sindaco di Prato li doveva fare, come sempre a parole), non vuole fare assemblee e si affida a facebook!;
- si fa vanto di non spendere nulla; ma è proprio così che si affossa l’indotto economico che ruota attorno alla cultura.
Questo è un modo di procedere né proprio né competente, così come non va bene che faccia l’anchorman degli amici suoi!
Insomma, si sente parlare del suo nome e dei suoi libri, ma di null’altro.
Maila Ermini
2 commenti:
Il Nesi, uno che "piú sono di sinistra, piú abitano al centro", é a corto di idee per i suoi simpatici libri, ma ha trovato la strada giusta: farsene dare una manciata dai cittadini stessi, non da tutti; in particolare quelli che godranno del taglio dei finanziamenti alla Cultura, di cui occupa la carica di Assessore Provinciale a Prato. Spera di ricavare argomenti per convincere chi deve sopportare i tagli ad accettarli senza colpo ferire, cosí come si inghiotte una medicina amara ma benefica. Questi finiranno in un nuovo libro, di cui non conosciamo ancora il titolo - se ne attende con ansia l'uscita -, e per il quale é sicuramente giá al lavoro: la carica di Assessore dura infatti solo quattro anni, tempo da impiegare bene e alla svelta per la promozione gratis delle sue trovate. Intanto, gliela diamo noi una idea buona per risolvere la crisi pecuniaria; coi soldi del babbo, faccia il Mecenate, finanzi di tasca propria le iniziative culturali che qualcuno gli suggerirá. Non sará piú cosí socialista, oggi, ma fa tanto famiglia rinascimentale. E puó darsi che alla fine, dopo polverose ricerche, qualcuno scopra uno stemma araldico adatto al suo casato.
Fiele da Clitognacci
Se hanno la faccia di riprenderlo, come si mormora da più parti, dopo che se ne era andato con Monti e Montezemolo, sarà la pietra tombale sul Centro sinistra pratese: voglio sperare che non ci si azzarderebbe a votare chi riprende uno come Nesi, che ha dimostrato questa incredibile disinvoltura nel saltabeccare da una parte all'altra a seconda di come tira il vento.
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