mercoledì 28 luglio 2010

La Fiat e l’uomo dal maglione blu

Marchionne furbo e ricattatore, minacciando di portare le fabbrichette FIAT in Serbia (anche la Omsa di Ravenna pare che ci vada), mette in discussione come mai prima i diritti dei lavoratori, ricatta e gioca con i sindacati, mette sul tavolo il ‘prendere o lasciare’ e tutti zitti, altrimenti me ne vado.
Se resta, è chiaro, pagheranno i contribuenti. Così è sempre stato.
Qual è la nuova ricetta di Marchionne? Anche Valletta, antico dirigente della Fiat, provò a fare il duro diversi anni fa, ma erano altri tempi, e non ci riuscì. Ora, che gli operai temono la perdita del lavoro, è tutto molto più facile, e la furba abilità dell'abruzzese è più che sufficiente.
Zitti e mosca. Bassi testa e salario ; flessibile corpo e orario.

Marchionne fa un grande favore a tutta la Confindustria, e a tutti i governi passati e futuri.
Apre la strada, anzi l’autostrada, a una nuova politica industriale istituzionalizzata: lo sfruttamento, l’azzeramento dei diritti. Per questo il signore dal maglione blu è molto apprezzato e coccolato nel mondo.

Sogno un grande sciopero dei lavoratori, vero, libero, spontaneo, che ridia senso alla parola stessa; uno sciopero dal lavoro italiano, europeo mondiale che fermi questi furbi, questi avvoltoi.

Uno sciopero anche dai sindacati, che, almeno da quanto ci informano, non fanno affatto gli interessi dei lavoratori. Ma solo del lavoro.

E dopo lo sciopero, uscire da questo lavoro imposto che ci dipingono come l’unico, uscire dalla vita-fabbrica, cercare altre strade. Forse è questa l’unica strada per affrancarsi dalla schiavitù.
M.E.

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