giovedì 8 luglio 2010

L’autunno del patriarca, ovvero la lenta inesorabile fine del Berlusconi IV.

Vedendo le immagini della polizia addosso agli aquilani che sfilavano per protesta a Roma, si è avuta la chiara percezione, anzi, l'evidenza che il governo Berlusconi, manganellante, è in profonda crisi.
Comunque sia, il rapporto d’amorosi sensi fra Berlusconi e il suo elettorato è finito.
Tra l'altro, a pochi passi dal corteo aquilano, protestavano i disabili. Una débacle di piazza che per fortuna Internet non riesce a censurare come fanno i TG.
Tralascio tutte le notizie di crisi all’interno del suo partito, il fatto che lui stesso sia un problema per i suoi peones; tralascio le leggi che fa per salvarsi, i vari e costanti tentativi antidemocratici, la manovra economica che mette in ginocchio un paese con il fine non solo di rimettere a posto le casse, ma con quello, neanche poi tanto recondito, di schiavizzare una popolazione...
Tralascio tutto.

Per capire che Berlusconi è finito basta guardare, nelle immagini del corteo aquilano, le donne; le donne che hanno sempre in maggioranza votato per lui.
Non stanno più dalla sua parte. Sono incazzate, deluse come dall'amato-traditore, con il patriarca debosciato, che proprio in questi giorni ci ha regalato, da vera icona patriacal-sudamericana, la video-promozione del turismo in Italia. Roba da vomito.
Più o meno come aveva fatto la Regione Toscana per farsi pubblicità con il video "Voglio vivere così".
Ma come quello indicava la menzogna di una regione saccheggiata; la retorica di maniera del potere regionale, questo rivela altrettanto e ancor di più e peggio.
Il video pubblicitario con la voce di Berlusconi, dal titolo inquietante "L'Italia è un maese magico", ha molte sequenze di città d'arte (sempre quelle) dall'alto: nove su tredici. E' l'occhio del capo che fa vedere i suoi gioielli, dall'alto appunto, la prospettiva è dunque quella del potere che domina; o quella che incute riverenza: quattro sequenze sono dal basso verso l'alto, e sempre in movimento, mai un momento di sosta, di riflessione, di contemplazione! La telecamera serva sorvola guardando rapidamente il paesaggio e le città italiane come le vorrebbe guardare lui. Come le guarda lui.
Il video dice cosa ne pensa dell'Italia: che è roba sua.
Il video vale più di tutte le sue parole. (Senza parlare della musica di sottofondo, da colossal americano, da sogno turistico americano, con l'acmé coro-orchestrale finale di tripudio; e il montaggio, il montaggio scontato e convenzionale da filmetto di matrimonio...).
Dunque l'estetica del potere è, ancora una volta, quella kitsch.
In realtà anche la Destra vuole che il patriarca se ne vada. Ma non sa come fare. Il problema è serio.
Peccato che non ci sia alternativa, se cade Berlusconi.
Perché, se l’alternativa è Renzi, aiuto. Chiameranno Vendola dalle Puglie?
O si metteranno tutti a litigare, consegnando sempre e ancora sempre questo paese alle forze più oscure e retrive, ai grandi comitati d’affari che cementificano quel paese che Berlusconi non fa vedere nel suo orrendo video?
Tuttavia, se cade Berlusconi, l’economia dell’Italia prenderà un sospiro di sollievo.

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