venerdì 23 luglio 2010

Una città lasciata a se stessa

Personalmente sto aspettando che Cenni convochi il tavolo della cultura.

Molto probabilmente il sindaco non convocherà nulla. Lo aveva promesso dopo una mia lettera, pubblicata sui giornali, in cui lo invitavo a fare il sindaco e non a farsi vedere con la Faenzi (era il periodo delle elezioni regionali). Allora, per tenermi buona, al caldo, mi aveva fatto questa promessa.

Sorrido.

Ora però le lettere non passano più: hanno deciso di non lasciar pubblicare più nulla sui giornali locali, almeno che non ‘serva’, di Primavera di Prato o di altri che contrasti in qualche modo la politica di giunta e opposizione, che mutatis mutandis mostrano gli stessi processi paraepifanici.

Anche perché la politica locale, come quella nazionale, vive gran difficoltà, e il dissenso è doppiamente sgradito. Dunque in questi ultimi mesi si pratica una consistente fitta CENSURA, pressione sui media, controllo.

Intanto a soccorrere gli affanni del Sindaco è stato messo in campo il grande, bel progetto delle Cascine di Tavola, di cui addirittura il Comune potrebbe comprare la fattoria. Sarà vero o, come Gonfienti, è un altro miraggio?

Nello stesso luogo l’assessore Borchi è occupato a punzecchiare Slow Food, che da tempo gestisce la casa dell’ex-caciao alle Cascine con il punto ristoro: l’assessore afferma che l’affidamento a quell’associazione non è chiaro, che va rivisto. A Prato tutti sanno che tramite quella associazione il Borchi attacca la moglie del presidente di quella associazione, la Peris, a sua volta presidente della Circoscrizione Sud e dunque attacca il Pd, e tutto il sistema messo su da quel partito.

Un copione bruttino e intrecciato penosamente, dal titolo: RICATTI E CLIENTELE - TUTTO IN FAMIGLIA.

Dunque, mentre il Centro-Sinistra soffoca in se stesso, smarrito, devitalizzato e de-ideizzato, una specie di morte per contrappasso, la politica del Centro Destra appare come un grande guscio vuoto che fa parecchio rumore: nomi, eventi, situazioni, numeri, blitz anticinesi: tutto strombazzato; e poi molta televisione (il Cenni è in questo veramente un berlusconiano e addirittura la Giunta pensa di fare una televisione per comunicare direttamente coi cittadini!), ma poca poca attenzione alle situazioni ‘piccole’, alla vita di tutti i giorni. Alla qualità della vita, si diceva una volta.
Il potere per tenersi su non può pensare alla qualità della vita.
Voglio ricordare, un piccolo esempio che mi sta a cuore: la ciclabile sta cadendo a pezzi. Il traffico dei veicoli è incontrollato, violento, aggressivo, anche grazie allo smantellamento messo in atto dalla giunta stessa del sistema dei vigili urbani.
Andare in bici è sempre più faticoso; devo montare in sella corazzata, non posso distrarmi mai. Ho messo un piccolo segno sul manubrio, che ogni volta mi dice: devi tornare a casa con tutte le ossa a posto.
LA CITTA E’ LASCIATA A SE STESSA.

I cittadini dicono che la città non è governata; che questa giunta è peggio dell’altra, e così via.
Che il sindaco non si fa vedere (a parte che in televisione, ma non nel REALE), che è come quello precedente: magari un po’ più simpatico, affabile, gentleman, vestito bene ed elegante, ma sta nel palazzo, lontano: con un monocolo guarda Sasch e dintorni, con l’altro interpreta il suo ruolo, quello del sindaco-re, monarca dell’immagine, dell’apparenza, della politica di maniera e barocca. Del piaci-e-fuggi.

Vacua respublica et tristis.
M.E.

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